Il pilota romano Federico Scionti, pilota del team Costa Ovest del Campionato italiano Sport Prototipi, si racconta tra carriera, vittorie, e sogni futuri

Campionato Italiano Sport Prototipi: verso Vallelunga con Federico Scionti VIDEO

L&#39;automobilisimo tricolore su pista riparte. Grazie all&#39;approvazione del nuovo protocollo tecnico sanitario ACI Sport ha pubblicato le date del programma 2020 del Campionato Italiano Formula 4. Ecco, di seguito, tutti gli appuntamenti.  Campionato Italiano F4, calendario 2020  12 luglio - Hungaroring 2 agosto - Misano 11 settembre - Red Bull RIng 4 Ottobre - Mugello 18 ottobre - Monza 22 novembre - Imola 6 dicembre Vallelunga  Calendario 2020 Formula Regional European Championship Calendario 2020 Campionato Italiano GT Calendario 2020 TCR 

Ecco le nuove date della F4 italiana

Campionato Italiano F4, calendario 2020

Ala Sala della Regione dell&rsquo;autodromo di Monza &egrave; stato presentato il Campionato Italiano TCR DSG Endurance, serie riservata alle vetture turismo TCR che montano il cambio DSG. Si tratter&agrave; di gare di due ore con due soste obbligatorie, per consentire di partecipare a equipaggi con uno, due o tre piloti.  Alla presentazione sono intervenuti il Direttore Generale di ACI Sport Marco Rogano, il Presidente della Commissione Velocit&agrave; Gian Carlo Minardi, l&rsquo;ideatore del TCR e responsabile di WSC Marcello Lotti, il team owner della Scuderia del Girasole Tarcisio Bernasconi che si occuper&agrave; della gestione tecnica di questo campionato, Alexander Hecker, in rappresentanza di Audi Sport Customer Racing, e Stefano Tagliapietra di CUPRA Italia.  Presenti anche i piloti Dindo Capello e Salvatore Tavano, in rappresentanza dei marchi Audi e CUPRA, con il campione in carica del TCR Italy che &egrave; sceso in pista con la sua Cupra DSG, per condividere con i numerosi presenti la nuova tecnologia della realt&agrave; aumentata che consente a chi indossa uno speciale visore di avere una visuale a 360 gradi dell&rsquo;abitacolo e di interagire in diretta con lo stesso pilota.  La locandina del campionato &egrave; stata disegnata dal vignettista e caricaturista &lsquo;Matitaccia&rsquo; &ndash; al secolo Giorgio Serra - che ha dato una sua interpretazione colorata interpretazione del &lsquo;villaggio&rsquo;, ovvero l&rsquo;area del paddock che sar&agrave; dedicata al campionato TCR DSG Endurance e nella quale saranno ospitate diverse attivit&agrave;.  &quot;Crediamo in questo progetto e riteniamo siano molti i piloti ai quali piace questo tipo di gare. Mancava un campionato di questo tipo. Ci serviva un supporto forte a livello tecnico e quando abbiamo iniziato a parlarne &egrave; stato trovato facilmente un accordo con la Scuderia del Girasole di Tarcisio Bernasconi. A questo punto ci aspettiamo l&#39;appoggio di Marcello Lotti, il grande del TCR, ma quello non ci &egrave; mai mancato, e di vedere in pista tanti piloti e auto considerando anche i costi accettabili&quot;, ha detto Marco Rogano.  &quot;Nella nostra strategia TCR abbiamo sempre evitato di dare autorizzazione a campionati per le DSG, che appartengono solo al Gruppo Volkswagen. ACI Sport e Bernasconi ci hanno per&ograve; presentato un progetto molto allettante. Le premesse per organizzare una serie di livello e interessante c&#39;erano tutte, dunque si &egrave; deciso di fare questo esperimento che &egrave; una novit&agrave; mondiale&rdquo;, ha aggiunto Marcello Lotti. &ldquo;C&#39;&egrave; tutto per avere successo: le auto DSG hanno un&#39;ottima performance e costi gestionali accessibili a tutti. Siamo curiosi e vicini a questo campionato in questa prima esperienza&quot;.  Tarcisio Bernasconi ha illustrato il format di gara e le diverse novit&agrave;, tra le quali la gara sprint che si svolger&agrave; al termine della prima mezz&rsquo;ora di prove ufficiali e che decider&agrave; la griglia di partenza della corsa dell&rsquo;indomani.  &quot;Quella che parte nel 2019 &egrave; una bella novit&agrave;, ACI Sport &egrave; sempre presente sui campi di gara e crediamo che questo campionato possa incrementare la partecipazione di piloti e team grazie all&#39;ottimo lavoro di Tarcisio Bernasconi&quot;, ha aggiunto Gian Carlo Minardi.  E&rsquo; intervenuto anche il direttore del Monza Eni Circuit Pietro Benvenuti, che ha portato il suo saluto. &quot;Pare essere un campionato molto bello, importante e con macchine stupende. Sono molto contento che questa serie parta da Monza&rdquo;, ha detto.  La parola &egrave; passata poi a Dindo Capello, al quale &egrave; stato chiesto di spiegare il fascino delle gare endurance, forte della sua grande esperienza che gli ha consentito di vincere tre volte la 24 Ore di Le Mans.&nbsp; &quot;L&#39;endurance &egrave; una scuola di vita. E&rsquo; una specialit&agrave; che considero la regina del motorsport, perch&eacute; ti insegna il rispetto per il compagno di squadra e per il team, per chi lavora per mandarti in pista. E&#39; brutto fare un errore e distruggere il lavoro di altre persone: &egrave; una cosa di cui ho fatto tesoro nella mia vita e ne sono promotore&rdquo;.  Dindo Capello ha poi parlato del campionato TCR DSG Endurance. &ldquo;Questa serie ha tutte le caratteristiche per sfondare, pu&ograve; coinvolgere un&rsquo;ampia platea di piloti, dal giovanissimo che viene dal kart e decide di assaporare subito una macchina da competizione, al pilota gentleman che riesce divertirsi in un weekend di gara ad alto livello senza dover spendere troppo denaro e tempo. Dunque, dai piloti pi&ugrave; giovani ai pi&ugrave; anziani, che possono insegnare ai primi tante cose. C&#39;&egrave; un confronto fra generazioni che possono mettere in luce le proprie qualit&agrave; anche strategiche.  &nbsp;&ldquo;Per entusiasmare, un campionato deve offrire auto belle esteticamente, affidabili dal punto di vista tecnico e competitive quanto a prestazioni. Credo che il campionato TCR DSG Endurance abbia tutte queste caratteristiche&rdquo;, ha aggiunto Capello.  Dindo Capello ha anche accettato la sfida di tornare a correre, su una macchina VIP, in una delle tappe della stagione del TCR DSG Endurance.  &ldquo;E&rsquo; l&rsquo;occasione buona per togliere un po&rsquo; di ruggine essendo un paio di anni, anche tre, che non salgo su una macchina da gara&rdquo;, ha concluso Dindo Capello.  &quot;Secondo me il punto forte di questo nuovo campionato &egrave; lo sforzo di portare il motorsport e i piloti vicini al pubblico. Gli appassionati devono essere inseriti nel paddock in modo da vedere i concorrenti e conoscerli, una cosa che si &egrave; un po&#39; persa&rdquo;, ha aggiunto Salvatore Tavano, campione in carica del TCR Italy.  Infine la parola &egrave; passata ai rappresentanti di due Marchi attesi protagonisti del nuovo campionato. &quot;Abbiamo molto apprezzato l&#39;impegno nel realizzare questo campionato&rdquo;, ha detto Alexander Hecker di Audi Sport Customer Racing. &ldquo;Era qualcosa che mancava nel panorama del motorsport internazionali e potr&agrave; portare in pista sia i piloti giovani sia i gentlemen. Penso che ce ne fosse bisogno e che il livello di competizione potr&agrave; essere molto alto&quot;.  &quot;E&#39; importantissimo portare il pubblico a contatto con il mondo del motorsport, &egrave; un valore aggiunto e ce n&#39;&egrave; bisogno. Per Cupra il 2019 &egrave; un anno importante perch&eacute; siamo impegnati in prima persona e presenti sulle piste&rdquo;, ha aggiunto Stefano Tagliapietra, di Cupra Italia.  Ospite d&rsquo;eccezione nel pubblico la show-girl Cristina Buccino, balzata alla notoriet&agrave; per la sua partecipazione all&rsquo;Isola dei Famosi,&nbsp; e che ha espresso il suo interesse per il nuovo campionato, dichiarando la sua passione per la velocit&agrave;.  &nbsp; 

