La presenza ormai praticamente stabile di Michael Masi quale direttore di gara in Formula 1, si sta facendo sentire: potendo ragionare guardando al futuro, sta mettendo la sua impronta in modo palpabile. Infatti &egrave; ben percepibile come l&#39;australiano stia virando l&#39;atteggiamento generale degli ufficiali di gara verso un maggior permissivismo, lasciando correre su vari episodi di gara che ormai non arrivano pi&ugrave; nemmeno alla fase di investigazione. Non &egrave; questione di &quot;pre-Pirro&quot; e di &quot;dopo-Pirro&quot;, insomma.  Sterzi a Parte: In Ferrari ci vuole il Gran Bastardo  Ma non solo: in occasione del briefing con i rappresentati delle varie squadre, infatti, ha mostrato in video 12 diversi incidenti che erano passati al vaglio dei commissari in precedenti GP, consegnando poi un questionario nel quale i &quot;team representatives&quot; dovevano spiegare cosa avrebbero deciso loro al posto dei commissari. Lo stesso sarebbe stato fatto con i piloti. Ognuno ha poi consegnato il foglio senza sapere le risposte degli altri. &laquo;Io ho votato nel 90 per cento dei casi per &quot;no further actions&quot;&raquo;, ha comunque dichiarato Chris Horner, in accordo con la politica del team nel concedere ai piloti di lottare liberamente. Vedremo se ci&ograve; porter&agrave; a qualcosa, ma &egrave; chiara la voglia di capire la &quot;volont&agrave; generale&quot;.    Per quanto riguarda venerd&igrave; e sabato, si &egrave; iniziato facendo sapere che gli unsafe release come quello di Charles Leclerc su Romain Grosjean nel GP di Germania, non sarebbero stati pi&ugrave; puniti con una multa, bens&igrave; con penalit&agrave; in tempo come in passato: su questo tipo di infrazioni si &egrave; dunque fatto un passo indietro, ripensandoci, dopo i dubbi se questo fosse un incentivo a rischiare dietro un semplice pagamento.    Per quanto accaduto in pista, nelle prove libere c&#39;&egrave; stato un taglio di Valtteri Bottas in ingresso pitlane, richiamato ai box con ritardo, ma non &egrave; stato investigato perch&eacute; tanto era stato ininfluente e non aveva causato alcun pericolo. Uno stop in pitlane di Lando Norris &egrave; stato ugualmente abbuonato perch&eacute; dovuto a uno &quot;stallo&quot; della macchina. L&#39;Alfa Romeo &egrave; stata multata di 600 euro per un eccesso di velocit&agrave; di Kimi Raikkonen in pitlane e anche Lewis Hamilton &egrave; stato trovato troppo veloce domenica nei giri di pregriglia (1.000 euro). Effetti sullo schieramento invece per l&#39;ostruzione di Antonio Giovinazzi a Lance Stroll in qualifica (retrocesso da 14&deg; a 17&deg;) e per le sostituzioni di tutti i componenti della power unit alla macchina di Daniel Ricciardo, che tanto era 18&deg; ed &egrave; stato mandato in coda.  VOTA IL SONDAGGIO&nbsp;Ferrari: arrivati a questo punto del Mondiale 2019, visti i risultati deludenti....  In gara non c&#39;&egrave; stata nessuna sanzione anche se gli episodi non sono mancati, nei numerosi duelli piuttosto duri su una pista dove per superare si deve essere un po&#39; pi&ugrave; decisi del solito. Per quanto riguarda i contatti al primo giro di Valtteri Bottas, prima con Lewis Hamilton e poi con Charles Leclerc, sono stati solo &quot;notati&quot; e non investigati. Vale a dire che Masi non li ha nemmeno mandati al vaglio dei commissari sportivi. Nel primo caso c&#39;&egrave; stata una toccata tra la ruota posteriore sinistra di Hamilton e l&#39;anteriore destra di Bottas quando &egrave; stato passato in curva 3, ma pur se &egrave; vero che Lewis ha avuto un piccolo allargamento in scivolata, Valtteri &egrave; stato un po&#39; troppo stretto e soprattutto aveva la chiara visuale della situazione per evitare il contatto. Pari responsabilit&agrave; e quindi nessuna necessit&agrave; di sanzioni (sebbene in merito Toto Wolff sia stato piuttosto critico con Valtteri).    Un po&#39; pi&ugrave; articolato l&#39;episodio con Leclerc, che sfruttando il rallentamento di Bottas per la toccata precedente, l&#39;ha sfilato prima di curva 4, andando per&ograve; a danneggiargli l&#39;ala davanti con la ruota posteriore sinistra. Dal cameracar di Charles si &egrave; visto come subito prima avesse girato la testa verso sinistra: evidentemente non aveva Valtteri negli specchietti e quindi l&#39;ha &quot;cercato&quot; direttamente. Solo che cos&igrave; facendo e non guardando avanti, ha probabilmente perso un poco la linea, andando pi&ugrave; a sinistra di quanto volesse per impostare curva 4 (che &egrave; preceduta in frenata da una piega a destra). In questo movimento per&ograve; Leclerc non &egrave; stato particolarmente brusco, e nello stesso tempo Bottas ha piegato un poco verso destra senza aspettarsi la deviazione della Ferrari. Anche qui era comunque il finlandese ad avere pi&ugrave; chiaro il quadro della situazione, per cui ci sta la suddivisione delle responsabilit&agrave; e la mancanza di ulteriori azioni dalla direzione gara. Lascia tuttavia un po&#39; perplessi il fatto che Masi abbia descritto l&#39;incidente come se fosse stato Bottas ad andare a colpire direttamente Leclerc, e che non l&#39;ha investigato solo perch&eacute; tanto ci ha rimesso lui: l&#39;ala danneggiata e la conseguente sosta ai box gli hanno infatti distrutto la gara.    Nemmeno gli episodi successivi in gara sono stati sanzionati, sempre correttamente, diremmo. I fianco-a-fianco di Daniil Kvyat e Alex Albon prima, e di Max Verstappen e Lewis Hamilton poi, con due dei protagonisti finiti larghi in curva 4, non sono stati giudicati degni di intervento. Come neppure la ruotata di Alex Albon a Sergio Perez nel sorpasso alla prima staccata che sul finale di gara ha permesso al tailandese di entrare in zona punti, sebbene il messicano si sia ritrovato con una sospensione leggermente piegata.    Invece un intervento diretto di Masi che non &egrave; stato evidente &egrave; avvenuto nel corso del duello tra Kevin Magnussen e Daniel Ricciardo per il 13&deg; posto finale. Il danese &egrave; notoriamente un &quot;duro&quot;, ma ad un certo punto &egrave; stato richiamato all&#39;ordine dal direttore di gara sull&#39;evitare i cambi di traiettoria improvvisi appena prima della staccata (i cosiddetti &quot;late move&quot; alla Verstappen) se non voleva essere penalizzato. E non li ha pi&ugrave; fatti. 

