Bravi loro, non c&rsquo;&egrave; dubbio, ma senza una buona macchina non si fanno i miracoli. In Toro Rosso, Franz Tost ribadisce per l&rsquo;ennesima volta quanto le prestazioni di Sainz e Verstappen siano state positive finora, tuttavia, non vuole venga messo in ombra il lavoro della struttura tecnica di Faenza, perch&eacute;, al netto di qualche problema di affidabilit&agrave; di troppo, intralcio non da poco nel bottino di punti del team, la STR10 &egrave; un&rsquo;ottima monoposto.  Meriti riconosciuti dagli stessi piloti, a Silverstone Verstappen si spinse a definire quello del toro di Faenza come il miglior telaio dopo Mercedes. &laquo;Sono pi&ugrave; che contento di entrambi, stanno facendo un buon lavoro e messo in mostra prestazioni fantastiche, che hanno giustificato la loro scelta&raquo;, commenta Tost, convinto che pur con un pilota pi&ugrave; esperto i risultati non sarebbero stati molto superiori in termini di punti.  Se la macchina si rompe, come accade a Sainz da quattro gare di seguito, esperienza o no, ti ritrovi a zero. &laquo;Max finora si &egrave; comportato alla grande e lottato bene con gli altri, come Maldonado in Austria, senza dimenticare che (i motorizzati Mercedes; ndr) hanno un vantaggio di 70 o 80 cavalli, se non pi&ugrave;.  Carlos due anni fa in un test a Silverstone svel&ograve; un ritmo fantastico, per me non &egrave; una sorpresa che stia facendo bene&raquo;.  Piloti chiamati a finalizzare un lavoro pi&ugrave; ampio, nato in fabbrica, dove la STR10 ha sub&igrave;to una drammatica evoluzione tra la prima e seconda sessione di test invernali, ricavando una base solida per puntare ai punti e alla quinta posizione nel mondiale Costruttori. Lotus e Force India sono davanti, cos&igrave; come una gara in teoria difficile: Monza. Senza i troppi ritiri, in Toro Rosso avrebbero un divario inferiore ai 15 punti odierni.  &laquo;Abbiamo una monoposto molto buona, un ottimo telaio, vicino a quello dei migliori. La squadra tecnica intorno a James Key ha fatto un gran lavoro. I piloti s&igrave;, sono preparati, ma ancora giovani e inesperti e se la macchina non funzionasse bene e fosse facile da guidare, sarebbe molto pi&ugrave; difficile per loro&raquo;, spiega ad Autosport.  Obiettivo, adesso, perfezionare l&rsquo;affidabilit&agrave;, prevalentemente dipesa dalla power unit e non dal team, come ci tiene a precisare: &laquo;Non c&rsquo;&egrave; stato un singolo problema sul fronte del team quest&rsquo;anno, purtroppo i ritiri sono stati legati alla power unit. Questo &egrave; quel che intendo quando dico che la squadra ha compiuto un passo in avanti, non siamo ancora dove vorremmo, ma continuiamo a fare progressi&raquo;.  Fabiano Polimeni

Senza una STR10 facile da guidare, Sainz e Verstappen avrebbero avuto pi&ugrave; difficolt&agrave;