Il tre volte vincitore della 24 Ore di Le Mans Dindo Capello ha annunciato il suo ritorno alle corse per prendere parte ad una tappa del nuovo campionato italiano

Capello e Tavano tengono a battesimo il TCR DSG Endurance

        Nuove prospettive in vista per i piloti del turismo: da quest&rsquo;anno infatti negli ACI Racing Weekend ci sar&agrave; un&rsquo;opzione in pi&ugrave; per cimentarsi in pista, con il Campionato Italiano TCR DSG Endurance. novit&agrave; degli ACI Racing Weekend per la stagione 2019. Ma ormai manca poco per scoprire iI nuovo teatro di sfida per le vetture turismo TCR con cambio DSG: la presentazione ufficiale del campionato &egrave; in programma alle ore 11 del mattino di gioved&igrave; 10 gennaio alla Sala della Regione dell&rsquo;Autodromo di Monza. L&rsquo;evento &egrave; aperto alla stampa ma anche ai teaseim, ai piloti e agli addetti ai lavori.  Con sei gare in calendario, sui principali circuiti, da Monza a Vallelunga, da Imola al Mugello e Misano, rappresenta il primo e unico campionato italiano endurance riservato a sole vetture TCR con cambio DSG. Alla presentazione interverranno, tra gli altri, il Direttore Generale di ACI Sport Marco Rogano, il presidente della Commissione Velocit&agrave; Giancarlo Minardi, l&rsquo;ideatore del concetto TCR Marcello Lotti e il team owner della Scuderia del Girasole Tarcisio Bernasconi, al quale &egrave; affidata la gestione tecnica del Campionato Italiano. DUE GRANDI DEL TURISMO - Ospiti d&rsquo;eccezione alla presentazione saranno due grandi piloti del turismo: Dindo Capello e Salvatore Tavano, in rappresentanza, rispettivamente, dei marchi Audi e Cupra che, insieme a Volkswagen, saranno i protagonisti del Campionato Italiano TCR DSG Endurance. L&rsquo;Audi RS3 LMS, la CUPRA Leon e la Volkswagen Golf GTI saranno in esposizione all&rsquo;interno della Sala della Regione durante la conferenza. Dindo Capello &egrave; un profondo conoscitore delle gare endurance e ha conquistato la vittoria in ben tre edizioni della 24 Ore di Le Mans al volante di un&rsquo;Audi; Salvatore Tavano &egrave; il campione in carica del TCR Italy con la CUPRA e ha vinto lo scorso novembre la sua prima gara di durata, la 24 Ore di Adria. Entrambi saranno a disposizione per rispondere alle domande degli intervenuti e condividere la loro importante esperienza agonistica, nonch&eacute; per interviste con la stampa. Le gare del nuovo TCR DSG Endurance avranno la durata di due ore &ndash; novit&agrave; assoluta nel panorama dei campionati italiani turismo &ndash; e godranno di copertura televisiva in diretta e live-streaming.&nbsp;&nbsp;       

La presentazione del nuovo campionato gioved&igrave; 10 gennaio all'autodromo di Monza. Ci saranno il tre volte vincitore della 24 Ore di Le Mans Dindo Capello e il campione in carica del TCR Italy Salvatore Tavano

L'italiano TCR DSG Endurance scalda i motori

        L'annuncio arriva direttamente da ACISport: il prossimo anno gli appassionati del turismo in pista avranno un'opzione inedita per confrontarsi. Nasce infatti il campionato italiano TCR DSG Endurance, che gi&agrave; nel nome racchiude le sue peculiarit&agrave;: &egrave; innanzitutto un vero e proprio campionato tricolore, e non un trofeo, ed &egrave; riservato esclusivamente alle vetture TCR in configurazione DSG, che faranno griglia a s&eacute;. Si tratta dunque del primo e unico campionato endurance per queste vetture che sono straordinariamente prestazionali pur essendo meno costose delle TCR con cambio sequenziale. TUTTI A MONZA - Il calendario e le linee guida del nuovo campionato italiano TCR DSG Endurance saranno divulgati nella conferenza di presentazione, in programma il 10 gennaio alle 11.00 nella Sala della Regione dell&rsquo;autodromo di Monza, ma qualche informazione &egrave; gi&agrave; trapelata. LE PRIME INDISCREZIONI - Saranno sei le gare in calendario, sui principali circuiti, da Monza a Vallelunga, da Imola al Mugello e Misano. Le gare avranno la durata di due ore, con una sosta obbligatoria, e godranno di copertura televisiva in diretta e live-streaming.  La Scuderia del Girasole di Tarcisio Bernasconi svolger&agrave; la funzione di service-promoter per tutti gli aspetti sportivi. Per tutte le altre informazioni ACISport d&agrave; appuntamento al 10 gennaio al circuito di Monza, in un incontro aperto alla stampa ma anche a team, piloti e addetti ai lavori.       

Riservato solo alle vetture con cambio DSG, prevede sei gare di due ore in diretta tv

E' nato il campionato italiano TCR DSG Endurance

PORTOFERRAIO.&nbsp;Uno sbatte e si cosparge il capo di cenere. L&#39;altro pizzica una gomma subito dopo e ammette di aver sbagliato proprio come un pollo. L&#39;altro ancora s&#39;era gi&agrave; tolto dai giochi al pronti via e l&#39;ultimo, infine, seguita a provare gomme e assetti per trovare la quadra nel suo nuovo pacchetto.  Gli altri sono, nell&#39;ordine, Simone Campedelli, Andrea Crugnola, Andrea Nucita e Umberto Scandola. I quattro pi&ugrave; veloci del Tricolore, se non ci fosse Paolo Andreucci.  Gi&agrave;, proprio lui. Gi&agrave;, sempre lui. Gi&agrave;, ancora lui. Che a cinquantatr&eacute; anni suonati e dopo aver vinto pi&ugrave; di chiunque altro, resta sempre l&#39;uomo da battere. Anche in una gara nuova per tutti come il Rallye Elba del ritorno nel Tricolore, anche con una vettura sulla carta inferiore alle dirette avversarie, anche dopo un inizio a controllare mentre gli altri cercavano di scappare via.  E invece &egrave; ancora l&agrave;, sempre l&agrave;, inesorabilmente l&agrave;. Gli avversari ci provano a tenere il suo ritmo, a metterlo in difficolt&agrave;, a stargli davanti, ma alla fine devono semplicemente arrendersi alla legge del pi&ugrave; forte.  Chiedere a Simone Campedelli, per conferma. Che ha disputato una prima parte di gara davvero ottima &ndash; andando subito all&#39;attacco e mettendosi a tirare il gruppo nelle prove del venerd&igrave;, salvo poi sprecare tutto il giorno dopo, con un errore nella prima prova del mattino, proprio quando sarebbe stato opportuno portare la macchina in fondo per capire quali sarebbero state le forze in campo il sabato.  Non ha cercato scuse il romagnolo e ha subito riconosciuto le sue colpe. Responsabilit&agrave; che evidentemente, nascono dalla pressione che lui e la squadra si impongono per cercare di ottenere sempre e comunque il massimo. Una strategia che pu&ograve; andare bene per le singole gare ma che non pu&ograve; certo venir buona per vincere i campionati.  All&#39;opposto, invece, l&#39;approccio di Umberto Scandola che in quanto a velocit&agrave; pura &egrave; ancora troppo lontano dal vertice (ma ora arriver&agrave; la terra a rimescolare gli equilibri) ma che intanto continua a mettere in fila dei podi,&nbsp;che di fatto lo legittimano a proporsi come unico avversario credibile nella rincorsa al titolo. Finale di gara a dir poco concitato nella lotta per il terzo posto, con sia Nucita sia Scattolon (fino a quel momento praticamente impeccabile) attardati da una foratura. Bronzo andato cos&igrave; ad Andrea Crugnola, che in questo modo ha raddrizzato una giornata che nella sua prima parte non gli aveva poi detto troppo bene.  La classifica finale del 51. Rallye Elba: 1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) in 1.40&#39;49&rdquo;1; 2. Scandola-D&#39;Amore (Skoda Fabia R5) a 30&rdquo;2; 3. Crugnola-Fappani (Ford Fiesta R5) a 54&rdquo;8; 4. Michelini-Perna (Skoda Fabia R5) a 1&#39;27&rdquo;3; 5. Testa-Bizzocchi (Ford Fiesta R5) a 2&#39;28&rdquo;9.&nbsp; 

