&quot;Buon compleanno Michael, siamo sempre con te&quot;, il messaggio lanciato via social dalla scuderia di Maranello

Michael Schumacher compie 55 anni

In una giornata cos&igrave; speciale non poteva mancare l&#39;affetto della Ferrari. Michael Schumacher oggi, mercoled&igrave; 3 gennaio, compie 55 anni e come sempre, seppur le sue condizioni di salute siano tristemente note, viene omaggiato da centinaia di migliaia di messaggi dei tifosi della Formula 1 e non solo. Il Kaiser, leggenda intramontabile del motorsport, con la Rossa nel Circus ha conquistato 72 delle sue 91 vittorie e 5 dei suoi 7 titoli iridati, scrivendo una pagina indelebile nella storia dello sport tra il 1996 e il 2006.&nbsp;  Ferrari, gli auguri per il compleanno di Schumi  &quot;Buon Compleanno, Michael. Saremo sempre con te&quot;. Queste le parole che la Scuderia di Maranello ha postato sui propri social ufficiali, insieme a una foto in cui Schumi festeggia saltando sul podio, accanto a un momento in cui &egrave; al volante della Ferrari F2004. Un&#39;emozionante dimostrazione di amore, pochi giorni dopo il tragico decennale dal terribile incidente sugli sci sulla neve di Meribel dello scorso 29 dicembre.&nbsp;  Non solo la Ferrari ma anche il sindaco di Maranello Luigi Zironi gli ha rivolto i suoi auguri, visto che Michael nel dicembre del 2006 &egrave; diventato cittadinano onorario della citt&agrave;: &ldquo;Auguri a Michael Schumacher, che oggi compie 55 anni. Un grande campione, per sempre nel cuore di Maranello&rdquo;.   

Nel giorno del 55&deg; compleanno del Kaiser, la Scuderia di Maranello dedica un dolce pensiero al suo pilota pi&ugrave; vincente

Buon compleanno Michael Schumacher: gli auguri della Ferrari

Dieci anni di una tragedia personale, quel terribile incidente sugli sci, che appare come un tunnel crudele e insondabile

