Star Var in F.1, la forza sia con te

Star Var in F.1, la forza sia con te

Anche il Circus iridato potrebbe avere un Video Assistant Refree come il calcio!

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31.01.2022 12:14

E così ci stanno pensando su, sul futuro della camera di regia in Formula Uno, ma in pentola bollono diverse cose: la prima delle quali è Michael Masi. Il Direttore di gara per antonomasia del Circus rischia d’uscire lessato dalla serata d’Abu Dhabi 2021, la quale, tra parentesi, tra tutte le cose discutibili che ha fatto durante la scorsa stagione, regole alla mano, è la cavolata meno peggio, perché, tanto per limitarsi a ricordarne solo due, la raccapricciante e pestilenziale gara finta di Spa a cent’all’ora ancora grida vendetta e la bandiera rossa fantasma in Arabia, pure.

Il mondiale lo sta perdendo il cosiddetto direttore di corsa

E di fronte a immensità quasi inspiegabili del genere, Masi è alla gogna semplicemente perché sotto l’ultima Safety-Car a Yas Marina non ha consentito a tutte le macchine di sdoppiarsi prima del restart. In quel momento, però, non aveva alternative, perché se non avesse ripristinato la corsa facendo leva sulla sua riconosciuta possibilità discrezionale di farlo in fretta, il mondiale sarebbe finito malinconicamente a lotta neutralizzata, con Hamilton campione. Proprio la necessità morale d’affrettare e snellire la procedura, aveva portato lo stesso Masi a ritagliare tempo e spazio per lasciare la possibilità di disputare a ciò che rimaneva del gruppone quel fenomenale ultimo giro: tornata decisiva che, letta con senno di poi, suona come una condanna allo stesso Hammer e una chance meravigliosa, una specie di tiro a porta vuota per Verstappen. Anche se in realtà, per dirla tutta, in quello sprint finale drammatico e determinante c’è stata gara vera e l’olandese ha sorpassato e poi difeso la posizione da immenso campione, tutt’altro che demeritando game, set, partita, match e titolo iridato, perché, come noto, in quei pochi chilometri ci si giocava tutto.

In altre e franche parole, come dicevo all’inizio, Masi di stupidaggini ne ha fatte neanche poche e manco piccole, lo scorso anno, però alla fine rischia seriamente d’essere messo alla porta per una delle poche pensate ragionevoli che aveva partorito e questo appare veramente paradossale. Il fatto è che il clima politico generale è cambiato, i giochi di poterein ballo sono diversi, l’aria spira controvento rispetto a prima e alla fine chi sembra destinato a restare col cerino in mano potrebbe essere proprio Masi medesimo, che tra l’altro vanta anche antenati e origini nel Belpaese, ma questa è un’altra storia. Le parole recenti del potente Peter Bayer, Segretario Sport della Fia, adombrano possibilità che vanno ben oltre i destini del Direttore di gara titolare, lasciando ben aperta, ma tanto aperta, la possibilità di una sostituzione e, soprattutto, l’ulteriore intervento consistente in una riforma strutturale all’interno dell’operato della stessa camera di regiadi un Gran Premio. Qua si tratta non solo di cambiare arbitro, ma pure di rinnovare fischietto e segnalinee, finendo con l’introdurre di fatto un vero e proprio remote garage che da Ginevra, città sede della Fia, può e deve assistere e coadiuvare il Direttore di gara stesso, stile Var. Incaricandosi del lavoro di cucina, ossia ispezionando minuziosamente indiretta ogni fase di corsa, facendo zoom sulle parti da seguire esezionare perché passibili d’indagine live.

Non solo: dal primo Gp 2022 lo stesso Direttore di gara, chiunque esso sia- al limite anche più d’uno -, non avrà più l’onore e l’onere di parlare in diretta con addetti al muretto o peggio ancora a team principal intenzionati a disturbarlo o coartarne l’azione, perseguendo interessi diparte. Il grande capo del Gp, l’arbitro supremo, non deve più quindi avere diecimila occhi e bocche per seguire la gara e nello stesso tempo chiacchierare con i plenipotenziari dei team, instaurare dialoghi e trattative e contemporaneamente studiare al ralenty le ragioni dipossibili controversie mentre la gara sta andando avanti a 250 km/h di media.

