La convalescenza di Michael Schumacher &ldquo;potrebbe durare da uno a tre anni&rdquo;. A dirlo &egrave; Jean Fran&ccedil;ois Payen, capo del servizio rianimazione dell&rsquo;ospedale di Grenoble. Uno dei medici, cio&egrave;, che per primi presero in cura lo sfortunato campione dopo l&rsquo;incidente del 29 dicembre.  Michael ha lasciato la clinica a settembre, per fare rientro nella sua villa di Gland, in Svizzera. L&igrave;, assicura Payen, &ldquo;sua moglie ha gi&agrave; approntato tutto quello di cui c&rsquo;&egrave; bisogno per fare progressi&rdquo;. Secondo il medico francese, &ldquo;ci vorr&agrave; tempo. La vita, dopo un trauma cranico, &egrave; costellata di tappe. La scala temporale va da uno a tre anni&rdquo;.  Stupisce un po&rsquo; il fatto che Payen si esprima abbastanza liberamente, visto il riserbo che circonda le vere condizioni di Michael. Il fatto che lo chiami &ldquo;Schumi&rdquo; fa supporre che si sia sviluppato, durante la degenza, un rapporto che va al di l&agrave; della professione. Ma del resto, le sue parole sono generiche, parlano di tutti i pazienti affetti dalle conseguenze di un trauma cranico. N&eacute; viene specificato che cosa si debba intendere per convalescenza: in che condizioni sar&agrave; Schumacher alla fine di questo periodo?  Jean Todt, suo capo ai tempi della Ferrari e suo grande amico, ha detto di recente che &ldquo;Michael potr&agrave; condurre una vita relativamente normale&rdquo;. Anche questo lascia spazio a interpretazioni. Sappiamo per&ograve; che il caso di Michael &egrave; fortunatamente molto diverso da quello di Jules Bianchi, con possibilit&agrave; decisamente maggiori di ripresa.  Al momento, gli sforzi dei terapisti si concentrerebbero sul prolungamento dei momenti di coscienza - ormai abbastanza lunghi - e sul tentativo di riprendere le funzioni motore e della parola.  Sembra ormai accertato che a produrre le lesioni principali sia stato il telaietto sul quale era montata, al momento dell&rsquo;incidente, la telecamera Go-Pro installata sul casco.  Alberto Antonini

Parla uno dei medici che lo ha assistito alla clinica di Grenoble

Schumacher, fino a tre anni di convalescenza

Un altro spiraglio sul caso della cartella clinica di Schumacher. Durante il trasporto dalla clinica di Grenoble a Losanna, i dati sul suo stato di salute erano venuti in possesso di ignoti, che poi hanno tentato di rivenderli alla stampa. Ora la procura avrebbe localizzato il computer da cui &egrave; partita la richiesta, che fa capo a una nota societ&agrave; di elitrasporti elvetica. Ne d&agrave; notizia in esclusiva il giornale &ldquo;Dauphine Libere&eacute;&rdquo;, che aveva seguito da vicino tutti gli avvenimenti dal 29 dicembre scorso, giorno del drammatico incidente sugli sci.  A quanto risulta, nei giorni precedenti il trasferimento a Losanna, la societ&agrave; - specializzata in trasporti di pazienti - era stata contattata per studiare la possibilit&agrave; di spostare Schumacher per via aerea (cosa che poi non &egrave; avvenuta). Logico che la societ&agrave; avesse richiesto il dossier medico del malato, in modo da poter valutare l&rsquo;opportunit&agrave; di trasportarlo in volo. Da qui, da uno dei computer della societ&agrave;, sarebbe stata inviata ad alcune agenzie di stampa la richiesta economica (50mila Euro) per divulgare le notizie sulle condizioni cliniche di Michael.  La questura di Genoble non ha voluto commentare, limitandosi a confermare che il dossier sar&agrave; trasmesso alle autorit&agrave; svizzere nel quadro di una denuncia per il furto dei documenti.

La procura francese rintraccia il pc (di una societ&agrave; svizzera) da cui &egrave; partita la richiesta di soldi per divulgare la cartella clinica

Schumacher, trovato il colpevole?

