Villorba Corse, la cenerentola italiana che ha stupito Le Mans


Un 9° posto alla 24 Ore che vale quanto una vittoria per il team italiano esordiente in LMP2. La parola ai protagonisti. 

 

Francesco Colla

22.06.2017 14:13

Prima di partire per Le Mans l'unico obiettivo auspicabile era “arrivare in fondo” alla 24 Ore. Che visti i numerosi ritiri eccellenti sarebbe già stato un risultato da incorniciare per gli esordienti di Cetilar Villorba Corse. Invece la cenerentola della classe LMP2 ha tagliato il traguardo della maratona al 10° posto, tramutatosi poi in 9° in virtù della squalifica della Oreca n.13 del team Vaillante Rebellion.

Lasciandosi alle spalle equipaggi con nomi blasonati come Barrichello, Prost, Senna Un risultato ottenuto grazie alla strategia e al lavoro di tutto il team. Mercoledì alcuni guai elettrici alla Dallara P217 motorizzata Gibson avevano costretto la squadra a fare gli straordinari. Ma alla fine tutto è andato per il verso giusto: scattati dalla 18esima posizione, i piloti Villorba hanno gestito la gara, mentre la Sarthe mieteva vittime tra le vetture di testa. Rimontando anche posizioni quando il fato ha bussaato alla porta: prima un tuffo nella ghiaia di Lacorte in seguito a un contatto costato 4 minuti, poi una gomma scoppiata durante la notte mentre pilotava Sernagiotto. Infine il traguardo, dopo 24:2:37.198.

Il primo a parlare, subito dopo la gara, era stato il team principal Raimondo Amadio: “Abbiamo vissuto tutti insieme una settimana incredibile e poi una gara massacrante, snervante eppure mai capace di scalfire quello spirito di gruppo che già avevo visto nell'avvicinamento a questo grandioso debutto. I ragazzi, tutti, sono stati straordinari, hanno dato l'anima in ogni momento, anche quando abbiamo temuto di non farcela. E ora il sogno di quella bandiera a scacchi, inseguito per anni, è andato perfino oltre ogni più rosea aspettativa. Ora possiamo festeggiare. Lo meritiamo davvero”.

Archiviate lacrime e festeggiamenti il team è tornato in Italia e a motori spenti Lacorte ha commentato: “Impossibile trovare le parole perfette per descrivere questa gara, forse è ancora passato troppo poco tempo. Ho capito soprattutto dai particolari il perché questa corsa sia così incredibile e che chi la disputa è una sorta di “eroe”: deve fare le cose che non pensa di poter fare. Soprattutto nella notte è pazzesco il continuo caos dei sorpassi. Pensi spesso a un possibile problema e qualsiasi vibrazione o allarme sulla macchina ti sembra ultra amplificato. Poi arrivi alla bandiera a scacchi, che a Le Mans viene data ancora in pista, e non ci credi! Piano piano vedi il muretto e tutto il team che esulta per un risultato pazzesco e allora inizi a realizzare...”

E' stato proprio il pisano, convertitosi pochi anni fa dalla vela al volante, a tagliare il traguardo. Una liberazione per tutta la squadra, come ha efficacemente descritto Sernagiotto: “Forse il momento più bello è stato l'abbraccio tra me e Roberto [Lacorte, Ndr], che da anni lavoravamo insieme a questo progetto, quando ci siamo incontrati nel box dopo che lui ha portato al traguardo la Dallara nella nostra prima 24 Ore di Le Mans con un risultato al di sopra di qualsiasi più rosea aspettativa, quasi da fantascienza. Quell'abbraccio ha fatto scogliere tante tensioni, tante emozioni e tante difficoltà, perché dietro a un risultato così bello e importante ci sono state anche molte giornate difficili e situazioni complesse da gestire”.

Infine Belicchi, unico veterano di Le Mans, che già pensa alle prossime sfide: “Concludere nella top-10 la 24 Ore di Le Mans con un team all'esordio, due rookie al volante, i pochi chilometri che abbiamo potuto macinare con il prototipo e gli inconvenienti avuti in prova è fantastico, meglio di così non poteva andare. Siamo convinti che si possa far meglio a livello di prestazioni assolute, e in futuro sarà così, ma a Le Mans abbiamo ottimizzato al 100% quello che avevamo. E' stato eccezionale. Ne ho fatte tante, ma di edizioni così trouble-free non ne avevo mai vissute. Così, pensando in primis alla salvaguardia dell'auto, l'abbiamo pianificata e preparata per mesi. E' un merito del team con Raimondo Amadio in testa e di noi piloti essere riusciti a portare a compimento questo grande lavoro di squadra. Tutti abbiamo fatto il nostro meglio”.


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