A Budapest si &egrave; confermata la tendenza di &quot;lasciar correre&quot; su diversi episodi di gara (richiamato per&ograve; Magnussen) e Masi ha pure fatto compilare un questionario sugli incidenti precedenti

GP Ungheria: decisioni e questionari della direzione gara

        La gara in Germania ha "prodotto" parecchi documenti ufficiali da parte della direzione di gara, ma va detto che molti sono stati firmati nel corso delle qualifiche per annullare i crono ottenuti dai piloti in pista quando oltrepassavano i cordoli bianco-azzurri all'uscita delle curve 1 e 17, cio&egrave; la prima e l'ultima. Sono stati ben 16 i tempi annullati, ma va anche detto che quasi tutti non erano crono "buoni", anche perch&eacute; chi si accorgeva di essere finito largo in curva 1 preferiva rinunciare subito al giro e preparare al meglio quello successivo. L'eccezione &egrave; stata quella di Pierre Gasly che si &egrave; visto vanificare l'ultimo passaggio in Q3 per aver allargato troppo all'ultima curva, ma anche questo &egrave; stato ininfluente perch&eacute; &egrave; rimasto col 4&deg; tempo. Dopo la decisione di ammettere Sebastian Vettel in ultima posizione sullo schieramento bench&eacute; senza tempi in qualifica, puramente di routine, Vettel stesso &egrave; stato penalizzato poi di 10 posti (teorici) per sostituzione della centralina, mentre Lando Norris &egrave; stato mandato in fondo allo schieramento (19&deg;) per cambi di Mgu-K, batterie e centralina. Altre sostituzioni di elementi di power-unit sulla macchina di Daniel Ricciardo non hanno comportato penalit&agrave;, come nemmeno quelle delle scocche alle macchine di Pierre Gasly e Robert Kubica. La gara &egrave; iniziata con pista che il direttore Michael Masi ha ritenuto eccessivamente bagnata per partire normalmente, e quindi dietro safety car. A quel punto, come da art.36.14 del Regolamento Sportivo, vi erano due opzioni: partenza da fermo oppure "rolling start" come dopo qualsiasi safety car di gara, a discrezione del direttore (secondo le condizioni della pista) che dopo 3 giri ha deciso per lo "standing start". In ogni caso, dopo il giro di formazione/avvio si &egrave; cominciato a scalare i giri dai 67 ufficiali, e cos&igrave; la gara effettiva &egrave; stata di 64 giri. Il primo episodio in gara &egrave; stato l'unsafe release di Charles Leclerc, quando dopo il primo cambio gomme &egrave; stato fatto ripartire proprio davanti a Romain Grosjean, che &egrave; stato costretto a bloccarsi in pitlane. In questo caso &egrave; stato per&ograve; valutato che Leclerc non ha avuto modo di stare pi&ugrave; a destra perch&eacute; costretto ad evitare una pistola smontagomme nella piazzola successiva, e quindi non &egrave; stato penalizzato per la manovra; ma il team s&igrave;, con 5.000 euro di multa come avviene in altri casi di unsafe release, per&ograve; connessi alle ruote fissate male. Dopo il suo terzo pit-stop, proprio Leclerc &egrave; stato autore dell'uscita di pista in curva 16 "tradito" dalle gomme slick appena montate, che ha causato una seconda safety car e di nuovo un valzer di cambi gomme. Tra cui quello di Lewis Hamilton, tornato cos&igrave; in pista su gomme slick da asciutto. Tempo un giro, anzi nemmeno, e quando Hamilton &egrave; arrivato in curva 16 ha pressoch&eacute; fotocopiato l'uscita di Leclerc, mancando anzi per poco la Ferrari ferma (con il pilota poco pi&ugrave; in l&agrave; che camminava di fianco alle barriere!