Il pilota Orange sbatte mentre &egrave; in testa e il campione della Peugeot festeggia la terza vittoria in quattro gare

Rally dell&#39;Elba,&nbsp;Campedelli sbaglia e Andreucci festeggia

CEFALU&#39; - Per un pilota siciliano c&#39;&egrave; prima di tutto lei, la Targa. Da pi&ugrave; di un secolo, da 102 edizioni a oggi, per chi &egrave; nato sull&#39;isola e gode a maneggiare il volante di un&#39;auto da corsa, la corsa ideata da Don Vincenzo Florio rappresenta il sogno che vale una carriera. E se il sogno si tramuta in realt&agrave; quando a 28 anni sei ancora una delle pi&ugrave; belle speranze del rallismo tricolore, ecco che allora tutto diventa quasi magico.  Lo sa bene Andrea Nucita, che sul traguardo di Cefal&ugrave; ha alzato la sua prima Targa al termine di una gara difficilissima e perfetta. In condizioni che hanno messo in crisi praticamente tutti, compreso sua maest&agrave; Paolo Andreucci che su queste strade ha trionfato per ben dieci volte, il pilota di Santa Teresa Riva &egrave; stato semplicemente perfetto. Mai una sbavatura, mai un&#39;incertezza, nemmeno quando si &egrave; trovato con le scarpe meno adatte sul fondo reso viscido dalla pioggia. Un successo netto, limpido, pesante.  La prima vittoria di Nucita in una gara valida per il Tricolore, la prima vittoria della Hyundai i20 R5 sulle strade dell&#39;Italiano. E poco importa che n&eacute; il pilota n&eacute; la casa siano iscritti al campionato, ch&eacute; vergare il proprio nome nell&#39;albo d&#39;oro della corsa pi&ugrave; antica del mondo ha un valore che supera quello di qualsiasi classifica. Per una volta dietro hanno chiuso Paolo Andreucci e la Peugeot: il garfagnino ha accarezzato a lungo l&#39;idea di portarsi a casa la sua undicesima Targa Florio, ma un piccolo errore nel secondo passaggio a Cefal&ugrave; gli ha saggiamente consigliato di badare ai punti &ndash; pesantissimi &ndash; del campionato pi&ugrave; che all&#39;ennesima vittoria in battaglia.  Gi&agrave;, perch&eacute; se Umberto Scandola da parte sua sorride, con un terzo posto per il quale alla vigilia avrebbe messo una gran bella firma, sono lacrime quelle che rigano le espressioni siciliane di Andrea Crugnola e Simone Campedelli. Il primo ha suo malgrado dovuto alzare bandiera bianca sin dal mattino, tradito dalla rottura di un mozzo, mentre il secondo si mangia le mani per un errore commesso all&#39;inizio del secondo giro di prove, quando era l&igrave; a giocarsi la medaglia d&#39;oro proprio con Nucita e Andreucci. Quarto e felice l&#39;altro idolo di casa, Tot&ograve; Riolo, che ha chiuso davanti a un bravissimo Panzani. Vittoria nel Tricolore Junior per De Tommaso, lesto ad approfittare dell&#39;errore nel finale di Ciuffi, che aveva invece tirato il gruppo per tutta la giornata.  La classifica finale della 102. Targa Florio: 1. Nucita-Vozzo (Hyundai i20 R5) in 1.37&#39;40&rdquo;7; 2. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) a 19&rdquo;2; 3. Scandola-D&#39;Amore (Skoda Fabia R5) a 52&rdquo;4; 4. Riolo-Rappa (Skoda Fabia R5) a 1&#39;33&rdquo;1; 5. Panzani-Pinelli (Ford Fiesta R5) a 1&#39;46&rdquo;2; 6. Scattolon-Zanini (Skoda Fabia R5) a 2&#39;10&rdquo;2; 7. Michelini-Castiglioni (Skoda Fabia R5) a 2&#39;20&rdquo;9; 8. Rusce-Farnocchia (Ford Fiesta R5) a 2&#39;24&rdquo;0; 9. Testa-Bizzocchi (Ford Fiesta R5) a 3&#39;14&rdquo;3; 10. Pollara-Princiotto (Peugeot 208 T16) a 4&#39;48&rdquo;3. 

Il giovane siciliano vince &quot;A Cursa&quot; con la Hyundai al termine di una gara difficile e perfetta, battendo Andreucci e la Peugeot

CIR, Nucita trionfa alla Targa Florio ed entra nell&#39;Olimpo della gara pi&ugrave; antica del mondo

SANREMO. Tutto in 34 chilometri: dopo una notte e un&#39;altra mezza giornata di lotta col coltello tra i denti, dopo secondi rubati e secondi guadagnati, dopo sogni che per alcuni si sono fatti reali e che per altri si sono trasformati in incubi, il Rally di Sanremo numero 65, quello andato in scena esattamente 90 anni dopo a sua prima volta, si &egrave; deciso con una sfida all&#39;ultimo metro dell&#39;ultima prova speciale, come se tutto quello che c&#39;era stato prima non avesse fatto che preparare il terreno per il gran finale.  Dall&#39;unione delle tre prove del mattino, Testico, San Bartolomeo e Colle d&#39;Oggia, gli organizzatori capitanati da Sergio Maiga hanno tratto gli ingredienti per la sceneggiatura del finale thrilling. In cinque si sono presentati al via dell&#39;ultima speciale con in macchina il proprio obbiettivo pericolosamente pronto a tramutarsi in rimpianto. Paolo Andreucci davanti a tutti sin dal primo metro, a doversi far bastare i 13&rdquo;3 di vantaggio su Campedelli prima delle ultime stoccate. E poi il romagnolo, a sua volta preso tra la voglia di tentare il colpaccio e la necessit&agrave; di guardarsi le spalle da Andrea Crugnola, distante meno di 6&rdquo; appena.  E poi ancora Umberto Scandola, con la voglia matta di mettersi ancora una medaglia al collo e il fiato di Andrea Nucita quasi sul collo. In cinque per tre posti sul podio, in cinque anche, numeri alla mano, per portarsi a casa la vittoria in una gara che vale (quasi una stagione). Tensione, altissima. Di quelle da dare la scossa oppure da illuminare d&#39;un bagliore accecante un finale da ricordare o da scordare in fretta per non restarne intossicati.    Esaltante per Paolo Andreucci, capace di concedere soltanto qualche secondo a Campedelli e di portarsi cos&igrave; a casa il suo sesto Rally di Sanremo, nonch&eacute; il quarto consecutivo, andando cos&igrave; a battere nella classifica di edizioni vinte di fila due nomi come quelli di Miki Biasion e Gilles Panizzi. Luce forte pure per Campedelli, che cresce ancora dopo l&#39;esordio del Ciocco e conferma di essere diventato uomo da campionato, buio pesto invece per Andrea Crugnola, che nell&#39;ultimo assalto ha pizzicato una gomma lasciando a bordo strada il podio e punti che sarebbero stati pesanti assai. A chiudere il podio &egrave; stato cos&igrave; Umberto Scandola, decisamente a suo agio nella prima parte di gara corsa sull&#39;asfalto umido e poi capace di tenere la barra dritta quando le condizioni si sono fatte meno facili per le armi a sua disposizione. Buon quarto Andrea Nucita, ancora una volta battitore libero e non iscritto al Tricolore, capace comunque di aggiungere pepe a tutta la faccenda.  La classifica finale del 65. Sanremo Rallye  1. Andreucci-Andreussi in 1.40&#39;34&rdquo;7; 2. Campedelli-Canton (Ford Fiesta R5) a 9&rdquo;7; 3. Scandola-D&#39;Amore (Skoda Fabia R5) a 50&rdquo;7; 4. Nucita-Vozzo (Hyundai i20 R5) a 1&#39;08&rdquo;6; 5. Gryazin-Fedorov (Skoda Fabia R5) a 2&#39;58&rdquo;1. 

