da Spa: Massimo Costa
La vittoria finale è andata alla BMW del team MarcVDS con l'equipaggio
Paltalla-Luhr-Catsburg: qui
l'articolo conclusivo sulla gara.
17ª ora: ancora lotta a quattro
Passata la notte di
Spa con qualche problema di nebbia e una temperatura che ha toccato i 5 gradi all’alba, la contesa sembra essere un affare tra le
BMW del team Marc VDS, l’
Audi della WRT e la
Mercedes del team Rowe. Alle ore 9, al comando si è portato
Farfus con la Z4 della squadra diretta dall’ex pilota Bas Leinders (Martin e Werner gli altri due piloti, con il tedesco che per una penalità causa contatto con la Bentley di Abril aveva perso terreno) che ha 17” di vantaggio sull’Audi del poleman
Stippler (con lui Nico Muller ed Ortelli) mentre a 1 giro vi è la seconda BMW Marc VDS di
Paltalla (con Luhr e Catsburg) poi la Mercedes di
Dusseldorp (con Bastian e Juncadella) che è stata a lungo in testa durante la notte, ma la sostituzione dei freni ha fatto perdere terreno.
Gran recupero della Ferrari AF Corse di
Bruni-Pierguidi-Lathouras-Lemeret. A tre giri dalla vetta è risalita l’altra Ferrari AF di
Rigon, che condivide con
Cameron-Griffin-Guedes, al momento ottava. La BMW di
Zanardi, del team Roal, ha avuto un piccolo problema ad una sospensione mentre al volante vi era
Glock, prontamente risolto, ed è 14esima.
Zanardi è risalito sulla Z4 alle 9.26 per il suo terzo turno di guida.
La notte ha portato problemi tecnici alla Bentley Continental dei veloci
Buhk-Soucek-Soulet protagonisti per diverse ore. Sono entrate in crisi anche le McLaren del team Von Ryan:
Estre-Van Gisbergen-Bell hanno avuto un contatto con la Ferrari del team Rinaldi mentre
Senna-QuaifeHobbs-Parente si sono fermati a lungo per noie tecniche. KO l’Audi del team Sainteloc di
Guilvert-Sandstrom-Basseng, spesso nella top 5. La bella rimonta della Lamborghini Huracan di punta (era ottava a 1 giro) alle 3.30 con
Zaugg alla guida (Bortolotti e Venturini i suoi compagni) è finita contro le barriere a Les Combes danneggiando il radiatore e sono occorsi 55’ per ripararla. L’altra Huracan si è ritirata alle 23.30 per incidente dell’americano
Palmer.
8ª ora: errore di Vanthoor, passa al comando Dusseldorp
Sono stati due i momenti clou della
serata di Spa: l’ingresso in pista di
Alex Zanardi, avvenuto alle 21,40 quando le tenebre cominciavano a imprigionare il tracciato delle Ardenne, e l’errore di
Laurens Vanthoor, leader indiscusso, avvenuto alle 22,20. Il bolognese ha preso il volante della BMW Z4 del team Roal dalle mani di
Timo Glock, cambio avvenuto in 45”, uscendo dalla pit-lane in ventesima posizione. Due gli stint sostenuti da
Zanardi che giro dopo giro ha trovato sempre più confidenza nonostante il buio:
“C’era un’unica traiettoria, appena fuori di essa c’era l’umido e con le slick non era per niente facile, bastava un niente per commettere un errore. Ho fatto appena due sbavature, ma niente di che...”, ha spiegato
Alex ancora “fumante” appena sceso dalla vettura alle 23,52.
“Ho anche preso una gran botta da un altro pilota, non so chi fosse, e pensavo mi avesse rotto una sospensione o che mi avesse forato una gomma. È stata la sensazione di un attimo, perché ero finito in una zona di acqua e avevo perso aderenza, poi tutto è tornato normale. Per fortuna...”.
