Dakar 2021, Sainz critico con gli organizzatori: 'Da raid a gimkana'

Dakar 2021, Sainz critico con gli organizzatori: 'Da raid a gimkana'© M.Maragni/Red Bull Content Pool

Le critiche sono rivolte al roadbook, gli incroci non segnalati e la necessità di procedere molto lentamente per trovare i waypoint. Una Dakar non più quel raid al quale era abituato El Matador

Fabiano Polimeni

08.01.2021 ( Aggiornata il 08.01.2021 09:10 )

Sesta tappa accorciata di 100 km, alla Dakar, dopo le difficoltà incontrate da moltissimi equipaggi nel corso della frazione conclusa ad Al Qaisumah. Il via ritardato di 90 minuti, stamani, ha fatto sì che la direzione gara decidesse per accorciare la prova.

Una quinta speciale che è valso lo spunto per parole molto critiche di Carlos Sainz. El Matador dice di non vedere più la Dakar di sempre nelle scelte operate dall’organizzatore sul roadbook – da quest’anno consegnato 15 minuti prima della partenza –. Sainz e Cruz hanno perso ancora terreno per difficoltà nell’orientarsi e trovare il waypoint, a inizio speciale, perdendo quasi mezz’ora per poi recuperare sui restanti 400 km verso Al Qaisumah.

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“Sono un po’ demoralizzato, disgustato. Il rally sembra essere più una gimkana che un rally raid. Ho corso 14 Dakar e in vita mia non ho mai perso in due giornate mezz’ora. Questa non è la Dakar, non s’è mai visto che tutti si perdessero nella ricerca del waypoint”, spiega agli spagnoli di AS.

Problemi per Sainz e per Loeb, mentre in testa Al Attiyah e Peterhansel hanno vissuto una giornata di ben altro segno, “stanno facendo un lavoro migliore, ma è una lotteria” aggiunge El Matador.

Dakar per copiloti

Terzo in classifica generale, 48 minuti di ritardo da Peterhansel e 42’ da Al Attiyah, distacchi che alla luce del tempo perso con la navigazione in questa prima settimana di Dakar spiegano bene la delusione di Sainz. “Questa è più una lotteria, non è ciò che mi piace e non è pilotare.

Il rally ha cambiato la filosofia del roadbook e non è una questione di sapere o meno navigare, è un’altra filosofia che non siamo stati in grado di capire o interpretare. Sembra essere più una Dakar per i copiloti che per i piloti”, approfondisce il pilota spagnolo, in coppia con Lucas Cruz sul buggy MINI.

Paradossalmente le criticità del roadbook non sono nella navigazione tra le dune, piuttosto, “adesso prova a trarti in inganno, mentre in passato ha sempre provato ad aiutarti. Difendo Lucas, non si tratta di non saper navigare in una direzione, tra le dune non ci siamo persi. È sulle strade con incroci. Non mi piace, è più importante il co-pilotaggio, andare piano per vedere bene un incrocio, è la sensazione di dover andare a 2 all’ora per trovare una via che altrimenti non può essere vista”.


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