Michael Schumacher per sempre

Vi &egrave; mai capitato di guadagnare 100 miliardi (di vecchie lire) a stagione, di avere appena vinto per la 7&ordf; volta - la 5&ordf; di fila - il Mondiale di F.1, e subito dopo di avere sbattuto a 345 all&rsquo;ora sul rettilineo di Monza? Se rispondete s&igrave;, o siete mitomani o siete Michael Schumacher. Ma se foste al suo posto, come pensate che vi sentireste? Soddisfatti, appagati, magari preoccupati per un incidente che poteva troncarvi la carriera nel modo peggiore? Disposti alla riflessione, magari al ripensamento, convinti di avere dato - e preso - abbastanza? Mettetevi il cuore in pace: non siete Michael Schumacher. Quello non fa una piega n&eacute; davanti al successo, n&eacute; davanti alle difficolt&agrave;. Perch&eacute; ha ancora voglia di vincere, perch&eacute; si diverte a correre ma anche - e forse questo non tutti lo sanno - a preparare le sue vittorie, con il gusto dell&rsquo;anticipazione. Alla vigilia di Monza, Michael si &egrave; aperto ad Autosprint parlando un po&rsquo; di tutto. Dalle cose pi&ugrave; ovvie del dopo-mondiale ai suoi lati pi&ugrave; segreti. Aprendo, proprio in coincidenza con il Gp Italia, una piccola finestra sul suo privato, sulle sue lacrime di quattro anni fa dopo una vittoria che gli spianava la strada al primo mondiale in rosso.&nbsp;    Un altro titolo di campione, un altro incidente pochi giorni dopo. &Egrave; normale che la gente si chieda: ma chi glielo fa fare? Dove trova, ormai, la motivazione per andare avanti? Ha parlato di questo con la sua famiglia?   &quot;Sto bene, non ho riportato conseguenze dall&rsquo;incidente di Monza. Quindi, anche questo episodio non cambia nulla alla fonte della mia motivazione: il divertimento, la gioia di guidare. Io amo questo sport anche quando non &egrave; al 100 per cento sicuro. Non c&rsquo;&egrave; bisogno di discutere ora quello che neanche prima - o mai del tutto - si sarebbe potuto mettere in discussione. Ripeto: amo questo sport, &egrave; da qui che viene la motivazione&quot;.  Ma non ha brutti ricordi dell&rsquo;incidente? Non ha avuto paura?   &quot;Mettiamola cos&igrave;: domenica 5 settembre, al Ferrari Racing Day del Nu?rburgring, sono tornato per 15 minuti nell&rsquo;abitacolo della mia Ferrari. E mi sono semplicemente divertito!&quot;.  Bene, e certo non &egrave; il caso di lasciarsi andare alle reazioni eccessive. Ma &egrave; un fatto che in questi ultimi mesi si sia assistito a una serie di incidenti collegati a cedimenti delle gomme. Non sarebbe possibile fare qualcosa, magari anche nel breve termine?   &quot;Anche se tutto &egrave; accaduto nello stesso periodo, le cause non sono sempre le stesse. Non vorrei proprio aggiungere altro&quot;.   Ma che atteggiamento avete, voi piloti, rispetto alla questione pneumatici? State lavorando davvero per scongiurare altri incidenti legati alle forature?   &quot;Il punto &egrave;: l&rsquo;associazione piloti, la Gpda, sta lavorando per la sicurezza. Ci sono un paio di argomenti che abbiamo preso in considerazione. Possiamo supporre che a Spa, il prossimo anno, si dovr&agrave; correre con gomme diverse, anche per via di tutti i cedimenti che si sono avuti. Dobbiamo studiare il modo di evitare che questi problemi si ripetano. Sono del parere che a oggi sia gi&agrave; stato fatto molto in materia di sicurezza, insieme con la Fia, e che si continuer&agrave; a seguire questa tendenza in futuro. Anche al potere sportivo interessa che la F.1 sia il pi&ugrave; sicura possibile&quot;.  Sulla base degli ultimi test, chi vede come avversario principale per questo Gran Premio?   &quot;Mi sento di dire che la McLaren sar&agrave; molto forte, e anche la Renault si &egrave; comportata bene nelle prove. Credo che saranno loro i principali avversari, ma naturalmente ci siamo anche noi. E naturalmente c&rsquo;&egrave; anche Rubens&hellip;&quot;.   Quindi vi vedete in condizione di &quot;vendicare&quot; Spa con una vittoria?   &quot;In condizioni di vincere lo siamo di sicuro. Se poi succeder&agrave; davvero &egrave; un altro paio di maniche. Credo che sar&agrave; una gara molto serrata, ma noi potremo dire la nostra&quot;.  Qual &egrave; il ricordo pi&ugrave; bello, o pi&ugrave; intenso che ha di Monza? La vittoria del &lsquo;96, la prima con la Ferrari, o quella del &rsquo;98, o del 2000&hellip;  &quot;Mmm&hellip; Difficile giudicare. Quelle che hai menzionato sono tutte molto belle, &egrave; quasi impossibile scegliere. Per&ograve; nel 2000 vincere fu una grossa liberazione, dopo tutta la pressione accumulata. E poi ci furono altre cose: la morte di un commissario di pista, il ricordo di Senna&hellip; O una brutta notizia che riguarda la mia sfera privata. S&igrave;, se dovessi scegliere forse direi il 2000&quot;.  Le fa ancora effetto avere vinto tanto?   &quot;S&igrave;, perch&eacute; nell&rsquo;ufficio del mio capo (testuale) c&rsquo;&egrave; un pannello con una foto per ogni vittoria. E vederle tutte insieme &egrave; piuttosto impressionante&quot;.   Molto spesso questa stagione viene messa a confronto con un&rsquo;altra cavalcata trionfale, quella del 2002. Fatte le debite proporzioni, e tenuto conto dei cambi di regolamento, crede che il progresso della Ferrari fra quella stagione e la precedente sia maggiore o minore del &ldquo;salto&rdquo; di prestazioni che c&rsquo;&egrave; stato fra il 2003 e quest&rsquo;anno?   &quot;&Egrave; una differenza che si pu&ograve; esprimere solo in un modo: nel 2002 sapevamo chiaramente che avremmo avuto a disposizione una vettura molto forte, mentre fra l&rsquo;anno scorso e questo non eravamo poi cos&igrave; sicuri di disporre di una monoposto, di un &ldquo;pacchetto&rdquo; cos&igrave; buono&quot;.    Sfoglia per continuare a leggere  &nbsp;  Per&ograve; a Imola, nelle ultime prove, con quel record sotto la neve e il gelo, dovete avere avuto un&rsquo;indicazione chiara&hellip;   &quot;S&igrave;, l&igrave; &egrave; apparso abbastanza chiaramente quello che ci aspettava. Ma si trattava dell&rsquo;ultimo test prima di partire per l&rsquo;Australia. Per tutto il periodo invernale, invece, la situazione non era affatto cos&igrave; chiara. Credetemi, non era facile valutare le forze in campo: solo a Imola, a fine febbraio, si sono viste assieme le vetture 2004 con le gomme nuove, la combinazione destinata alle gare di campionato&quot;.   D&rsquo;ora in avanti, con il titolo gi&agrave; in tasca, per lei sar&agrave; pi&ugrave; facile, pi&ugrave; piacevole correre?   &quot;Naturalmente s&igrave;, sar&agrave; pi&ugrave; bello, perch&eacute; tutta la pressione che derivava dalle esigenze del campionato mi &egrave; caduta dalle spalle. Adesso ho via libera. Potr&ograve; concentrarmi di pi&ugrave; sulla singola gara invece che sull&rsquo;esito della stagione&quot;.  Ci saranno novit&agrave; tecniche destinate al 2005 introdotte gi&agrave; nelle prossime gare, a titolo di sperimentazione?   &quot;No, possiamo supporre che le vetture che abbiamo usato in questa stagione subiranno, da qui alla fine del campionato, solo modifiche minime. Potremo valutare qualche componente, nulla di pi&ugrave;. Non vedremo novit&agrave; sostanziali fino alla fine dell&rsquo;anno&hellip; O fino a che non sar&agrave; pronta la vettura nuova (Michael sembra accennare al fatto che la prossima stagione potrebbe iniziare con la F2004 modificata, ndr). Non si pu&ograve; passare cos&igrave; velocemente da un progetto all&rsquo;altro&quot;.   La settimana scorsa, a Monza, la Ferrari ha svolto test di aerodinamica per conto della Fia, con lo scopo di valutare modifiche aerodinamiche che dovrebbero rendere le vetture meno sensibili in scia. Crede davvero che sar&agrave; possibile, gi&agrave; dal prossimo anno, fare qualcosa per agevolare le manovre di sorpasso?   &quot;Per il prossimo anno? Credo che questo sia il motivo alla base di tutte le nuove regole (la riduzione dell&rsquo;efficienza aerodinamica su diffusore e alettoni, ndr). Se poi questa idea funzioner&agrave; oppure no, non posso saperlo&quot;.   Ma secondo lei da cosa dipende esattamente la difficolt&agrave; che oggi hanno i piloti a prendere la scia e poi a uscire per tentare il sorpasso? Dalle gomme che devono assolutamente rimanere sulla traiettoria &ldquo;pulita&rdquo;, o dalla perdita di carico aerodinamico?   &quot;La Formula Uno &egrave; cos&igrave; complessa che, purtroppo, ognuno pu&ograve; fare la sue proposte, ma nessuna &egrave; veramente decisiva. Si tratta sempre di una combinazione di fattori. Se poi questi fattori verranno affrontati nella maniera corretta, dagli ingegneri o dagli addetti ai lavori, lo vedremo. Secondo me possiamo soltanto fare esperimenti e vedere, su questa base, in quale direzione lavorare&quot;.  Ma lei, che &egrave; ritenuto il miglior pilota in circolazione, ha effettivamente sperimentato queste perdite di deportanza improvvise?   &quot;Sicuro che quando viaggi in scia a un&rsquo;altra vettura perdi almeno il trenta per cento di carico aerodinamico, se non il quaranta. Non necessariamente all&rsquo;anteriore, su tutta la monoposto&quot;.     Sfoglia per continuare a leggere  &nbsp;  Onestamente, si prova ancora la stessa soddisfazione di un tempo a vincere gare come il GP Ungheria, totalmente dominate al punto da potersi permettere di ridurre i giri del motore nel finale?   &quot;S&igrave;, abbiamo dominato, ma pensate alla mole di lavoro preparatorio che si nasconde anche dietro una gara come l&rsquo;Ungheria. Trovare qualcosa che ti renda ancora pi&ugrave; forte degli altri, &egrave; gi&agrave; di per s&eacute; una grossa soddisfazione. Arrivare in circuito e vedere se davvero puoi dominare la gara &egrave; una sensazione stupenda. &Egrave; il lavoro che c&rsquo;&egrave; dietro a ogni gara a rendere pi&ugrave; bella ogni vittoria. Come quando sviluppi le gomme nei test e ti rendi conto del livello di prestazioni che puoi ottenere: fantastico&hellip;&quot;.  &Egrave; disposto ad aiutare Rubens Barrichello a difendere il secondo posto nel mondiale?   &quot;Se potr&ograve; fare qualcosa, lo far&ograve;, senza dubbio. Finora abbiamo corso entrambi in assoluta libert&agrave;. Vedremo come si evolver&agrave; la situazione nelle prossime gare ma al momento mi pare che possa farcela da solo. Se poi dovesse avere bisogno di qualche punto in pi&ugrave;&hellip;&quot;.  Quanto pensa di poter mantenere, fisicamente e psicologicamente, il livello di prestazioni attuale?   &quot;Ormai sono dieci anni che lo dico: al massimo posso pianificare la mia carriera in un arco di cinque anni: sar&ograve; ancora in circolazione da qui a un lustro? Intanto so che sto bene. Non serve a niente fare altre ipotesi. Bisogner&agrave; vedere se riesco a mantenere questo rendimento. Chiaro che, a livello fisico, ci sono alcune parti del corpo che con gli anni non funzionano pi&ugrave; al cento per cento, come accadeva prima. Non c&rsquo;&egrave; dubbio. Ma non &egrave; che questo mi provochi limitazioni di sorta. Il logorio mentale? Non saprei. Fisicamente sono forse uno di quelli che fanno un po&rsquo; di pi&ugrave; per mantenersi, e penso che lo si veda a livello di &ldquo;usura&rdquo; del corpo. Per me, al momento, questo viene prima del logorio psicologico&quot;.   Come si &egrave; evoluto, negli anni, il rapporto fra lei e la Ferrari?   &quot;&Egrave; difficile esprimerlo con le parole. Ma &egrave; sufficiente vedere come nel corso di questi anni, nonostante tutto quello che abbiamo vinto, sia ancora viva la gioia, la soddisfazione di conseguire altre vittorie e altro successo. Gi&agrave; questo fatto, da solo, mostra quanto sia intenso e armonico il nostro rapporto. &Egrave; questo che ci aiuta ad andare avanti&quot;.    Sfoglia per continuare a leggere  &nbsp;  Sul podio di Spa non sembrava felice come si poteva immaginare, dopo la conquista del settimo titolo. &Egrave; giusto dire che avevate impostato la gara in maniera prudenziale, anche per quanto riguarda ad esempio la scelta delle gomme, e che quindi in un certo senso avevi anteposto la certezza matematica della classifica alla soddisfazione di laurearsi campione con un successo clamoroso?   &quot;Come ho gi&agrave; detto, pi&ugrave; che altro dopo il Belgio ho festeggiato fra me e me. Cos&igrave; come era accaduto l&rsquo;anno scorso a Suzuka (campione del mondo con un ottavo posto in gara, ndr) c&rsquo;erano emozioni diverse. Non ero sicuro di come avrei dovuto prenderlo, questo secondo posto. Ho dovuto riflettere un po&rsquo; sulle mie emozioni, anche se poi, naturalmente, quando ci siamo trovati tutti al motorhome della Ferrari, l&rsquo;atmosfera era grandiosa. E lo sentivo. Quanto all&rsquo;approccio prudenziale in gara, dire che &egrave; soprattutto dall&rsquo;esterno che si ricava questa impressione. Avevamo provato le gomme al venerd&igrave; ed era evidente che la mia scelta, la mescola pi&ugrave; dura, era forse meno veloce sul giro singolo ma sicuramente pi&ugrave; redditizia sulla distanza. In sostanza, ero pi&ugrave; rapido,&nbsp;e poich&eacute; sapevamo che al sabato sarebbe piovuto, la prestazione sul giro singolo in qualifica non era importante. Ecco perch&eacute; ho fatto questa scelta e non credo che il risultato sia stato influenzato dai pneumatici. In termini di velocit&agrave; e costanza di rendimento, ero a posto. L&rsquo;unico problema l&rsquo;ho avuto dopo le safety-car, che ovviamente non potevamo prevedere. Ma non credo che la mia corsa sarebbe stata diversa con qualsiasi tipo di pneumatico&hellip; fra quelli che avevamo a disposizione l&agrave;. Non c&rsquo;erano grosse differenze fra una specifica e l&rsquo;altra&quot;.  &nbsp;  Non sei stato comunque troppo prudente nelle fasi iniziali?   &quot;Non vedo perch&eacute;. Coulthard mi ha passato in accelerazione al via e non potevo farci nulla, lo stesso ha fatto Raikkonen dopo la safety car. Con Montoya &egrave; stato diverso, ma onestamente non mi aspettavo la sua manovra di sorpasso che &egrave; stata molto buona. Mi ha superato dove pensavo che non ci fosse spazio e quando me lo sono trovato accanto era troppo tardi per reagire. Non penso di avere corso con troppa prudenza, se non negli ultimissimi giri dopo l&rsquo;ultima neutralizzazione, quando davvero non c&rsquo;era motivo di rischiare. Raikkonen si sarebbe comunque avvantaggiato nella ripartenza e a quel punto non c&rsquo;era altro da fare. Ma senza safety-car potevamo essere molto pi&ugrave; competitivi, avendo pianificato i nostri pit-stop qualche giro dopo gli altri. E Kimi non mi avrebbe passato in pista, senza la vettura dei commissari. No, davvero, avremmo visto una gara differente. Ma ci sono troppi se e troppi ma&quot;.   Come ha festeggiato, a caldo, il settimo titolo?   &quot;A casa, con i miei. Non che avessi molto tempo, visto che sono rientrato luned&igrave; e marted&igrave; sera ero gi&agrave; ripartito per i test di Monza. Non so se mi sono reso subito conto di quello che avevo ottenuto. Per come sono fatto, sempre proteso verso i traguardi futuri, non fa per me guardare indietro. Ogni tanto, per un attimo, mi pongo la domanda. Ma io ho bisogno di guardare a queste cose da una certa distanza di tempo. E non credo che nemmeno i tre mesi d&rsquo;inverno saranno sufficienti. Per&ograve; davanti a me ho ancora tanti anni di vita&hellip;&quot;. 

