Autosprint lo aveva scritto subito, all&rsquo;indomani della gara e pochi ci credevano. La disgraziata sosta ai box di Hamilton a Montecarlo che gli &egrave; costata la vittoria non era colpa del team. O meglio non tutta del team. Il pilota aveva una grossa responsabilit&agrave;. perch&eacute; con le sue esitazioni, le sue paure, i suoi fantasmi per le gomme deteriorate, &egrave;&nbsp;stato lui a indurre&nbsp;la squadra in errore.  La conferma, a 15 giorni dal Gp di Monaco, arriva durante le prove del Gp Canada. perch&eacute; F1.com, il sito ufficiale della F1 e di Ecclestone ha pubblicato la registrazione integrale di quel dialogo fra pilota e squadra che ha portato a quella disastrosa scelta tattica di fermarsi ai box. Ecco la trascrizione completa del dialogo che inizia al 64&deg; giro, dopo la virtual safety car uscita per l&rsquo;incidente di Verstappen.  Mercedes (mentre Lewis transita su per&nbsp;la salita di Massenet) - &ldquo;Ti rammentiamo che sei sotto safety car. Virtual safety Car&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Tieni d&rsquo;occhio la tabella di segnalazione&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Resta&nbsp;positivo, e resta fuori. Resta fuori!&rdquo;&nbsp;(che significa mantieni un valore positivo sulla differenza di tempo imposto per la virtual safety car in modo&nbsp;da non andare troppo&nbsp;veloce, ndr)  Mercedes - &ldquo;OK, Lewis, hanno deciso l&rsquo;impiego della safety car. Resta fuori e resta&nbsp;positivo&rdquo;.  Hamilton (innervosito) - &ldquo;Siete sicuri che restare fuori sia la cosa migliore da fare?&rdquo;  Mercedes - &ldquo;No, puoi venire ai box alla fine del giro. Ma tu resta positivo!&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Possiamo mettere le gomme option (le supersoft, ndr) a meno che non ci dai indicazioni diverse&rdquo;.  Mercedes - (mentre Hamilton &egrave; a met&agrave; del giro) "Confermaci che verrai ai box&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Oppure resta fuori. Resta fuori. E dacci conferma via radio&rdquo;.  Hamilton (sempre pi&ugrave; innervosito) - &ldquo;Ragazzi, qui non va bene. Queste gomme non sono pi&ugrave; in temperatura!&rdquo; (Hamilton ha su le soft, ndr).  Hamilton - &ldquo;Tutti metteranno le option adesso (le supersoft, ndr)&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Ok, ascolta. Vieni ai box. Vieni ai box&rdquo;.  Mercedes - (mentre Hamilton sta per affrontare la Rascasse) &ldquo;Cancella il freno magico (probabilmente un&rsquo;opzione per disattivare una funzione del brake by wire che si fa di routine quando il pilota effettua il pit stop, ndr)&rdquo;.  Mercedes (Mentre Hamilton dietro la safety car entra in pit lane) - &ldquo;Sei all&rsquo;entrata del box. Fai attenzione alla velocit&agrave;&rdquo;.  Mercedes (nel momento in cui Hamilton arriva sulla piazzola del box) - &ldquo;Metti in modalit&agrave; RS (sta per race start, sistema di partenza e si usa al via e per ripartire dai pit stop, ndr)&rdquo;.  Mercedes (quando&nbsp;Hamilton &egrave; ripartito dalla piazzola) - &ldquo;Ora disattiva il RS&rdquo;.  Mercedes (mentre Hamilton rientra in pista) - &ldquo;Attento a non toccare la riga che delimita la corsia di uscita dai box&rdquo;.  Hamilton (sorpreso nello scoprire all&rsquo;uscita dai box di essere dietro Rosberg e Vettel) - &ldquo;Ragazzi... Ma che &egrave; successo???&rdquo;  Mercedes - &ldquo;Ok Lewis... ehm, ci siamo ritrovati dietro! Adesso diamo un&rsquo;occhiata&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Dobbiamo rivedere le immagini video&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Lewis, adesso cerca di scaldare i freni e portarli in temperatura&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Lewis, abbiamo perso il sistema di controllo&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;Dobbiamo fare qualcosa per bypassare il Drs&rdquo;  Hamilton&nbsp;(spazientito)-&rdquo;Abbiamo perso questa gara, vero? Ditemi la verit&agrave;&rdquo;.  Mercedes - &ldquo;No, non se loro perdono la temperatura delle loro gomme. Loro sono sulle gomme prime (le soft, ndr). E tu no: hai una scelta migliore sulla macchina in questo momento&rdquo;.  Hamilton (ansioso, mentre la safety far sta per uscire) - &ldquo;Ditemi: quanti giri mancano?&rdquo;  Mercedes - &ldquo;Ci sono da fare ancora 13 giri&rdquo;.  Come &egrave; andata a finire lo sappiamo tutti.       

