        Il Ciocco una rivelazione, Alba una conferma: Il Tricolore Rally 2024 sta bene, molto bene e i numeri alla vigilia della seconda prova stagionale, il Rally Regione Piemonte in programma venerd&igrave; 12 e sabato 13 aprile lo confermano in pieno. Gli organizzatori del Cinzano Rally Team hanno fatto come sempre un lavoro eccellente, disegnando una gara che piace e che continua ad attirare il meglio del rallismo continentale, come conferma un elenco iscritti davvero stellare. Un elenco in cima al quale, nella gara a parte riservata alle regine del Mondiale, campeggia il nome del norvegese Andreas Mikkelsen con la Hyundai i20 Rally 1 ufficiale, che utilizzer&agrave; l'appuntamento piemontese come un'utilissima sessione di test in vista del Rally di Croazia iridato. Ma anche nel rally "vero", quello dell'Italiano, c'&egrave; veramente moltissima ciccia. Per Andrea Crugnola bissare il successo del Ciocco non sar&agrave; semplicissimo, sia per il confronto con i soliti avversari, sia per la presenza di qualche incursore straniero che si presenta ad Alba senza alcuna pressione di classifica ma solo con l'intenzione di spingere forte sul chiodo. Interessante sar&agrave; rivedere il potenziale di Giandomenico Basso e della nuova Toyota Gr Yaris Rally 2, alla prova su strade profondamente diverse da quelle del Ciocco, cos&igrave; come il potenziale di Simone Campedelli, per cui questa gara &egrave; tutta da scoprire. E che dire di Bostjan Avbelj? La sua gara da queste parti lo scorso anno dur&ograve; davvero poco e ha tutta l'intenzione di fare bene, come anche Andrea Nucita con la Hyundai o Paolo Andreucci che continua il suo lavoro dedicato allo sviluppo delle coperture M.R.F. per l'asfalto. Senza contare i vari Signor, Michelini. Scattolon, Bottarelli, il giovane Dapr&agrave; e tutto il resto della compagnia cantante, tutta gente che va sempre parecchio forte e che quando &egrave; ispirata riesce pure a graffiare in alto. Poi, come sempre ad Alba, occhio ai piloti stranieri, a iniziare dal francese St&eacute;phane Lefebvre, ottimo protagonista lo scorso anno, l'altro finlandese Ciamin e il finlandese Roope Korhonen. Tutti presenti anche i protagonisti del Tricolore 2RM, mentre ad Alba partir&agrave; il Campionato Italiano Rally Junior, con i dieci equipaggi dell'Aci Team Italia. Prima stagionale anche per la quarta edizione della Gr Yaris Cup promossa da Toyota Motor Italia, mentre la Suzuki Rally Cup conferma i suoi ottimi numeri dopo la partenza del Ciocco. CLASSIFICA ASSOLUTA CIAR SPARCO: 1. Crugnola-Ometto 17pt; 2. Basso-Granai 12pt; 3. Campedelli-Canton 11pt; 4. Nucita-Pollet 8pt; 5. Signor-Michi 6pt; 6. Bottarelli-Fenoli 5pt; 7. Andreucci-Briani 4pt; 8. Scattolon-Zanni 3pt; 9. De Tommaso-D'Ambrosio 2pt; 10. Avbelj-Andrejika 1.5pt; CALENDARIO CAMPIONATO ITALIANO ASSOLUTO RALLY SPARCO 2024: 15-16 marzo | Rally il Ciocco e Valle del Serchio; 12-13 aprile | Rally Regione Piemonte; 10-11 maggio | Rally Targa Florio (coeff. 1,5); 26-29 maggio | Rally Due Valli; 26-28 luglio | Rally di Roma Capitale (coeff. 1,5); 13-14 settembre | Rally 1000 Miglia; 18-19 ottobre | Rally Sanremo (coeff. 1,5)       

Il secondo atto del Campionato Italiano Assoluto Rally Sparco va in scena al Rally Regione Piemonte con 157 iscritti e la chicca di Mikkelsen con la Hyundai Rally 1

Riparte da Alba il Tricolore da tutto esaurito

Nel 2024 si cambia: Francesco Maria Fenici svela la sua quarta stagione consecutiva nella Porsche Carrera Cup Italia, la prima per lui nel team modenese Raptor Engineering. Una novit&agrave; non da poco per il pilota laziale, che si schierer&agrave; al via di uno dei monomarca pi&ugrave; competitivi in assoluto al volante della 911 GT3 Cup dei Centri Porsche di Roma, il dealer capitolino che lo seguir&agrave; ancora una volta nell&rsquo;impegnativa scalata ai vertici della Michelin Cup. Il 34enne pilota laziale &egrave; reduce dal terzo posto conquistato lo scorso anno al termine di una&nbsp;stagione 2023 solida e con pi&ugrave;&nbsp;podi&nbsp;conquistati in assoluto.&nbsp;Un&rsquo;annata che al nuovo portacolori del team Raptor e della scuderia FF Motorsport ha permesso&nbsp;di acquisire ulteriore consapevolezza e affinare l&rsquo;esperienza sia con&nbsp;la potente &ldquo;GT Cup&rdquo; tedesca da 510 cavalli sia con il campionato.  Fenici, che fin dagli esordi del 2019 &egrave; anche driver e testimonial della nota rivista &ldquo;Autosprint&rdquo;, ha confermato il numero 50 sulla vettura con rinnovata livrea e dopo un veloce collaudo &egrave; pronto a inaugurare il lavoro con la nuova squadra (diretta fra l&rsquo;altro dal pilota romano e team principal Andrea Palma) nella giornata di test ufficiali in programma gioved&igrave; 11 aprile a Imola. A livello sportivo, il suo 2024 si &egrave; invece gi&agrave; aperto nel migliore dei modi quando il mese scorso ha ottenuto&nbsp;una brillante vittoria alla 12 Ore del Mugello nella categoria 992 AM al volante di un&rsquo;altra&nbsp;911 GT3 Cup, condivisa&nbsp;nell&rsquo;occasione con&nbsp;Max Busnelli, Ivan Jacoma e Valerio Presezzi.&nbsp;Tolta la &ldquo;ruggine&rdquo; invernale e dopo il test pre-campionato a Imola, il 4-5 maggio scoccher&agrave; l&rsquo;ora del primo round della Carrera Cup Italia, che in tutto prevede sei appuntamenti a doppia gara: dopo Misano, tappe a Imola, Mugello, di nuovo Imola, in casa all&rsquo;autodromo romano di Vallelunga il 21-22 settembre e a Monza per il gran finale in ottobre.  Fenici dichiara:&nbsp;&ldquo;E&rsquo; un 2024 rinnovato. Siamo in nuovo team, che ha gi&agrave; esperienze e affermazioni nella Michelin Cup e nel quale, al contrario di quanto accaduto lo scorso anno, riavr&ograve; la possibilit&agrave; di interagire con un compagno di squadra Pro, che seppure molto giovane rappresenta un grande stimolo e un&rsquo;opportunit&agrave; di evoluzione comune. Altra novit&agrave; sar&agrave; il mio coach driver Giorgio Amati, pilota che vanta una notevole esperienza sulla 911 GT3 Cup: averlo a supporto in cuffia sar&agrave; fondamentale. Sono felice per la conferma dell&rsquo;impegno con i Centri Porsche Roma, che ringrazio per il sostegno e per avermi seguito nella nuova squadra. L&rsquo;obiettivo resta quello di &lsquo;farsi notare&rsquo; e, dove sar&agrave; possibile, di primeggiare. Quest&rsquo;anno il campionato sar&agrave; ancora pi&ugrave; competitivo e con pi&ugrave; protagonisti, tra volti nuovi e grandi ritorni. Bisogner&agrave; lavorare al meglio con tutta Raptor Engineering e adattarsi in fretta. Non dimentichiamoci che sotto il profilo dell&rsquo;esperienza in Porsche sono cresciuto ma non sono certamente il pilota che vanta i maggiori trascorsi. Mi sento pronto a raccogliere la sfida e gi&agrave; lo scorso anno abbiamo dimostrato di poter stare nella sfera dei migliori. Dobbiamo compiere un ulteriore step in avanti, a partire dalla gestione generale delle qualifiche, e riuscire a vincere quando possibile&rdquo;.  Andrea&nbsp;Palma,&nbsp;team principal di Raptor Engineering,&nbsp;conclude:&nbsp;&ldquo;Riaccendiamo i motori con una&nbsp;formazione&nbsp;rivoluzionata. Grazie a questo rinnovamento la squadra si &egrave; potenziata e&nbsp;mira&nbsp;a una solida progressione. Nella Michelin Cup sarebbe bello riconfermarci ai vertici della categoria con un pilota&nbsp;nuovo come Fenici, un ragazzo che ha sempre puntato in alto, conosce il campionato e sa bene da dove iniziare&rdquo;. 

Dopo il terzo posto dello scorso anno, il pilota laziale &egrave; pronto a inaugurare la sua prima stagione nel team Raptor Engineering al volante della 911 GT3 Cup dei Centri Porsche di Roma

Fenici&nbsp;svela il suo 2024 tutto nuovo nella&nbsp;Carrera Cup Italia

Sono Flavio Olivieri e Francesco Maria Fenici le due&nbsp;frecce nell&rsquo;arco di&nbsp;Raptor Engineering&nbsp;per la stagione 2024 della Porsche Carrera Cup Italia.&nbsp;Il team modenese&nbsp;rinsalda il legame con il prestigioso marchio tedesco e con una coppia di piloti romani cos&igrave; poliedrica sar&agrave; protagonista su tutti i fronti del monomarca tricolore, uno dei campionati pi&ugrave; competitivi che la squadra fondata nel 2020 da Andrea Palma e Isabelle Maserati affronta per il quinto anno consecutivo.&nbsp;Entrambi gli alfieri di Raptor Engineering rappresentano due nuovi volti in squadra, che nel frattempo ha rinnovato anche la livrea che &ldquo;vestir&agrave;&rdquo; le due 911 GT3 Cup gestite dal team e ampliato lo spettro dei Centri Porsche coinvolti, accogliendo i Centri Porsche Roma in aggiunta al Centro Porsche Catania, con il quale si consolida la lunga partnership avviata nelle scorse edizioni della serie.    Al volante della 911 GT3 Cup numero 44 &ldquo;targata&rdquo; Centro Porsche Catania, caratterizzata dagli specchietti color verde,&nbsp;Flavio Olivieri&nbsp;far&agrave; il suo esordio in Carrera Cup Italia e nelle corse GT. Il giovanissimo rookie romano classe 2007 &egrave; in procinto di compiere 17 anni, proviene dalle gare sulle monoposto propedeutiche (Formula 4 in particolare) e sar&agrave; inserito da Porsche Italia anche nel progetto di coaching denominato Scholarship Programme e riservato ai piloti under 23. Oltre che nell&rsquo;assoluta, Olivieri potr&agrave; concorrere anche nella nuova classifica Rookie, introdotta quest&rsquo;anno e dedicata ai driver che partecipano alla loro prima stagione in Carrera Cup.  Non nuovo nel circus del monomarca tricolore &egrave; invece&nbsp;Francesco Maria Fenici, che approda in Raptor Engineering al volante della 911 GT3 Cup numero 50 (suo numero &ldquo;storico&rdquo;) &ldquo;targata&rdquo; Centri Porsche di Roma e caratterizzata dagli specchietti color rosso. Per la sua prima stagione con il team modenese, il 34enne pilota romano punta a confermarsi tra i protagonisti assoluti della Michelin Cup, la categoria riservata ai non professionisti nella quale Fenici vanta gi&agrave; numerosi trionfi tra vittorie e podi ed &egrave; reduce dall&rsquo;ottimo terzo posto ottenuto lo scorso anno. Lottare ai vertici in Michelin Cup &egrave; un obiettivo di valore per squadra e alfiere, visto anche che Raptor Engineering ha vinto il titolo Michelin Cup nelle edizioni 2021 e 2022.    Il team principal Andrea&nbsp;Palma dichiara&nbsp;in vista del&nbsp;2024:&nbsp;&ldquo;Riaccendiamo i motori con una&nbsp;formazione&nbsp;del tutto nuova, &egrave; un piacere accogliere due&nbsp;piloti in lizza per ciascuna categoria e salutare l&rsquo;approdo di un ulteriore dealer. Sono entusiasta per quello che siamo riusciti a costruire in cos&igrave; breve tempo e a poche settimane dal via della Carrera Cup. Grazie a questo rinnovamento la squadra si &egrave; potenziata e punta a una solida progressione. Fra i piloti Pro non &egrave; mai facile, Olivieri &egrave; un rookie, ha ancora 16 anni e avr&agrave; un percorso da fare. Per&ograve; &egrave; molto determinato e gli piacciono le sfide: lo abbiamo visto nel test svolto a Vallelunga, dove le prestazioni sono gi&agrave; state interessanti e il team ha capito di avere a disposizione un potenziale pi&ugrave; ampio. Nella Michelin Cup ripartiamo invece con Fenici e sarebbe bello riconfermarci ai vertici della categoria con un nuovo pilota, un ragazzo che ha sempre puntato in alto, conosce il campionato e sa bene da dove iniziare&rdquo;. 