&nbsp;Il toscano Peugeot fa doppietta dopo la vittoria del Ciocco e gi&agrave; allunga nella classifica del Campionato Italiano Rally

CIR, Andreucci vince in volata il 65&deg; Sanremo

CASTELNUOVO IN GARFAGNANA.&nbsp;L&#39;illusione &egrave; durata il tempo di una notte appena. Quella trascorsa tra la prova spettacolo di Forte dei Marmi e la prima boucle del mattino. Paolo Andreucci era andato a dormire staccato di quattro secondi netti dalla vetta, dopo aver pasticciato un poco sui due chilometri e spicci che hanno aperto il Tricolore 2018. Ma, di certo, non ci ha perso il sonno. Sapeva benissimo, il campionissimo della Peugeot, che la faccenda si sarebbe fatta seria soltanto il giorno dopo, con i quasi 150 km di speciali che aspettavano lui e il resto della truppa su e gi&ugrave; per la Media Valle e la Garfagnana.  E cos&igrave;, appena si &egrave; trattato di mettere le ruote sulle strade vere, Andreucci ha attaccato come lui solo sa fare. Primo all&#39;alba a Massa Sassorosso, primo ancora a Careggine, lontano dai guai nella mini prova all&#39;interno del Ciocco e poi ancora davanti a tutti a Tereglio. Un forcing pressante, pesante, estenuante per tutti gli altri. Come sempre riesce a fare quando sente l&#39;odore del successo, il ragazzo del &#39;65 ha spinto a fondo solo quando era davvero necessario e per il resto ha tenuto un ritmo alto assai, ma senza prendersi troppi rischi.  Ottavo successo per lui al Ciocco e soprattutto un inizio di campionato che suona subito come un pugno in faccia alle speranze degli avversari. Chi si aspettava aria di novit&agrave;, rester&agrave; deluso: nonostante gli Scandola, i Campedelli, i Crugnola e la lunga lista dei tanti che hanno staccato il biglietto per il Tricolore, &egrave; ancora Andreucci davanti e di dietro tutti quanti. Altri si sono complicati la vita: Campedelli con un paio di forature che non gli hanno comunque tolto la gioia del podio, Scandola con una prova incolore culminata nel ritiro.  Si salva Andrea Crugnola, che col suo secondo posto conferma di aver iniziato la stagione con la mentalit&agrave; adatta a fare un gran campionato. Di certo tra il varesino e il romagnolo, sar&agrave; una gran bella battaglia, come del resto &egrave; sempre stato quando si sono trovati a incrociare i guantoni a parit&agrave; di vetture.  E dietro? Dietro c&#39;&egrave;&nbsp;stato di che divertirsi con la gara offerta dai giapponesi Katsuta e Arai e con la prova pi&ugrave; che convincente di Rudy Michelini. Nel Due Ruote Motrici vittoria di Ferrarotti, dopo la foratura di Canzian con cui aveva battagliato per gran parte della gara, mentre tra gli Junior, con l&#39;ufficiale De Tommaso decisamente in ombra, &egrave; toccato a Tommaso Ciuffi fare festa davanti ad Andrea Mazzocchi.  La classifica finale del 41. Rally del Ciocco  1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) in 1.46&#39;02&rdquo;0; 2. Crugnola-Fappani (Ford Fiesta R5) a 20&rdquo;8; 3. Campedelli-Canton (Ford Fiesta R5) a 29&rdquo;7, 4. Katsuta-Salminen (Ford Fiesta R5) a 1&#39;37&rdquo;8; 5. Michelini-Perna (Skoda Fabia R5) a 1&#39;40&rdquo;0; 6. Arai-Macneall (Ford Fiesta R5) a 1&#39;44&rdquo;6; 7. Rusce-Farnocchia (Ford Fiesta R5) a 2&#39;50&rdquo;1; 8. Panzani-Pinelli (Ford Fiesta R5) a 4&#39;29&rdquo;9; 9. Gryazin-Fedorov (Skoda Fabia R5) a 4&#39;51&rdquo;6; 10. Santini-Romei (Skoda Fabia R5). 

Il campionissimo Peugeot vince la gara di casa, primo round del Campionato Italiano Rally 2018: l&#39;uomo da battere &egrave; sempre lui

CIR, il Leone Andreucci picchia per primo al Ciocco

Con ben 102 iscritti nelle diverse categoria, il primo round stagionale del Campionato Italiano Rally si presenta felicemente sovraffollato. D&#39;altronde il fascino del Ciocco &egrave; noto a tutti gli appassionati e la dura battaglia combattuta lo scorso anno nella classe regina non fa che alimentare le aspettative. Cos&igrave; come la presenza di tanti piloti stranieri di prim&#39;ordine, pronti a dar filo da torcere a Simone Campedelli, ultimo vincitore del rally, cos&igrave; come al campione in carica (per la decima volta) Paolo Andreucci.  Il cannibale della Garfagnana &egrave; anche padrone di casa e a lui spetta l&#39;onore di presentare il 41&deg; Ciocco: &ldquo;Come spesso capita in questi casi quando si corre nella propria terra, bisogna prestare doppia attenzione perch&eacute; la pressione e le aspettative sono molto forti e possono portare a sbagliare. E&rsquo; per me bello perch&eacute; &egrave; l&rsquo;appuntamento con le strade che conosco di pi&ugrave;. C&rsquo;&egrave; poi sempre tanta gente che tifa per me e questo aiuta non poco. E&rsquo; un rally difficile per le frequenti variazioni meteo, perch&eacute;, essendo una gara invernale, si possono trovare differenti condizioni di fondo. Fondo che generalmente &egrave; pi&ugrave; sporco rispetto ad altre tappe estive. Si trova anche ghiaia, ghiaccio o neve in alcuni punti. Si deve stare molto attenti anche nella scelta delle gomme viste queste variabili sul percorso. Altra caratteristica del Ciocco &egrave; il fatto di essere una gara molto lenta, la pi&ugrave; lenta di tutto il campionato italiano. Tanti tornanti, molte curve anche con forti tagli e rischio conseguente di rottura pneumatico. Va poi prestata molta attenzione ai cambiamenti di ritmo, perch&eacute; ci sono forti variazioni tra una prova speciale e l&rsquo;altra. Il campionato quest&rsquo;anno si apre con nuove auto e nuovi piloti e quindi un po&rsquo; di suspense per capire a che livello siano. Non posso non apprezzare poi l&rsquo;aumento delle iscrizioni perch&eacute; saranno presenti pi&ugrave; di 100 equipaggi (di cui oltre 25 di categoria R5) ed &egrave; una ottima notizia per il CIR&rdquo;.    Andreucci divider&agrave; come sempre l&#39;abitacolo della Peugeot con Anna Andreussi ma&nbsp; tra i favoriti per la vittoria troviamo anche il gi&agrave; citato cesenate Simone Campedelli, affiancato da Tania Canton su Ford Fiesta evoluta; l&rsquo;irriducibile veronese Umberto Scandola, uomo di punta Skoda Italia, con la Fabia e il fido &ldquo;Gillo&rdquo; D&rsquo;Amore alle note, deciso a bissare il titolo conquistato nel 2013 e a portare a casa il suo primo &ldquo;Ciocco&rdquo;. Un tris d&#39;assi che diventa cui si aggiunge&nbsp; Andrea Crugnola, veloce e giovane pilota varesino su Ford Fiesta HK Racing navigato da Danilo Fappani.    Il via venerd&igrave; 23 marzo alle 17.3o con la speciale sul lungomare di Forte dei Marmi, seguito da un sabato tiratissimo con 14 speciali per un totale di 150 km cronometrati prima dell&#39;arrivo a Castelnuovo Garfagnana intorno alle 19.30.    &nbsp; 

Ben 102 iscritti alla 41esima edizione del Rally del Ciocco: partenza da Forte dei Marmi con Andreucci, Campedelli e Scandola sotto i riflettori