Ecco com'&egrave; andata veramente nei dialoghi con i box in occasione del cambio gomme finale che ha tolto la vittoria a Lewis a Montecarlo

Hamilton e lo scambio via radio di Monaco

Come di consueto dopo ogni GP F1, analizziamo in modo pi&ugrave; approfondito e con il supporto delle infografiche Pirelli quel che &egrave; successo in tema di utilizzo delle mescole disponibili e delle strategie di fermata ai box per il cambio ruote. Evidenziando innanzitutto come in questa occasione siano state impiegate le mescole pi&ugrave; morbide della gamma Pirelli, vale a dire la supersoft rossa e la soft gialla, e che la gara non &egrave; stata modificata da ingressi della safety car, potendosi cos&igrave; giostrare esclusivamente sulle strategie programmate.  Per cominciare, si pu&ograve; vedere come Lewis Hamilton abbia vinto rispettando quasi alla lettera i suggerimenti Pirelli, vale a dire sostituendo le supersoft della partenza al 10&deg; giro con un set di soft, mettendo quindi altre soft al 31&deg; giro (cambio dovuto anche a una &ldquo;spiattellata&rdquo;). Dunque ha solo ritardato di 2 giri la prima sosta rispetto alle indicazioni pregara. Per&ograve; sappiamo anche come con l&rsquo;attuale Mercedes non sia certo (solo) la tattica a fare la differenza. Comunque il fatto di aver mantenuto pi&ugrave; a lungo del previsto la mescola pi&ugrave; soffice d&agrave; gi&agrave; un&rsquo;indicazione su quanto successo in gara: le condizioni ambientali e di pista hanno permesso di sfruttare meglio le gomme, tanto che alla fine sono stati pochi, delle vere eccezioni, i piloti che hanno effettuato 3 pit-stop come suggerito in alternativa: Jean-Eric Vergne e Adrian Sutil, peraltro alla fine solo 12&deg; e 16&deg;.  Al contrario, Felipe Massa non solo &egrave; riuscito a prolungare il primo set di supersoft fino al 13&deg; giro, ma sembrava quasi potesse arrivare fino in fondo con le soft montate in quel momento. Poi per&ograve; ha preferito cambiarle al 43&deg; giro, quando ne mancavano 12 alla fine e dunque poteva utilizzare di nuovo le supersoft. Queste, seppur usate, gli hanno permesso di arrivare a ridosso del leader della gara, ma sul finire erano ormai troppo stressate per permettergli un effettivo attacco, consentendogli ugualmente un ottimo 2&deg; posto.  Tattica pi&ugrave; normale per Valtteri Bottas, 3&deg; al traguardo: dopo aver sostato in contemporanea con Hamilton, ha poi proseguito con le soft fino al 35&deg; giro, per poi montare altre soft. Alle sue spalle Daniel Ricciardo, che ha invece seguito una tattica opposta: partito gi&agrave; con le soft (dalla pit-lane, oltretutto) come hanno fatto anche Vettel, Hulkenberg, Perez, Magnussen e Vergne, ha tirato fino al 27&deg; giro e poi con altre soft fino al 47&deg; giro, per montare in ultimo delle supersoft usate. Queste (e la monoposto ormai scarica) gli hanno in ogni caso permesso di ottenere il giro pi&ugrave; veloce in gara, in 1&rsquo;44&rdquo;496, quasi 4 decimi meglio di Massa.  Anche Jenson Button, 5&deg; al traguardo, ha adottato una tattica simile a Hamilton e Bottas, per&ograve; anticipando il primo pit-stop (al 6&deg; giro). Montando altre soft al 28&deg; giro si &egrave; trovato con uno stint lungo 28 giri che alla fine lo ha messo un po&rsquo; in affanno sul ritorno di Nico Hulkenberg, che stava viaggiando molto veloce con le supersoft montate al 37&deg; giro, ma avendo alla fine percorso 18 giri (pi&ugrave; di tutti) su questo set si &egrave; trovato anche lui a dover un po&rsquo; &ldquo;remare&rdquo;. Seguono in classifica Sergio Perez e Sebastian Vettel, che come gi&agrave; segnalato hanno seguito una tattica simile a Hulkenberg ma mettendo le ultime supersoft pi&ugrave; tardi, al 41&deg; e 46&deg; giro rispettivamente.  Troviamo poi Fernando Alonso 9&deg; e Kimi Raikkonen 10&deg;: entrambi hanno seguito una strategia paragonabile a quella di Button (anche se con risultato diverso&hellip;) con Alonso che ha perfino sostato un giro prima per il primo cambio gomme (5&deg; giro). Stavolta la tattica aggressiva non ha pagato, sia perch&eacute; le supersoft hanno dimostrato di poter reggere di pi&ugrave;, sia perch&eacute; dopo la sosta si sono entrambi ritrovati nel traffico ancora compatto e con una tipologia di macchina e messa a punto che, data la scarsa velocit&agrave; massima, non favoriva i sorpassi nonostante i tempi sul giro pi&ugrave; bassi. E in pi&ugrave; dovevano anche guidare pensando a risparmiare i pneumatici.  Detto di Hulkenberg con le supersoft (18 giri), concludiamo ricordando che invece il record di percorrenza a Yas Marina con le soft va a Romain Grosjean, che avendo montato il secondo set al 21&deg; giro ha percorso ben pi&ugrave; di met&agrave; gara (33 giri) con queste gomme. Purtroppo la sua corsa era per&ograve; gi&agrave; compromessa dalla penalizzazione in griglia con l&rsquo;obbligo di drive-through effettuato al 2&deg; giro. &Egrave; anche interessante notare che senza cambio gomme Grosjean ha percorso la pit-lane in 16&rdquo;120, mentre il pit-stop pi&ugrave; veloce fra ingresso e uscita &egrave; stato quello di Raikkonen in 21&rdquo;546: dunque in qualcosa la Ferrari ha comunque svettato, in questa gara.  Maurizio Voltini