Il team modenese si rif&agrave; il look per la stagione 2024 del prestigioso monomarca tricolore e con due piloti romani al volante &egrave; pronto a riaccendere i motori delle 911 GT3 Cup schierate al via con rinnovata livrea: quella del Centro Porsche Catania per il giovane rookie proveniente dalle formula, quella dei Centri Porsche Roma per il pilota che punta a confermarsi in Michelin Cup

Raptor Engineering&nbsp;schiera&nbsp;Olivieri e Fenici&nbsp;nella&nbsp;Carrera Cup Italia

        Lotta, dura, senza paura. Il primo giorno del Rally del Ciocco, prova di apertura del Tricolore 2024, &egrave; partito rispettando in pieno le aspettative della vigilia, con un confronto serrato, sul filo dei decimi di secondo, tra i protagonisti pi&ugrave; attesi. Il primo a mettersi in luce, gi&agrave; dalla qualifying stage del mattino, &egrave; stato manco a dirlo Andrea Crugnola, che ha firmato il miglior tempo e si &egrave; guadagnato sul campo il diritto di scegliere per primo la posizione di partenza in cui affrontare la tappa di sabato. Il pilota varesino della Citroen C3 schierata dalla FPF Sport ha subito chiarito le proprie ambizioni e lo ha ribadito anche quando si &egrave; trattato di muovere la classifica nelle tre prove speciali del pomeriggio. Crugnola ha vinto la frazione di Pegnana (ricavata nella parte iniziale della prova di Renaio), e ha poi fatto altrettanto nelle due corte prove speciali ricavate all'interno della tenuta del Ciocco. Una tripletta decisa, impreziosita dai punti conquistati in Power Stage, che gli ha fatto concludere la prima - corta - giornata di gara da solito leader maximo dell'Italiano. Alle sue spalle, in una classifica che resta cortissima e che &egrave; ancora tutta da scrivere, infuria comunque la battaglia. Subito s &egrave; messo in luce Giandomenico Basso, all'esordio con la nuova Toyota Yaris Rally 2 ufficiale, che ha fatto segnare il secondo miglior tempo ad appena sette decimi sulla prima frazione e che a fine giornata occupa la terza piazza provvisoria. Il veneto &egrave; per&ograve; dietro a Simone Campedelli: il vincitore del Tricolore Asfalto 2023 ci ha messo davvero poco a ritrovare il ritmo dell'Assoluto e la sue seconda piazza di oggi lo fa ben sperare in vista del resto della gara. Ottimo quarto posto provvisorio per il vincitore del Promozione 2023, lo sloveno Bostjan Avbelj che si conferma come una delle realt&agrave; pi&ugrave; solide nel giro del Tricolore, mentre quinto alla fine del giorno uno &egrave; Rudy Michelini, un altro che sulle strade della Garfagnana &egrave; sempre riuscito a lasciare il segno. Inizio molto difficile invece per il Roberto Dapr&agrave;: il giovane portacolori dell'Aci Team Italia, impegnato quest'anno anche nel Mondiale, ha patito un problema tecnico alla sua Skoda, che l'ha subito fatto scivolare in classifica. La classifica del 47. Rally del Ciocco dopo la prima tappa: 1. Crugnola-Ometto (Citroen C3 Rally 2) in 8'31.2; 2. Campedelli-Canton (Skoda Fabia RS Rally 2) a 3.4; 3. Basso-Granai (Toyota GR Yaris RS) a 4.8; 4. Avbelj-Andrejka (Skoda Fabia RS Rally 2) a 4.8; 5. Michelini-Angilletta (Skoda Fabia Rally 2) a 5.6; 6. Nucita-Pollet (Hyundai I20 Rally 2) a 7.3; 7. Andreucci-Briani (Citroen C3 Rally 2) a 7.3; 8. Signor-Michi (Skoda Fabia RS Rally 2) a 8.8; 9. Ferrarotti-Bizzocchi (Skoda Fabia Evo R5) a 10.4; 10. Mabellini-Lenzi (Skoda Fabia Rally 2) a 11.1.       

Alla prima del Tricolore &egrave; gi&agrave; duello al vertice tra Crugnola, Campedelli e Basso, alla prima da ufficiale Toyota. A Crugnola i punti della Power Stage

Subito confronto a tre al Ciocco

        Se sar&agrave; davvero il pi&ugrave; bel Campionato Italiano Rally degli ultimi dieci anni sar&agrave; solo il tempo a dirlo, ma quel che &egrave; certo che il Tricolore pronto a scattare da domani sulle strade del Ciocco, ha tutte le carte in regola per essere tremendamente interessante. Lunga &egrave; la lista di quelli che hanno deciso di lanciare il guanto di sfida ad Andrea Crugnola: per il pilota della Citroen C3 della FPF, che ha portato a casa di forza gli ultimi due scudetti, confermarsi al vertice sar&agrave; sulla carta decisamente pi&ugrave; impegnativo rispetto all'anno passato. Merito o colpa - dipende dai punti di vista - di un parterre de roi importante, di un elenco iscritti da urlo, pregno dei migliori nomi nell'arte del controsterzo nostrana. Gi&agrave; dal Ciocco sono tanti i motivi di interesse: il debutto su asfalto della nuova Toyota Gr Yaris Rally 2 ufficiale, affidata a Giandomenico Basso. Il ritorno nel Tricolore di Paolo Andreucci, che sulle strade di casa sar&agrave; un osso durissimo per tutti, il rientro nell'Italiano di Simone Campedelli, che dopo aver vinto due scudetti nel Tricolore Asfalto vuole riprovarci nell'Assoluto. Poi ancora due tra i migliori giovani del rallismo italiano, con Andrea Mabellini e Roberto Dapr&agrave; pronti ad affiancare l'impegno nell'Italiano a quelli, rispettivi, nell'Europeo e nel Mondiale. Non &egrave; finita, perch&eacute; nel giro che conta rientra pure Andrea Nucita sulla Hyundai i20, mentre il gran plotone del Promozione &egrave; capitanato dallo sloveno Bostjan Avbelj. In un elenco che pare infinito e che fa stropicciare gli occhi per tanta qualit&agrave;, non si possono non notare altri nomi pesanti, come quelli di Damiano De Tommaso, Luca Bottarelli, Rudy Michelini e Giacomo Scattolon. Senza contare la sfida che si va apparecchiando pure nel Tricolore Due Ruote Motrici, anche quello mai cos&igrave; ricco e impreziosito dal confronto tecnico tra le Peugeot 208 Rally 4, che continuano a farla da padrone, contro la Opel Corsa e la Renault Clio. Tutto nuovo anche il format di gara, con la "qualifying stage" il venerd&igrave; mattina, che consentir&agrave; ai migliori 10 di scegliersi la posizione di partenza e le tre prove speciali in programma il venerd&igrave; pomeriggio, per gare di Italiano che tornano a svolgersi, a tutti gli effetti, su due tappe. Quest'anno, la lotta scudetto per la Serie A del traverso, sar&agrave; davvero tutta da gustare.       

Mai cos&igrave; tanto interesse per l'avvio del Campionato Italiano Rally. Crugnola cerca la conferma, arriva la Toyota ufficiale e torna sua maest&agrave; Andreucci

Parte dal Ciocco un Tricolore da urlo

Il Consiglio Mondiale FIA svoltosi a Baku in Azerbaigian ha ufficializzato l&rsquo;esito del Tender Gomme, dove un po&rsquo; a sorpresa c&rsquo;&egrave; stata la vittoria della Hankook, visto che la Michelin avrebbe offerto troppo poco. L&rsquo;unica cosa certa dunque &egrave; che contrariamente alle attese il tender non &egrave; stato riaperto, ma nell&rsquo;ambiente sussistono forti dubbi sulle capacit&agrave; della casa coreana di fornire un prodotto di qualit&agrave; per le Rally 1 ed anche per le gomme da neve e ghiaccio.  Il nuovo punteggio  Altro argomento atteso era quello riguardante il punteggio, novit&agrave; che &egrave; stata votata ed approvata in WRC Commission e che &egrave; stata ratificata dal Consiglio Mondiale. In pratica dal 2024 le gare avranno un nuovo sistema di punteggio. Non &egrave; stato ancora ufficializzato ma pare che i rally si concluderanno il sabato con 18 punti al vincitore e poi a scalare a tutti gli altri, mentre la domenica tutte e quattro le prove in programma sarrebbero valide come power stage, ci sarebbero dunque altri 20 punti in palio nella fase finale di ogni rally. Una novit&agrave; incredibilmente forte, che darebbe molta verve all&rsquo;ultima giornata di gara oggi spesso poco interessante. Altra novit&agrave; sono i passaggi obbligatori nello shakedown per i piloti P1 (gli ufficiali) che scendono da 3 a 2. Inoltre nelle stagioni 2025 e 2026 per ridurre i costi solo tre motori saranno ammessi per ogni vettura ufficale invece degli attuali nove, mentre i piloti P2 potranno ora usare i muletti nelle ricognizioni e saranno soggetti ad un nuovo ordine di partenza. 