Campionato Italiano Rally, partenza sovraffollata al Ciocco

Paolo Andreucci &egrave; un immortale. Un esempio raro di longevit&agrave; vincente. Come Gabriele Tarquini, che lo scorso anno ha ribadito, a 55 anni, di poter vincere una gara di livello internazionale. O come Carlos Sainz, indomabile veterano recentemente vincitore della Dakar. E proprio come il Cinghio e Carlos Magno, anche Ucci non ha intenzione di fermarsi: dopo aver vinto il 10&deg; titolo italiano rally, il pilota della Garfagnana annuncia di proseguire nel CIR anche nel 2018.  Ovviamente affiancato dalla compagna-navigatrice Anna Andreussi e, quasi non c&rsquo;&egrave; bisogno di sottolinearlo, al volante della Peugeot 208 T16 che tante volte ha portato per prima al traguardo negli ultimi anni.  L&rsquo;appuntamento &egrave; per il 22 marzo, giorno in cui si aprono le ostilit&agrave; al Ciocco, primo round stagionale del CIR. E Andreucci, che ha non poco sudato per centrare l&rsquo;ultimo titolo, &egrave; pronto ad affrontare l&rsquo;ennesima sfida:&nbsp; &ldquo;Sono estremamente convinto della decisione presa assieme a Peugeot che mi ha rinnovato il supporto per il campionato italiano rally 2018. Abbiamo fatto una stagione magnifica nel 2017 e sento di poter portare a casa grandi risultati anche quest&rsquo;anno, grazie al prezioso e costante supporto di tutta la squadra che, anche l&rsquo;anno scorso, &egrave; stata davvero fantastica. Dal canto suo, la 208 T16, ha dimostrato ancora una volta di essere molto competitiva e affidabile e questo mi fa ben sperare per la stagione che prender&agrave; il via il prossimo 24 marzo al Ciocco. Non sar&agrave; sicuramente un campionato facile, ma l&rsquo;impegno &egrave; massimo e la determinazione a vincere sar&agrave; assoluta!&rdquo;  Cos&igrave; come Anna: &ldquo;E&rsquo; stata una lunga e profonda valutazione quella che ha portato alla decisione di correre ancora nel CIR. E non potevamo farlo senza Peugeot! Paolo se lo sente molto nelle gambe ed io sono altrettanto determinata a ripetermi anche quest&rsquo;anno. La scorsa stagione &egrave; stato un sogno che si &egrave; avverato, frutto di tanto lavoro, impegno, determinazione che sicuramente metteremo anche quest&rsquo;anno. Abbiamo poi la consapevolezza di guidare un&rsquo;auto fantastica, molto competitiva e che non riserva sorprese in termini di affidabilit&agrave;. Non vediamo l&rsquo;ora di partire al Ciocco! &rdquo;.  Per raccontare con leggerezza la decisione di correre una nuova stagione, Ucci e Ussi hanno anche realizzato una clip (vedi in basso), dove ci siamo anche noi di Autosprint. O meglio uno dei Caschi d&rsquo;Oro con cui abbiamo premiato nei decenni le imprese di Andreucci: evidentemente il Cannibale della Garfagnana ha ancora spazio in bacheca.   

Paolo Andreucci e Anna Andreussi confermano la partecipazione al Campionato Italiano Rally 2018 con Peugeot

Andreucci, l&#39;immortale del CIR: al via anche nel 2018 con Peugeot

VERONA - Alla fine, nel bene e nel male, tutto si &egrave; deciso ieri. Nel bene per la grandissima prima tappa di Paolo Andreucci, in grado di imporre sin dalla prime prove di sabato un ritmo capace di sfiancare gli avversari in corsa per il titolo. Nel male per Simone Campedelli e Umberto Scandola, alle prese con i rimpianti per quel che avrebbe potuto essere e invece non &egrave; stato. Gi&agrave;, perch&eacute; sotto l&#39;arena fanno festa soltanto i due ex rivali di un tempo: da una parte Andreucci, che dopo aver vinto la prima tappa oggi si &egrave; concesso una giornata quasi di riposo e si &egrave; accontentato del quarto posto finale, che per&ograve; gli basta e avanza per cucirsi sulla tuta il decimo scudetto.  Dall&#39;altra Luca Rossetti, tornato una tantum nel Tricolore, che con la Skoda Fabia R5 della PA Racing gommata Pirelli si &egrave; permesso il lusso di vincere il Due Valli, dimostrando coi fatti che la classe &egrave; rimasta esattamente quella di un tempo. Gli altri, invece, possono soltanto cospargersi il capo di cenere e riflettere sull&#39;occasione perduta.&nbsp;  Lo fa soprattutto Simone Campedelli, che esce comunque a testa altissima dalla sua prima stagione completa con una vettura da assoluto: in corsa per il titolo sino all&#39;ultima gara, il romagnolo ha visto il sogno sfuggirgli ieri con una doppia foratura, cui oggi &egrave; seguita un&#39;altra piccola sbavatura. Poteva chiudere terzo assoluto e secondo in campionato, ma una sciocchezza al controllo stop dell&#39;ultima speciale un&#39;incomprensione tra il navigatore e i cronometristi gli sono costati una penalit&agrave; di 5 minuti che l&#39;hanno spinto gi&ugrave; dal podio e retrocesso al terzo posto del Tricolore.  Secondo assoluto, ma con molta pi&ugrave; amarezza, Umberto Scandola: il veronese per far suo il titolo era chiamato a un&#39;impresa ancora pi&ugrave; difficile di quella di Campedelli, ma nella realt&agrave; dei fatti non &egrave; mai stato in corsa per la vittoria e in due giorni non ha mai mostrato un vero acuto. Ennesima occasione perduta, quando non si sa quante ne resteranno a disposizione. La festa Peugeot &egrave; completata pure dal decimo titolo tra i Costruttori: pallottoliere alla mano, questa era poco pi&ugrave; di una formalit&agrave;, chiusa in pratica sin dalle verifiche pre gara.  La classifica finale del Rally Due Valli:1. Rossetti-Chiarcossi (Skoda Fabia R5) in 1.47&#39;51&rdquo;6; 2. Scandola-D&#39;Amore a 41&rdquo;7; 3. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) a 5&rdquo;4; 4. Chentre-D&#39;Herin (Hyundai i20) a 4&#39;34&rdquo;2; 5. Pollara-Princiotto (Peugeot 208 T16) a 5&#39;22&rdquo;3; 6. Campedelli-Ometto (Ford Fiesta R5) a 5&#39;47&rdquo;4; 7. Nucita-Vozzo (Abarth 124) a 7&#39;13&rdquo;8; 8. Maestrini-Michi (Skoda Fabia R5) a 9&#39;25&rdquo;3; 9. Targon-Prizzon (Renault Clio S1600) a 9&#39;42&rdquo;5; 10. Carella-Bracchi (Peugeot 208 R2) a 10&#39;06&rdquo;8. 

L&#39;inossidabile pilota Peugeot festeggia il decimo scudetto tricolore in una gara vinta da Rossetti su Skoda

Campionato Italiano Rally, Andreucci conquista il 10&deg; titolo al Due Vally

VERONA - I campioni di razza si vedono nei momenti chiave, quando la pressione &egrave; alle stelle, la posta in palio altissima e sbagliare pu&ograve; esser fatale. Condizioni che Paolo Andreucci conosce molto bene e che storicamente hanno sempre esaltato il garfagnino di Peugeot Italia. Condizioni che, al Due Valli, gli stanno permettendo per ora di fare la differenza. Dopo aver lasciato pi&ugrave; di 5 secondi agli avversari venerd&igrave;&nbsp;sera, nella prova spettacolo allestita nel parcheggio del palasport, sabato mattina &quot;Ucci&quot; ha resettato tutto ed &egrave; ripartito con il chiaro obiettivo in testa di sferrare subito un colpo capace di tramortire il resto della truppa. Ci &egrave; riuscito alla grande, riuscendo a costruirsi prova dopo prova un vantaggio sempre pi&ugrave; consistente.  L&#39;unico apparentemente in grado di contrastarlo &egrave; sembrato, per gran parte della giornata, Simone Campedelli, ma il romagnolo della Orange si &egrave; arreso sulla settima speciale, dopo aver pizzicato due gomme e lasciato sul campo pi&ugrave; di un minuto. Anche se le sue speranze di colmare il divario s&#39;erano gi&agrave; assottigliate prima, visto che il secondo passaggio sui 21 km della prova di C&agrave; del Diaolo, potenzialmente in grado di riaprire i giochi, &egrave; stato annullato per soccorrere uno spettatore colto da malore. La matematica tiene ancora Simone in gioco, ma per vincere lo scudetto il romagnolo deve vincere tappa e gare domani e sperare in un ko di Andreucci: difficile, molto difficile, anche perch&eacute; per farlo dovr&agrave; rimontare un minuto a Luca Rossetti, tornato una tantum nel Cir con la Skoda di Perico e subito in grado di lottare al top, tanto da chiudere la prima tappa a meno di 3 secondi da Paolo Andreucci, al quale potrebbe cos&igrave; coprire le spalle. A proposito di Skoda, nella squadra ufficiale degli Scandola oggi nulla ha girato come avrebbe dovuto: Umberto &egrave; sempre stato lontano dal ritmo dei primi tre e quasi a nulla &egrave; servito sostituire i due differenziali al parco di met&agrave; giornata (da applausi i meccanici che hanno completato l&#39;operazione stando ben al di sotto dei 20&#39; concessi). Anche questa volta il veronese &egrave; mancato all&#39;appello decisivo e non &egrave; detto che queste occasioni possano ripresentarsi ancora a lungo in futuro. Domani seconda e decisiva tappa, per decidere chi potr&agrave; davvero cucirsi sulla tuta lo scudetto del Cir 2017.  La classifica della prima tappa del 35. Due Valli  1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) in 49&#39;13&quot;09; 2. Rossetti-Chiarcossi (Skoda Fabia R5) a 2&quot;09; 3. Scandola-D&#39;Amore (Skoda Fabia R5) a 41&quot;4; 4. Campedelli-Ometto (Ford Fiesta R5) a 1&#39;04&quot;0; 5. Chentre-D&#39;Herin (Hyundai i20 R5) a 2&#39;16&quot;1. 