&hellip;). Secondo noi questa mancanza nel rispettare le bandiere gialle &egrave; piuttosto grave e ha messo a serio rischio la sicurezza di Charles e del personale di pista. Con le opportune distinzioni, dobbiamo davvero ricordare cosa successe con Bianchi a Suzuka? Invece Masi non ha nemmeno voluto considerare l'episodio, parlando di condizioni di pista che hanno tratto in inganno Hamilton. Pensiamo tuttavia che gi&agrave; l'incidente appena successo a Leclerc dovesse far capire che bisognava arrivare in quel punto con maggior cautela (tanto c'era la safety car, la velocit&agrave; era inutile) e comunque Hamilton sapeva benissimo che quella curva era bagnata (gi&agrave; da un po') e poteva dare problemi con le gomme slick appena montate. Di fatto &egrave; l'unico che ha commesso un tale errore in quel momento. Invece il pilota inglese &egrave; stato penalizzato per quanto fatto subito dopo: avendo il musetto danneggiato e capendo che le gomme slick non erano la scelta giusta, ha preferito rientrare subito verso i box. Il problema &egrave; che il birillo divisorio dell'ingresso in pitlane era pi&ugrave; indietro, e cos&igrave; ha tagliato la corsia. Paradossalmente, la stessa violazione dell'anno scorso, ma in direzione inversa. Il fatto &egrave; che proprio l'episodio del 2018 aveva convinto Masi a ribadire nelle note pre-GP di quest'anno che la manovra era vietata (in realt&agrave; la regola c'&egrave; sempre stata) e cos&igrave; sono scattati 5 secondi di penalit&agrave; per il pilota inglese. In questa occasione, inoltre, il sistema di cronometraggio ha "letto" automaticamente un giro troppo lento sotto SC da parte di Lewis, facendo partire un'altra investigazione. Ma quando l'analisi dei commissari ha evidenziato che il giro in questione era proprio quello del testacoda, ovviamente ha prevalso la causa di forza maggiore (la norma serve a evitare che un pilota ostacoli gli altri) e si &egrave; deciso di non procedere. Prima di fine gara c'&egrave; stato anche un contatto tra Alex Albon e Pierre Gasly dopo il tornantino, che ha determinato il ritiro del francese con l'ala anteriore spezzata finita sotto la macchina, che per questo ha tirato dritto in curva 7. Sebbene Albon avesse compiuto uno scarto a destra, subito prima del contatto, i commissari hanno deciso che l'errore &egrave; stato tutto di Gasly; ed essendo stato l'unico ad essere danneggiato, non era necessario alcun provvedimento. Infine, a gara gi&agrave; finita &egrave; stata esaminata una violazione tecnica da parte dell'Alfa Romeo, con entrambe le macchine di Kimi Raikkonen e di Antonio Giovinazzi, finiti a punti 7&deg; e 8&deg; rispettivamente. Ne abbiamo parlato anche in un altro articolo. Di fatto per settare le frizioni in modo adatto alla partenza sul bagnato, il tempo di applicazione della coppia motrice alla trasmissione ha ecceduto il valore massimo ammesso di 70 millisecondi: 200 ms per Raikkonen e 300 ms per Giovinazzi, quello riscontrato dai commissari tecnici tramite acquisizione dati. La regola serve ad evitare funzionamenti del sistema che possano portare a una sorta di traction control al via, e per questo ricade sotto l'articolo che parla di assistenze alla guida vietate (art.27.1 del Regolamento Sportivo). La sanzione &egrave; stata pari a 10 secondi di stop&amp;go, ma essendo a gara ormai finita (da un pezzo) &egrave; stata trasformata in un'aggiunta di 30 secondi al tempo gara di entrambe le macchine, che cos&igrave; sono state classificate 12&ordf; e 13&ordf;.       

