Dakar, il D-Day è alle porte: la parola ai campioni

Il dream team Peugeot, lo squadrone Toyota, il team Mini orfano di Menzies costretto a un prematuro ritiro. Le dichiarazioni dei protagonisti alla vigilia della partenza

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Francesco Colla

01.01.2017 14:27

Mentre l’Italia celebrava la fine dell'anno col classico cenone, ad Asuncion, Paraguay, si ultimavano i preparativi per la partenza della Dakar 2017. Si parte domani, 2 gennaio, con un antipasto di 454 chilometri fino a Resistencia, in Argentina.

“Sono qui per celebrare l’anno nuovo” ha scherzato il 9 volte campione del mondo di rally, Sebastien Loeb, presentandosi alle verifiche tecniche. Il francese fa parte del dream team Peugeot, di cui il più illustre esponente è “Mr Dakar”, Stephane Peterhansel, vincitore dell’edizione 2016, che non vede l’ora di rimettersi al volante: “Non mi sento nervoso – ha commentato il 12 volte vincitore del rally raid – Solo quando vedremo la prima classifica ci metteremo al lavoro seriamente”.

Il poker d'assi cui sono affidate le nuove 3008 DKR comprende anche la leggenda Carlos Sainz: “Siamo veloci. Dopo tutto il lavoro fatto quest’anno, non vedo l’ora di partire qui in Paraguay. Credo che abbiamo lavorato nella giusta direzione con la 3008DKR. Sembra più affidabile della vettura dell’anno scorso e forse anche ulteriormente un po’ più veloce della precedente, nonostante la strozzatura della flangia di aspirazione che abbiamo adottato per rispettare il regolamento. E’ difficile farsi un’idea del percorso perché, per ora, abbiamo solo un’idea generale. Dobbiamo essere pazienti perché non sai mai cosa può riservarti la Dakar. Tutti pensano che le tappe saranno dure e la mia esperienza mi suggerisce di essere cauto”. Infine Cyril Despres, passato definitivamente alle auto dopo i successi sulle due ruote: “Sono molto contento di partecipare alla Dakar sulle quattro ruote per la terza volta e per la 17esima volta in totale. Mi sento po’ più rassicurato perché comincio ad avere davvero un buon feeling con la vettura. Mi sento in gran forma, dal punto di vista fisico e mentale". 

Tra i favoriti per la vittoria c’è anche Nani Roma, vincitore nel 2014 con Mini, ora con Toyota: “Prima di fare un sonnellino ho sentito una sorta di nodo allo stomaco. E’ l'adrenalina che sale. E’ la stessa sensazione che ho provato nel ’96 alla mia prima Dakar ed è questo che la rende speciale”. Oltre allo spagnolo il team Toyota può contare anche sul talento di Nasser Al Attiyah (2 vittorie, una nel 2015 con Mini, una nel 2011 con Volkswagen) e sull’esperienza del sudafricano Giniel De Villiers (un successo in palmares con Volkswagen nel 2009): “Mi sono preparato meglio che mai a gareggiare in alta quota – ha dichiarato – dormendo in una tenda a ossigeno. Inoltre quest’anno siamo in una posizione migliore per lottare contro le Peugeot rispetto alla passata edizione. Saremo più vicini. Mi piace questa pressione, significa che posso lottare per essere davanti”.

Chi rimane sempre impassibile è il compagno di squadra Al Attiya, il Principe del deserto: “Siamo pronti e darò tutto ciò che posso per salire sul primo gradino del podio. Sono sicuro che saremo nelle prime posizioni e dovremo cercare di vincere subito la prima speciale”.

Peugeot, Toyota e ovviamente Mini. La Dakar non inizia bene per il team X-Raid, che ha perso lo statunitense Bryce Menzies, costretto a rinunciare a causa di problemi fisici, derivati da un infortunio alla spalla mai completamente recuperato. La John Cooper Works del pilota-stunt viene così affidata a Orlando Terranova, che va ad aggiungersi a una line-up comprendente anche il finlandese Mikko Hirvonen: “Non c’è nulla come l’emozione che ti dà la Dakar. Ora dobbiamo essere umili e mantenere la massima concentrazione giorno dopo giorno”. 

In collaborazione con la redazione Motori di RedBull.com

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