F1, Tost e i meriti della Toro Rosso

Sar&agrave; una scelta verosimilmente ristretta a Pirelli e Michelin, quella per il fornitore di gomme nel triennio 2017-2019 e in regime che continuer&agrave; a essere di mono-fornitura. Un bene? A sentire il parere di Franz Tost, s&igrave;. La competizione tra gommisti sarebbe sicuramente una leva importantissima per innalzare le prestazioni delle monoposto, ma priva di aspetti negativi? Affatto. E li elenca il team principal della Toro Rosso.  &laquo;Vorrebbe dire che due team avrebbero le gomme buone e gli altri si ritroverebbero delle schifezze, perch&eacute; &egrave; cos&igrave; che &egrave; stato in passato, quando c&rsquo;era la Michelin, la Renault e Alonso ha un buon ricordo; la Bridgestone con la Ferrari, uno tra i motivi per i quali Michael ha avuto cos&igrave; tanti successi&raquo;. La preoccupazione legittima &egrave; quella di coperture che verrebbero realizzate sulle esigenze dei team principali forniti da questo o quel gommista, perch&eacute; nulla pi&ugrave; delle gomme &egrave; in grado di sanare le criticit&agrave; di una monoposto.  &laquo;Se dovesse tornare il regime di concorrenza avremmo la stessa storia: due fornitori, due team con gomme buone; tre fornitori, tre team e tutti gli altri ad avere gomme che non vanno bene&raquo;. Ma soprattutto ricorda come si passerebbe dalla Formula 1 dei motori alla Formula 1 delle gomme, scenario sperimentato pi&ugrave; volte dal Circus e senza che si avesse un gran spettacolo in pista: &laquo;Stabilizzate le power unit, avremmo un nuovo problema&raquo;.  Fabiano Polimeni

Il regime di mono-fornitura &egrave; destinato a proseguire e per la Toro Rosso &egrave; un bene

F1, Tost: no alla concorrenza tra gommisti

Red Bull, Toro Rosso, Renault. Tre destini a loro modo interconnessi, vuoi per le debacle motoristiche, vuoi per il &ldquo;naturale&rdquo; trasferimento dei talenti lasciati maturare a Faenza prima della ribalta nel top team. Ne parla Franz Tost, in una lunga intervista a Formula 1.com, toccando temi interessanti, a cominciare dall&rsquo;avvio deludente di Daniil Kvyat, beffato all&rsquo;ultimo giro del Gran Premio di Spagna da un aggressivo Sainz di rimonta. &laquo;Ci vuole tempo per maturare su una Formula 1, &egrave; per questo che dico di voler lavorare con i piloti per tre anni e poi lasciarli andare. Daniil ha trascorso un solo anno in Toro Rosso, sta affrontando i problemi della macchina e semplicemente non ha l&rsquo;esperienza di Ricciardo, con noi per tre anni e mezza stagione con la HRT&raquo;, spiega.  A quanti frettolosamente lo scaricherebbero, Tost dice: &laquo;Ha molto talento e sono convinto che su una macchina affidabile sar&agrave; molto veloce e avr&agrave; un futuro di successo: &egrave; davvero molto preparato, ha i geni del campione&raquo;. Quell&rsquo;affidabilit&agrave; che passa dalla power unit Renault e le ultime che arrivano dal quartier generale non sono esattamente confortanti. &laquo;C&rsquo;&egrave; qualcosa di errato nel nostro processo di validazione, dal banco alla pista. E&rsquo; come l&rsquo;aerodinamica, quando la galleria non dice il vero, &egrave; esattamente lo stesso in ambito motoristico&raquo;, commenta Abiteboul.    Quale sar&agrave; il futuro di Renault in Formula 1 &egrave; prematuro prevederlo, almeno pensando a un team gestito direttamente, voce circolata negli ultimi mesi, che potrebbe concretizzarsi in un progetto differente, che sta molto a cuore a Franz Tost: &laquo;La Renault vuole una maggiore esposizione del proprio marchio, questo &egrave; il punto di partenza. Una macchina bianca e gialla con grandi caratteri Renault! Non c&rsquo;&egrave; problema, possono farlo con la Toro Rosso&raquo;, rilancia.  Le priorit&agrave; tuttavia al momento sono altre, quelle di una risoluzione totale dei problemi, cruciali per la stessa immagine del marchio. &laquo;Se non prima li risolveranno non penseranno n&eacute; a rilevare un team n&eacute; a dargli il loro nome. Questo pu&ograve; cambiare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi&raquo;.  Si torna poi a parlare di prestazioni in pista, di Toro Rosso e del potenziale a disposizione: &laquo;Barcellona &egrave; stata una vetrina super di quel che pu&ograve; fare la nostra macchina, se solo avessimo pi&ugrave; passo. L&rsquo;obiettivo &egrave; concludere al quinto posto nel mondiale Costruttori e lo dico perch&eacute; credo fermamente che abbiamo una buona macchina, due buoni piloti e il team ha fatto un buon passo avanti&raquo;.  Motore a parte, quel che a Barcellona &egrave; sembrato mancare &egrave; stata la velocit&agrave; nelle battute iniziali di gara, quando le qualifiche positive di Sainz e Verstappen sono state cancellate da un ritmo troppo lento, che li ha fatti sprofondare a met&agrave; classifica. La velocit&agrave; pura hanno dimostrato di esprimerla bene, ora devono cercare la costanza della prestazione.  Fabiano Polimeni