A 10 anni dall&#39;incidente con gli scii a M&eacute;ribel, riproponiamo l&#39;ultima intervista dell&#39;indimenticabile Alberto Antonini al Kaiser

Michael Schumacher, quei magici anni in Ferrari

Dieci anni dall&rsquo;incidente sciistico di Michael Schumacher a Meribel. Dieci anni di una vicenda personale che appare filtrata da lontano come un tunnel crudele e insondabile. Dieci anni da un momento che ci ha messo per la prima volta di fronte a una realt&agrave; mai vissuta prima. Fin l&igrave; i campionissimi o c&rsquo;erano o non c&rsquo;erano. O vivevano o morivano. Da Schumi e con Schumi terribilmente infortunato accade purtroppo una cosa diversa e mai vista prima, per un superdivo dello Sport a livello planetario, bench&eacute; da poco ritiratosi dall&rsquo;attivit&agrave;. C&rsquo;&egrave; e non c&rsquo;&egrave;, &egrave; vivo ma non interagisce. Non inteviene, non pu&ograve; farlo, ha domicilio mediatico sol perch&eacute; se ne parla e se ne ragiona, molto spesso a sproposito, giocando a indovinare invece di rispettare, a carpire al posto di capire. E cos&igrave; nel mondo iperconnesso h24, in cui chiunque sa e si racconta come vuole, uno tra gli uomini pi&ugrave; conosciuti del mondo diventa improvvisamente impercepibile. Svanisce, si decontestualizza, perde domicilio mediatico per scelta dei suoi cari, i quali ritengono di non dover far altro che curarlo, custodirlo e proteggerlo.    Non eravamo abituati a sentirci dire &ldquo;mi dispiace, la famiglia vuole che la scelta di riservatezza sia compresa, per cortesia statene fuori&rdquo;. Tutto fin l&igrave; era stato a rischio, in altri casi non uguali ma assimilabili, di una specie di parassitismo guardone del dolore e della sofferenza. Da Schumi in poi e con Schumi no. Chi a fatica e chi con empatia, impariamo tutti, sperimentandolo in pratica che un limite alla curiosit&agrave;, all&rsquo;interesse, perfino al diritto di cronaca nudo e crudo, pu&ograve; e deve esserci. Oltre &egrave; vietato andare. Forse non solo perch&eacute; lo impone la famiglia, ma anche per una tutela valoriale del diritto alla privacy di colui che soffre e al rispetto del dramma e della riservatezza dei suoi cari. E per uno strano e severissimo capriccio del destino, proprio oggi va preso atto che i due campioni pi&ugrave; d&rsquo;ogni altro in grado di dare pareri, opinioni, suggerimenti e orientamenti e critiche sull&rsquo;automobilismo d&rsquo;oggi, non possono farlo. Perch&eacute; sia Michael Schumacher che Alessandro Zanardi, pur in contesti differenti, sono costretti al silenzio e all&rsquo;isolamento. Sorte che pesa e che non pu&ograve; che essere accettata, col garbo e con l&rsquo;empatia, i soli sentimenti che ci sono concessi, poich&eacute; oltre non avrebbe senso alcuno andare.  Ci&ograve; che rappresenta e rappresentava Michael Schumacher fino al giorno dell&rsquo;incidente lo conoscono e lo ricordano tutti. Ci&ograve; che incarna da quel giorno &egrave; bene che lo sappia e lo metabilizzi chiunque. Perch&eacute; &egrave; un&rsquo;occasione di riflessione, civilt&agrave; e rispetto. Michael Schumacher da dieci anni continua a stare in quella terra di nessuno che sta tra l&rsquo;essere e il non essere. E il suo indiretto insegnamento, la laterale lezione di vita che ci proviene, dieci anni dopo, &egrave; accettare questo stato delle cose, mandandogli da lontano, semplicemente, dolcemente, un sorriso e una carezza.   

La verit&agrave; e il senso della vita di Schumi dopo il terribile incidente sugli sci di Merib&eacute;l

Michael Schumacher, 10 anni dopo

        La maggior parte dei cimeli legati a Michael Schumacher &egrave; all'asta. A proporre la collezione "Full Throttle - The Schumacher Collection" &egrave; RM Sotheby's: una selezione curata di 150 manufatti della carriera del tedesco, del fratello Ralf e del figlio Mick. Ferrari, all'asta la F2001B di Michael Schumacher  Cosa comprende la Schumacher Collection Si tratta di una collezione assemblata nell'arco di 30 anni da un singolo appassionato giapponese. Con opere d'arte, automobilia e 75 lotti di abbigliamento e attrezzature da gara, gli oggetti pi&ugrave; costosi sono i caschi che, secondo le stime della casa d'aste, potrebbero essere venduti a un prezzo compreso tra 40.500 e 60.000 dollari (36.500 e 55.000 euro al cambio). Il primo &egrave; il casco indossato da Schumacher nel 1994, quando correva per la Benetton e si laure&ograve; per la prima volta campione del mondo di F.1. Vinse il titolo anche nel 2001 con Ferrari, e uno dei caschi che ha portato con s&eacute; al GP di Indianapolis (anche se non lo ha indossato) &egrave; presente nell'asta. Un terzo casco &egrave; invece una replica di quello indossato nel 1991 durante la sua stagione di debutto con la Jordan motorizzata Ford. &Egrave; accompagnato da miniature, foto d'epoca e persino da un'e-mail della Arai, che ha realizzato proprio quel casco. Sebbene questi siano i lotti pi&ugrave; costosi, non sono gli unici degni di nota. La collezione contiene una grande quantit&agrave; di altri caschi ufficiali e repliche, oltre a tute da gara, guanti e scarpe. E ci sono anche alcuni articoli a prezzi ragionevoli, ad esempio cappelli da baseball, bottiglie d'acqua, modellini e altri articoli che si prevede saranno venduti a centinaia di dollari/euro. Le offerte si apriranno il 16 agosto 2023 e si chiuderanno mercoled&igrave; 6 settembre. Vettel, il sogno nel cassetto: "Vorrei una Ferrari F2004 di Schumacher"       

RM Sotheby's propone oggetti, caschi, tute, magliette e tanti altri memorabilia legati al 7 volte iridato in F.1: prezzi da centinaia a migliaia di euro

Michael Schumacher, all'asta i cimeli del campione del mondo Ferrari

Dalla tuta della Jordan fino ai memorabilia Ferrari, passando per caschi, bottiglie, ritratti, magliette da calcio e tanto altro: RM Sotheby's mette in vendita alcuni "tesori" preziosi appartenuti o legati al 7 volte campione del mondo in F.1

The Schumacher Collection: i cimeli del Kaiser all'asta

La monoposto con cui il Kaiser vinse il GP d'Australia e ottenne il 3° posto in Malesia nel 2002 verrà venduta da Sotheby's Sealed il prossimo agosto a Monterey 

Ferrari, all'asta la F2001b di Michael Schumacher

La moglie Corinna ha fatto sapere che quereler&agrave; il tabloid tedesco che ha pubblicato una pseudo &ldquo;intervista&quot; con il 7 volte campione di Formula 1, generata grazie all&rsquo;intelligenza artificiale. Ecco cos&rsquo;&egrave; successo