Il pilota Peugeot domina la prima tappa dell&#39;ultimo round stagionale, Campedelli fora e Scandola delude

Campionato Italiano Rally, Andreucci ipoteca il 10&deg; titolo al Due Valli

FIUGGI. Determinato, veloce, perfetto: Simone Campedelli ha confezionato un vero e proprio capolavoro, fatto di grande velocit&agrave; e finissima strategia e ha fatto bottino pieno nella quinta edizione del Rally di Roma Capitale. Il pilota della Orange One, che divide la Ford Fiesta R5 curata dalla Brc con Pietro Elia Ometto, ha vinto la prima tappa per appena tre decimi di secondo nei confronti di Umberto Scandola e ha poi proseguito ad attaccare ventre a terra nel corso della seconda, nella quale ha nuovamente preceduto il veronese di una manciata di secondi.  Una vittoria pesantissima quella di Campedelli, che grazie ai 18 punti raccolti sale a quota 76 nella classifica di campionato e si presenta all&#39;ultima gara, il Due Valli di Verona in programma a ottobre, con la consapevolezza di potersela giocare a viso aperto per la vittoria dello scudetto. Non male per un pilota che affronta per la prima volta in carriera l&#39;intero campionato al volante di un top car e soprattutto con un team privato alle spalle contro due ufficiali.  Vittoria mancata ma bicchiere comunque mezzo pieno anche per Umberto Scandola, che in condizioni difficilissime ha cercato in tutti i modi di andare a riprendere il suo rivale ma che &egrave; stato nettamente pi&ugrave; veloce di Andreucci. Anche il veronese della Skoda resta perfettamente in corsa per il titolo e nella finalissima di Verona, che mette in palio un punteggio maggiorato, giocher&agrave; in casa.  Terza piazza per Paolo Andreucci: il toscano della Peugeot non &egrave; mai stato in lotta per la vittoria e all&#39;inizio della seconda tappa ha sudato freddo per un problema al cambio. Il nove volte campione d&#39;Italia deve ringraziare, per il terzo posto parziale nella seconda tappa, l&#39;anticipo pagato da Kalle Rovanpera al c.o. di ingresso dell&#39;ultima speciale: un episodio che ha permesso al garfagnino di mettere in tasca due punti in pi&ugrave;: se fossero proprio quelli necessari a vincere il campionato?  Nella gara valida per l&#39;Europeo successo sul filo di lana per Bouffier che ha preceduto di appena tre decimi Kajetanowicz, mentre Marco Pollara festeggia con una gara di anticipo lo scudetto nel Tricolore Due Ruote Motrici.  La classifica finale del 5. Rally di Roma Capitale  1. Campedelli-Ometto (Ford Fiesta R5) in 1.46&#39;13&rdquo;8; 2. Scandola-D&#39;Amore (Skoda Fabia R5) a 4&rdquo;6; 3. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) a 2&#39;29&rdquo;2 

Il romagnolo Ford batte e Scandola e Andreucci e si presenta al Due Valli ancora in lotta per il titolo

Campionato Italiano Rally, Campedelli trionfa a Roma e riapre il campionato

FIUGGI - Una confidenza di troppo. una ruota che scivola un po&#39; troppo in l&agrave;. Il rumore secco e il verdetto crudele, inappellabile, fatale: la cavalcata di Andrea Crugnola, al rientro in una gara del Cir e subito capace di mettere tutti in fila, &egrave; purtroppo terminata nella quarta speciale del Rally di Roma Capitale, mentre il varesino, con la sua Ford Fiesta R5, aveva un vantaggio di 13&quot;5 sugli inseguitori. Un sogno di gloria infrantosi troppo presto quello del pilota lombardo, che a modo suo stava facendo da ago della bilancia nella penultima sfida per la corsa al Tricolore. Con la variabile Crugnola elisa dall&#39;equazione, i nomi sulla lavagna sono tornati a essere i soliti del Cir 2017. Tra Campedelli, Scandola e Andreucci &egrave; lotta vera, senza tattica e senza paura.  Quando alla fine della prima tappa mancano ancora due speciali, con i 13,65 di Colle San Magno e soprattutto con i 26,44 km di Greci-Pico, la classifica resta cortissima e le condizioni assai incerte, visto che per complicare ulteriormente il quadro il cielo si &egrave; divertito per tutto il giorno a rimescolare le carte, con le gocce di pioggia che di tanto in tanto hanno fatto capolino. Dunque Campedelli davanti, ma con appena 2&quot;4 su Scandola e 5&quot;2 su Andreucci. Molto pi&ugrave; indietro, staccato di quasi un minuto, Kalle Rovanpera alla sua ultima apparizione italiana prima di debuttare nel Mondiale, occupa la quarta posizione, davanti a Rusce e a De Tommaso, che per ora fa la voce grossa sia nel Trofeo Peugeot, sia nell&#39;Italiano Junior.  Per quanto riguarda l&#39;Europeo, che purtroppo fa gara a s&eacute; con una classifica separata, il tabellone per ora d&agrave; ragione a Lukyanuk, che precede Bouffier di 4&quot;4 e Kajetanowicz di 5&quot;3.&nbsp;  La classifica del Rally di Roma Capitale (CIR) dopo 4 prove: ASSOLUTA: &nbsp;1. CAMPEDELLI-OMETTO (FORD FIESTA R5) in 33&#39;01.5; 2. SCANDOLA-D&#39;AMORE (SKODA FABIA) a 2.4; 3. ANDREUCCI-ANDREUSSI (PEUGEOT 208 T16) a 5.2; 4. ROVANPERA-PIETILAINEN (PEUGEOT 208 T16) a 54.7; 5. RUSCE-FARNOCCHIA (FORD FIESTA R5) a 1&#39;13.7; 6. DE TOMMASO-ROCCA (PEUGEOT 208) a 3&#39;16.8; 7. POLLARA-PRINCIOTTO (PEUGEOT 208) a 3&#39;21.2; 8. CIUFFI-GONELLA (PEUGEOT 208) a 3&#39;52.1; 9. GILARDONI-BONATO (RENAULT CLIO) a 3&#39;57.6; 10. MAZZOCCHI-GALLOTTI (PEUGEOT 208) a 4&#39;06.3; 11. VITA-ZANELLA (PEUGEOT 208) a 4&#39;32.8; 12. &#39;&#39;&#39;MATTONEN&#39;&#39;&#39;-TAGLIENTI (MITSUBISHI LANCER EVO IX) a 5&#39;01.0; 13. MANFREDI-MANFREDI (PEUGEOT 208) a 5&#39;16.7; 14. BOTTARELLI-FENOLI (PEUGEOT 208) a 6&#39;55.6; 15. BRAVI-CECCHETTO (RENAULT TWINGO) a 7&#39;03.1; 16. PARIS-BENELLINI (RENAULT TWINGO) a 7&#39;19.6; 17. ROSSO-FERRARI (RENAULT TWINGO) a 7&#39;41.9; 18. MARTINELLI-BOSI (SUZUKI SWIFT SPORT) a 8&#39;40.4; 19. TURRI-GRANDI (RENAULT NEW CLIO) a 9&#39;24.2; 20. CORSETTI-PERUGINI (RENAULT CLIO) a 9&#39;25.9; 21. MAGGI-GRONNI (CITROEN SAXO VTS) a 11&#39;25.2; 22. LIMONCELLI-DE SANTIS (DR MOTOR DR1) a 12&#39;15.5; 23. GIANNANTONI-FINOTTI (SUZUKI SWIFT SPORT) a 12&#39;57.5; 24. RINNA-GUZZI (RENAULT CLIO) a 14&#39;23.6; 

Con Crugnola fuori dai giochi, Campedelli guida la gara&nbsp;davanti a Scandola e Andreucci. Nell&#39;Europeo comanda Lukyanuk