C&rsquo;&egrave; voluto molto tempo, quasi sei mesi, dall&rsquo;incidente del 29 dicembre: ma la fase critica per Michael Schumacher &egrave; finalmente superata. Ha lasciato la clinica CHU di Grenoble per quella univesitaria di Losanna, in Svizzera. Il che significa che poteva essere trasportato senza problemi.  Ora inizia la riabilitazione vera e propria: ma di cosa si tratta esattamente, e quali sono le possibilit&agrave; e le speranze reali del suo recupero?  Innanzitutto - &egrave; stata la prima notizia - Michael &ldquo;non &egrave; pi&ugrave; in coma&rdquo;. Ricordiamoci per&ograve; che la sua fase di sonno profondo era indotta da farmaci.  Pare che i tentativi di risveglio fatti nei mesi scorsi, riducendo progressivamente le dosi, non avessero dato risultati positivi. Il fatto che Schumi abbia superato questa fase cruciale pu&ograve; senz&rsquo;altro essere interpretato come un buon segno, il segnale che il suo cervello abbia &ldquo;fatto da solo&rdquo; per recuperare. Molti neurologi, subito dopo l&rsquo;incidente, avevano fatto riferimento alla plasticit&agrave; cerebrale, ovvero alla capacit&agrave; che ha il nostro cervello di &ldquo;riplasmare&rdquo; le proprie funzioni per aggirare i danni di una lesione. E di lesioni, all&rsquo;interno del cranio di Michael, purtroppo ce n&rsquo;erano state pi&ugrave; d&rsquo;una. E non solo superficiali.  Ora i periodi di &ldquo;risveglio&rdquo; sono sempre pi&ugrave; lunghi. Attenzione: risveglio non significa piena coscienza. Michael sente i rumori, reagisce agli stimoli luminosi e tattili. I dottori spesso &ldquo;torturano&rdquo; i pazienti in coma - a fine di bene, naturalmente - con pinze e oggetti appuntiti per valutare la loro reattivit&agrave;. Il fatto che Michael possa &ldquo;comunicare&rdquo; con i familiari, come si &egrave; letto da qualche parte, va invece preso con attenzione. Anche in assenza di comunicati ufficiali, &egrave; troppo ottimistico pensare che Schumi si tiri su dal letto e faccia conversazione con moglie e figli. Pi&ugrave; probabilmente apre e gira gli occhi verso la persona che gli parla.  C&rsquo;&egrave; un numero che potrebbe dire molte cose sul vero stato di salute del paziente. &Egrave; il GCS o &ldquo;punteggio del coma di Glasgow&rdquo;, un procedimento inventato quarant&rsquo;anni fa per valutare la gravit&agrave; di una lesione in caso di trauma. SI basa su una scala di reazioni alla sollecitazione oculare, verbale e motoria. A ciascuno di questi parametri viene attribuito un punteggio da 1 a 6 in funzione del tipo di risposta Per esempio: se gli occhi restano chiusi &egrave; 1, se si muovono da soli si d&agrave; il massimo del punteggio. La risposta motoria &egrave; valutata da 1 a 6, cio&egrave; dall&rsquo;immobilit&agrave; totale alla capacit&agrave; di rispondere ai comandi come &ldquo;alza la mano&rdquo;.  Il punteggio minimo &egrave; 3, il massimo &egrave; 15. Michael Schumacher &egrave; stato sicuramente sottoposto a questo test dopo il suo trauma. Nessuno ha mai diramato i risultati. Dal numero di Glasgow dipendono le speranze di un recupero pi&ugrave; o meno completo. Anche se &egrave; ormai ovvio che, dopo tanto tempo, anche nel caso pi&ugrave; positivo Michael dovr&agrave; &ldquo;reimparare&rdquo; a camminare, a parlare, a interagire col mondo esterno.  Leggi il comunicato integrale della famiglia sulla dimissione di Schumacher

Il giorno dopo l'uscita dal coma analizziamo quali sono le reali prospettive future di Michael Schumacher

Schumi, quali speranze di recupero?

La scorsa settimana sono circolate tante illazioni pi&ugrave; o meno "gonfiate" su Schumacher ma Autosprint ha scelto gi&agrave; da tempo la linea editoriale di non seguire n&eacute; incoraggiare queste speculazioni sulla vita di Michael e di riportare solo notizie certe, verificate e provenienti da fonti ufficiali: la famiglia, i medici, la portavoce di Schumacher.  La novit&agrave; di questi giorni, mentre la F.1 &egrave; in Bharain per il Gran Premio &egrave; che &egrave; intervenuta ufficialmente sulla vicenda, Sabine Kehm, portavoce della famiglia Schumacher. Non ha commentato le recenti voci di trasferimento, piuttosto ha fatto capire che non sono d'attualit&agrave;, e ha invece diffuso testualmente la seguente informazione: "Michael sta facendo progressi. Al momento mostra momenti di coscienza e di risveglio. Siamo&nbsp;costantemente al suo fianco assieme a tutta l'equipe dell'ospedale di Grenoble durante questa lunga battaglia e restiamo fiduciosi".  Questa dichiarazione, pur coincisa, d&agrave; una ventata di sollievo a tanti scenari foschi che invece erano stati dipinti nei giorni scorsi. Mentre si avvicinano i 100 giorni dall'incidente sugli sci, Schumacher continua la sua lotta nel letto dell'ospedale di Grenoble e tutto lascia pensare che per adesso l&igrave; tester&agrave; per proseguire le cure. Quindi non sono vere le voci di un trasferimento a breve dall'ospedale francese ed &egrave; altrettanto smentito che la moglie stia costruendo o allestendo qualche genere di camera ospedaliera attrezzata per lunghe degenze nella residenza svizzera di Schumacher per trasferirlo l&agrave;.