La famiglia Schumacher pronta ad azioni legali per la finta intervista a Michael

L&rsquo;ultima volta lo hanno visto avviarsi lentamente verso l&rsquo;uscita del Paddock, sorridente e gentile, silenzioso e con quella faccia un po&rsquo; cos&igrave;, con quel profilo obliquo e una smorfia che ricorda Tot&ograve;. In realt&agrave;, quasi dieci anni dopo, &egrave; come se quel cancello non l&rsquo;avesse mai varcato, perch&eacute; con Michael Schumacher si sono ridefiniti i concetti dei tempi verbali, con passato, presente e futuro che si fondono nell&rsquo;indefinito. E si sono riconsiderate anche le nozioni di presenza, di sguardo, di visione. Con lui non si pu&ograve; pi&ugrave; parlare di &ldquo;senza&rdquo;, di &ldquo;mancanza&rdquo;, perch&eacute; &ndash; come ha raccontato la moglie Corinna &ndash; &quot;Michael Schumacher c&rsquo;&egrave;, ma &egrave; diverso&quot;.    S&igrave;, &egrave; presente anche in ogni paddock, ha un pass differente da quelli di tutti gli altri, apre ogni varco e si insinua in mille pensieri, ogni volta. E non solo perch&eacute; qui si &egrave; affacciato il figlio Mick e in tanti hanno sognato di vederlo vincere per poter pensare che ci fosse anche il padre dentro quella monoposto. Al di l&agrave; dei destini del giovane figlio, non sarebbe andata diversamente anche se non ci fosse stato quel volto somigliante a ricordarlo con maggiore forza. Dopo l&rsquo;incidente sugli sci del 29 dicembre 2013 a M&eacute;ribel, in Francia, quella che sta per aprirsi &egrave; la decima stagione &ldquo;con&rdquo; Michael diversamente vicino a tutti. Non la decima stagione &ldquo;senza&rdquo;, perch&eacute; anche se nessuno lo ha pi&ugrave; visto fisicamente, tutti lo avvertono come presente nel mondo dove ha vissuto due volte sportivamente e con molti altri momenti ai margine delle sfide. Ma &egrave; qui che continua a esserci e ci sar&agrave; anche quando il &ldquo;dopo&rdquo; sar&agrave; diverso da quelli di tutti.    Nessuno, fino a oggi, si &egrave; chiesto che differenza far&agrave;, e anche per questo &egrave; difficile raccontare una storia unica. &Egrave; inutile chiedersi &ldquo;come sarebbe se&hellip;&rdquo;, perch&eacute; anche se fosse presente fisicamente cosa sarebbe mai potuto cambiare per uno che &egrave; stato il Luciano Pavarotti del volante? Qualunque altro ruolo non avrebbe mai potuto avvicinarsi all&rsquo;immensit&agrave; di una carriera stupenda, umana al punto di metabolizzare e assorbire anche gravissimi errori, sempre ammessi e sempre pagati a caro prezzo. Qualunque pilotino si fosse messo a seguire personalmente, avrebbe potuto avere un senso il confronto? In realt&agrave; non lo &egrave; neanche quello con Lewis Hamilton, uno che ha vinto i suoi stessi titoli mondiali e ogni volta che parla di Michael si lascia andare a frasi di immenso rispetto. Cos&igrave; come accade nei confronti di Ayrton Senna e degli altri grandi del passato.    Continua a leggere l&#39;articolo completo sul nuovo numero di Autosprint in edicola, oppure clicca qui per la versione digitale! 

Per il campione tedesco non si pu&ograve; parlare di &quot;senza&quot;, di &quot;mancanza&quot;, perch&eacute; come racconta la moglie Corinna: &quot;Michael c&#39;&egrave; ma &egrave; diverso&quot;. Dal legame con il figlio Mick al suo casco donato a Hamilton: viaggio nel passato che &egrave; anche presente per una figura speciale che si avverte in ogni angolo del paddock

Michael Schumacher e i 10 anni di una presenza che va oltre i ricordi

Si conoscono da quando il campione era solo un bambino che correva coi kart. Sono passati parecchi anni dal primo incontro tra Max Verstappen e Franz Tost, ma quel momento il numero uno dell&#39;AlphaTauri lo ricorda nitidamente. Un giovane appassionato con un grandissimo talento: questa la prima impressione dell&#39;allora team principal della Toro Rosso. Fu lui a farlo esordire in Formula 1 con la sua scuderia a soli 17 anni, quando ancora non aveva nemmeno la patente, perch&eacute; not&ograve; una grande somiglianza con un certo Michael Schumacher.&nbsp;  Un mago sotto la pioggia  &quot;Ho incontrato Max per la prima volta con suo padre al N&uuml;rburgring, quando&nbsp;correva nei kart - ha raccontato l&#39;austriaco a F1 Insider-. Poi l&rsquo;ho di nuovo incontrato al Norisring, un fine settimana dove ha vinto tutte e tre le gare in programma ed era reduce da un&rsquo;altra tripletta a Spa Francorchamps in Belgio. Sotto la pioggia ha guidato in un campionato a parte, come se fosse l&#39;unico ad aver scoperto la linea asciutta. Mi ha ricordato immediatamente Michael Schumacher, perch&eacute; era evidente il fatto che ci si trovasse davanti ad un mega talento, un pilota gi&agrave; completo&quot;.&nbsp;  Un talento che andava valorizzato. E infatti nel 2014 Tost si prese la responsabilit&agrave; di farlo esordire nelle FP1 del GP del Giappone, entrando nell&#39;occhio del ciclone di mille giudizi: &quot;Abbiamo dovuto accettare delle critiche quando gli abbiamo affidato la Toro Rosso a 17 anni, quando non aveva nemmeno la patente. Ha completato la prima sessione di prove libere a Suzuka, una delle piste pi&ugrave; difficili di tutte, gestendo tutto con sicurezza. Non ha mai avuto problemi con l&#39;alta velocit&agrave; di una vettura di Formula 1 e ha sempre avuto tutto sotto controllo sin dall&#39;inizio&quot;.  Solo Leclerc pu&ograve; batterlo  Ora Max &egrave; pi&ugrave; sicuro che mai al volante e l&#39;austriaco &egrave; convinto che ancora non abbia tirato fuori tutto il suo enorme potenziale. &quot;Nelle sue prime gare a volte era un po&#39; troppo aggressivo. Adesso guida veramente ad un livello molto alto e secondo me non abbiamo ancora visto il suo massimo splendore. Chi pu&ograve; batterlo?&nbsp;Solo Leclerc pu&ograve; sfidarlo&nbsp;e tenere il suo passo. Mentre credo che l&rsquo;inesorabile trascorrere del tempo abbia gi&agrave; tolto qualcosa alla brillantezza di Lewis Hamilton&quot;.&nbsp;   

Il numero uno dell&#39;AlphaTauri ricorda la prima volta che ha visto l&#39;olandese: &quot;&Egrave; un pilota completo ma non abbiamo ancora visto il suo massimo splendore. Solo il ferrarista pu&ograve; tenere il suo passo&quot;

Tost: &quot;Verstappen? Mi ricord&ograve; Schumacher, solo Leclerc pu&ograve; sfidarlo&quot;

Una Rossa, un rombo inconfondibile, un nome su tutti: Michael Schumacher. Certe volte tornare indietro con la memoria vuol dire immergersi nel profondo di un ricordo inestinguibile, capace di regalare, ora come allora, sensazioni fortissime...    Ricordo Michael adesso e mi viene addosso un magone che non so gestire perch&egrave; mi caccia in gola il gusto dolce della condivisione e l&rsquo;amaro della perdita, il piacere dell&rsquo;incontro e lo sconforto di un abbandono. Il suo agosto &egrave; interminabile e non abbiamo un suono, un segnale che ci raduni, che ci restituisca un alito della gioia che pure ci ha tenuti assieme, vicini e attenti, nelle nostre estati lontane.  La memoria va dove gli pare, corre e indica, suggerisce e ti lascia l&igrave;, a pensare. A rimuginare. Su nomi, echi, sensazioni di un paradiso perduto che &egrave; bello riscoprire.    In edicola il servizio completo, disponibile anche qui in edizione digitale. 