Tra tempi annullati in qualifica, multe a Ferrari e penalit&agrave; a Hamilton per taglio pitlane, commentiamo le decisioni prese dai commissari a Hockenheim

GP Germania, gli interventi della direzione di gara

        In occasione del GP a Barcellona, gli ufficiali di gara hanno lavorato soprattutto nel corso delle prove, penalizzando ben 4 piloti rispetto al risultato delle qualifiche anche se in realt&agrave; sono state applicate ben 6 sanzioni. Vediamo dunque cosa ha tenuto impegnati i commissari Garry Connelly, Enzo Spano e Danny Sullivan (vincitore di Indianapolis 1985) in questo weekend di Formula 1. Per cominciare era pendente la sanzione a Daniel Ricciardo per il bizzarro incidente in retromarcia avuto in gara a Baku con Daniil Kvyat, per il quale aveva ricevuto 3 posizioni di penalit&agrave; in griglia da scontare nel GP successivo, questo appunto (da 10&deg; a 13&deg;). Poi in seguito all'incidente di George Russell nelle prove libere del sabato mattina, nonostante la botta all'indietro contro le barriere fosse stata abbastanza lieve, in Williams hanno deciso di sostituire il cambio, con conseguente arretramento in griglia di 5 posizioni. Ovviamente solo teoriche, visto che in realt&agrave; l'inglese &egrave; passato prima da 19&deg; a 20&deg; (cio&egrave; l'ultimo posto) per poi tornare 19&deg; in seguito alle altre penalit&agrave;. Similmente, pure sulla macchina di Antonio Giovinazzi si &egrave; deciso per la sostituzione del cambio dopo le qualifiche: stessa penalizzazione, passando da 18&deg; nei tempi a&hellip; 18&deg; in griglia, per gli stessi motivi anzidetti. Pi&ugrave; complessa la situazione per quanto accaduto a Nico Hulkenberg, che aveva tirato dritto a gomme fredde a inizio Q1, danneggiando l'ala anteriore. Riuscito a riprendere la pista, &egrave; rientrato ai box nonostante l'ala incastrata sotto la macchina: rapida sostituzione e di nuovo in pista, senza per&ograve; riuscire ad accedere alle Q2 per pochissimo. Il problema regolamentare si &egrave; presentato successivamente: infatti l'ala montata era leggermente differente nelle specifiche rispetto a quella sostituita, ma i responsabili Renault non l'hanno fatto presente ai commissari tecnici, ritenendola "molto simile" (testuale). Il fatto &egrave; che per gli ufficiali di gara "molto simile" non significa "uguale", e cos&igrave; per questa infrazione Hulkenberg &egrave; stato costretto a partire dalla pitlane, come comanda l'art.34.2 del codice sportivo in caso di sostituzione di elementi con altri di caratteristiche diverse in regime di parco chiuso (che, ricordiamo, parte dal momento in cui si esce dalla pitlane per le qualifiche). A questo punto in Renault hanno deciso di andare fino in fondo, sostituendo la power unit (ICE, turbo e Mgu-H con la 4&ordf; unit&agrave; dell'anno, Mgu-K e centralina con la 3&ordf; unit&agrave;) e apportando modifiche al sistema frenante, accumulando altre due "condanne" (sempre teoriche, ormai) a partire dalla pitlane. Prima della gara ci sono stati altri interventi come la sostituzione della scocca per Pierre Gasly (tra venerd&igrave; e sabato, quindi possibile con una semplice ri-verifica) o quelle degli alberi di trasmissione su entrambe le Red Bull tra sabato e domenica. Anche queste sono state possibili in quanto gli elementi erano identici, ma questo dimostra la preoccupazione della squadra di Milton Keynes dopo che il cedimento di questi particolari aveva fermato la bella gara di Gasly a Baku. In gara, l'unico episodio passato al vaglio dei Commissari &egrave; stato l'incidente tra Lance Stroll e Lando Norris, che ha causato l'uscita della safety car. All'inizio del 45esimo giro, Norris aveva attaccato Stroll all'esterno nella prima staccata, senza riuscire a completare il sorpasso ma restando all'altezza di met&agrave; macchina del canadese al momento di fare la controcurva 2. Purtroppo Stroll ha stretto non essendosi reso conto che Norris era ancora l&igrave;, e a sua volta il britannico non ha fatto in tempo a farsi sfilare prima di incocciare nella ruota posteriore della Racing Point. I Commissari hanno analizzato l'episodio dopo la fine del GP (tanto ormai si erano entrambi ritirati) stabilendo che entrambi avevano responsabilit&agrave; nel non aver evitato l'incidente. Di conseguenza, visto che nessuno dei due era "wholly or predominantly to blame" (cio&egrave; gli si poteva imputare una maggior dose di colpa) non &egrave; stata applicata alcuna sanzione, come detta l'art.38.2. In realt&agrave; in gara c'&egrave; stato un altro episodio "duro", proprio alla ripartenza dopo la safety car causata dai due. Parliamo del contatto sempre alla prima staccata tra Kevin Magnussen e Romain Grosjean, che ha costretto il francese a tirare dritto. Tuttavia &egrave; stato considerato talmente veniale che la direzione di gara ha segnalato semplicemente che il fatto era stato "notato", formula che in pratica dice "l'abbiamo visto, ma non riteniamo valga la pena di avviare un'indagine". A tal proposito, facciamo notare come Grosjean in quel frangente (ma anche un paio di volte successivamente, tentando l'attacco per riprendere la 7&ordf; posizione) avesse tirato diritto in curva 1 andando poi a riprendere la pista in curva 3 aggirando sulla sinistra uno specifico birillo. Ha fatto bene, perch&eacute; le note del direttore di gara (sempre Michael Masi) indicavano con precisione che chi finiva largo in curva 1 doveva comportarsi cos&igrave;. A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi: ma allora Sebastian Vettel quando &egrave; andato oltre il bordo pista al via? No, tutto regolare, perch&eacute; Masi aveva specificato che solo chi andava sui "bumps" o oltre non poteva rientrare subito in pista.       

