Prova di forza per Alexander Rossi a Elkhart Lake, nel decimo appuntamento della stagione 2019 dell&#39;IndyCar Series. Sulla &quot;tosta&quot; pista di Road America, un saliscendi da 4km con corvoni veloci da &quot;pelo&quot; e poche vie di fuga, l&#39;americano del team Andretti ha affiancato al via il poleman Colton Herta e ha tenuto gi&ugrave; il piede, transitando affiancato a lui alla prima curva e resistendo finch&eacute; il rivale non ha mollato.  Da quel punto in poi, Rossi &egrave; stato su un altro pianeta, incrementando progressivamente il proprio margine e terminando la corsa con un vantaggio di quasi 30&quot;. Aiutato dall&#39;assenza di safety-car, una rarit&agrave; su una pista tanto complicata, si &egrave; letteralmente involato, riducendo a sette punti il distacco nei confronti del leader del campionato Josef Newgarden. Il portacolori del team Penske &egrave; arrivato terzo, alle spalle di Will Power, limitando i danni in un appuntamento in cui alla compagine del capitano &egrave; mancato qualcosa.&nbsp;  Sotto il podio  Quarto, autore di una gara regolare, Graham Rahal, mentre per il quinto posto si &egrave; scatenata una gran battaglia finale, vinta da Scott Dixon: il neozelandese ha piazzato un&#39;incredibile rimonta dall&#39;ultimo posto, dopo aver subito una tamponata al primo giro da Ryan Hunter-Reay. Sesto Felix Rosenqvist.  Pi&ugrave; indietro invece Herta, che ha iniziato con gomme morbide usate, vedendole per&ograve; decadere troppo in fretta e perdendo subito il &quot;treno&quot; dei leader. Inoltre, ha avuto un problema al primo rifornimento, mentre nel finale &egrave; andato ancora in crisi di gomme, forse per aver dovuto anticipare i primi pit. Alla fine ha terminato ottavo dietro a James Hinchcliffe. Top-10 anche per Simon Pagenaud, e Takuma Sato, protagonisti di contatti minori ma in grado di completare la corsa. Tredicesimo Marcus Ericsson, finito largo in ghiaia all&#39;inizio.&nbsp;    L&#39;ordine d&#39;arrivo dell&#39;IndyCar Series a Elkhart Lake  1. Rossi (Dallara-Honda) 55 giri in 1h39&#39;40&quot;4743, alla media di 213,872 kmh; 2. Power (Dallara-Chevy) a 28&quot;4391; 3. Newgarden (Dallara-Chevy) a 31&quot;8443; 4. Rahal (Dallara-Honda) a 33&quot;4094; 5. Dixon (Dallara-Honda) a 39&quot;1173; 6. Rosenqvist (Dallara-Honda) a 41&quot;7825; 7. Hinchcliffe (Dallara-Honda) a 45&quot;5520; 8. Herta (Dallara-Honda) a 47&quot;6935; 9. Pagenaud (Dallara-Chevy) a 53&quot;8945; 10. Sato (Dallara-Honda) a 58&quot;9047; 11. Hunter-Reay (Dallara-Honda) a 1&#39;01&quot;0878; 12. Bourdais (Dallara-Honda) a 1&#39;03&quot;9724; 13. Ericsson (Dallara-Honda) a 1&#39;17&quot;7859; 14. Pigot (Dallara-Chevy) a 1&#39;19&quot;6032; 15. Harvey (Dallara-Honda) a 1&#39;42&quot;2456; 16. Chilton (Dallara-Chevy) a 1&#39;46&quot;5309; 17. O&#39;Ward (Dallara-Honda) a 1 giro; 18. Veach (Dallara-Honda) a 1 giro; 19. Ferrucci (Dallara-Honda) a 1 giro; 20. Leist (Dallara-Chevy) a 1 giro; 21. Kanaan (Dallara-Chevy) a 1 giro; 22. Carpenter (Dallara-Chevy) a 1 giro; Giro pi&ugrave; veloce: Herta in 1&#39;45&quot;0774, alla media di 221,319 kmh.  In campionato  1. Newgarden 402; 2. Rossi 394; 3. Pagenaud 341; 4. Dixon 308; 5. Power 294. 