Ad Abu Dhabi si sono viste diverse strategie relativamente a mescole e soste

Movimentato dalle gomme il GP F1 finale 

L&rsquo;elemento che tutti prevedevano, anzi quasi attendevano al Gran Premio del Brasile, alla fine &egrave; stato invece assolutamente assente: parliamo della pioggia, data talvolta con probabilit&agrave; elevatissime ma che alla fine non si &egrave; fatta vedere in nessuna delle fasi del GP, dalle prove alla gara. Ci&ograve; non significa per&ograve; che quest&rsquo;ultima sia stata del tutto lineare: la combinazione di varie situazioni ha infatti portato verso un degrado decisamente maggiore del previsto, per i pneumatici utilizzati in gara. Nulla di drammatico, ma le strategie ne sono state condizionate, come vedremo analizzando le infografiche fornite dalla Pirelli al termine della gara che ha visto vincere Rosberg davanti a Hamilton e Massa.  Intanto evidenziamo quali sono le situazioni sfavorevoli accennate: da un lato il fatto che la stessa Pirelli, dopo avvenimenti precedenti in cui era stata accusata di atteggiamenti troppo conservativi, abbia scelto (col beneplacito di autorit&agrave; sportiva e concorrenti) di &ldquo;scalare&rdquo; di uno step verso mescole pi&ugrave; morbide rispetto a quelle inizialmente previste. Poi il nuovo asfalto di Interlagos, pi&ugrave; regolare e performante ma anche pi&ugrave; abrasivo e pi&ugrave; scuro: quest&rsquo;ultimo pu&ograve; sembrare un dettaglio irrilevante, invece ha fatto s&igrave; che, a causa del maggior assorbimento delle radiazioni solari, si sia presentato pi&ugrave; caldo del previsto rispetto alla temperatura ambientale. Che, ultimo elemento a sfavore nella situazione di gara, &egrave; stata oltretutto pi&ugrave; elevata di quanto ci si aspettasse e anche pi&ugrave; che nelle prove.  Cos&igrave; le previsioni si sono dimostrate pi&ugrave; ottimistiche di quanto verificatosi dopo la partenza. La Pirelli infatti suggeriva in modo quasi equivalente le due strategie a 3 o 2 soste, con la prima pi&ugrave; veloce &ldquo;sulla carta&rdquo; ma la seconda meno condizionata dal traffico in pista. Nel secondo caso si ipotizzava che le gomme soft del via potessero reggere fino al 13&deg; giro circa. Invece nella realt&agrave; della gara abbiamo assistito ad un ingresso in massa al primo cambio gomme fra il 5&deg; e il 7&deg; giro (Hamilton e Raikkonen all&rsquo;8&deg;, anche perch&eacute; in quello precedente avevano sostato i compagni di squadra, in quel momento prioritari) perch&eacute; le soft gialle erano gi&agrave; in crisi dando problemi sia di graining che di blistering.  