Al contrario, i commissari di Barcellona hanno applicato numerose penalit&agrave; prima del via, a modificare la griglia di partenza

Formula 1 Spagna: nessuna sanzione in gara

        Quella di Marina Bay &egrave; una pista difficile e sfiancante, dove &egrave; arduo superare: eppure ci&ograve; non ha impedito ad alcuni piloti nelle retrovie di offrirci spettacolo e momenti di "hard racing", anche se in molti casi ci&ograve; ha comportato l'intervento della direzione gara, visto che in certe occasioni si &egrave; anche un po' esagerato. Vediamo dunque quali sono stati tali episodi e come si &egrave; esplicato l'intervento degli ufficiali di gara, tra i quali in questa occasione &egrave; stato presente Derek Warwick insieme a Gerd Ennser (Adac e DTM) e Steve Chopping (Federazione australiana). Iniziamo ovviamente dall'incidente al via tra Esteban Ocon e Sergio Perez, quello che ha determinato la prima investigazione nonch&eacute; la safety car. Approfittando del duello tra Perez e Romain Grosjean che era pi&ugrave; all'interno, in curva 3 Ocon si &egrave; infilato con destrezza alla destra del compagno di squadra. Bravo, peccato che per&ograve; la posizione fosse davvero pessima, in "terza fila" all'esterno, per di pi&ugrave; cercando di stare il pi&ugrave; stretto possibile. Oltretutto "Checo" era impegnato a tenere d'occhio Romain, e quindi non si &egrave; accorto del team-mate a fianco: non ne ha proprio avuto il tempo e del resto non ha fatto alcuna manovra particolare, continuando a sterzare per la sua traiettoria. Per&ograve; le macchine erano troppo vicine e c'&egrave; stato il contatto ruota-ruota che ha spedito Esteban direttamente contro il muro. Comprensibile quindi che i commissari abbiano deciso di non sanzionare nessuno, visto che non vi erano colpe predominanti, come hanno scritto. Ben diversamente &egrave; stato giudicato invece l'altro episodio che al 34esimo giro ha visto coinvolto nuovamente Perez, quando probabilmente un po' innervosito dalla guida di Sergey Sirotkin &ndash; l'ha definita "da kartista", e probabilmente non era nemmeno cos&igrave; sbagliata su questo tracciato&hellip; &ndash; in uscita da curva 17 ha deviato verso sinistra per non lasciare aperture al contrattacco del russo, causando per&ograve; un contatto abbastanza distruttivo. Da un lato il messicano &egrave; stato quello che ne &egrave; uscito peggio, con la gomma posteriore sinistra forata, ma dall'altro la manovra &egrave; stata davvero troppo improvvisa e brusca per poter essere considerata una normale azione di difesa. Quindi anche in questo caso comprensibile (l'ha ammesso anche Perez) la decisione dei commissari: drive-through pi&ugrave; 3 punti licenza, una sanzione piuttosto dura secondo gli standard Fia. Poco dopo viene indagata senza conseguenze una scaramuccia tra Kevin Magnussen e Brendon Hartley in curva 7. Un altro paio di giri, siamo al 38esimo, e avviene un altro episodio interessante. Quando cio&egrave; nella loro battaglia per il 14&deg; posto, Sirotkin e Grosjean si ritrovano ad ostacolare il leader della corsa, Lewis Hamilton, che si appresta a doppiarli. Nonostante le bandiere blu, i due per&ograve; restano concentrati sul duello, Hamilton rallenta e aspetta per non rischiare, e cos&igrave; il distacco di Max Verstappen 2&deg; si riduce da oltre 5 a 0,4 secondi, quando l'olandese cerca di approfittarne per&ograve; ben bloccato dall'inglese che l'ha tenuto d'occhio. Romain riuscir&agrave; a passare Sergey, ma essendo stato il primo che doveva assecondare le bandiere blu, e non l'ha fatto "per un significativo numero di curve", si vedr&agrave; per questo penalizzare di 5 secondi e di 2 punti licenza. Il problema per il francese &egrave; che ora ha totalizzato 9 punti di penalit&agrave;, e se prima della fine del mese prossimo ne "guadagner&agrave;" altri 3, arriver&agrave; al limite di 12 che comporta la sospensione per una gara. In merito alla questione, il direttore di gara Charlie Whiting &egrave; stato piuttosto critico con il pilota francese &ndash; &laquo;&Egrave; stato il peggior caso di bandiere blu ignorate che io ricordi&raquo; &ndash; ma a noi piace di pi&ugrave; menzionare la risposta che ha avuto via radio Verstappen quando ha chiesto cosa stessero facendo i doppiati: &laquo;They're racing&raquo;, gli ha spiegato l'ingegnere. Sirotkin &egrave; stato autore di una gara interessante e movimentata (al via si &egrave; addirittura ritrovato con un pezzo di cerchio di Ocon infilato nell'ala davanti!) anche se la Williams non gli permette granch&eacute;. Ed &egrave; stato protagonista anche dell'ultimo avvenimento in gara passato sotto il vaglio della direzione. &Egrave; stato quando al 44esimo giro, cercando di resistere ad un attacco di Hartley all'esterno alla staccata di curva 14, &egrave; arrivato un po' lungo forzando il neozelandese ancor pi&ugrave; largo oltre la riga di delimitazione pista. Tanto che Brendon non aveva quasi pi&ugrave; sterzo per evitare le barriere, riuscendovi per pochissimo. Penalit&agrave; quindi anche per Sirotkin: 5 secondi e 2 punti licenza. Insomma, una gara piuttosto impegnativa anche per gli ufficiali di gara, nonostante fino a domenica fossero intervenuti pochissimo, tanto che non figuravano penalizzazioni in griglia di partenza. Fino a quel momento si era trattato per lo pi&ugrave; di multe per eccesso di velocit&agrave; in pit-lane rispetto ai 60 km/h massimi permessi a Marina Bay (a Raikkonen, Perez e, tre volte, Hulkenberg) culminati con i 5.000 euro alla Force India per aver "mal rilasciato" Ocon davanti a Magnussen nelle ultime prove libere, in occasione di un "burn-out" per gommare la piazzola.       