Cos&igrave; ha deciso il Consiglio Mondiale che ha proclamato la casa coreana vincitrice del tender gomme 2025-2028

WRC, FIA: Tender a Hankook e nuovo sistema di punti

Dries Vanthoor e Sheldon van der Linde sulla Hypercar al debutto nel WEC. Valentino Rossi e &nbsp;Augusto Farfus al volante della M4 GT3, rispettivamente le numero 46 e 31. Cos&igrave; BMW ufficializza il proprio impegno nel mondiale Endurance in due Classi. Sono i primi nomi di una formazione che andr&agrave; a completarsi nei prossimi mesi, perch&eacute; saranno due le BMW M Hybrid V8 al via e due le M4 GT3.&nbsp;  Il progetto di Classe Hypercar arriva con un anno gi&agrave; sulle spalle di attivit&agrave; sportiva, sebbene in IMSA e, com&#39;&egrave; noto, oggetto di un&#39;omologazione sostanzialmente differente da quella richiesta nel WEC.&nbsp;  Sar&agrave; il team WRT a gestire in pista le BMW schierate nelle due Classi. &quot;Per ragioni sportive e logistiche, il team di Vincent Vosser era la scelta logica per schierare sia la BMW M Hybrid V8 che la BMW M4 GT3. I piloti ufficiali che abbiamo nominato hanno le qualit&agrave; necessarie e l&#39;esperienza. Sheldon van der Linde ha gi&agrave; familiarit&agrave; con la Hypercar, Dries Vanthoor ha colpito favorevolmente durante i test. In aggiunta, ha gi&agrave; corso a Le Mans con una LMP2&quot;, commenta Andreas Roos, responsabile BMW M Motorsport.  &quot;Rossi &egrave; stato protagonista di un esordio a Le Mans quest&#39;anno, vincendo subito con la M4 GT3 (nella Michelin Le Mans Cup; ndr) e, nel complesso, la prima stagione da pilota ufficiale BMW &egrave; stata davvero impressionante. Sono certo che avr&agrave; un ruolo importante e potr&agrave; essere uno dei piloti preferiti dal pubblico nel WEC. Farfus, con la sua esperienza e qualit&agrave; al volante, sar&agrave; un pilastro fondamentale del programma LMGT3&quot;.  La struttura WRT gestir&agrave; con due squadre dedicate l&#39;attivit&agrave; Hypercar e GT3 nel WEC.&nbsp;  Rossi di nuovo in un campionato del mondo  &quot;Sono davvero entusiasta di correre nel WEC. Quello di partecipare a un campionato del mondo, tornando a correre di nuovo globalmente e non solo in Europa, &egrave; il passo successivo che si realizza. Ho gi&agrave; familiarit&agrave; al volante della macchina dopo la stagione corsa quest&#39;anno, per&ograve; il format con tre piloti di tre diverse categorie sar&agrave; nuovo. Penso che, in generale, saremo molto ben posizionati&quot;, le parole di Rossi.  Dalla nuova Classe GT3, che sostituisce la GTE uscita di scena con la 8 Ore del Bahrain, all&#39;impegno in Hypercar, dove BMW far&agrave; ritorno a Le Mans dopo oltre 20 anni di assenza, dai tempi della V12 LMR, vittoriosa nel 1999 con Dalmas-Martini-Winkelhock.  van der Linde, BMW ambisce al titolo    &quot;Abbiamo ancora molto lavoro da fare prima dell&#39;inizio della stagione in Qatar. Correre a Le Mans &egrave; un sogno che si realizza e correr&ograve; per la prima volta in un campionato del mondo FIA, un&#39;altra cosa davvero speciale per me&quot;, racconta van der Linde, che sar&agrave; sulla Hypercar #20, mentre Vanthoor guider&agrave; la #15.  &quot;Ho gi&agrave; familiarit&agrave; con la LMDh dalle gare corse nell&#39;IMSA, &egrave; un vantaggio. Potenza e caratteristiche aerodinamiche della M Hybrid V8 mi ricordano un po&#39; le vecchie macchine DTM, con le quali era divertentissimo correre. Sono entusiasta della sfida che ci attende e proveremo a dire la nostra nella lotta per il titolo&quot;. 

Il team WRT gestir&agrave; il programma BMW con due prototipi in Classe Hypercar e due M4 in GT3. Rossi &egrave; uno dei primi quattro piloti a essere ufficializzati dalla casa di Monaco di Baviera

BMW, &egrave; ufficiale Valentino Rossi nel WEC 2024

        Per Francesco Maria Fenici si conclude al gran finale di Imola nel weekend del 29 ottobre Ia stagione della Porsche Carrera Cup Italia. La terza per il pilota di AB Racing - Centri Porsche Roma nell&rsquo;ultra-competitivo monomarca tricolore e la migliore di sempre, nonostante manchino ancora all&rsquo;appello l&rsquo;ultimo appuntamento e quella vittoria che il driver laziale e testimonial di &ldquo;Autosprint&rdquo; continuer&agrave; a inseguire anche sul circuito del Santerno. Finora, al volante della 911 GT3 Cup numero 50 tecnicamente seguita dal team Target Racing, il portacolori della FF Motorsport &egrave; salito sul podio in ben sette occasioni su dieci e nella classifica della Michelin Cup occupa una brillante terza posizione assoluta. Tutto ci&ograve; malgrado un paio di episodi determinanti per le sorti di due gare abbiano condizionato pesantemente il suo ruolino stagionale, fra l&rsquo;altro senza responsabilit&agrave; alcuna di Fenici, al quale per il momento &egrave; mancato soltanto un pizzico di fortuna. L&rsquo;ultimo atto della Carrera Cup &egrave; in programma sui saliscendi e le curve leggendarie di Imola a partire dalle prove libere di venerd&igrave; 27 ottobre alle 14.30. Con il record di 37 iscritti al via, sabato alle 10.00 scattano le qualifiche e sempre sabato alle 15.20 si disputa gara 1 con diretta su Sky Sport Max (205 di Sky). Domenica la finale gara 2 prende il via alle 12.25 ancora su Sky Sport Max e in chiaro su Cielo. Entrambe sulla distanza di 30 minuti + 1 giro, le due corse sono disponibili anche in live streaming in HD su www.carreracupitalia.it. Fenici dichiara in vista della tappa conclusiva: &ldquo;Imola &egrave; sempre un po&rsquo; amore e odio per me, nel senso che &egrave; la mia pista preferita ma non sono mai riuscito a sfatarne il mito. Si pu&ograve; dire che non ci corro da due stagioni visto che lo scorso anno era la prima gara e quest&rsquo;anno invece l&rsquo;ultima. E le due gare quella volta non erano andate come avremmo voluto. Quindi intanto cercheremo di fare meglio rispetto a inizio 2022 e di consolidare questo terzo posto in classifica. Con quasi 40 auto in pista la chiave sar&agrave; gestire il traffico e ancora pi&ugrave; importante sar&agrave; gestirlo in qualifica. La premessa &egrave; disputare il weekend con la testa libera e pensare soltanto a divertirmi alla guida: sono pronto e motivato in vista di questa ultima tappa del nostro 2023&rdquo;.       

Il pilota laziale di AB Racing - Centri Porsche di Roma si schiera al gran finale del prestigioso monomarca tricolore con l&rsquo;obiettivo di concludere al meglio una stagione vissuta con costanza ai vertic