Ha poi aggiunto:
“Fa troppo caldo nell’abitacolo, sono un po’ stanco, ma ora mi riprendo. Un altro stint però non l’avrei fatto”.
Zanardi ha compiuto il suo primo giro veloce in 2’25”542, poi 2’25”202, 2’24”577 e via via sempre più rapido fino al tempo di 2’23”375, il migliore dell’equipaggio, ovviamente grazie all’asfalto che andava asciugandosi sempre più.
Spengler e Glock avevano infatti guidato con asfalto bagnato. Ma è stato un gran ritmo quello sostenuto da
Zanardi che ha lottato, superato avversari e per un certo periodo ha tenuto il passo di
Vanthoor, davanti a lui di un giro.
E proprio il
belga si è fatto tradire dal nervosismo commettendo un banale errore:
“C’era Buurman che pur doppiato non mi dava strada, uscire dalla traiettoria era rischioso e ho perso almeno tre giri dietro di lui. I nervi mi hanno tradito e ho commesso uno stupido errore bloccando i freni e andando a sbattere. Sono rammaricato, mi scuso con tutto il team Audi e il team WRT”.
Vanthoor ha lasciato sul campo cinque tornate per le dovute riparazioni ai box. In testa è così passata con una certa sorpresa la Mercedes di
Stefan Dusseldorp, che divide la SLS del team Rowe con
Daniel Juncadella e Nico Bastian. Allo scoccare della mezzanotte, Dusseldorp conduceva su
Gianmaria Bruni, che proprio al rintocco delle campane ha passato il volante a
Pasini Lathouras, rapidamente sceso nella classifica.
A seguire, a 13”
Nico Muller con l’Audi scattata dalla pole grazie a
Frank Stippler, seguita da vicino dalla Bentley Continental di
Maximilian Buhk (Soulet e Soucek i suoi compagni). A 35” la BMW Z4 del Marc VDS di
Maxime Martin (con Werner e Farfus). Spingono forte
Bortolotti-Zaugg-Venturini, ottavi dietro alla McLaren di
Estre. Da segnalare che
Piccini, 13°, a La Source è entrato in contatto con
Nico Verdonck al giro 107, poco dopo le 22. Purtroppo entrambi si sono dovuti ritirare. Un vero peccato per Piccini che aveva vissuto un giovedì (qualifiche) e un venerdì (Super Pole), da sogno. Finita anche la 24 ore di
Marco Bonanomi per mano del suo compagno
Filip Salaquarda, che ha commesso un errore alla Bus Stop picchiando irrimediabilmente l’Audi del team ISR.
4ª ora: il leader è Vanthoor
Sembra avere trovato una vettura leader ben definita la
24 Ore di Spa:
l’Audi numero 1 del team WRT. Allo scadere della
quarta ora di gara, con la pioggia che sembra avere concesso una pausa, è
Laurens Vanthoor a condurre con autorità con 1’40” sulla vettura gemella, ma del team Sainteloc, guidata da
Gregory Guilvert che sta proseguendo il buon lavoro svolto da
Marc Basseng nelle prime due ore. A sua volta, il belga Vanthoor sospinto dal bagnato, ma numeroso, pubblico presente ha ereditato la leadership da
Renè Rast. La pioggia e le numerose safety-car già intervenute hanno fatto saltare i piani strategici di molte squadre che hanno modificato le finestre dei pit-stop e di conseguenza la classifica risulta essere molto “ballerina”.