Sul numero di Autosprint di questa settimana un ricordo molto speciale di Michael Schumacher. Ve ne proponiamo un estratto, il resto lo trovarte in edicola

Schumi e il senso di una gran nostalgia

Nata come evoluzione della tormentata e poco affidabile F310 disegnata da John barnard, la F310 B aveva come obiettivo principale quello di arrivare in fondo a pi&agrave; Gran Premi possibili. Risolti i cronici problemi al cambio (diventato a 7 rapporti) e mantenuto il motore 10 cilindri a V, 3000 cm3 di cilindrata (da cui la sigla) la F310 B ha portato il suo pilota Schumacher per 5 volte sul gradino pi&ugrave; alto del podio. Molte le polemiche che acompagnarono la vettura prima ancora dell&#39;inizio del campionato: con l&#39;arrivo della Philip Morris come &quot;title sponsor&quot; della scuderia, &nbsp;i tifosi temevano che il classico colore &quot;rosso corsa&quot;, mantenuto fino ad allora dalla Ferrari., sarebbe stato abbandonato per far posto al pi&ugrave; chiaro &quot;rosso Marlboro&quot;, gi&agrave; visto sulla livrea della Mclaren gli anni precedenti. In realt&agrave; l&#39;auto cambi&agrave; colore, passando a un rosso pi&ugrave; brillante che non si discostava dal pantone originale, ma solo per motivi televisivi. La Philip Morris invece, dovette &quot;accontentarsi&quot; di nove marchi Marlboro sulla carrozzeria. La F310 B alla fine sfior&ograve; il titolo in un campionato del mondo, quello del 1997, che sar&agrave; sempre ricordato come quello dell&#39;incidente alla curva&nbsp;Dry Sac&nbsp;di Jerez, tra Schumacher e Villeneuve e che cost&ograve; il titolo al campione tedesco.&nbsp;

Ferrari F310 B - la riscossa del Cavallino

Nel 1996 a Maranello c&rsquo;&egrave; una grande novit&agrave;: una delle due monoposto partir&agrave; con il numero 1 di campione del mondo sulla livrea. Il numero &egrave; stato portato in dote da Michael Schumacher, al suo arrivo in Ferrari gi&agrave; due volte campione del mondo con la Benetton di Flavio Briatore. Jean Todt, il team principal, non vuole pi&ugrave; saperne di rinviare l&rsquo;appuntamento con il titolo di campione del mondo che manca a Maranello dal 1979, la scuderia deve tornare a vincere. Ad affiancare il pilota tedesco sar&agrave; Eddie Irvine, seconda guida veloce e a volte un po&rsquo; irruenta.    Il progetto della monoposto viene affidato a John Barnard, ingegnere di lungo corso, con esperienze maturate in F1 e negli Stati Uniti, con la Chaparral 2K, vincitrice della 500 miglia di Indianapolis, la prima ad avere una forma aerodinamica &ldquo;guardabile&rdquo;, dopo gli alettoni giganti della 2F e le innovative ma assolutamente non convenzionali ventole della 2H (poi riprese in F1, dalla contestatissima Brabham di Lauda, vista in un solo GP - vinto - e subito dopo vietate a seguito delle proteste delle altre scuderie). Ma &egrave; proprio in F1 che Barnard lascia letteralmente il segno disegnando per la McLaren la MP4/1, un&rsquo;auto dalla caratteristica forma con le prese d&rsquo;aria anteriori molto grandi e le fiancate che si rastremano nella parte posteriore, fino a chiudersi all&rsquo;altezza delle ruote posteriori. Una forma che alcuni chiameranno &ldquo;a bottiglia di coca cola&rdquo;, e che ancora oggi caratterizza le vetture del campionato del mondo di Formula 1.    Per il campionato del 1996 Barnard disegna la F310, auto estremamente innovativa e che deve portare i piloti Ferrari se non a contatto, quantomeno vicino alle Williams e alle Benetton, il cui monopolio sulla stagione precedente non &egrave; stato immacolato solo per la vittoria (l&rsquo;unica della sua carriera) di Jean Alesi nel GP del Canada.  La sigla indica la cilindrata 3000 cm3 (poco meno) e l&rsquo;innovativa scelta del 10 cilindri a V con un angolo di 75&deg; tra le due bancate, raffreddato grazie alla presa d&#39;aria sopra l&#39;abitacolo e a due enormi prese d&rsquo;aria anteriori, che fanno assomigliare la vettura a un caccia da guerra. Altra novit&agrave;: tutti i comandi dell&rsquo;auto sono portati sul volante, dietro al quale si trova il cambio, in modo da non far distrarre il pilota durante la guida. Ad alimentare e lubrificare il 3000 V10 di casa Maranello, olii e carburanti di casa Shell (che dal 1996 sostituisce Agip), che in parte ha pagato anche il cospicuo investimento fatto per ingaggiare il pilota tedesco.  La vettura, con le sue innovazioni, segna un punto di svolta nella storia della Ferrari in Formula 1 ma, anche a causa della sua lunga gestazione, nei pochi test che si riusciranno ad effettuare, e poi successivamente nel campionato del 1996, risulta poco affidabile causando una serie infinita di ritiri: 6 per la prima guida Schumacher di cui uno nel giro di ricognizione e 10 per Irvine, di cui 8 consecutivi, alcuni dei quali per&ograve; legati alla guida piuttosto irruenta del pilota irlandese. Tre le vittorie - Spagna, Belgio e Italia, nel bagno di folla di Monza - tutte di Schumacher, e 70 punti conquistati a fine campionato. Troppo pochi per contrastare la Williams nel campionato del mondo costruttori e il figlio d&rsquo;arte Damon Hill che si aggiudica quello che rimarr&agrave; il suo unico campionato mondiale piloti.  Il 1997 &egrave; la volta della F310B, una evoluzione del modello precedente, le cui novit&agrave; verranno portate in pista da Ross Brawn e Rory Byrne. Barnard agli inizi del 1997 abbandona la Ferrari (senza lasciare molti cuori infranti tra i meccanici) per accasarsi alla Arrows, dove per ironia della sorte dovr&agrave; lavorare su un&rsquo;altra vettura con il numero 1, grazie al titolo portato da Hill, pi&ugrave; interessato all&rsquo;onerosit&agrave; del proprio contratto che alla possibilit&agrave; di confermarsi al vertice della classifica.    Brawn e Byrne decidono di puntare sull&#39;affidabilit&agrave;: prestazioni meno estreme, ma anche pi&ugrave; bandiere a scacchi, per portare punti e ridurre il gap con gli avversari. Viene anche sostituito il cambio, vero tallone d&rsquo;Achille della F310, con un nuovo 7 rapporti, meno fragile.  La cura funziona e Schumacher nel campionato del 1997 si aggiudica 5 Gran Premi - Monaco, Canada, Francia, Belgio e Giappone - ma non basteranno per vincere il campionato, che andr&agrave; a Jacques Villeneuve, iridato all&rsquo;ultima gara, sul circuito di Jerez, dopo un contestatissimo incidente provocato proprio da Schumacher, che stava per essere passato dal pilota canadese. Un incidente che a molti ha ricordato quello tra Senna e Prost nel campionato del mondo del 1990 a Suzuka in Giappone, ma che in questo caso ha premiato chi lo ha subito.  La F310 non &egrave; stata un&rsquo;auto facile e neanche vincente, Eddie Irvine, a fine carriera (e dopo) non ha mai speso buone parole per questa vettura: &ldquo;L&rsquo;inizio del campionato fu un po&rsquo; una tragedia; ero al volante di un mezzo rottame. Come telaio e capacit&agrave; di sfruttare le gomme la F310 &egrave; stata la mia peggior vettura. Provavamo a Fiorano gi&agrave; alle 8 del mattino, con la pista fredda, e la macchina non sembrava male. Poi puntualmente c&rsquo;era qualche problema tecnico, qualche pezzo si rompeva e dovevamo perdere delle ore per cercare di risolvere i problemi. Alla prima occasione in cui ho fatto un test con qualche grado in pi&ugrave; di temperatura, ho capito che la vettura era inguidabile. Era l&rsquo;antenata spirituale della Jaguar R2, la peggiore F1 che io abbia mai guidato. Ma nonostante ci&ograve;, Schumi riusc&igrave; a vincere tre gare con quella macchina e per quattro volte si prese la pole position&rdquo;.  Ciononostante la F310 ha avuto il merito di assottigliare prima e colmare poi il gap che separava la Scuderia Ferrari dai rivali inglesi motorizzati Renault, introducendo il nuovo motore a 10 cilindri e preparando la strada al connubio pi&ugrave; vincente della casa di Maranello nel campionato del mondo di Formula 1. E questo, oltre a essere stata la prima auto a essere guidata da Schumacher, &egrave; davvero un grosso merito. 