Cos&igrave; &egrave; diventato presto evidente che la strategia a 3 soste e l&rsquo;impiego massivo delle gomme a mescola media fossero pressoch&eacute; obbligati, nonostante quelle soft fossero 1 secondo al giro pi&ugrave; veloci (ma per poco), richiedendo pure una certa cautela nello sfruttamento dei pneumatici. Inoltre si sono messi in evidenza quei piloti che erano partiti gi&agrave; con la mescola media bianca: Hulkenberg, Kvyat, Sutil e Grosjean. In realt&agrave; questa scelta non ha dato un vantaggio sostanziale, e pare sia stata soprattutto la maggior esperienza di Hulkenberg rispetto per esempio a Kvyat a permettergli di gestire adeguatamente le gomme pi&ugrave; dure prima di montare quelle pi&ugrave; morbide nel corso degli ultimi 11 giri, che lo hanno aiutato ad ottenere l&rsquo;ottava posizione finale (quando era partito 11&deg;).  Ma la vera impresa tattico-gestionale di questa gara &egrave; stata quella di Kimi Raikkonen, apparso molto brillante stavolta. Accortisi che con le medie del secondo stint il finlandese riusciva a subire un degrado inferiore, in squadra si &egrave; passati a tentare la tattica di due soli pit-stop, sebbene inizialmente non prevista, fermandosi al 35&deg; giro per il secondo cambio gomme. Un azzardo abbastanza relativo e calcolato: se l&rsquo;ultimo set di pneumatici non fosse stato in grado di reggere fino alla fine, Kimi avrebbe comunque potuto passare a quelli soft per gli ultimi giri, come del resto ha fatto appunto Hulkenberg che oltretutto aveva sostato un giro dopo. Peraltro Raikkonen (come Alonso) aveva a disposizione un set di soft nuove, risparmiate nelle qualifiche, quando in Q3 i ferraristi hanno effettuato un solo tentativo. Che a posteriori si &egrave; dimostrata una scelta che non ha apportato alcun vantaggio, anzi forse ha impedito una miglior posizione sullo schieramento, ma tant&rsquo;&egrave;.  In ogni caso la guida di Raikkonen - stavolta ben assecondato dalla sua Ferrari - ha permesso di proseguire con l&rsquo;ultimo set di Pirelli medie per ben 36 giri (peraltro nemmeno tanto tranquilli, visti i duelli con Button e Alonso) arrivando 7&deg; proprio di fronte a chi aveva operato una tattica all&rsquo;estremo opposto, Hulkenberg. Invece Alonso che ha mantenuto la strategia su 3 soste, con alternanza soft/medie/medie/medie come tutti i primi, &egrave; arrivato appena davanti. Cos&igrave; il finlandese ha offerto una gara interessante da molti punti di vista ottenendo il record di percorrenza con mescola media (36 giri appunto) mentre i pi&ugrave; &ldquo;durevoli&rdquo; con le soft sono stati i citati Hulkenberg e Kvyat, entrambi con gli 11 giri conclusivi.  Dal punto di vista delle restanti statistiche, segnaliamo infine che nella velocit&agrave; dei cambi gomme abbiamo tre &ldquo;crew&rdquo; di meccanici che svettano a pari merito: quelle di Button, di Ricciardo e di Maldonado, tutte cronometrate a 2,3 secondi nell&rsquo;operazione. Chi ha impiegato meno in tutta la fase da ingresso a uscita dalla pit-lane &egrave; per&ograve; Button, che ci ha messo 22&rdquo;620 complessivi, dimostrandosi consistente anche in questa fase oltre che in tutto il resto della gara, nella quale ha ottenuto un ottimo 4&deg; posto considerata l&rsquo;inavvicinabilit&agrave; di Mercedes e Williams (problemi di Bottas a parte).  Maurizio Voltini  