Fenici punta in alto a Imola nell’ultima della Carrera Cup Italia

        L'alba ha una sua misteriosa grandezza che si compone d'un residuo di sogno e d'un principio di pensiero. Victor Hugo non si occupava di Formula 1, ma la sua frase &egrave; ci&ograve; che di meglio avrebbe descritto la vigilia del GP del Giappone 2003. Il sogno per Michael Schumacher era quello di superare Juan Manuel Fangio, artigliando il sesto mondiale, mentre il pensiero, negativo, era quello di non riuscirci, al via di una corsa che lo vedeva partire 14&deg;, una delle posizioni peggiori dei suoi anni in Ferrari. Tra un residuo di sogno ed un principio di pensiero, Michael non sapeva che cosa aspettarsi dalla gara che lo avrebbe consacrato nell'Olimpo dell'automobilismo sportivo. 2003, che stagione Prima dell'epilogo di Suzuka, la F1 vive una stagione pazzesca, molto bella nelle trame sportive. Forse il 2000 &egrave; stato ancor pi&ugrave; sentito perch&eacute; il titolo a Maranello mancava da 21 anni e c'era dietro tutta una suggestione particolare, ma il 2003 &egrave; un anno spumeggiante, sicuramente il pi&ugrave; spettacolare dell'epopea targata Ferrari e Schumacher. Dopo il dominio pressoch&eacute; totale delle due stagioni precedenti, il 2003 &egrave; per certi versi rivoluzionario: per arginare lo strapotere del Cavallino infatti la Federazione vara alcune modifiche tecniche e sportive con il chiaro intento di rendere pi&ugrave; appassionanti i gran premi. Per prima cosa, punti ai primi otto e non pi&ugrave; solo ai primi sei, con scarto di appena 2 punti tra primo e secondo, poi parco chiuso tra qualifiche e gara e grande innovazione proprio per le prove ufficiali: giro singolo per tutti nella sessione del sabato, con i piloti che ad uno ad uno vanno ad effettuare il proprio tentativo. Tutti correttivi a cui per&ograve;, per dare un po' di pepe al mondiale, servono degli avversari credibili per la Rossa e Schumi. Nel 2003, questi avversari ci sono eccome: si chiamano Kimi Raikkonen e Juan Pablo Montoya, rispettivamente su McLaren-Mercedes e Williams-Bmw. Due giovanotti di belle speranze che sognano di spodestare il Kaiser, in quella stagione a pi&ugrave; riprese in difficolt&agrave;. Raikkonen e Montoya possono contare innanzitutto su delle Michelin che prima del caso pre-Monza sono formidabili, superiori alle concorrenti giapponesi delle Bridgestone che invece equipaggiano la Ferrari. Per il Cavallino ci sono spesso problemi, anche per via di una Ferrari F2003-GA (dove GA sta per Gianni Agnelli, scomparso nel gennaio di quell'anno e ricordato nella sigla della vettura) che non &egrave; cos&igrave; superiore alle due rivali, ed anzi talvolta anche inferiore, soprattutto in quelle gare in cui le coperture nipponiche vanno in crisi. Ne esce un mondiale straordinario, con tante gare combattute ed incerte, in un'alternanza di valori e prestazioni come non si vedeva da tempo, tanto che a dire la loro per il mondiale sono ben tre piloti con tre squadre diverse. Vinta comunque la battaglia sulle gomme Michelin, in una Monza da dentro o fuori la Ferrari risorge con Schumi, mentre ad Indianapolis, penultima prova, il meteo fa le bizze ed a capirci pi&ugrave; di tutti &egrave; Michael, che vince ancora ipotecando il titolo: +9 su Kimi e +10 sul colombiano, ormai gi&agrave; fuori dai giochi in virt&ugrave; del minor numero di vittorie. Per il Costruttori c'&egrave; ancora da sudare (la Williams &egrave; solo a -3), mentre a Michael basta un punto in Giappone: il sesto titolo sembra solo una formalit&agrave;. Sembra. Scorri tra le schede &nbsp; Il tranello delle qualifiche Quello che la Ferrari e Schumi non possono aspettarsi &egrave; la pioggia che arriva proprio sul finale della sessione di qualifica, andando a disturbare il giro delle McLaren (Kimi &egrave; 8&deg; dietro a Coulthard) e rovinare completamente quello di Michael, che &egrave; addirittura 14&deg;. Lo Schumi del sabato pomeriggio in Giappone non sembra lui, &egrave; insolitamente teso, ma pu&ograve; contare su Rubens Barrichello. In quel frangente infatti il brasiliano diventa una pedina fondamentale, per entrambi i titoli: per quello a squadre &egrave; di vitale importanza tenere testa a Montoya, secondo in griglia, per quello Piloti invece il successo di Barrichello garantirebbe la matematica certezza del titolo a Schumi, dal momento che a Kimi serve una vittoria ed uno &ldquo;zero&rdquo; da parte del tedesco. La situazione non &egrave; cos&igrave; drammatica, ma per un perfezionista come Schumi &egrave; fin troppo strana, e teme la beffa finale, con una normalissima paura di veder sfuggire un traguardo storico proprio sul pi&ugrave; bello. Quando Schumi va a letto la sera, i suoi pensieri continuano ad essere scuri. Bianca invece &egrave; la notte del presidente Montezemolo a Bologna, che non riesce a chiudere occhio: il numero uno della Ferrari aveva gi&agrave; puntato la sveglia all'alba per via del fuso orario per seguire le vicende della corsa in terra giapponese, ma la tensione &egrave; tanta anche per lui. Perch&eacute; i traguardi storici sono due: nessuno ha mai superato i cinque titoli di Fangio, e mai nessuna squadra &egrave; riuscita a portare a casa cinque allori Costruttori di fila. Avrebbe fatto meglio la Mercedes una quindicina d'anni dopo, ma questa &egrave; un'altra storia. Senza respiro E cos&igrave;, in un'atmosfera insolita, il Giappone si prepara ad accogliere di nuovo l'atto finale di un mondiale di Formula 1. Sotto un cielo grigio la partenza vede Rubens Barrichello difendere la leadership al via, con Michael Schumacher che bada soprattutto a tenersi fuori dai guai, guadagnando comunque due posizioni. Chi ha ben poco da perdere &egrave; Montoya, scatenato nei primissimi chilometri ed autore di un gran sorpasso su Barrichello nel corso del primo giro, con il colombiano che esce di scia alla Spoon per attaccare e passare il brasiliano. Dietro di loro buon avvio di Alonso, terzo, mentre le McLaren cercano subito di sbarazzarsi delle Toyota, sorprendentemente in seconda fila al termine delle qualifiche. Il primo scossone arriva al 6&deg; giro, quando un ottimistico tentativo di Schumi si infrange alla Casio Triangle, l'ultima chicane, sulla posteriore della Bar di Takuma Sato. Ala rotta per Schumi e meccanici Ferrari lesti a scattare dalle loro postazioni per attendere il tedesco, che va ai box scivolando addirittura in ultima posizione. Nel frattempo davanti la fuga di Montoya dura poco e si arresta al giro numero 9, quando la Williams del colombiano inizia a rallentare, restituendo la vetta a Rubens. Il Costruttori, di fatto, finisce in quel momento: con una vettura ko ed una nelle ultime posizioni (Ralf Schumacher era partito ultimo, era finito in testacoda nelle prime fasi e si trovava gi&agrave; staccatissimo dal vertice, dunque senza rappresentare una vera minaccia per la Ferrari), la Williams abbandona gi&agrave; i suoi sogni di gloria. Al decimo passaggio vanno ai box Barrichello ed Alonso: in quel momento, la situazione &egrave; raggelante, perch&eacute; con Raikkonen in testa (Coulthard gli aveva ceduto la posizione) e Schumi fuori dai punti Kimi &egrave; virtualmente campione del mondo. Una situazione che dura appena un giro, dato che il finlandese rifornisce alla tornata seguente tornando in pista quarto, dietro a Barrichello, Alonso e Coulthard. Lo spagnolo pare avere una voglia matta di mettersi a duellare con Rubens, ma la sua Renault lo abbandona al giro numero 17 e Barrichello, dopo essere stato pressato per diversi giri, pu&ograve; momentaneamente rilassarsi, dato che le McLaren hanno un po' di ritardo, dovuto a dei giri di troppo spesi dietro a Da Matta nelle prime fasi. Kimi &egrave; l'unico tra i piloti di vertice ad andare per le due soste, ma anche questo non basta, perch&eacute; quando il brasiliano e Coulthard vanno ai box per l'ultimo rifornimento alla fine del 37&deg; giro, rientrano in pista davanti al finlandese. David allora rallenter&agrave; per cedere la seconda piazza al compagno, nella speranza magari che possa capitare qualcosa alla Ferrari numero 2 e che Schumi non chiuda nei punti. Questa seconda ipotesi, del resto, c'&egrave;, sebbene il tedesco stia a poco a poco risalendo. Dopo l'ultima sosta Michael &egrave; ingaggiato con Da Matta e Ralf e rischia grosso: in un tentativo di attacco ottimistico alla Toyota, Michael scarta all'ultimo momento e Ralf, sorpreso dalla mossa del fratello, arriva a ruote bloccate finendo per pizzicare con la sua ala la posteriore sinistra del primogenito. Ala rotta e nuovo pit-stop per Ralf, solo tanta paura e nessuna foratura per il ferrarista, che invece riprende la sua marcia in ottava posizione, quella della certezza. E' l'ultimo brivido del mondiale per Schumi, che vorrebbe a tutti i costi andare a prendere Da Matta, ma dalla radio Ross Brawn e Jean Todt gli dicono di non azzardarsi neanche, semplicemente perch&eacute; non serve: Barrichello conduce davanti con autorevolezza fino alla bandiera a scacchi, assicurando i due titoli alla Ferrari, con Kimi 2&deg;. Schumi arriver&agrave; un minuto dopo, 8&deg;. E' fatta, sesto titolo: nessuno come lui. Scorri tra le schede &nbsp; Pi&ugrave; di Fangio Al box Ferrari si pu&ograve; finalmente allentare la tensione dopo una stagione particolarmente stressante, a Bologna il presidente Montezemolo tira un gran sospiro di sollievo, dall'altra parte del mondo, a Buenos Aires, figli e nipoti di Fangio rendono onore all'uomo che ha appena superato il record del loro nonno, durato quasi 50 anni. L'inquietudine delle ultime ore lascia spazia alla gioia per un traguardo incredibile, e se il mondo dell'automobile si inchina di fronte a Schumi, lui si inchina di fronte alla Ferrari: &ldquo;Non ci sono solo io nella storia, ma tutta la Ferrari. Non sono una leggenda. Considero ci&ograve; che ha fatto la Ferrari, i cinque titoli costruttori consecutivi, pi&ugrave; straordinari dei miei sei titoli piloti. Ci avevano dati per finiti all'inizio dell'anno e in estate, ma abbiamo lottato come sempre, senza arrenderci, convinti di potercela fare. La nostra forza sta in questo, siamo una grande famiglia dove ognuno fa il suo dovere e dove ognuno &egrave; orgoglioso di farne parte". Parole dettate dal cuore, una volta ripresosi dai festeggiamenti nella suite Toyota: la foto di un Michael &ldquo;allegro&rdquo; con indosso camicia Toyota sbottonata e sigaro in bocca &egrave; una delle cartoline pi&ugrave; originali di quel 12 ottobre 2003 a Suzuka. Quando anche un impassibile Michael Schumacher, si lasci&ograve; andare dopo aver fatto un tuffo nella storia, tra un boccale di birra e l'altro.       

Siamo al ventennale di Suzuka 2003, atto finale di una stagione senza respiro che alla fine incoron&ograve; Michael Schumacher iridato per la sesta volta, battendo il record dei 5 titoli di Fangio che durava da quasi 50 anni

GP Giappone 2003: Schumi più di Fangio

Il contesto sar&agrave; quello pi&ugrave; atteso e appassionato, il Porsche Festival 2023 del 7-8 ottobre al Misano World Circuit: Francesco Maria Fenici rimette tuta e casco per il quinto e penultimo round della Carrera Cup Italia, che il pilota laziale e testimonial di &ldquo;Autosprint&rdquo;&nbsp;non vede l&rsquo;ora di affrontare&nbsp;al volante&nbsp;della 911 GT3 Cup numero 50 preparata da AB Racing - Centri Porsche Roma con il supporto tecnico del team Target Racing. A suon di podi, l&rsquo;ultimo conquistato proprio nello scorso appuntamento andato in scena a Monza, Fenici &egrave; finora autore della sua miglior stagione nel monomarca tricolore, che quest&rsquo;anno ha gi&agrave; fatto registrare il record di iscritti e il massimo livello di competitivit&agrave; mai raggiunto.  All&rsquo;alfiere della FF Motorsport e di AB Racing manca soltanto lo squillo di una vittoria in questo 2023 e il fascino del grande evento organizzato da Porsche Italia non pu&ograve; che accrescere speranze e motivazioni. A Francesco l&rsquo;impresa riusc&igrave; durante l&rsquo;edizione 2021 del Porsche Festival. A due anni di distanza un risultato positivo importante gli consentirebbe di blindare il terzo posto che al momento occupa in campionato e magari di attaccare la piazza d&rsquo;onore della Michelin Cup proprio nell&rsquo;ultimo atto della stagione in programma a Imola a fine ottobre. Restando a Misano, proprio sul circuito romagnolo la sua stagione nel monomarca tricolore era iniziata sul podio, la cui conferma resta l&rsquo;obiettivo minimo per il weekend, che sul circuito romagnolo intitolato a Marco Simoncelli si apre venerd&igrave; dalle 15.00 alle 17.00 con il test pre-gara. A seguire, con 35 iscritti al via le prove libere serali dalle 19.00 alle 20.00, mentre sabato&nbsp;alle 12.15 scatta le qualifiche e alle 20.20 gara 1 in notturna, con diretta tv sul canale Sky Sport 257. Domenica la conclusiva gara 2 si disputa alle 15.20 live su Sky Sport Arena (Sky 204) e in chiaro su Cielo. Entrambe si disputano sulla distanza di 30 minuti + 1 giro e sono disponibili anche in live streaming in HD su&nbsp;www.carreracupitalia.it.  Fenici dichiara&nbsp;in vista&nbsp;del Porsche Festival:&nbsp;&ldquo;Arriviamo all&rsquo;evento clou stagionale pronti, molto carichi e con tanta voglia di salire in macchina! Spero sia un bel weekend per noi, di sicuro &egrave; atteso grande pubblico e ci saranno la mia famiglia, tantissimi ospiti, l&rsquo;intero staff degli Autocentri Balduina al nostro fianco e tra i partner amici Afinna One, che ha colto l&rsquo;occasione anche per organizzare un importante evento aziendale.&nbsp;In questo contesto e con questo sostegno l&rsquo;obiettivo non pu&ograve; che essere quello di fare bene e presentarsi al via con la concentrazione necessaria per attaccare in sicurezza e, oltre a consolidare il terzo posto in classifica, cercare di avvicinare il secondo. Sarebbe uno step in avanti molto importante in vista del finale di campionato&rdquo;. 

Il 7-8 ottobre nel weekend e nell&rsquo;evento pi&ugrave; atteso va in scena il penultimo round stagionale della Carrera Cup Italia per il pilota laziale di AB Racing - Centri Porsche di Roma, che sullo stesso circuito romagnolo aveva inaugurato la stagione sul podio