La Ferrari F310, la prima vettura della casa di Maranello guidata da Miechael Schumacher ed Eddie Irvine, non sar&agrave; ricordata per la sua affidabilit&agrave;, ma pu&ograve; essere considerata il preludio alla serie di vittorie che hanno portato il matrimonio Ferrari - Schumacher sul tetto del mondo&nbsp;&nbsp;

La Ferrari F310 di Michael Schumacher compie 25 anni

        Schumacher, fino in fondo. Non solo nel cognome, ma soprattutto nella forza e nella resilienza dei combattenti. Mick ha preso tutto da Michael e lo dimostra giorno dopo giorno mentre insieme a mamma Corinna, e a tutta la famiglia, continua ad affrontare la vita, sempre fino in fondo e con tanto amore. Sette anni fa, il 29 dicembre del 2013, tra le montagne francesi cambiava la loro vita e sette anni dopo la battaglia continua, con il 7 volte campione di Formula 1 vivo ma avvolto nel silenzio viste le sue condizioni di salute. Mai come quest'anno sarebbe stato incredibile vedere Michael in Formula 1. Per il Circus e per i suoi tifosi. Che emozione sarebbe stata vederlo l&igrave; in pista premiare Hamilton, con un suo casco come tributo ai suoi record battuti, e soprattutto vederlo mentre commosso e orgoglioso applaude il figlio, sotto il podio in Formula 2 con il trofeo in mano. E quanto sarebbe stato bello vederlo a marzo magari nel paddock assistere al debutto di Mick in Formula 1 con la Haas.&nbsp;  "Voglio seguire il mio percorso come voleva mio pap&agrave;&rdquo; Tutti momenti che purtroppo prendono vita solo nei sogni di chi questo sport lo vive, lo ama e soprattutto lo ricorda e non lo scoredr&agrave; mai, anche a distanza di sette anni. E nel prossimo Mondiale 2021 rivedremo proprio quel cognome tra le fila della Formula 1. Mick &egrave; pronto per affrontare il suo primo GP e non ha paura di deludere le aspettative e le pressioni, gi&agrave; altissime. Non &egrave; pi&ugrave; quel bambino che correva nei kart col cognome di mamma, ora il 21enne &egrave; cresciuto ed &egrave; a tutti gli effetti un pilota: "Mio padre &egrave; stato il migliore che ci sia mai stato in questo sport, non vedo perch&eacute; dovrei volermi staccare da lui. Non mi preoccupo per niente, non mi infastidiscono i paragoni e i confronti con lui - ha detto Mick in un'intervista alla Bild ricordando quella domenica tra le nevi di Meribel quando aveva solo 14 anni&nbsp;-. Il mio obiettivo &egrave; imparare e capire il pi&ugrave; possibile. Voglio crescere in fretta, voglio perdere meno tempo possibile. Alla fine sono io che guido la macchina, non &egrave; il mio cognome. Voglio seguire il mio percorso come voleva mio pap&agrave;&rdquo;.  Senza paura verso Melbourne 2021 con mamma Corinna Il prossimo 21 marzo 2021, se la pandemia coronavirus non roviner&agrave; ancora una volta i piani, Mick Schumi correr&agrave; il suo primo GP d'Australia in Formula 1, debuttando ufficialmente al volante della Haas nella massima categoria del motorsport. Sperando poi che possa ricevere dalle tribune anche tutto l'affetto dei tifosi italiani il 12 settembre&nbsp;sul tracciato di Monza, che tanto significa per gli Schumacher.  Senza paura ma solo con tanto rispetto per quel sogno, di padre in figlio, rincorso e che ora &egrave; ad un passo: "Non ci si pu&ograve; far intimorire dai big come Vettel, Alonso, Hamilton e tutti gli altri. In fin dei conti sono esseri umani anche loro. Hanno fatto cose incredibili, gigantesche, in questo sport, ma nonostante questo bisogna imporsi, dare il massimo e guidare nella maniera pi&ugrave; dura, seppur leale, possibile. Nelle altre categorie nelle quali ho guidato fino ad oggi, d'altronde, ho fatto proprio cos&igrave;". "L'esordio a Melbourne penso che sar&agrave; molto emozionante - ha aggiunto Mick che avr&agrave; sempre al suo fianco Corinna -. Mia mamma sar&agrave; felicissima: lei &egrave; la mia interlocutrice numero uno, &egrave; sempre la prima a chiamarmi. Quando sono stato promosso in Formula 1 mi ha detto che sapeva che il momento sarebbe arrivato. Mi &egrave; sempre sembrata molto fiduciosa sul mio percorso di crescita. In realt&agrave; per&ograve; ha sempre avuto ragione".&nbsp;        

Era il 29 dicembre 2013 quando Michael rimase coinvolto in un terribile incidente sulla neve: un dramma col quale ancora oggi la famiglia Schumacher fa i conti. "Sono orgoglioso di lui, non vedo perch&eacute; dovrei volermi staccare", ha detto il figlio del 7 volte iridato ad un passo dal debutto in Formula 1

Mick Schumacher, 7 anni fa l'incidente di Michael: "Papà è stato il migliore in F1"