Numerosi gli episodi investigati in gara a Marina Bay, spesso con Perez e Sirotkin tra i protagonisti

Formula 1 Singapore: un D-T, 10 secondi e 7 punti di sanzioni

Per quanto riguarda le penalizzazioni che la direzione di gara ha applicato finora a Montecarlo, sono solo due e di entit&agrave; relativa. Una &egrave; l&#39;arretramento di Romain Grosjean di 3 posizioni per via dell&#39;incidente a Barcellona, che lo sposta da 15&deg; a 18&deg; in griglia. L&#39;altra &egrave; per Max Verstappen, 5 posti conseguenti alla sostituzione del cambio; questo dopo che gi&agrave; gli era stata abbuonata la retromarcia pericolosa dopo il lungo in curva 1 nelle prove. Una penalit&agrave; che non ha reale effetto perch&eacute; tanto Max parte gi&agrave; ultimo, non essendo riuscito a partecipare alle qualifiche: proprio per questo motivo, &egrave; stato inoltre deciso di sostituire la Mgu-K, la terza sulle due permesse, con relativa penalizzazione &quot;nulla&quot; di 10 posizioni.  Curioso invece che siano state comminate diverse multe (8 per la precisione) per &quot;speeding&quot;, cio&egrave; eccesso di velocit&agrave; in pitlane. A Monaco tale limite &egrave; abbassato a 60 km/h rispetto ai soliti 80 km/h per via della conformazione e di quanto &egrave; ristretta la corsia box, che quindi risulta pi&ugrave; pericolosa per gli addetti ai lavori. Diversi piloti sono incappati in questa infrazione fin da gioved&igrave;, qualcuno anche due volte, e per curiosit&agrave; vi pubblichiamo l&#39;elenco di tutte le multe date dalla direzione di gara e dell&#39;entit&agrave; della violazione, in ordine cronologico. &Egrave; facile notare come in pratica ogni chilometro orario (o frazione) oltre il limite &quot;valga&quot; 100 euro.  pilota&nbsp;&nbsp;&nbsp; velocit&agrave;&nbsp;&nbsp;&nbsp; multa Pierre Gasly&nbsp;&nbsp;&nbsp; 66,1 km/h&nbsp;&nbsp;&nbsp; 700 euro Lance Stroll&nbsp;&nbsp;&nbsp; 61,8 km/h&nbsp;&nbsp;&nbsp; 200 euro Lance Stroll&nbsp;&nbsp;&nbsp; 62,9 km/h&nbsp;&nbsp;&nbsp; 300 euro Charles Leclerc&nbsp;&nbsp;&nbsp; 66,4 km/h&nbsp;&nbsp;&nbsp; 700 euro Carlos Sainz&nbsp;&nbsp;&nbsp; 63,2 km/h&nbsp;&nbsp;&nbsp; 400 euro Sebastian Vettel&nbsp;&nbsp;&nbsp; 61,0 km/h&nbsp;&nbsp;&nbsp; 100 euro Sergio Perez&nbsp;&nbsp;&nbsp; 61,6 km/h&nbsp;&nbsp;&nbsp; 200 euro Fernando Alonso&nbsp;&nbsp;&nbsp; 62,2 km/h&nbsp;&nbsp;&nbsp; 300 euro 

