Alfa Romeo, la fine del DTM 20 anni fa e una speranza chiamata Giulia

Alfa Romeo, la fine del DTM 20 anni fa e una speranza chiamata Giulia

Domenica 29 settembre 1996, Nicola Larini vinse la gara del Mugello su Alfa Romeo 155 V6 TI, completando l’ultimo hat-trick di una vettura del Biscione in quel campionato così spettacolare

Alessandro Vai

28.09.2016 12:32

Sono passati 20 anni esatti da quella domenica 29 settembre 1996, quando Nicola Larini vinse la gara del DTM Mugello al volante della Alfa Romeo 155 V6 TI, completando l’ultimo hat-trick di una vettura del Biscione in quel campionato così spettacolare. Campionato che aveva già preso il nome di International Touring Car Championship, un cambio di denominazione che faceva presagire un nuovo format di respiro più internazionale ma che invece ne decretò la morte, a causa di costi saliti alle stelle. Ci vollero poi quattro stagioni di pausa prima di assistere al ritorno del DTM, ma ormai il fascino di quell’epoca d’oro era stato perduto definitivamente.

Nato nel 1984, il Campionato Turismo Tedesco ha vissuto negli anni Novanta il suo momento di maggiore gloria. Nel 1993, con il cambio di regolamento che apriva le porte alle Auto 1 Turismo, ci fu l’ingresso dell’Alfa Romeo che da un lato doveva promuovere la neonata 155 stradale e dall’altro poteva sfruttare l’esperienza del progetto Delta Integrale, visto che la berlina Alfa nasceva su una evoluzione del suo pianale. Quattro ruote motrici, dunque, e una versione ultra-preparata del mitico V6 Busso: 2,5 litri, regimi di rotazione prossimi ai 12.000 giri e una potenza che arrivò a sfiorare i 500 CV. Il tutto incastonato in un telaio tubolare e coperto da una carrozzeria in carbonio che doveva ricordare le forme dell’auto di serie.

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Insomma, si trattava di un vero e proprio prototipo travestito da 155 che aveva solo alcuni vincoli rispetto alle misure del modello di produzione. Il debutto fu subito fortunato e l’Alfa Romeo di Nicola Larini mise in riga una pattuglia di Mercedes-AMG 190E vincendo subito il mondiale. Impresa mai più ripetuta per una serie di motivi diversi e non tutti imputabili alla velocità delle auto in pista. L’Alfa 155 rimase super-competitiva fino alla fine, grazie anche agli aggiornamenti che il modello di serie ricevette nel 1994 e che consentirono di allargare le carreggiate. La berlina di Arese, infatti, è stata comunque l’auto con più vittorie nel DTM e una delle più titolate della storia dei campionati turismo a livello globale.

Larini e Nannini colsero due terzi posti della classifica finale dei campionati 1994 e 1996, perdendo il titolo anche a causa di alcune scorrettezze degli avversari e decisioni quantomeno dubbie delle varie direzioni gara rimaste negli annali. Ma, si sa, sono i vincitori a scrivere la storia. Una storia che è stata bruscamente interrotta nel 1996 lasciando un vuoto affettivo enorme, che l’Alfa 156, nonostante le sue quattro vittorie nel Campionato Europeo Turismo e un secondo posto nel neonato WTCC del 2005, non è mai riuscita a colmare. Ma, sempre a proposito di storia, sappiamo bene che questa tende a ripetersi e che l’Alfa Romeo sta rinascendo con un nuovo progetto tecnico a trazione posteriore e integrale.

Certo, da qui a dire che della Giulia verrà approntata una versione da gare ne corre. Ma il 7:32 staccato al Nurburgring dalla Quadrifoglio stradale fa viaggiare l’immaginazione, mentre le parole di Marchionne di qualche mese fa aprono qualche spiraglio. Del resto se il numero uno di FCA dice che “Il mito Alfa è nato con le corse, e in qualche maniera qui deve tornare” qualcosa vorrà pure dire…


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