        Ogni volta che si legge il nome Schuamcher insieme a Ferrari, nasce un'emozione che riempe il cuore. Una gioia immensa anche per Mick Schumacher, il figlio di Michael, pilota in Formula 2 della Ferrrari Driver Academy che lo scorso weekend per il Gp dell'Eifel &egrave; stato ad un passo dal debutto in Formula 1 con l'Alfa Romeo. Purtroppo la pioggia e la nebbia gli hanno impedito di correre la sua prima sessione di prove libere ufficiale proprio in Germania, davanti al suo pubblico che non vedeva l'ora di vedere l'erede del 7 volte iridato per la prima volta al volante di una monoposto sul circuito del Nurburgring.  GP Eifel, Mick Schumacher: "Peccato per le Fp1, ma contento dell'esperienza" Un giretto tra le nuvole, Mamma Mia! Delusione resa un po' meno amara in questi giorni con un giretto al volante di una Rossa speciale: la Ferrari F8 Tributo. "Mamma mia, viaggiando sopra le nuvole", scrive Mick sui propri profili social dopo aver guidato per la seconda volta la supercar di Maranello, ufficialmente presentata durante lo scorso Salone di Ginevra 2019. Adrenalina pura a bordo della berlinetta con il V8 pi&ugrave; potente mai realizzato da Maranello, che il 21enne aveva gi&agrave; provato a Fiorano. Sul tracciato modenese Mick aveva spinto l'erede della 488 GTB&nbsp; al massimo, per farsi avvolgere dalle prestazioni esaltatnti del TwinTurbo 3.9 da 710 CV per 770 Nm di coppia, e i 340 km/h di massima per un 0-100 km/h in meno di 3 secondi. Da erede a erede: la coppia Mick-F8 Tributo ha fatto sognare e scatenare tutti i tifosi Ferrari e gli appassionati dei motori che in pochi secondi hanno inondato d'affetto il figlio di uno dei piloti pi&ugrave; forti di sempre in F1.   Cruising above the clouds #Ferrari #FerrariF8Tributo @ferrari_de_ pic.twitter.com/JgpXMkvR2Q &mdash; Mick Schumacher (@SchumacherMick) October 13, 2020    Ferrari F8 Tributo, oltre 340 km/h con il ritocchino di Novitec       

Il figlio di Michael, che lo scorso weekend &egrave; stato ad un passo dal debutto in Formula 1 nel Gp dell'Eifel, &egrave; risalito a bordo della Rossa erede della 488 GTB e ha scatenato subito i fan del Cavallino

Mick Schumi dopo la delusione GP Eifel si consola con la Ferrari F8 Tributo

Lewis Hamilton &egrave; l&#39;uomo, lo sportivo, il Re che &egrave; riuscito a raggiungere il record che sembrava imbattibile. 91 vittorie in carriera, proprio come il suo idolo da bambino Michael Schuamcher. Un primato che riesce a firmare sul Nurburgring, il tracciato di casa del pilota tedesco. Un&#39;emozione straordinaria, un momento indimenticabile che ha raggiunto l&#39;apice quando Mick Schumi ha conscenato a Lewis il casco speciale tributo al suo pap&agrave;. Ecco le immagini della gara in Germania

GP Eifel, Lewis fa la storia: 91 vittorie in carriera come Schumi FOTO

&quot;Michael &egrave; il mio eroe&quot;, inizia cos&igrave; il video postato su Instagram dalla Scuderia Ferrari nel quale Sebastian Vettel presenta il casco che indosser&agrave; sul N&uuml;rburgring. Non un tracciato qualunque, qui &egrave; impossibile non pensare a Michael Schumacher ed &egrave; proprio a lui che il 4 volte iridato ha dedicato il suo casco, creato ad hoc da JMD. Il dragone cinese, le iniziali e lo stesso design di quello usato da MS quando nel 2006 ha vinto il suo quinto e ultimo GP in Germania

GP Eifel, Vettel col casco speciale per Michael Schumacher FOTO

        Se non si pu&ograve; ancora assistere a una gara di Formula 1 sugli spalti o in televisione, si pu&ograve; almeno correre davanti a una console. F1 2020, il nuovo videogioco ufficiale della competizione automobilistica pi&ugrave; famosa del mondo, uscir&agrave; il prossimo 10 luglio, sviluppato da Codemasters per PlayStation 4, Xbox One, PC Windows e Google Stadia.  Nel nostro listino auto usate, tante occasioni da non perdere a portata di click! E la software house ha recentemente pubblicato su YouTube il primo gameplay, mostrando agli utenti le dinamiche e le caratteristiche di iper-realismo che contraddistinguono il videogame.  Come avete potuto vedere, nel trailer spuntano in azione anche le monoposto di Formula 2, integrate nella modalit&agrave; carriera. I giocatori dovranno prima disputare la stagione 2019, per poi passare all'annata 2020 dopo un aggiornamento gratuito. 16 MONOPOSTO STORICHE OLTRE A SCHUMI Fiore all'occhiello di F1 2020 &egrave; la Deluxe Edition, dedicata a Michael Schumacher. Chi la acquister&agrave;, potr&agrave; guidare quattro auto storiche di Schumi: la Jordan 191&nbsp;(1991), quella del suo esordio assoluto in F1, le&nbsp;Benetton B194 e B195&nbsp;con cui vinse i suoi primi due titoli mondiali nel 1994 e '95, e la&nbsp;Ferrari F1-2000, la prima Rossa di Maranello a fregiarsi dell'alloro iridato con il Kaiser al volante. Quarantena, 10 videogiochi sulle auto per non annoiarsi Annunciata inoltra la presenza, all'interno dell'edizione standard, di 16 monoposto che hanno fatto la storia del Circus. Ecco la lista completa: Red Bull RB6 (2010) Ferrari F10 (2010) McLaren MP4-25 (2010) Brawn BGP 001 (2009) McLaren MP4-23 (2008) Ferrari F2007 (2007) Renault R26 (2006) Ferrari F2004 (2004) Williams FW25 (2003) McLaren MP4/4 (1988) McLaren MP4-13 (1998) Williams FW18 (1996) Williams FW14 (1992) McLaren MP4/6 (1991) Ferrari 641 (1990) McLaren MP4/5B (1990) Lotus Elise Heritage, colori da Formula 1 per la Sport 220 A proposito del gioco, ha parlato Lee Mather, direttore del franchising F1 di Codemasters: "Il primo trailer &egrave; diventato un momento chiave della campagna di giochi di F1 e quest'anno non fa eccezione. Ogni stagione aumentiamo il benchmark visivo, con pi&ugrave; circuiti e team che ottengono nuove livree. Non vediamo l'ora che inizi la stagione e che i giocatori possano correre". Ferrari, i re senza corona Rossa: da Prost a Vettel passando per Alonso       

Nuovo trailer del videogioco ufficiale della Formula 1. Annunciate 16 monoposto storiche selezionabili, mentre le auto di Schumacher sono protagoniste della Deluxe Edition

F1 2020, tutti in pista col nuovo trailer VIDEO

Il 17 marzo del 2002, Michael Schumacher mette a segno la pole numero 150 nella storia del Cavallino Rampante. Il Kaiser di Kerpen, scrive la storia durante il GP della Malesia, ecco le foto dell'impresa

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