<p>L&#39;americano del team Andretti trionfa nel decimo appuntamento della stagione sulla pista di Road America. Secondo e terzo posto invece per&nbsp;Power e Newgarden.&nbsp;Top-10 anche per Simon Pagenaud, e Takuma Sat</p> 

IndyCar: Rossi su un altro pianeta a Elkhart Lake

Sfruttando meglio di tutti la sosta di met&agrave; gara, quella che prevede anche il cambio pilota, Dane Cameron ed Eric Curran hanno preso il comando della gara Imsa Tudor Uscc a Elkhart Lake - Road America per non lasciarla praticamente pi&ugrave; fino al traguardo. Dove hanno preceduto l'altra Corvette DP del Team Action Express, quella guidata da Joao Barbosa e Christian Fittipaldi.  Prima della decisiva seconda tornata di pit-stop, la gara aveva visto al comando prima la Ford Ecoboost di Joey Hand (in equipaggio con Scott Pruett) poi costretta a una sosta non programmata per un problema tecnico (pare un manicotto allentato), quindi la Corvette DP di Michael Valiante (con Richard Westbrook) e quindi quella di Rick e Jordan Taylor. I fratelli della Florida sono stati per&ograve; tolti dai giochi prima da un pit-stop troppo lento, quindi da problemi tecnici (sterzo e/o sospensione) per un colpo su un cordolo. Un brivido si &egrave; inoltre avuto sul finale quando Barbosa &egrave; finito in testacoda per un'incomprensione doppiando l'Audi R8 di Haase, ripartendo comunque quasi subito senza compromettere il secondo posto finale, mentre una bella lotta per il terzo ha visto alla fine prevalere Pruett su Oswaldo Negri (e John Pew) con la Ligier-Honda, autore sul finale di un'uscita per aver voluto superare una GT all'esterno della curva Carousel.  La sfida in GTLM &egrave; vissuta praticamente sempre sul terzetto composto dalle due Porsche 911 ufficiali nordamericane e dalla Ferrari F458 di Risi. Quest'ultima gi&agrave; con Giancarlo Fisichella era riuscita a salire seconda, ma poi sembrava destinata al terzo posto quando l'ultima sosta con Pierre Kaffer ha visto il team rinunciare al cambio gomme (solo rabbocco carburante) mentre le Porsche avevano optato per le sole ruote sinistre. La maggior rapidit&agrave; ha permesso di rientrare di poco alle spalle di Patrick Pilet (in coppia con Nick Tandy, autore anche di un testacoda per un errore in frenata) ma non c'&egrave; stata reale possibilit&agrave; di contendere loro la vittoria finale, giunta dopo essere partiti nelle retrovie per cambio di motore dopo le qualifiche.  Piuttosto, per tutti gli ultimi 20 minuti di gara Kaffer si &egrave; trovato a doversi difendere con i denti dagli attacchi di J&ouml;rg Bergmeister (in coppia col poleman Earl Bamber): una sfida da apnea che si &egrave; risolta a due curve alla bandiera a scacchi. Quando cio&egrave; dopo aver percorso affiancati le curve 11, 12 e 13, con qualche toccatina, la Ferrari si &egrave; sbilanciata allungando sull'erba e lasciando cos&igrave; sia primo che secondo posto alle Porsche. Vedete al riguardo le foto a seguire. Molto bella in GTLM anche la lotta che ha portato Antonio Garcia e Jan Magnussen al 4&deg; posto con la Corvette C7-R, precedendo le BMW Z4 di Auberlen-Werner e di Edwards-Luhr, oltre all'altra 'Vette di Milner-Goikhberg: i quattro hanno concluso racchiusi in meno di 7 secondi, dopo le 2 ore e 40 minuti "classiche" delle gare Imsa non di lunga durata. Oltretutto, in questa occasione si &egrave; avuta una sola neutralizzazione, intorno al 15&deg; giro.  Mentre in GTD la sfida fra Viper e Aston Martin si &egrave; risolta a favore della prima, con Bleekemolen-Keating primi di classe davanti a Nielsen-Wittmer e alla Porsche di Pumpelly-Lindsey. Infine, decisa all'ultimo giro anche la categoria Prototipe Challenge quando nella lotta diretta fra le Oreca di Junqueira-Cumming e di Daly-French, quest'ultima ha fatto un lungo con il pilota di Indianapolis alla guida.  Con i responsabili di Road America che hanno annunciato in questi giorni anche la notizia del ritorno dell'IndyCar su questo tracciato per il 2016, la prossima gara della serie Imsa Tudor Uscc sar&agrave; quella, molto attesa dagli appassionati, del prossimo 23 agosto al Virginia International Raceway: un tracciato sul quale, per la sua difficolt&agrave;, non saranno ammessi a correre i Prototipi, ma solo le classi GTLM e GTD.  Maurizio Voltini     

Vincono Cameron-Curran in DP, con molte situazioni decise solo all'ultimo giro: come la lotta Ferrari-Porsche che ha visto Fisichella-Kaffer terzi in GTLM

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IndyCar: Rossi su un altro pianeta a Elkhart Lake

Imsa: incertezza fino alla fine a Road America