Al di l&agrave; degli errori di guida, parliamo di &quot;speeding&quot; in pitlane, motivo per cui diversi piloti sono stati sanzionati

Formula 1 Montecarlo: gli eccessi si pagano

In occasione del GP d&#39;Azerbaijan di questa domenica, sono state davvero tante le &quot;carte&quot; controfirmate dai commissari di gara, con Garry Connelly, Dennis Dean e Tom Kristensen ad affiancare Charlie Whiting nel collegio. Parliamo di pi&ugrave; di 50 documenti prodotti: oltre a quelli soliti delle verifiche pregara, del conteggio dei componenti utilizzati e cos&igrave; via, ve ne sono stati molti relativi a sanzioni o giudizi su quanto fatto dai piloti nel corso del weekend, a partire dalle penalit&agrave; per sostituzione cambio date a Nico Hulkenberg e Romain Grosjean (solo teoriche per il francese). Con tutto che non era stata ritenuta degna di intervento la pericolosissima svista che aveva quasi portato al tamponamento di Brendon Hartley da parte di Pierre Gasly nelle qualifiche.  Parlando della gara, il primo contatto evidente dopo il via &egrave; stato quello tra Fernando Alonso, Nico Hulkenberg e Sergej Sirotkin nel rettifilo tra curva 2 e 3. Una deviazione del tedesco (determinata da altre macchine) ha portato all&#39;intersezione: lo spagnolo &egrave; rientrato ai box con entrambe le ruote destre distrutte (notevole come poi sia riuscito a recuperare fino al 7&deg; posto) invece il russo si &egrave; fermato quasi subito. Nessuna responsabilit&agrave; particolare &egrave; stata ravvisata nell&#39;episodio, per&ograve; Sirotkin &egrave; stato lo stesso punito per una precedente tamponata a Perez in curva 2: una toccata leggera (tanto che il messicano &egrave; arrivato poi sul podio) e che non &egrave; parsa &quot;cattiva&quot;, ma che ugualmente ha determinato (visto che non era pi&ugrave; possibile applicare una sanzione in secondi di tempo, dato il ritiro) l&#39;arretramento di 3 posti in griglia al prossimo GP (Barcellona) e 2 punti licenza a Sirotkin.    In curva 3 si &egrave; quasi contemporaneamente verificato il contatto tra Kimi Raikkonen ed Esteban Ocon che hanno cercato di stare in traiettoria in due. Va evidenziato che, siccome il ferrarista era &quot;entrato&quot; sulla Force India gi&agrave; prima di arrivare alla staccata, questo non &egrave; stato considerato un attacco &quot;smodato&quot; e a essere messo sotto inchiesta &egrave; stato quindi il francese. Esteban si &egrave; giustificato dicendo che non aveva visto negli specchietti a quale altezza fosse Kimi, che ha comunque concesso si fosse trattato di un semplice incidente di gara; cos&igrave; i commissari si sono accontentati di ricordare al francese che non si pu&ograve; chiudere una curva pensando non ci sia nessuno all&#39;interno solo perch&eacute; non l&#39;hai visto (specie a inizio gara) evitando altre forme di punizione.  10 secondi di penalit&agrave; (e 2 punti licenza) sono stati invece distribuiti a Marcus Ericsson per un contatto con Kevin Magnussen in conseguenza di un bloccaggio in frenata, e anche allo stesso Magnussen per aver urtato Pierre Gasly in una deviazione &quot;imprevedibile e non necessaria&quot;. 5 secondi (e sempre 2 punti licenza) invece a Sergio Perez per aver superato troppo presto in occasione del primo restart dopo safety car, su Lance Stroll. Altre toccate sono state invece &quot;notate&quot; ma non meritevoli di investigazione ufficiale.    Come quelle tra Max Verstappen e Daniel Ricciardo, finch&eacute; per&ograve; si &egrave; arrivati alla tamponata che ha messo fuori gioco entrambi alla staccata di curva 1, appena iniziato il 40esimo giro. I commissari hanno ritenuto che l&#39;incidente sia stato chiaramente originato dalle due deviazioni di traiettoria (per quanto considerate &quot;limitate&quot;) di Max, ma siccome Daniel ha dichiarato di aver reagito in ritardo, hanno dovuto considerare che anche lui abbia quindi contribuito all&#39;incidente. Entrambi i piloti si sono scusati in direzione gara e cos&igrave; se la sono cavata con una reprimenda. Pensiamo sia stata pi&ugrave; dura la reazione ai box, piuttosto&hellip;  Infine, un&#39;altra questione analizzata dopo la bandiera a scacchi &egrave; stata la violazione all&#39;articolo 21.5 del Regolamento Sportivo, relativa all&#39;uso del DRS, da parte di Sergio Perez, Kevin Magnussen e Lance Stroll. Qui occorre ricordare che per&ograve; tutto &egrave; nato da un&#39;avaria del sistema automatizzato centrale. Normalmente per poter aprire l&#39;ala devono ricorrere tre condizioni: il comando con pulsante sul volante, essere nelle zone autorizzate, nonch&eacute; la vicinanza a meno di 1 secondo dalla vettura che precede quando si passa il &quot;detection point&quot;. Un malfunzionamento al rilevamento non permetteva il corretto input, e cos&igrave; il DG ha consentito l&#39;azionamento &quot;manuale&quot; del DRS, in gara. I tre piloti sotto inchiesta avevano per&ograve; anticipato leggermente l&#39;apertura rispetto alla porzione di pista ove era ammessa. I commissari hanno tuttavia preferito lasciar correre, per vari motivi: intanto l&#39;azionamento puramente manuale non sembra fosse cos&igrave; semplice e richiede alcuni settaggi (&quot;guidati&quot; via radio dal team) che non sono sempre stati impostati correttamente; era la prima volta che i piloti si sono trovati a dover operare il sistema in questo modo, e non &egrave; facile azzeccare il punto giusto; tutto &egrave; scaturito da malintesi e non da volont&agrave; di approfittarne; e infatti si &egrave; voluto evidenziare che ci&ograve; &egrave; successo solo un paio di volte e per una distanza molto corta, in pi&ugrave; senza che l&#39;uso incorretto portasse a superare altre macchine. Per cui i commissari si sono dichiarati soddisfatti senza necessit&agrave; di sanzioni. 

