Manca poco al via della pi&ugrave; famosa competizione raid: la Dakar. Che anche se da qualche anno ha lasciato l&rsquo;ambientazione africana in favore di quella sudamericana, resta una delle gare pi&ugrave; difficili e per questo anche pi&ugrave; rinomate. Dunque, con le verifiche terminate sabato, la 37esima edizione parte domenica 4 gennaio per concludersi sempre a Buenos Aires sabato 17, dopo 13 tappe.  In questa occasione sono ben 665 i concorrenti, ripartiti su 414 mezzi in gara fra cui 138 auto (oltre a moto, quad e camion). Li attendono 9.111 km complessivi, 4.478 dei quali sono di prova speciale cronometrata, da percorrersi lungo tre Paesi con situazioni ambientali anche molto differenti: Argentina, Bolivia e Cile. Che, a dispetto di certe polemiche strumentali, avranno un notevole ritorno dall&rsquo;evento: per la scorsa edizione della Dakar &egrave; stato calcolato un indotto pari a 150, 62 e 40 milioni di dollari rispettivamente nelle tre nazioni.  Per quanto riguarda invece la competizione in s&eacute;, si inizia con una tappa &ldquo;antipasto&rdquo; che parte da Buenos Aires per concludersi a Villa Carlos Paz, 833 km dopo. Solo 170, tuttavia, saranno quelli di gara vera e propria; il resto &egrave; di semplice trasferimento, per quanto lungo. Presenti naturalmente vari protagonisti, a cominciare dal vincitore della scorsa edizione &ldquo;Nani&rdquo; Roma, a capitanare lo squadrone delle Mini che punter&agrave; a monopolizzare nuovamente il podio finale. Nasser Al-Attiyah sar&agrave; probabilmente anche stavolta uno dei suoi principali antagonisti, ma con una vettura gestita in proprio, oltre all&rsquo;altro pilota Mini, Orlando Terranova.  Ma non dimentichiamo la presenza (anzi, il ritorno) di un altro team ufficiale, quello della Peugeot, che sui suoi &ldquo;buggy&rdquo; a 2 ruote motrici schiera innanzitutto uno dei pi&ugrave; forti specialisti: Stephane Peterhansel, che sar&agrave; sicuramente spinto dalla voglia di riscatto dopo il secondo posto &ldquo;ordinato&rdquo; l&rsquo;anno scorso. Con la Peugeot anche Carlos Sainz, che venne fermato da un incidente nel 2014. Non si devono per&ograve; sottovalutare le varie Toyota e Mitsubishi, come quelle di Giniel De Villiers e di Carlos Sousa, come certi altri &ldquo;prototipi&rdquo; tubolari quali il SMG di Philippe Gache o i Suzuki di Tim e Tom Coronel. Mentre un ruolo da outsider pu&ograve; essere dato a Robby Gordon ancora in gara con il suo potente Hummer.  Fra i concorrenti con le auto ricordiamo pure i nostri connazionali: in gara troveremo Michele Cinotto e Fulvio Zini su Titano-Audi, nonch&eacute; Stefano Marrini in coppia con il messicano Kurt Richters su una Mitsubishi. Stavolta non ci sar&agrave; la sfiziosa &ldquo;Pandakar&rdquo; di Giulio Verzeletti e Antonio Cabini: una vettura che attirava le simpatie del pubblico, ma bisogna ammettere che arrivare sempre a notte fonda (rinunciando spesso a dormire per sistemare la vettura e riprendere subito dopo il via) era diventata un&rsquo;impresa ai limiti delle possibilit&agrave; umane.  Maurizio Voltini  

&Egrave; domenica la partenza dello storico raid, che da Buenos Aires si snoda fra Argentina, Cile e Bolivia

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Pronta al via la Dakar 2015