CIR, lotta a tre al Rally di Roma Capitale

SAN MARINO - Vittoria. Senza se e senza ma. Senza sbavatore, senza errori, senza incertezze. In un San Marino durissimo, che ha dispensato lacrime e delusioni senza rispetto per alcuno, Umberto Scandola ha fatto semplicemente la differenza. Doveva obbligatoriamente vincere per riaggrapparsi a qualche speranza in campionato, doveva farlo nel modo pi&ugrave; perentorio possibile per dimostrare che, al di l&agrave; dei numeri, l&#39;idea dello scudetto non &egrave; un sogno proibito. La ha fatto con la classe e la convinzione dei giorni migliori, lo ha fatto mettendo sul piatto una prestazione fatta di velocit&agrave; e tattica, aggressivit&agrave; e intelligenza, classe e tranquillit&agrave; nel saper interpretare e gestire una gara che &egrave; stata tutto fuorch&eacute; scontata.  Ha iniziato attaccando l&#39;ufficiale Skoda, ma nella seconda parte della prima tappa, quando ha dovuto gestire il degrado delle gomme, non si &egrave; fatto tradire dall&#39;ansia e non ha sbagliato nulla mentre Simone Campedelli ha provato a farsi sotto. E nemmeno al pronti via della seconda tappa, quando ha dovuto suo malgrado spazzar la strada agli avversari, &egrave; caduto nella tentazione di strafare. Risultato? Bottino pieno di punti e la consapevolezza di essere al momento imbattibile sulla terra nostrana, con il successo di San Marino che fa il paio con quello dell&#39;Adriatico.  Trasferta da dimenticare invece per Simone Campedelli, che dopo aver chiuso con la medaglia d&#39;argento al collo la prima tappa e mentre assaporava il colpo grosso nella seconda, ha visto crollare ogni speranza per una piccola toccata nel primo passaggio ad Apecchio. Un ritiro pesantissimo quello del romagnolo, che sperava nella gara all&#39;ombra del Titano per mettere il sale sulla coda ad Andreucci in campionato e che invece vede il suo divario in classifica allungarsi.  Gi&agrave;, perch&eacute; il toscano, pure autore di una prestazione opaca in parte figlia anche della posizione di partenza nella prima tappa, si lecca le ferite ma fino a un certo punto, consapevole del fatto che gli avversari in fin dei conti si sono soprattutto rubati punti tra loro. Il San Marino numero 45 entrer&agrave; per&ograve; nella storia anche per la prestazione strepitosa di Kalle Rovanpera, che sarebbe stato capace di chiudere in seconda piazza una gara difficilissima a sedici anni appena, uscendo indenne da speciali mai viste che hanno messo in difficolt&agrave; gente ben pi&ugrave; esperta e smaliziata: un fenomeno vero, che finalmente aveva di che sorridere pure sulle strade italiane, prima che un incredibile problema tecnico &ndash; sensore pressione benzina, secondo la squadra &ndash; lo fermasse nell&#39;ultimo trasferimento verso San Marino, lasciando cos&igrave; l&#39;argento (e qualche punto in pi&ugrave;...) a Paolo Andreucci.&nbsp; 

Il pilota Skoda vince e si rimette in corsa per il titolo.&nbsp;Beffa per Rovanpera, ritirato nell&#39;ultimo trasferimento quando era secondo

CIR, Scandola trionfa al Rally di San Marino e torna in corsa

SAN MARINO. Sei prove speciali gi&agrave; andate in archivio e ben cinque vittorie parziali gi&agrave; messe in carniere: Umberto Scandola e Guido D&#39;Amore, sulla Skoda Fabia R5 ufficiale gommata Michelin, hanno una sola possibilit&agrave; per restare in corsa nel Tricolore: vincere entrambe le tappe e mettere le mani pure sull&#39;assoluta a fine gara. Un compito che, per ora, il ragazzone di Verona sta svolgendo alla perfezione.  &Egrave; suo il ritmo da battere in una gara difficilissima, piena da insidie e con un tasso tecnico davvero assai elevato. Scandola ha preso il comando sin dal pronti via e per ora non pare proprio intenzionato a mollarlo, visto che al momento ha concesso a Simone Campedelli solo lo scratch nella seconda ripetizione della corta prova di Lunano Piandimeleto, dove ha pagato un ritardo di 1&rdquo;2.  Per il resto &egrave; stato un assolo dell&#39;uomo di verde vestito, che alla fine del secondo dei tre giri sugli sterrati attorno a Sant&#39;Angelo in Vado guida l&#39;assoluta con 12&rdquo;1 su Campedelli e 24&rdquo;7 sul baby Kalle Rovanpera. A terminare la giornata manca pure la prova spettacolo in asfalto che sale verso la porta di Citt&agrave; a San Marino, da affrontare con la fanaliera montata e le gomme da terra. Per ora dunque sorride Scandola, come sorride pure Campedelli, cui il secondo posto va appena appena stretto ma che gli dice comunque bene in ottica campionato.  E sorride &ndash; finalmente in modo aperto &ndash; pure Rovanpera, autore sin qui della sua miglior gara nel Tricolore. Il sedicenne pi&ugrave; veloce del globo, aiutato pure dal numero 10 sulle portiere, &egrave; stato sin qui sempre pi&ugrave; veloce di sua maest&agrave; Andreucci, che paga dazio dal dover aprire la strada e che al momento viaggia in quarta posizione, pronto per&ograve; a mettere il cofano davanti a quello del ragazzino compagno di squadra. Alle sue spalle Daniele Ceccoli, nonostante una confidenza di troppo nella quarta prova, guida la provvisoria di quelli interessati alle faccende del Tricolore Terra, davanti all&#39;altro baby Bulacia e davanti ad Andrea Nucita e Giacomo Costenaro.  La classifica del 45. San Marino Rally dopo 6 prove speciali  1. Scandola-D&#39;Amore (Skoda Fabia R5) in 31&#39;46&rdquo;9; 2. Campedelli-Ometto (Ford Fiesta R5) a 12&rdquo;1; 3. Rovanpera-Pietilainen (Peugeot 208 T16) a 24&rdquo;7; 4. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) a 27&rdquo;4; 5. Ceccoli-Capolongo (Ford Fiesta R5) a 43&rdquo;1; 6. Bulacia-Wilkinson (Ford Fiesta R5) a 1&#39;00&rdquo;7; 7. Nucita-Vozzo (Ford Fiesta R5) a 1&#39;01&rdquo;3; 8. Costenaro-Bardini (Peugeot 208 T16) a 1&#39;13&rdquo;9; 9. Hoelbling-Grassi (Skoda Fabia R5) a 1&#39;51&rdquo;4; 10. Marchioro-Marchetti (Peugeot 208 T16) a 2&#39;05&rdquo;7. 

Dopo sei speciali l&#39;equipaggio Skoda comanda la gara con la speranza di riaprire il campionato

CIR,&nbsp;Scandola detta legge al Rally di San Marino

Muro Leccese. Come se il tempo non si fosse fermato. Nel 2011, ultima edizione del Salento valida per il Tricolore, a vincere furono Paolo Andreucci e Anna Andreussi che oggi, a distanza di sei anni, hanno di nuovo imposto la loro legge nella gara salentina, caratterizzata da un percorso veloce ed estremamente tecnico. Un percorso da specialisti quello del Salento, che pure in questa 50. edizione ha dimostrato di essere pieno di insidie e di non permettere la minima distrazione.  Problemi che non ha avuto la premiata ditta &ldquo;Ucci&amp;Ussi&rdquo;, che ha dominato la quinta prova del Tricolore dal primo all&#39;ultimo metro, mettendo in scena una dimostrazione di forza che non ha mai ammesso repliche. Un successo netto e pesante, perentorio, assoluto, con la vittoria in entrambe le tappe e naturalmente nella gara intera. Un en plein di punti reso ancora pi&ugrave; pesante dal coefficiente 1,5 di cui gode il Salento e che permette all&#39;alfiere della Peugeot di fare un balzo deciso in avanti nella classifica di campionato.    Anche perch&eacute;, alle sue spalle, la concorrenza perde colpi. Chiedere, per conferma, a Umberto Scandola, che si aspettava moltissimo dalla trasferta in provincia di Lecce e che invece, ancora una volta, deve leccarsi le ferite: l&#39;ufficiale Skoda ha commesso un errore nella seconda prova speciale del giorno due e ha dovuto salutare la compagnia prima del tempo. Uno stop pesantissimo, che in chiave campionato potrebbe risultare decisivo per il veronese. Meglio &egrave; andata a Simone Campedelli, ottima medaglia d&#39;argento dopo due giorni vissuti a inseguire Andreucci: il pilota della Orange One ci ha provato in ogni modo a mettere il sale sulla coda al toscano, ma non &egrave; mai stato davvero in grado di avvicinarsi al suo ritmo.  Cos&igrave;, in una gara con ranghi ridotti e condizionata anche dai tanti ritiri, viene premiata la costanza di Antonio Rusce, che si prende la soddisfazione di salire sul podio in un appuntamento dell&#39;Italiano. Bravo lui e ottimi anche Fabrizio Andolfi e Riccardo Canzian, autori di un bel duello, risoltosi sul filo dei secondi nell&#39;ultima speciale a favore del pilota della 124 Abarth, che ha preceduto quello della Clio per appena sei decimi di secondi dopo due giorni di gara.  La classifica finale del 50&deg;&nbsp;Rally del Salento: 1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) in 1.56&#39;30&rdquo;4; 2. Campedelli-Ometto (Ford Fiesta) a 39&rdquo;8; 3. Rusce-Farnocchia (Ford Fiesta) a 3&#39;53&rdquo;0; 4. Andolfi-Mangiarotti (Abarth 124 Rally) a 11&#39;39&rdquo;9; 5. Canzian-Nobili (Renault Clio) a 11&#39;40&rdquo;5; 6. Gilardoni-Bonato (Renault Clio) a 13&#39;11&rdquo;8; 7. Rovanpera-Pietilainen (Peugeot 208 T16) a 14&#39;17&rdquo;1; 8. &quot;Mattonen&quot;-Taglienti (Mitsubishi Evo IX) a 17&#39;45&rdquo;2; 9. Montagna-Quarta (Citroen C2 VTS) a 18&#39;18&rdquo;0; 10. Rosso-Bassignana (Renault Twingo) a 24&#39;49&rdquo;1. 