La famiglia rompe il silenzio per dare una notizia che apre un lieve spiraglio di ottimismo

La portavoce di Schumacher: "Ci sono segni di risveglio"

Altre voci sullo stato di salute di Michael Schumacher, ricoverato dal 29 dicembre scorso nella clinica di Grenoble. Voci che bisogna riportare con cautela, specialmente dopo il falso annuncio diffuso via twitter della sua morte (di cui abbiamo parlato qui).  Stavolta si tratta di &ldquo;notizie&rdquo; meno drammatiche ma comunque pi&ugrave; credibili, riportate anche da &ldquo;Bild&rdquo; in Germania. Michael Schumacher avrebbe sofferto, nei giorni scorsi, di una infezione polmonare. La sua portavoce, Sabine Kehm, ha preferito non commentare quelle che definisce &ldquo;illazioni&rdquo;.  Infezioni di questo tipo, per&ograve;, sono purtroppo molto comuni nei pazienti in stato di coma profondo che, intubati, non riescono a liberarsi da soli del muco che si accumula nelle vie respiratorie. Questo, col tempo, causa un&rsquo;infezione che pu&ograve; degenerare in polmonite e portare alla morte, se non trattato in tempo con massicce dosi di antibiotici. Sempre secondo fonti tedesche, per&ograve;, il pericolo &egrave; stato ravvisato in tempo.  Altre voci parlano di un&rsquo;emorragia cerebrale pi&ugrave; profonda di quelle subdurali che hanno causato la formazione di edemi. Insomma, da Grenoble arrivano solo voci frammentarie, ma purtroppo mai molto positive. Continuiamo a sperare.  Alberto Antonini

Sono voci (non confermate) che circolano in Germania

Schumacher: infezione polmonare?

Michael Schumacher ha una speranza. Lo avevano anticipato fonti dell&rsquo;ospedale di Grenoble, prima che arrivasse la conferma ufficiale: &laquo;La dose di sedativi ha iniziato a essere ridotta&raquo;. Significa che i medici stanno iniziando la fase cosiddetta di risveglio.  Chiariamo che questo non significa che il paziente sar&agrave; cosciente. Anzi, le nostre fonti confermano che il processo sar&agrave; molto lungo. Ma dalle prime indiscrezioni, Michael ha mosso le palpebre. &Egrave; un primo passo. Successivamente bisogner&agrave; provare le sue reazioni nervose, i riflessi, prima di iniziare a porre domande semplici, a dare ordini elementari come &ldquo;chiudi gli occhi&rdquo; o &ldquo;gira la testa&rdquo;. Il fatto che un paziente rimasto in coma cos&igrave; a lungo possa seguire qualcosa non lo sguardo non &egrave;, di per s&eacute;, indice di guarigione. Ma &egrave; incoraggiante. E finalmente, anche la portavoce di Michael, Sabine Kehm, ha confermato che i medici di Grenoble hanno iniziato la procedura.  &laquo;Lo sapevo da alcuni giorni&raquo;, ha detto Felipe Massa, &laquo;e ogni giorno prego per lui. &Egrave; un grande amico, mi dispiace cos&igrave; tanto per quello che gli &egrave; successo. Ma &egrave; un atleta e questo lo aiuter&agrave;, come &egrave; successo a me dopo l&rsquo;incidente del 2009. Allora reagii pi&ugrave; rapidamente di quanto ci si aspettava&raquo;.  Da non dimenticare anche il precedente di Stirling Moss, che dopo uno spaventoso incidente rimase in coma per ben 38 giorni prima di risvegliarsi.  (a.a.)

&laquo;Primi segnali di ripresa&raquo;. Massa: &laquo;Lo sapevo da giorni&raquo;

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La portavoce di Schumacher: "Ci sono segni di risveglio"

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Schumacher, timido ottimismo