Da Misano a Misano, Fenici cerca l&rsquo;impresa&nbsp;al&nbsp;Porsche Festival

        Nelle mani di Nicolas Lapierre e Matthieu Vaxiviere, Alpine prosegue lo sviluppo del progetto Hypercar. La A424 ha completato due giorni di test ad Aragon. Mille e cinquecento chilometri per iniziare il lavoro sugli assetti, verificare il funzionamento del sistema ibrido in condizioni pi&ugrave; impegnative rispetto alla fase di sgrossatura iniziale del prototipo. Gli occhi sono puntati, adesso, sulla due giorni che a ottobre si terr&agrave; a Jerez, il 17 e 19 giugno, che potrebbe essere anche l'occasione per offrire il test preannunciato a Mick Schumacher. Il nome del pilota Mercedes &egrave; tra quelli tenuti d'occhio da Alpine per la composizione degli equipaggi 2024.&nbsp; Sterzi a parte: Se continua cos&igrave; il Wec &egrave; rovinato Dopo Jerez, la A424 far&agrave; ritorno al Motorland di Aragon per il primo test di simulazione endurance, tra il 14 e il 16 novembre, dal quale uscir&agrave; la configurazione del progetto da sottoporre a omologazione. Ancora Aragon per arrivare all'omologazione Il test che si lascia alle spalle Alpine ha visto Lapierre e Vaxiviere lavorare sulle regolazioni aerodinamiche, le altezze da terra, le sperimentazioni sulla distribuzione delle masse. Sui long Run, spazio all'analisi delle gomme Michelin e del funzionamento del sistema ibrido. "Il lavoro delle diverse squadre coinvolte nel progetto A424 continua ad avanzare e si sta creando una vera osmosi tra tutti quanti sono coinvolti. Sono state due giornate di test intense, le fasi di shakedown sono adesso alle spalle e ad Aragon siamo entrati nel lavoro sulle cose pi&ugrave; serie, con le regolazioni pi&ugrave; minuziose dei vari sistemi dell'auto e il lavoro sull'aerodinamica", spiega Bruno Famin, vicepresidente della nuova divisione Alpine Motorsports. "Le cose si muovono nella giusta direzione, siamo per&ograve; solo all'inizio del percorso e resta una mole enorme di lavoro ancora da fare in tutte le aree. Ci stiamo concentrando sulle prossime fasi, nello specifico il primo test endurance e i preparativi per l'omologazione". Alpine che, insieme a BMW e a Lamborghini, sar&agrave; la new entry del mondiale endurance 2024 in Classe Hypercar. La verifica dell'affidabilit&agrave; e le prime regolazioni "I test sono andati bene, gli aspetti positivi visti al Paul Ricard si sono confermati al Motorland e la macchina ha continuato a mostrare un comportamento sano", aggiunge il team principal Philippe Sinault. I test iniziati lo scorso mercoled&igrave; 27 settembre erano "un passaggio cruciale del programma, perch&eacute; dopo aver completato i compiti dello shakedown, abbiamo iniziato a far lavorare insieme tutti gli elementi della macchina: il sistema ibrido, il motore e il telaio. Matthieu e Nico hanno inanellato una serie di stint per oltre 1.500 km, a volte anche stint doppi, senza incontrare alcun problema di affidabilit&agrave;. &Egrave; stato un lavoro decisamente costruttivo e soddisfacente. &Egrave; una fase nella quale possiamo davvero iniziare il nostro ruolo operativo, specialmente mirato sulla comprensione della macchina e la regolazione degli assetti giusti".       

Conclusa la due giorni di test ad Aragon, il team si prepara a due sessioni cruciali, tra cui il test endurance che porter&agrave; la A424 nella configurazione dell'omologazione

Alpine, la A424 prosegue lo sviluppo: Jerez e Aragon le prossime tappe

        Una gara bella e tirata come non se ne vedevano da tempo nel Tricolore. Merito di un duello valido per la gloria di un giorno e non per il Campionato, che si era gi&agrave; chiuso con la vittoria di Andrea Crugnola a Roma e merito di uno Stefano Albertini in grande forma, che sulle strade per lui di casa &egrave; riuscito a mettere tutti in riga al termine di una giornata davvero da incorniciare. Il pilota di Vestone &egrave; cos&igrave; riuscito nell'impresa di interrompere la striscia di vittorie consecutive del tre volte campione d'Italia, partendo all'attacco fin dai primi chilometri di sabato mattina. Grande inizio per Crugnola, poi il cambio di passo di Albertini Crugnola era partito forte, vincendo la corta Power Stage televisiva di venerd&igrave; pomeriggio, ma Albertini ha decisamente cambiato passo all'inizio della lunga tappa di sabato, quando ha infilato una serie di quattro scratch con cui ha costruito un vantaggio che gli &egrave; poi bastato, nella seconda parte di gara, a mettere in cassaforte il gradino pi&ugrave; alto del podio. Crugnola ha provato a ricucire, ha attaccato nelle ultime due speciali in cui &egrave; riuscito a far segnare il miglior tempo, ma la sua rimonta non &egrave; stata suffciente a ricucire il distacco e alla fine ha dovuto accontentarsi della medaglia d'argento di giornata per appena 2"5. Gioia per i tanti appassionati locali anche per l'ottimo risultato di Andrea Mabellini: il pilota MRF, che lo scorso fine settimana aveva vinto a Piancavallo, si &egrave; presentato anche al 1000 Miglia da battitore libero e ha confermato di stare attraversando un ottimo momento di forma. Il suo &egrave; un terzo posto di sostanza e velocit&agrave;, impreziosito da due vittorie in prova speciale e maturato con una gara sempre tra i primissimi.&nbsp; Ottimo quarto posto per Luca Bottarelli, che con questo risultato ha raccolto punti decisamente pesanti per il Tricolore Promozione, anche in considerazione dei problemi patiti dagli avversari, con Ferrarotti attardato da un testacoda in mattinata, Scattolon da una foratura proprio nell'ultima speciale e Michelini fermato nel pomeriggio dalla rottura dell'idroguida, mentre lo scloveno Avbelj, anche lui in corsa per il Promozione, &egrave; stato alla fine ottimo quinto. La classifica finale del 46. Rally 1000 Miglia: &nbsp;1. ALBERTINI-FAPPANI (Skoda Fabia Evo) in 1:10'55.1; 2. CRUGNOLA-OMETTO (Citroen C3 Rally2) a 2.5; 3. MABELLINI-LENZI (Skoda Fabia Evo) a 17.2; 4. BOTTARELLI-POLLICINO (Skoda Fabia) a 28.1; 5. AVBELJ-ANDREJKA (Skoda Fabia Evo) a 51.0 WRC Acropolis, Neuville leader dopo la prima tappa       

Il pilota di casa riesce nell'impresa di interrompere il dominio di Crugnola e conquista il suo quarto 1000 Miglia. Mabellini sul podio

Albertini trionfa da padrone al 1000 Miglia

        Cambiano le gare, cambiano gli avversari, cambiano gli obiettivi ma mai i risultati. Chi si aspettava un Andrea Crugnola gi&agrave; sazio, dopo aver chiuso la pratica scudetto al Rally di Roma di fine luglio, ha dovuto in fretta ricredersi. Il tre volte campione italiano si &egrave; presentato al via del 1000 Miglia con la solita fame e la solita grinta da cannibale, riuscendo subito a graffiare gi&agrave; dai primi chilometri della Power Stage televisiva. Il pilota della FPF Sport, come sempre in coppia con Pietro Elia Ometto, ha infatto stampato un tempo impressionante, migliorando il suo primato del 2022 di oltre un secondo. Per lui dunque i tre punti della Power Stage, che poco aggiungono al punteggio di un campionato gi&agrave; chiuso, ma che molto dicono dell'atteggiamento del campione. Alle sue spalle un duello tutto bresciano tra due dei piloti pi&ugrave; attesi al via del 1000 Miglia, non in corsa per il Tricolore Assoluto, ma assai interessati a fare bene su strade che restano un monumento del traverso. Ottimo il secondo tempo di Andrea Mabellini, fresco vincitore del Piancavallo e capace di mettersi subito in mostra anche sulle strade di casa. Proprio come ha fatto Stefano Albertini, leader del CIRA e gi&agrave; in passato capace di vincere a Brescia, che ha firmato il terzo tempo. Quarto posto incoraggiante per Giacomo Scattolon alla ricerca di punti pesanti per il Promozione, davanti allo sloveno Avbelj, che dimostra di conservare un buono stato di forma. Sesto e non del tutto soddisfatto Luca Bottarelli, mentre Andrea Nucita e Giacomo De Tommaso hanno chiuso rispettivamente in 7. e 8. posizione. Domani il grosso della gara, con oltre 100 km di prove speciali, tra cui il doppio passaggio sulla frazione di Pertiche, che con i suoi 26,10 km promette di essere - come spesso &egrave; stato al 1000 Miglia - decisiva. La classifica della Power Stage del 46. Rally 1000 Miglia: 1. CRUGNOLA-OMETTO (Citroen C3 Rally2) in 1'45.291; 2. MABELLINI-LENZI (Skoda Fabia Evo) a 1.095; 3. ALBERTINI-FAPPANI (Skoda Fabia Evo) a 1.410; 4. SCATTOLON-FARNOCCHIA (Volkswagen Polo GTI) a 1.759; 5. AVBELJ-ANDREJKA (Skoda Fabia Evo) a 1.938; 6. BOTTARELLI-POLLICINO (Skoda Fabia) a 2.745; 7. NUCITA-POLLET (Hyundai I20) a 2.772; 8. DE TOMMASO-D'AMBROSIO (Skoda Fabia Evo) a 2.879; 9. MICHELINI-ANGILLETTA (Skoda Fabia) a 3.012; 10. FERRAROTTI-BIZZOCCHI (Skoda Fabia Evo) a 4.460       

Con lo scudetto gi&agrave; in tasca il pilota Citroen inizia vincendo la Power Stage. Alle sue spalle duello tra Mabellini e Albertini

Crugnola subito davanti al 1000 Miglia

        Dopo le anticipazioni dello scorso maggio, nel week end del GP del Canada &egrave; tornata d'attualit&agrave; la candidatura della Bridgestone quale potenziale futuro fornitore degli pneumatici dal 2025. Il bando di gara aperto dalla Fia, per individuare il fornitore unico che operer&agrave; tra il 2025 e il 2027, con possibilit&agrave; di estendere la fornitura al 2028, deve eleggere tra le proposte avanzate dai gommisti la candidatura pi&ugrave; aderente alle esigenze della Formula 1.&nbsp; Secondo quanto riportato dalla BBC Sport, la proposta della Bridgestone sarebbe concretamente in corsa per provare a scalzare Pirelli.&nbsp; Le garanzie Pirelli La casa della P lunga opera in Formula 1 dal 2011, pu&ograve; contare su una struttura consolidata per gestire la produzione degli pneumatici di Formula 1. Non meno rilevante &egrave; la conoscenza profonda delle attuali monoposto, fattore destinato a incidere. Una candidatura nel segno della continuit&agrave;, come peraltro in continuit&agrave; saranno le specifiche di pneumatici in arrivo nel 2025.&nbsp; Sterzi a parte: Tremate, tremate, le maratone son tornate "Abbiamo avuto conferma dalla Fia che possiamo avviare le discussioni con la Formula 1, essendo stata approvata la nostra candidatura quale partecipanti al bando", ha commentato Mario Isola a BBC Sport. "Non &egrave; un mistero che vogliamo continuare e farlo fornendo una gomma che &egrave; in linea con tutte le aspettative dei vari portatori di interessi. &nbsp; Sono convinto che, soprattutto con le gomme da 18 pollici, abbiamo fornito un buon prodotto, i piloti sono contenti. Ci sono, ok, delle lamentele a volte ma &egrave; normale quando sei l'unico fornitore". &nbsp;Bridgestone sussurra ai piloti Intorno alla candidatura della Bridgestone - che lo scorso maggio aveva ammesso l'interesse anche verso un ritorno in Formula 1 -, sarebbero stati i piloti a mostrarsi particolarmente interessati, nella convinzione di un prodotto in grado di fornire la possibilit&agrave; di spingere pi&ugrave; a lungo su ritmi elevati nell'arco di uno stint di gara. Minor surriscaldamento degli pneumatici, una finestra di funzionamento pi&ugrave; ampia, sono i desiderata dei piloti sui quali Bridgestone prova a inserirsi quale alternativa alla Pirelli. Bridgestone ha garantito la fornitura di gomme alla Formula 1 tra il 1997 e il 2010, sempre in regime di concorrenza. Le "guerre tra gommisti" che dapprima videro Bridgestone entrare in F1 e sfidare Goodyear, poi essere sfidata a sua volta da Michelin.       