Vediamo le differenti strategie di pit-stop a Interlagos con l&rsquo;aiuto delle infografiche Pirelli

Questi i cambi di gomme al GP del Brasile

Il tempo corre veloce in Formula Uno. Un anno fa la Pirelli era nel mirino a causa di pneumatici che si sfaldavano, oggi le accuse sono invece di eccessiva prudenza. Nel dopogara di Sochi si &egrave; parlato molto dello stint di Rosberg (52 giri del tracciato russo con lo stesso set di pneumatici &ldquo;Medie&rdquo;), e di quanto la scelta conservatrice delle mescole possa influire sullo spettacolo in pista. Felipe Massa gi&agrave; prima della gara Russa, aveva criticato la scelta effettuata dalla Pirelli nel prossimo Gran Premio del Brasile, per il quale sono state deliberate le mescole &ldquo;Medie&rdquo; e &ldquo;Dure&rdquo;.  &laquo;E&rsquo; una scelta pericolosa &ndash; ha commentato Felipe - Interlagos non &egrave; mai stata una pista dove dover utilizzare &ldquo;Medie&rdquo; e &ldquo;Dure&rdquo;. Dovrebbero essere utilizzare gomme &ldquo;Super Soft&rdquo; e &ldquo;Soft&rdquo;, e se proprio si vuole fare una scelta conservativa al massimo &ldquo;Soft&rdquo; e &ldquo;Medie&rdquo;. Non ho idea dei motivi che hanno portato a questa decisione, ma per me &egrave; inaccettabile. Potrebbe essere freddo, potrebbe essere umido, credo che potrebbe anche essere pericoloso l&rsquo;utilizzo delle gomme dure. Non capisco la decisione&raquo;.  &laquo;Quest'anno troveremo anche un nuovo asfalto &ndash; ha proseguito Massa - e abbiamo visto pi&ugrave; volte che una nuova superfice facilit&agrave; il lavoro delle gomme. Quindi non ho davvero idea del motivo che abbia portato a questa scelta. Ho parlato con la Pirelli, e mi hanno detto che ho ragione ma non possono cambiare la decisione, allora ho chiesto lodo di indicarmi chi pu&ograve; farlo, visto che la gara non &egrave; domani e c&rsquo;&egrave; tempo per poter rimediare&raquo;.  Roberto Chinchero