Una delle SC è dovuta intervenire per l’incidente verificatosi tra
Jean-Karl Vernay e Michele Rugolo, con la Ferrari 458 AF Corse dell’italiano costretta al ritiro per i forti danni subiti, tra cui la perdita di una ruota. Pochi minuti fa invece, la SC è stata chiamata per l’errore del russo
Karachev, su Mercedes, che ha sbattuto lungo la discesa che porta alla Eau Rouge. Le
McLaren del team Von Ryan che avevano danzato nelle prime fasi di gara occupando le prime due posizioni, si trovano al terzo posto con
Adrian Quaife-Hobbs, salito in macchina al posto di
Alvaro Parente, e ottava con
Shane Van Gisbergen che ha rilevato
Kevin Estre. La prima BMW Z4 è quella del Marc VDS, quarta con
Augusto Farfus (che guida dopo il doppio stint di
Maxime Martin) mentre buon quinto è
Daniel Juncadella con la Mercedes SLS del team Rowe. La Ferrari Kessel è ora guidata da
Michael Lyons ed è in nona piazza.
Bruno Spengler ha lasciato il volante della BMW Z4 della italiana Roal a
Timo Glock che è 17°. Spengler nel suo stint aveva perso posizioni per essere stato bloccato brevemente in corsia box, in uscita dalla sua piazzola dopo il pit-stop, da un’altra vettura fermatasi nel garage successivo. Pochi secondi, ma che gli hanno fatto perdere l’occasione di rientrare in pista quando il
semaforo era verde. Spengler ha beccato il rosso ed ha dovuto attendere il passaggio della SC e della fila delle vetture al suo seguito. Anche
Glock ha incontrato qualche piccolo inconveniente al suo primo rifornimento, ma ha recuperato parecchio. Fra poco sarà l’atteso turno di
Alex Zanardi che prenderà tra le mani la Z4 da Glock. La Lamborghini Gallardo con
Mirko Bortolotti era risalita, anche per il gioco dei pit-stop, fino al 2° posto, ora è 29esima con
Adrian Zaugg, mentre
Marco Bonanomi con l’Audi della ISR è 32°.
1ª ora: al comando Parente dopo vari incidenti
Una fitta pioggia ha accompagnato
il via della 24 Ore di Spa che ha subito visto protagoniste le McLaren del team Von Ryan, salite al comando con
Kevin Estre ed Alvaro Parente. Subito è finito in testacoda
Frederic Vervisch con l’Audi della ISR, ma è riuscito a ripartire, mentre dopo pochi minuti di gara si è girato
Toni Vilander con la Ferrari della AF Corse. Un errore certamente inconsueto quello del forte pilota finlandese che per diversi minuti è rimasto piantato nella ghiaia perdendo quattro giri.
Poco dopo si è verificato il primo incidente che ha richiesto l’intervento della
safety-car: a Les Combes ha urtato il rail
Gilles Duqueine (partito penultimo) con la Ferrari 458 gestita in proprio. Al restart, avvenuto dopo diversi minuti,
Rene Rast con l’Audi del team WRT ha deciso di sferrare l’attacco alle due McLaren, superando prima
Parente e poi portandosi in scia ad
Estre, ma un’altra
safety-car è stata chiamata in pista per il gran botto di
Karim Ojjeh con la BMW Z4 del Boutsen Ginion. Nessun danno per il pilota, ma trenta metri del rail che precedono la variante di Les Combes sono andati distrutti. Questo ha richiesto l’intervento di una equipe di saldatori che allo scadere della prima ora stava alacremente lavorando per rimettere in sesto il rail.
Nel frattempo, girandola di pit-stop e alle 17.45 la situazione vedeva al comando la McLaren di
Parente seguita dalla Mercedes SLS Black Falcon di
Riki Christodolou, poi
Estre (McLaren),
Rast (Audi),
Ragazzi che ha preso il posto di un
Rui Aguas scatenato,
Mies (Audi). Intanto
Mirko Bortolotti dopo una difficile qualifica con la Lamborghini Huracan del team Grasser è 13°, il poleman
Stippler si ritrova 16°,
Bruno Spengler con la BMW che condivide con
Alex Zanardi è scivolato 40° mentre
Piccini quinto nelle prime fasi, ha lasciato il volante a
Broniszewski, 12°.