La Formula 1 deve decidere il futuro fornitore unico degli pneumatici per le stagioni 2025-2027, pi&ugrave; una. Alla continuit&agrave; garantita da Pirelli c'&egrave; l'alternativa avanzata da Bridgestone

Bando gomme 2025, la sfida Bridgestone alla Pirelli

Francesco Maria Fenici&nbsp;non sbaglia un colpo nel round casalingo della&nbsp;Porsche Carrera Cup Italia&nbsp;disputato lo scorso weekend sull&rsquo;Autodromo di Vallelunga.&nbsp;Una tappa particolarmente sentita dal pilota laziale, cos&igrave; come dal team AB Racing &ndash; Centri Porsche&nbsp;Roma, che al termine delle sfide hanno&nbsp;potuto brindare a due podi di grande valore, importantissimi in ottica campionato nella rincorsa alla Michelin Cup. Fenici, che &egrave; anche driver e testimonial di &ldquo;Autosprint&rdquo;, nel corso del fine settimana ha mostrato elevata competitivit&agrave; sia in qualifica, secondo della categoria, sia in gara al volante&nbsp;della 911 GT3 Cup da 510 cavalli gestita in pista da Target Racing, tanto da risultare il pi&ugrave; veloce.  A coronamento di una combattutissima gara 1, con nel finale anche l&rsquo;insidia della pioggia ad affacciarsi sul circuito romano, nella bacheca di Francesco si &egrave; aggiunto il trofeo del secondo posto (miglior risultato stagionale), mentre gara 2&nbsp;l&rsquo;ha visto protagonista di una rimonta-show che dopo una schermaglia iniziale lo ha visto risalire fino al terzo posto. In totale diventano cos&igrave; tre (su quattro gare) i podi ottenuti in stagione, considerando anche il terzo posto siglato a Misano in gara 1 il mese scorso. Quelli ottenuti a Vallelunga sono due exploit che permettono di cancellare lo sfortunato &ldquo;zero&rdquo; rimediato in gara 2 di Misano e che in un weekend vissuto con al fianco i tanti tifosi, clienti e sponsor arrivati per sostenerlo rilanciano in classifica l&rsquo;alfiere della FF Motorsport, ora quarto in solitaria e sempre pi&ugrave; vicino agli agguerriti rivali che lo precedono.  Fenici dichiara&nbsp;nel post-Vallelunga:&nbsp;&ldquo;Sono felice che anche quest&rsquo;anno il weekend casalingo sia stato cos&igrave; pieno di soddisfazioni e soprattutto di performance di vertice.&nbsp;Siamo in crescita&nbsp;sia in qualifica sia in gara e ringrazio l&rsquo;intera squadra degli Autocentri Balduina e il team Target.&nbsp;Dopo&nbsp;il podio di&nbsp;gara 1,&nbsp;gestita al meglio fra tante bagarre e con anche la pioggia,&nbsp;gara 2 &egrave; stata la pi&ugrave; bella&nbsp;corsa&nbsp;che abbia mai fatto in Carrera Cup! Sono partito benissimo e stavo anche per andare in testa, purtroppo una vettura mi ha toccato portandomi troppo esterno e ho perso 8-9 posizioni. La macchina era perfetta e mi sono divertito tantissimo a rimontare. A furia di sorpassare ho raggiunto il&nbsp;terzo&nbsp;posto e soprattutto con tempi&nbsp;di livello, tanto da aver segnato il giro pi&ugrave; veloce di categoria.&nbsp;Questa competitivit&agrave; ci d&agrave; nuova fiducia, affronteremo il prossimo round al Mugello puntando a un ulteriore passo in avanti&rdquo;.  L&rsquo;appuntamento sul circuito toscano &egrave; fissato per il fine settimana del 9 luglio.  Porsche Carrera Cup Italia 2023:&nbsp;6-7 maggio&nbsp;Misano; 10-11 giugno&nbsp;Vallelunga; 8-9 luglio&nbsp;Mugello; 16-17 settembre&nbsp;Monza; 7-8 ottobre&nbsp;Misano; 28-29 ottobre&nbsp;Imola. 

Il pilota laziale d&agrave; spettacolo sul circuito di casa e conquista&nbsp;un doppio,&nbsp;emozionante podio tra pioggia e rimonta che&nbsp;al volante&nbsp;della 911 GT3 Cup di AB Racing - Centri Porsche di Roma&nbsp;lo rilanciano in classifica

Fenici&nbsp;si scatena&nbsp;nella &ldquo;sua&rdquo; Vallelunga&nbsp;in&nbsp;Carrera Cup Italia

        FIA e Aco compiono mezzo passo indietro sulla decisione, criticata da piloti e squadre, di vietare l'utilizzo delle termocoperte a partire dal mondiale Endurance 2023. Non &egrave; un passo indietro pieno poich&eacute; la decisione di reintrodurre le termocoperte &egrave; limitata alla 24 Ore di Le Mans. Dopo l'incidente che a Spa ha coinvolto Antonio Fuoco, sulla Ferrari 499P, Antonio Coletta sottolineava la necessit&agrave; di ripensare una scelta molto criticata dai piloti. Prima della 6 Ore di Spa, che ha visto Fuoco protagonista di un incidente appena uscito dalla pitlane, causa gomme fredde, James Calado - a sua volta protagonista di un episodio simile nelle prove libere a Sebring - si interrogava sui rischi che la decisione di Aco e Fia, di messa al bando delle termocoperte, avrebbe avuto in una gara come Le Mans.  L'esenzione per ragioni di sicurezza Una gara che si sviluppa su 24 ore e vive momenti di temperature ambientali e di pista molto basse, affrontata con gomme fredde era un rischio troppo alto da correre. La decisione &egrave; giustificata da Aco e Fia - sulla base dei dati raccolti da Goodyear e Michelin circa l'utilizzo delle gomme - per "garantire ai piloti di ogni livello di esperienza di gareggiare nelle condizioni pi&ugrave; sicure possibili, indipendentemente dalle condizioni di pista e dalle temperature". Dopo Le Mans si torner&agrave; al divieto di utilizzo delle termocoperte, con promoter e Federazione che confidano nella capacit&agrave; delle squadre di "capire meglio come portare in temperature le gomme fredde".&nbsp; Anche la F1 strizza l'occhio alla messa al bando&nbsp; Una tendenza rischiosa, quella dell'eliminazione delle termocoperte, sull'altare di una presunta, maggiore, sostenibilit&agrave; per l'eliminazione dei dispositivi energivori che permettono di scaldare gli pneumatici. Una tendenza che la Formula 1 sembra voler seguire nel 2024 e un fronte sul quale i piloti da tempo hanno evidenziato i problemi di sicurezza. Sul versante WEC, la reintroduzione delle termocoperte a Le Mans si sottolinea come i generatori d'energia saranno alimentati da combustibile 100% sostenibile. Un dettaglio del tutto trascurabile di fronte alle esigenze di sicurezza invocate dai piloti, contrari all'eliminazione delle termocoperte.       

In occasione della prossima gara del WEC, Fia e Aco hanno deciso la reintroduzione delle termocoperte. Non &egrave;, per&ograve;, un passo indietro pieno, bens&igrave; un'eccezione legata alla 24 Ore