Giustifica il russo, crede nel quinto posto per il team e conferma la disponibilit&agrave; a un matrimonio pi&ugrave; stretto con il motorista

F1, Tost a ruota libera: Kvyat, Toro Rosso e la Renault 

Al momento, la pista d&agrave; ragione a loro. Alla Toro Rosso, che ha investito su una coppia di rookie sulla quale non poche perplessit&agrave; circolavano in inverno. Non sar&agrave; un rischio avere due piloti al debutto? Verstappen non &egrave; troppo giovane per correre in F1? Chi sar&agrave; il faro a indirizzare lo sviluppo? Interrogativi ai quali Franz Tost fornisce la risposta data dai primi due gran premi dell&rsquo;anno, decisamente positiva in termini di risultati. &laquo;Lo dicevo in ottobre e novembre, quando tutti criticavano: risponder&agrave; in pista, perch&eacute; &egrave; il tipo di risposta che possono capire gli stupidi&raquo;, commenta ad Autosport il team principal sulle perplessit&agrave; soprattutto legate al pilota olandese.  Un ritiro e un arrivo a punti. Bottino pi&ugrave; che sufficiente se si guarda a come &egrave; maturato. Ma desta ancor pi&ugrave; interesse, se possibile, la condotta di Carlos Sainz: ha visto la bandiera a scacchi in Australia e Malesia, non ha commesso mezza sbavatura in gara &ndash; dove Verstappen, invece, ha perso concentrazione con un errore nella corsia d&rsquo;ingresso ai box a Sepang &ndash; e soprattutto ha dimostrato doti di pilotaggio che vanno oltre la semplice prestazione pura, lui che &egrave; stato l&rsquo;unico insieme a Vettel a terminare nella top ten con una strategia a due soste. Il giovane spagnolo non si preoccupava troppo dei fari accesi sul compagno di team durante l&rsquo;inverno, anzi, maggior tranquillit&agrave; per lavorare &ldquo;nell&rsquo;ombra&rdquo;, diceva.    &laquo;I piloti hanno corso brillantemente in condizioni davvero difficili, entrambi stanno facendo esattamente quel che vogliamo da loro e i feedback in gara sulle gomme sono quel che vogliamo. Non sembra siano dei debuttanti, per tanti versi&raquo;, aggiunge James Key, direttore tecnico del team in predicato di passare sotto l&rsquo;ala Renault.  &laquo;Sono pi&ugrave; che felice di tutti e due, hanno fatto un lavoro fantastico e senza alcun errore. Sono aperti di mentalit&agrave; e vogliono imparare fino a tarda notte. Vogliono vedere cosa accade, cosa &egrave; stato cambiato sulla macchina e questa comprensione li aiuta nelle prestazioni. Sono piloti molto preparati&raquo;, li definisce Franz Tost.  f.p.

Franz Tost e James Key raccontano l&rsquo;approccio di Verstappen e Sainz, a lungo criticati per la giovane et&agrave;

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