Ovviamente il remote garage facente funzioni della calcistica Var non si sostituirebbe in niente e per nulla alla potestà decisionale del direttore di gara stesso, ma lo coadiuverebbe togliendogli il peso dell’accertamento e dell’analisi del fatto controverso. Lasciando quindi intatta la pienafacoltà del responsabile primo di capire come si deve comportare e qual è la norma da applicare, quindi, soprattutto, se sussistano le premesse perdeferire la fattispecie evidenziata al collegio degli steward, pereventuali provvedimenti disciplinari. C’è pure la possibilità che all’interno di questa mini-riforma sia presa in considerazione anche l’ipotesi di studiare il possibile per evitare che una gara possa finire sotto Safety-Car -, così facendo, però, attenzione, riconoscendo a pieno titolo il buon senso dell’operato di Masi ad AbuDhabi 2021, eh -, rifacendosi alla stessa ratio che ha ispirato a suo tempo la Nascar: anche se bisogna andarci cauti, perché le F.1 corrono a benzina contata, quindi una gara non si può mica allungare alla bisogna, sennò i piloti rischian di restare tutti a piedi...

Comunque, visto che questo è un pezzo d’opinione, tanto vale dirlo chiaro: ERA ORA. Era ora, perché non se ne poteva più di vedere, nei casi più intricati, imuretti far proclami, dialoghi e contrattazioni col Direttore di corsa, peggio che al mercato del pesce di Ballarò.

Era ora, perché il Direttore medesimo non può e non deve seguire una corsa con le macchine che sfrecciano e nello stesso tempo ripassare al ralenty episodi dubbi e dialogare con tizi che berciano pro domo loro. Era ora, perché il Direttore di corsa ha responsabilità di un evento che si svolge a trecento all’ora, mica di disciplinare la corsetta di una ventina di cristiani che trotterellano in mutande, come nel calcio. Quindi più lo lasciano in pace e più sereno lo fanno lavorare, e meglio è.

Ad analizzare, qualificare, didascalizzare e zoomare, potrebbe pensarci il remote garage, istruendo quindi in un battibaleno la pratica pronta a finire sotto gli occhi del boss e, ove necessario, poi nelle dolci grinfie del collegio degli steward. Sinceramente, non ho nulla da obbiettare, ma solo da prendere atto che la svolta pare chiaramente orientata nella direzione del buon senso. Però, occhio, ché se Michael Masi lo fanno fuori, lo fanno fuori mica perché è brutto&cattivo, ma sol poiché c’è un nuovo Presidente della Fia, al secolo Mohammed Ben Sulayem, e non impera più Jean Todt il qualeper definizione, costituzione, carattere e stile, mai e poi mai avrebbe lasciato sprotetto, vulnerabile e sacrificabile uno dei suoi, giusto perfar sorridere la Mercedes e ridare slancio al taciturno e piccato Hamilton. Alla fine della fiera, Michael Masi rischia di tornare a casa perché a casa c’è tornato - ma felice, sereno e di sua spontanea volontà -, Jean Todt.

Per il resto, sulla cottura in pentola cui accennavo alla prima riga, ne sapremo di più nella riunione della Commissione Fia prevista per il prossimo 14 febbraio. Laddove dovranno essere presentate tutte le modifiche in oggetto qui accennate, le quali, infine, saranno sottoposte al vaglio e all’eventuale approvazione del Consiglio Mondiale, che si riunirà il 18 marzo, quindi poco prima di accendere i motori per l’attesissima stagione 2022. La quale potrebbe passare alla storia come il primo atto in F.1 della saga di Star Var. Caro Direttore di gara dei Gp 2022, chiunque tu sia, che la forza sia con te.


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