24 di Le Mans, tornano (provvisoriamente) le termocoperte

Chi l&#39;ha dura la vince    Sereno, mai troppo espansivo, apparentemente nemmeno troppo affaticato. Ma lucido, molto lucido, nella sua analisi: &ldquo;Con la hard sono uscito alla distanza, penso sia stato questo a fare la differenza&rdquo;. Sergio Perez per contro sottolineava quanto Max fosse inavvicinabile, nel suo stint con la dura, ma anche lui era consapevole come la gara se la sia giocata nello stint iniziale, quando &egrave; partito con la media per poi calzare la hard (strategia che, sulla carta, doveva essere la migliore). Il momento decisivo &egrave; stato quando Checo, nei primi giri a gomma fresca dopo il pit-stop, si &egrave; reso conto di non riuscire a guadagnare costantemente su Max, anzi perdendo pure qualcosa. L&igrave;, si &egrave; decisa la gara. Quando Max gli &egrave; arrivato alle spalle alla fine, con la media fresca, era ormai solo questione di tempo.  Non poteva non vincerla questa gara, Max Verstappen. Tanto, troppo superiore a tutti per tutto il weekend, Perez compreso. Eppure la pole position era stata dell&#39;altro, perch&eacute; un suo errore (l&#39;unico del fine settimana) si era incastrato con tempistiche spaventosamente precise alla bandiera rossa. Un errore ed una bandiera rossa in Q3: ecco come, a volte, ci si pu&ograve; bruciare un fine settimana. Ma &egrave; come stato alzare la difficolt&agrave; in un videogioco perch&eacute; altrimenti sarebbe stato troppo facile. Facile lo &egrave; stato comunque, alla fine, ed &egrave; una mazzata di quelle stordenti alle ambizioni iridate di Checo e forse anche al morale. Perch&eacute; in una situazione del genere, quando il tuo compagno recupera terreno pure nei sorpassi, &egrave; evidente ci sia una disparit&agrave; di passo anche fin troppo marcata. Al decimo giro, quando Max era gi&agrave; 4&deg;, il distacco da Perez era di 5&rdquo;; al giro 15, passati Sainz ed Alonso e issatosi al 2&deg; posto, tra il messicano e l&#39;olandese ballavano solamente 3&rdquo;. Quasi completamente annullati dopo altre cinque tornate, al momento del pit-stop di Sergio, andato dentro ai box con Max che alle spalle si apprestava ad entrare in zona Drs. Le tornate a pista libera dell&#39;olandese sono state la certificazione di una superiorit&agrave; netta: Sergio non riusciva a recuperare con gomma fresca, Max fuori dal traffico poteva fare letteralmente ci&ograve; che voleva. Anche con coperture di 20 giri pi&ugrave; vecchie. In quello stint, decisivo per la vittoria, si &egrave; vista tutta la superiorit&agrave; di Max: &egrave; andato ai box al 45&deg; passaggio, ma ne avrebbe avuto per proseguire ancora.  Il problema ora per Sergio Perez non sono i 6 punti di ritardo diventati 14, no. Quello, con 18 GP ancora da disputare, sarebbe il minimo. Il problema &egrave; vedere questi sbalzi di competitivit&agrave;, questa incapacit&agrave; conclamata a stare sul livello di Max per tutta la stagione. Perch&eacute; se ti poni come candidato al titolo, allora non puoi permetterti giornate cos&igrave;, soprattutto quando l&#39;altro parte in quinta fila. Se invece ti poni da seconda guida certa con licenza di far male di tanto in tanto, allora la faccenda cambia, E&#39; una questione di ruoli che per&ograve; Checo, legittimamente, al momento non vuole accettare. E fa bene, perch&eacute; tanto male che vada fa secondo ed &egrave; giusto ci provi. Allora per&ograve; serve un cambio di passo netto, deciso ed evidente: perch&eacute; nessuno per ora &egrave; disposto a credere che vincer&agrave; il titolo un pilota Red Bull diverso da Verstappen. Sta a lui, lui soltanto, porre basi solide per il sogno iridato. Altrimenti, resta la via pi&ugrave; facile: accettare come un Gerhard Berger di inizio anni &#39;90 una vita da gregario di lusso, una vita con vista su vittorie di tappa ma al fianco di un compagno di squadra fenomenale e, per questo, imprendibile.  Verstappen: &quot;Lo stint con le dure ha fatto la differenza&quot;  &nbsp;  Incostanza sovrana    Tre interviste in tre momenti diversi, eppure il filone tematico era il medesimo. Per Vasseur, Leclerc e Sainz il problema, il vero problema, &egrave; questa benedetta incostanza sul passo gara. Bene solo a tratti, in determinati giri, ed in determinate condizioni. Non si pu&ograve; spingere troppo per far surriscaldare le gomme, non si pu&ograve; uscire dalla finestra di utilizzo pena perdita di competitivit&agrave; e, male peggiore, non si sa nemmeno quando la macchina smetter&agrave; di funzionare. E quando due piloti vivono l&#39;incubo inverso nell&#39;abitacolo per poi uscire e dire di non sapere il perch&eacute;, allora s&igrave; che c&#39;&egrave; bisogno di preoccuparsi.  Non &egrave; che ci giravano intorno, il team principal ed i piloti. E&#39; che proprio, oltre a parlare di &ldquo;incostanza&rdquo;, non sanno cosa dire. Perch&eacute; individuare il problema &egrave; certamente un passo avanti ma non significa risolverlo, e non &egrave; detto si sappia quale sia la via per farlo. Che la SF-23 abbia un problema alla domenica &egrave; evidente e non serviva arrivare a Miami per scoprirlo: &egrave; come risolvere questo guaio, la vera ombra delle domeniche ferrariste. Le sfaccettature poi sono state diverse: Leclerc ha parlato di finestra ristrettissima (con un buon potenziale &ldquo;dentro&rdquo; alla finestra: il problema &egrave; che uscire &egrave; facile e una volta fuori sono dolori), Vasseur ci ha tenuto a spiegare che non si tratti nemmeno di degrado e Sainz non ha smentito n&eacute; l&#39;uno n&eacute; l&#39;altro.  Da tempo si esalta la meccanica della Red Bull, e sembra proprio questo il punto: la SF-23 non ha una meccanica all&#39;altezza. Nell&#39;errore del sabato di Leclerc &egrave; evidente come, riguardando le immagini al rallentatore, il posteriore &ldquo;balli&rdquo; molto di pi&ugrave; rispetto a quello della Red Bull. Sulla RB19 l&#39;anteriore ha un&#39;escursione verticale appena accentuata mentre l&#39;altezza del posteriore resta pressoch&eacute; invariata; sulla SF-23 invece il posteriore fa su e gi&ugrave;, fino a toccare l&#39;asfalto, sigillare il fondo e facendo cos&igrave; perdere carico in maniera improvvisa alla macchina: con un posteriore a quel punto privo di carico, il pilota non &egrave; pi&ugrave; autista ma passeggero, perch&eacute; il posteriore non segue pi&ugrave; l&#39;anteriore e si perde il controllo. Attenzione: questo non significa dire che l&#39;errore di Leclerc &egrave; figlio della macchina. L&#39;errore &egrave; e resta del pilota, che dovrebbe conoscere i limiti della proprio vettura, ma a questo errore si pu&ograve; dare una lettura tecnica che porta a pensare che sulla SF-23 la risposta del gruppo sospensivo posteriore non sia all&#39;altezza. E questo spiegherebbe anche l&#39;incapacit&agrave; di far funzionare la macchina alla domenica: con pi&ugrave; benzina, la dinamica delle sospensioni non riesce a rispondere come dovrebbe, fornendo ai piloti una monoposto ballerina: da qui una piattaforma aerodinamica instabile, figlia per&ograve; non di un difetto aerodinamico, ma appunto meccanico, quello delle sospensioni. E dire che la sospensione posteriore, nella F1-75 del 2022, sembrava essere un piccolo capolavoro, e in parte lo era: basti ricordare come andasse forte la Rossa, in trazione, nelle prime fasi dello scorso mondiale.  Se la situazione fosse esattamente questa, si spiegherebbe anche perch&eacute; Vasseur stia mettendo le mani avanti sui futuri aggiornamenti. Perch&eacute; se davvero buona parte del problema &egrave; nella meccanica, allora sono dolori: mica facile, rinnovare le sospensioni in corso d&#39;opera. Avrebbe senso continuare a lavorare nella compresione totale del pacchetto, per arrivare ad assetti rigidi abbastanza per evitare questo fenomeno, ma al tempo stesso non troppo per rendere la macchina eccessivamente critica nei tratti pi&ugrave; lenti. Qui tornano le parole di Leclerc al sabato, che aveva scommesso su s&eacute; stesso accettando un assetto pi&ugrave; difficile da domare ma con pi&ugrave; potenziale teorico: il suo 7&deg; posto in qualifica ha vanificato parte di questa scelta, anche perch&eacute; a quanto pare la scommessa era quella di posizionarsi pi&ugrave; in alto possibile in griglia. Mancato questo obiettivo, il fine settimana di Charles &egrave; diventato pi&ugrave; difficile di quello di Sainz, ma alla fine &egrave; cambiato poco: 5&deg; e 7&deg;, a 15&rdquo; uno dall&#39;altro sul traguardo (poi diventati 10&rdquo; per la penalit&agrave; allo spagnolo).  Il nuovo fondo arrivato a Miami non poteva, da solo, far andare di colpo la SF-23. Gli ultimi pezzi del primo macro-aggiornamento stagionale arriveranno a Barcellona, con una tappa intermedia ad Imola (a Monaco, pista atipica per eccellenza, si lavora su assetti ed adattamenti, non si portano pezzi nuovi). Il lavoro, adesso, &egrave; capire il comportamento di questa macchina imbizzarrita, che passa da momenti di competitivit&agrave; a momenti di sconcertante difficolt&agrave; con estrema facilit&agrave;. E non si tratta di un lavoro facile.  Vasseur: &quot;Siamo troppo incostanti e non sappiamo perch&eacute;&quot;  &nbsp;  Nella terra di nessuno    Si annoiava talmente tanto che si &egrave; messo a guardare la gara degli altri, finendo per godersi anche il bel sorpasso del compagno di squadra Stroll ai danni di Albon. Conoscendolo, viene da domandarsi se non abbia mantenuto dentro di s&eacute; met&agrave; dei suoi pensieri: perch&eacute; il sorpasso di Lance &egrave; stato oggettivamente bello, per&ograve; intanto il canadese era l&igrave; a combattere con una Williams, lui invece era il primo inseguitore delle Red Bull. Ci si sta ormai abituando, Fernando Alonso, ad essere nella terra di nessuno. E&#39; l&igrave; che vorr&agrave; essere quando, prima o poi, arriver&agrave; un&#39;occasione.  Per il momento Nando va avanti a podi (siamo a quattro in cinque gare), complimenti ricevuti e frecciatine tirate, anche se in alcuni casi diventano bordate come quelle rifilate all&#39;Alpine dopo le qualifiche. Ormai i pregi di questa AMR23 li abbiamo capiti: tanto carico, ottima trazione, ottima gestione delle gomme. La squadra lavora per abbattere il drag sul dritto ed a Miami si &egrave; vista una situazione migliorata anche in questo senso. La consistenza che non ha la Ferrari, questa Aston Martin ce l&#39;ha da vendere: in gara va sembra bene, con qualunque mescola, senza evidenziare cali di prestazione evidenti. Se Sainz in avvio &egrave; riuscito a stare negli scarichi del connazionale, &egrave; solo perch&eacute; Fernando stava gestendo: infatti Carlitos si &egrave; fermato dopo 18 giri, Alonso dopo 24. Ed in questi sei giri, i vantaggi dell&#39;undercut sono stati minimi: il ferrarista &egrave; riuscito a stare davanti giusto di qualche decimo, ma tempo tre giri ed era gi&agrave; dietro. Mancavano esattamente 30 giri alla fine della gara: in quei 30 giri Alonso ha messo tra s&eacute; e l&#39;amico 11&rdquo;2, poi aumentati nella classifica finale per la sanzione data al numero 55. Fanno pi&ugrave; di tre decimi al giro, un divario non propriamente incoraggiante per la Ferrari.  Questo Fernando Alonso su questa Aston Martin &egrave; un avversario formidabile anche per una Mercedes ancora pi&ugrave; diva della Ferrari. Bene nelle FP1 del venerd&igrave;, persa nelle FP2, alle prese con gli esperimenti nelle FP3, in grande difficolt&agrave; in qualifica e poi tornata a vita, senza un vero perch&eacute;, in gara. Per loro fortuna, la grande attesa &egrave; quasi finita: &egrave; dai test del Bahrain che dicono che per loro la stagione inizier&agrave; ad Imola, quando arriver&agrave; una W14 profondamente rivista. Dopo la qualifica, pi&ugrave; che deluso Wolff era sconcertato: &ldquo;Non capiamo la macchina e io non credo nei miracoli, situazione peggiore di quel che temevamo e peggiore rispetto all&#39;anno scorso. Sulla pista giusta e con il giusto set-up possiamo anche salire sul podio, ma la finestra per ottenere questi risultati &egrave; davvero troppo piccola&rdquo;.  Anche Mercedes, dunque, parla dell&#39;ormai arcinota &ldquo;finestra&rdquo;, come la Ferrari. La Aston Martin questi problemi non li ha, ed anche per questo, come Alonso, &egrave; nella terra di nessuno: ancora lontana dalla Red Bull ma, al tempo stesso, difficile da prendere per le due rivali dirette alla piazza d&#39;onore in classifica Costruttori.  La classifica Costruttori  &nbsp;  W la solidit&agrave;    Zero incidenti (e menomale), zero guasti tecnici. E tutti felicemente all&#39;arrivo. Tutti, nessuno escluso. Comunque una rarit&agrave;, nella storia della F1. In 1084 occasioni (tanti sono i GP dal 1950 ad oggi), si tratta appena dell&#39;11&deg; volta in cui &egrave; accaduto che tutti i piloti sono riusciti a vedere il traguardo. Il dato non proprio ottimale, se proprio ce ne deve essere uno, &egrave; che &egrave; la terza volta che succede nello spazio di due anni: forse questa F1 &egrave; diventata sin troppo solida?  In tempi recenti era accaduto solo al Paul Ricard 2021 e nella farsa di Spa 2021, una non-gara ma per gli annali definita gara a tutti gli effetti. Ormai &egrave; una F1 dove anche la rottura di un motore in gara &egrave; diventata una rarit&agrave;: fino all&#39;alba del nuovo millennio che il 100% dei partenti arrivasse all&#39;arrivo era accaduto solo al GP Olanda 1961. Poi era accaduto a Indianapolis 2005, altra gara a s&eacute;, con appena sei partenti per via del forfait dei gommati Michelin. Dall&#39;inizio dello scorso decennio in poi, invece, la rarit&agrave; ha iniziato a diventare un po&#39; meno rarit&agrave;: GP Europa 2015, GP Giappone 2015, Cina e ancora Giappone nel 2016, ancora Cina nel 2018, poi Austria 2019 prima delle gi&agrave; citate Francia e Belgio nel 2021.  GP Miami: gli highlights  &nbsp;  Show o fuffa?    Aria festaiola, numeri di biglietti venduti in aumento. Contorno pittoresco, presentazione dei piloti spaccona, vip su vip che si inseguivano o si evitavano, a seconda dei casi, ma tutti comunque presenti, compresi gli arci miliardari Jeff Bezos ed Elon Musk. C&#39;era tutto, ma mancava una cosa: lo show, quello vero. Quello della pista.  L&#39;entusiasmo di inizio weekend, diciamo pure di inizio gara, ha lasciato il posto ad un monologo privo di veri spunti. Il sorpasso di Verstappen a Perez &egrave; stato piuttosto annunciato, &egrave; stato un puntino in una corsa invece piuttosto avara di emozioni. Ma attenzione: non &egrave; una corsa noiosa, il problema. Il problema, perch&eacute; ormai si &egrave; gi&agrave; capito come funziona nelle stanze di Liberty Media, &egrave; accettarlo e soprattutto farlo accettare. Perch&eacute; il &ldquo;pubblico nuovo&rdquo;, quello che si &egrave; avvicinato un paio di stagioni fa, deve capire che nella storia ultra settantenaria della F1 un mondiale bellissimo come quello del 2021 &egrave; l&#39;eccezione, non la regola. E puoi fare tutto lo show che vuoi, ma in pista le cose andranno sempre diversamente.  Lo spettacolo messo su prima del via &egrave; stato forzato, stridente, in contrasto con il sacrale silenzio che storicamente ha sempre accompagnato i minuti che precedono il via. Gli ultimi minuti prima della partenza sono un rituale quasi inviolabile per tutti i piloti: c&#39;&egrave; chi chiede le ultime indicazioni agli ingegneri, chi si ripete a mente la strategia, chi vuole trovare concentrazione o chi semplicemente vuole mettere da parte le ansie tipiche dello spegnimento dei semafori. Mettiamoci pure nella testa dei piloti: uno show del genere giusto pochi minuti prima di andare a sfiorare i muretti, non &egrave; il massimo per trovare concentrazione. E menomale che Verstappen qualcosa di entusiasmante lo ha fatto, anche se non del tutto imprevedibile, per ricordare che il vero spettacolo deve essere in pista. Perch&eacute; sulla forma puoi lavorare quanto vuoi, ma se a lungo andare &egrave; il contenuto a mancare, beh, nemmeno Will.I.Am nel pre-gara potr&agrave; avere l&#39;effetto di un buon caff&eacute;.  F1 2023: il calendario 

Una rimonta inesorabile di Verstappen che sa tanto di mazzata al morale di Perez, il tutto mentre la Red Bull resta imprendibile per chiunque; Alonso una certezza, Mercedes e Ferrari alla &quot;finestra&quot;, mentre lo show nel pre gara...