Grazie al coefficiente 1,5 il garfagnino prova la fuga nel Tricolore

CIR, Andreucci vince in Salento e allunga in campionato

Muro Leccese (LE). Davanti sempre. Di forza, come da una vita gli riesce assai bene fare. La prima tappa del Rally del Salento numero cinquanta &egrave; stata un lungo monologo di Paolo Andreucci, che ha preso il comando sin dalla prima prova speciale per non mollarlo pi&ugrave;. E dire che l&#39;inizio aveva fatto ben sperare per una gara pi&ugrave; combattuta, con i primi tre racchiusi in appena quattro decimi al termine del primo passaggio a Martignano. Un&#39;illusione, scioltasi con il primo caldo del mattino, spazzata via di forza dal ritmo imposto dal garfagnino sugli scivolosissimi asfalti del Salento.  Cos&igrave;, quando al termine del giorno uno manca soltanto la *prova spettacolo all&#39;interno del kartodromo La Conca, la cui cronaca integrale verr&agrave; trasmessa questa sera alle 23:00 su Rai Sport, la classifica dice bene alla coppia nove volte Campione d&#39;Italia, che ha gi&agrave; praticamente messo in cassaforte il successo nella prima tappa.  Alle loro spalle &egrave; lotta vera tra Simone Campedelli e Umberto Scandola, ora divisi da poco pi&ugrave; di quattro secondi, al termine di una giornata vissuta pericolosamente. Se il romagnolo che corre coi colori Orange sulla Fiesta R5 della Brc ha tenuto un passo regolare, qualcosa da recriminare l&#39;ha invece il veronese di Skoda Italia, che al mattino ha lasciato sul campo qualche secondo per una noia elettrica e al pomeriggio ne ha regalato qualcun altro per un dritto. Per Scandola la consolazione dello scratch sull&#39;ultimo passaggio a Martignano, ma anche il rimpianto per quel che poteva essere e non &egrave; stato. In ritardo, anche oggi, il giovane Kalle Rovanpera, che ha perso una decina di minuti sulla prima prova a causa di una toccata.  Nel 2RM comanda al momento Riccardo Canzian, davanti a Kevin Gilardoni, mentre tra le Rgt guida Fabrizio Andolfi Junior sull&#39;esordiente Nicelli, con Tot&ograve; Riolo stoppato da una pietra nella quarta speciale.  La classifica del Rally del Salento dopo la settima prova speciale:&nbsp;1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208 T16) in 55&#39;49&rdquo;6; 2. Campedelli-Ometto (Ford Fiesta R5) a 14&rdquo;4; 3. Scandola-D&#39;Amore (Skoda Fabia R5) a 18&rdquo;7; 4. Rusce-Farnocchia (Ford Fiesta R5) a 1&#39;54&rdquo;8; 5. Ferrarotti-Caputo (Ford Fiesta R5) a 2&#39;11&rdquo;7. 

Monologo del campione Peugeot nel sabato del 50&deg; Rally del Salento. Alle sue spalle lotta vera tra Campedelli e Scandola

CIR, Andreucci domina la prima tappa del Salento

Era il 24 ottobre 1957 quando tra balle di fieno e spettatori sbalorditi Angelo Cal&ograve; del Club Apulia di Bari su Fiat 600 vinse a Lecce la prima edizione del Rally del Salento. Una gara giunta alla 50esima edizione, una classica del Rally italiano che dopo una storia gloriosa e travagliata &egrave; finalmente tornata a far parte del calendario CIR.  L&rsquo;ultima edizione valida per il Campionato Italiano Rally si &egrave; corsa nel 2011, vinta dal cannibale Paolo Andreucci, che con tre successi in carriera &egrave; il pilota di riferimento anche dell&rsquo;edizione 2017. Il pilota Peugeot, come sempre affiancato da Anna Andreussi, ha commentato: &ldquo;Conosco bene la gara anche se come tutti negli ultimi anni non l&rsquo;abbiamo disputata perch&eacute; fuori dal tricolore. Sicuramente &egrave; una gara anomala, diversa da tutte le altre, e proprio per questo bella e sicuramente degna di essere nel tricolore assoluto. Per noi sar&agrave; un appuntamento decisivo non solamente perch&eacute; a coefficiente 1.5, ma anche perch&eacute; viene tra due gare di terra dove la nostra vettura soffre di pi&ugrave; la concorrenza e quindi sar&agrave; importante ottenere il massimo&rdquo;.  Da tenere d&rsquo;occhio, ovviamente, Umberto Scandola e la sua Skoda Fabia, freschi vincitori del Rally Adriatico. Un successo che ha rilanciato Scandola in classifica generale, dove occupa il secondo posto alle spalle di Andreucci: &ldquo;&Egrave; sicuramente un campionato bello, ricco e con grandi variet&agrave; di gare. Siamo usciti ora da una gara su terra, ed ora passiamo al Rally del Salento, una delle gare su asfalto pi&ugrave; atipiche. Il Salento &egrave; una gara che non faccio pi&ugrave; da qualche anno, da quando &egrave; uscita dal tricolore assoluto, ma mi piace moltissimo. L&rsquo;abbiamo fatto due o tre volte ed ho dei ricordi molto belli. Credo che se lavoreremo bene nei test, che ancora non sono stati programmati, potr&agrave; uscire fuori una bella gara e soprattutto interessante per noi&rdquo;.  Terza forza del campionato Simone Campedelli su Ford Fiesta, che lo scorso 19 marzo al Ciocco ha vinto la sua prima gara nel CIR: &ldquo;Ho un bel ricordo del Salento, in particolare quello dell&rsquo;edizione 2011 che abbiamo disputato con la Citroen Ds3. &Egrave; una gara che mi piace tanto, &egrave; veloce, con tante ripartenze, &egrave; molto particolare, non si pu&ograve; sbagliare niente ed occorre essere molto precisi nelle staccate. Poi &egrave; il cinquantesimo, una bella ricorrenza, e ci far&agrave; piacere esserci. &Egrave; una corsa che merita di essere nel tricolore rally proprio perch&eacute; &egrave; diversa dalle altre. Noi ci saremo e spero di fare presto una sessione di test importante anche perch&eacute; con il suo coefficiente 1.5 sar&agrave; sicuramente decisiva per il campionato.&quot;&nbsp;  Tra CIR e campionato regionale sono 56 gli equipaggi al via, pronti ad affrontare 14 prove speciali suddivise in due tappe, di cui tre da affrontare tre volte (Martignano, Specchia e Giuggianello), due da ripetere due volte (Santa Cesarea e Miggiano) oltre alla superprova speciale in programma sul circuito La Conca. L&rsquo;impianto di Muro Leccese sar&agrave; il cuore pulsante della manifestazione e far&agrave; anche da sede logistica principale con Piazza Mazzini a Lecce che invece ospiter&agrave; le cerimonie di partenza e arrivo. In totale sono 747,90 i chilometri complessivi, dei quali 171,94 km di speciali. 

Al via l 50esima edizione del Rally, tornato a far parte del calendario CIR. L&rsquo;ultimo vincitore Paolo Andreucci&nbsp;

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