La scelta delle mescole &ldquo;Medie&rdquo; e &ldquo;Dure&rdquo; per il pilota brasiliano non si sposa con il Gran Premio di San Paolo

Massa lancia l&rsquo;allarme gomme

La Mercedes per evitare specualazioni e accuse di favoritismo, non differenzier&agrave; le strategie tra i suoi due piloti, Rosberg ed Hamilton. Anzi, il ritiro di Rosberg al Gp di Gran Bretagna ha tolto il team da una situazione imbarazzante. Che riguarda proprio le strategie dei cambi gomme.In sostanza, al box d&rsquo;argento vige un principio: non solo le tattiche di gara non si cambiano &ldquo;in corsa&rdquo;, ma i piloti devono rispettare lo stesso numero di pit-stop. A Silverstone, gli ordini di squadra prevedevano due soste per ciascun pilota. Con la differenza che per Rosberg, come ha spiegato Toto Wolff, era stata impostata una strategia &ldquo;di copertura&rdquo; (due stint con le gomme media e le dure nel finale), mentre quella di Hamilton era pi&ugrave; aggressiva con la sequenza medie-dure-medie. Questa &egrave; l&rsquo;unica variazione consentita: se anche dovesse essere evidente che un cambio di piani (per esempio il passaggio da due a una sosta, oppure da due a tre) d&agrave; un vantaggio di tempo complessivo, non si cambia pi&ugrave;.  La cosa si spiega sia con la superiorit&agrave; della Mercedes Gp, che a questo punto si aspetta solo lotte &ldquo;In casa&rdquo;, che con la volont&agrave; di non far nascere polemiche proprio su presunti favoritismi del muretto verso questo o quel pilota.  A un rapido calcolo, al Gp d&rsquo;Inghilterra questo principio avrebbe comportato un duello nelle fasi finali, su pneumatici di mescola diversa. Un po&rsquo; come in Bahrain, gara dal finale appassionante. Ma due cose non sono andate come previsto: primo, il ritiro di Rosberg. Secondo, un&rsquo;usura molto inferiore alle stime per le gomme Pirelli, grandi protagoniste (stavolta in positivo) dell&rsquo;ultimo Gran Premio.  Quando Nico ha cambiato gomme come previsto, al giro 18, era in vantaggio su Lewis di 2&rdquo;7. Che sono diventati un ritardo di 15&rdquo;9 all&rsquo;uscita dai box. Gli ingegneri per&ograve; si sono accorti che il consumo dei battistrada era la met&agrave; del previsto. A questo punto sarebbe stato logico passare per Hamilton su una strategia con una sosta in meno (cosa impossibile per Rosberg, perch&eacute; fino al ritiro aveva usato treni della stessa mescola e per regolamento avrebbe dovuto montare anche l&rsquo;altra). Ma non &egrave; stato fatto. E anche se Lewis protestava via radio &laquo;queste gomme vanno ancora bene...&raquo; lo hanno richiamato ai box. Per fortuna sua, Rosberg si era gi&agrave; ritirato, senn&ograve; sai le polemiche...  Alberto Antonini  

Per evitare favoritismi Rosberg e Hamilton non possono fare un numero di pit stop differente

Mercedes impone strategie uguali

I pit-stop sono la chiave del successo nella F1 di oggi. L&rsquo;obiettivo &egrave; fare il cambio gomme in meno di 2 secondi. Ecco come

6 risultati per 'cambio-gomme'

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Lotta ai box