GP Miami: i 5 temi del fine settimana

Rester&agrave; ancora il WEC, in Classe Hypercar, la categoria regina nel motorsport su quattro ruote per Michelin. La FIA ha aperto il&nbsp; bando che individuer&agrave; il gommista, fornitore in regime di monopolio, degli pneumatici per le stagioni di F1 2025-2027 ma non vi parteciperanno i francesi.  La posizione critica di Michelin verso la Formula 1 &egrave; nota da tempo. Progettare e fornire uno pneumatico caratterizzato da un degrado della prestazione nell&#39;arco dello stint &egrave; un&#39;idea non condivisa dalla casa di Clermont-Ferrand.&nbsp;    Michelin dice no a una certa idea di spettacolo&nbsp;  Ribadisce il concetto, intervistato da The Drive, l&#39;a.d. Florent Menegaux.&nbsp;&quot;Il punto &egrave; come fare leva sulla tecnologia per produrre spettacolo. Qui &egrave; dove la F1 entra in gioco, perch&eacute; abbiamo discusso con loro a lungo e non siamo d&#39;accordo.  Perch&eacute; dicono di avere spettacolo, che devi avere gomme che si distruggono da s&eacute;. Io dico che non sappiamo come fare questa cosa, perci&ograve; non possiamo trovarci d&#39;accordo&quot;.  Produzione sostenibile e caratteristiche simili  Le caratteristiche di base delle gomme per il triennio 2025-2027 dovranno essere un prodotto in continuit&agrave; con l&#39;attuale offerta tecnica - in realt&agrave; a basso degrado, ampia finestra di funzionamento - con, in pi&ugrave;, un pi&ugrave; stretto controllo e analisi della sostenibilit&agrave; ambientale del prodotto fornito dal gommista.&nbsp;  &quot;Le squadre dovrebbero capire la prestazione della gomma e capitalizzare sul fatto che la gomma dar&agrave; prestazione dal primo all&#39;ultimo giro. I piloti vi diranno di voler correre al massimo in ogni istante e quando li sento parlare - e a me piace la F1 - dicono che non &egrave; una cosa possibile&quot;, prosegue Menegaux. Il fattore gestione della gomma &egrave; qualcosa di estraneo.  L&#39;editoriale del direttore: cose da Hyperstar  L&#39;ultima apparizione di Michelin in Formula 1 risale al 2006, stagione in regime di concorrenza con Bridgestone. Non &egrave;, tuttavia, il regime di fornitura a essere un limite al ritorno dell&#39;azienda francese nella massima serie, quanto le richieste sul prodotto da fornire.&nbsp;  Le corse un laboratorio tecnologico  &quot;Dobbiamo ricordare a noi stessi perch&eacute; Michelin &egrave; nelle corse. Il primo elemento non &egrave; relativo allo spettacolo, n&eacute; al marchio: ruota intorno alla tecnologia. Corriamo perch&eacute; &egrave; il miglior modo per testare molto rapidamente una nuova tecnologia. Questo &egrave; motivo principale. Poi ci sono vantaggi collaterali, lo spettacolo &egrave; un vantaggio a margine, come lo &egrave; l&#39;immagine del marchio, dove per&ograve; Michelin &egrave; gi&agrave; uno dei marchi pi&ugrave; riconosciuti al mondo. Non &egrave; qualcosa che ci serve&quot;.  Quanto le gomme siano il pi&ugrave; grande fattore in grado di incidere sulle prestazioni della monoposto &egrave; stato dimostrato di continuo negli ultimi 20 anni. Varie ere attraversate dalla F1, tra gomme ad altissimo degrado, altre con caratteristiche di grande stabilit&agrave; in gara, sono gli pneumatici il fattore che pi&ugrave; in fretta e in maggior misura &egrave; in grado di impattare sul tipo di spettacolo e di corse che la Formula 1 pu&ograve; offrire.  Richiama un parallelo difficilissimo da sostenere, Menegaux, per dire del mondo ideale che Michelin vorrebbe per impegnarsi in F1. &quot;Per noi va bene quando possiamo influenzare i regolamenti in modo che la prestazione sia ottenuta impiegando molto meno materiale e producendo un ottimo spettacolo. In MotoGP anche le squadre non di vertice possono vincere e vi diranno che la gomma &egrave; un aiuto per riuscirci. Per questo motivo non torniamo in F1&quot;. 

Le richieste presenti nel bando di fornitura sulle caratteristiche che dovranno avere le gomme 2025-2027 vanno in una direzione opposta alla filosofia sostenuta da Michelin

Michelin conferma il no a quest&#39;idea di Formula 1

        Un graffio. Profondo, netto, di quelli che lasciano il segno. Stephane Lefebvre, che gi&agrave; lo scorso anno ha preso parte al Rally di Alba, ha iniziato col piglio giusto il suo Rally Regione Piemonte, firmando con un tempo di assoluto la valore la prima prova speciale della gara. Nei 2,29 km di discesa in mezzo ai noccioli, il francese ha davvero fatto la differenza, rifilando poco pi&ugrave; di mezzo secondo ad Andrea Crugnola, che poco prima aveva messo in riga tutti gli altri, staccando di circa otto decimi il primo degli inseguitori. Per Andrea Crugnola e Pietro Elia Ometto l'inizio &egrave; stato comunque ottimo, visto che il loro secondo tempo assoluto vale loro il primato provvisorio tra gli iscritti al Tricolore, con i relativi tre punti in palio per il vincitore della Power Stage. Alle spalle di Crugnola ha chiuso Damiano De Tommaso, apparso in ripresa rispetto a quanto visto al Ciocco, anche se le vere risposte sulla condizione del pilota lombardo si potranno avere soltanto domani, nel corso della gara intera. Quarto tempo assoluto e terzo tra i piloti in corsa per lo scudetto per Fabio Andolfi, che ha fatto meglio di Hayden Paddon e di Giandomenico Basso, solo sesto al termine della breve prova televisiva. Domattina ripartenza dalla speciale di San Grato (14,74) km in programma alle 8:12, cui seguiranno Igliano (14,21 km) e Roddino (13,31 km), tutte prove d ripetere pi&ugrave; volte, prima dell'arrivo finale ad Alba, previsto in via della Liberazione alle 19:38. La classifica del 17. Rally Regione Piemonte - Alba dopo la Power Stage: 1. Lefevbre-Malfoy (Citroen C3) in 1'46"074; 2. Crugnola-Ometto (Citroen C3) a 0"514; 3. De Tommaso-D'Ambrosio (Skoda Fabia) a 1"305; 4. Andolfi-Gonella (Skoda Fabia) a 1"688; 5. Paddon-Hudson (Hyundai i20) a 1"845; 6. Basso-Granai (Skoda Fabia) a 2"390; 7. Scattolon-Farnocchia (Volkswagen Polo) a 2"670; 8. Bottarelli-Pasini (Skoda Fabia) a 3"616; 9. Michelini-Nobili (Skoda Fabia) a 3"991; 10. Mazzocchi-Gallotti (Citroen C3) a 5"127.&nbsp; &nbsp;       

Il francese Lefebvre segna il miglior tempo, ma il campione italiano fa il pieno di punti al Rally Regione Piemonte davanti a De Tommaso e Basso&nbsp;

A Crugnola i punti della Power Stage ad Alba

        L'idea diffusa, verso la 6 Ore di Portimao, &egrave; che gli indizi avuti a Sebring siano solo e pi&ugrave; che mai di massima, sui rapporti di forza al via del mondiale WEC. Toyota si aspetta una concorrenza pi&ugrave; vicina, Ferrari punta a confermarsi sul podio e ridurre il gap dalle GR010 Hybrid. Poi c'&egrave; Porsche, che da Sebring, insieme a Cadillac, &egrave; uscita in una condizione buona per presentare la 963 ingaggiata in un terzetto interessantissimo.&nbsp; Il secondo appuntamento del WEC arriva su una pista dove sia Ferrari che Porsche hanno girato nei primi mesi del 2023, avvantaggiate da una base di assetto e informazioni sul comportamento delle gomme rispetto a chi, vedi Cadillac, far&agrave; la sua prima uscita in Algarve.  Dopo Sebring, potenziale della 963 &egrave; da podio L'obiettivo dichiarato, in Porsche Penske, &egrave; il podio: "Il team ufficiale ha raccolto informazioni fondamentali dalla prima gara a Sebring. Adesso, utilizzando questi dati e quest'esperienza, dobbiamo estrarre molto pi&ugrave; del potenziale presente nella Porsche 963. Puntiamo a ottenere il primo podio in Portogallo", commenta Thomas Laudenbach, che di Porsche Motorsport &egrave; il vicepresidente. Tra le Hypercar ibride, Porsche (come anche Peugeot) avr&agrave; un BoP a Portimao che conceder&agrave; di arrivare a 516 kW di potenza massima, contro i 509 kW riconosciuti a Ferrari e i 512 kW a Toyota, al netto tuttavia di 5 kg di peso in pi&ugrave; sulla 963 rispetto alla 499P e 2 pi&ugrave; della GR010. "La gara precedente non &egrave; andata come speravamo perch&eacute; ci manca ancora un po' di potenza", aggiunge Christensen, in coppia con Makowiecki e Cameron sulla Porsche #5. "Subito dopo Sebring abbiamo effettuato dei test e sentiamo di aver compiuto dei miglioramenti. Speriamo di metterli in pratica in Portogallo". Asfalto liscio e usura da controllare Un asfalto "ordinario", quello di Portimao, diversissimo dall'unicit&agrave; di Sebring e con un'usura da tenere sotto controllo. "Rispetto al round di Sebring ci aspettiamo un fondo familiare, senza sconnessioni. Sar&agrave; tutto molto pi&ugrave; ordinario anche per i nostri meccanici, come i pit-stop. La squadra ha continuato a lavorare sodo tra le due gare e ci aspettiamo prestazioni migliori", confida Estre, mentre Urs Kuratle, direttore del programma Porsche LMDh, sulle gomme, aggiunge: "Portimao &egrave; nota per avere un asfalto abrasivo, che porta alti livelli di aderenza ma anche un'usura elevata. Sar&agrave; cruciale utilizzare al meglio le Michelin".       

Il secondo appuntamento del WEC arriva un mese dopo Sebring e con Porsche che non nasconde l'obiettivo da raggiungere, in una lotta prevedibile con la Ferrari per il podio

246 risultati per 'Michelin'

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