I numerosi episodi e contatti di gara in Azerbaijan hanno costretto a un superlavoro la direzione di gara. Analizziamo le varie decisioni

Formula 1 Baku: una pioggia di decisioni &quot;arbitrali&quot;

&Egrave; giunto alla conclusione lo scandalo nella gara del DTM a Spielberg che aveva visto protagonista Timo Scheider e che &egrave; stato chiamato "schiebihnraus" (c'&egrave; anche uno specifico hashtag per Twitter) in Germania. Infatti in quella occasione Wolfgang Ullrich si lasci&ograve; scappare via radio un "Buttalo fuori" (come si traduce dal tedesco) prima che Scheider tamponasse Robert Wickens mandando nella ghiaia "a cascata" anche Pascal Wehrlein.  Oggi (mercoled&igrave;) si sono riuniti i vertici del potere sportivo (DMSB) e dell'organizzazione della serie, allo Sheraton Hotel di Francoforte, ed &egrave; stato deciso di non far correre a Scheider la gara di Mosca di questo weekend prossimo. Per quanto riguarda l'Audi Sport, la squadra ha avuto una multa record di 200.000 euro e si &egrave; vista togliere dalla classifica costruttori tutti i punti (62) ottenuti in quella seconda gara austriaca. Infine, a Ullrich &egrave; stato interdetto l'accesso alla pitlane e alla radio del team fino a fine stagione.  I responsabili del DTM e dell'autorit&agrave; sportiva hanno rimarcato di aver voluto dare una punizione esemplare per come l'episodio avesse danneggiato la reputazione e l'immagine della serie e dello sport in genere. Tuttavia non sono stati presi provvedimenti nei confronti della squadra, la Phoenix Racing, perch&eacute; la corte sportiva ha riconosciuto che il team non aveva una reale possibilit&agrave; di impedire il messaggio radio del direttore dell'Audi Motorsport.  L'Audi ha dichiarato ufficialmente di rispettare il verdetto anche nell'interesse del DTM e dello sport, che l'importante era chiudere la questione prima della prossima gara (potendo cos&igrave; tornare a focalizzarsi sulle gare in s&eacute;) e che quindi non ricorrer&agrave; in appello. In cima alla lista del possibili sostituti di Scheider a Mosca c'&egrave; il nostro Antonio Giovinazzi: una bella opportunit&agrave; per il 21enne di Martina Franca attualmente al vertice dell'EuroF3 e portacolori del gruppo tedesco, correndo con i motori Volkswagen.  Maurizio Voltini

Per la tamponata in Austria Timo non correr&agrave; a Mosca (al suo posto Giovinazzi?). 200.000 euro di multa all'Audi e tolti i punti di quella gara

DTM: sanzione record per Scheider e Audi

Come spesso succede quando gi&agrave; dopo la prima mezz'ora di prove libere qualcuno cerca di bollare come "inevitabilmente noiosa" una gara, questa alla fine offre invece un grande spettacolo da molti punti di vista. E al di l&agrave; della vittoria di Vettel e del fatto che incredibilmente (pensando ai presupposti, non certo per quanto visto in gara) non troviamo una Mercedes a podio, resta il fatto che in pista abbiamo visto davvero tanti episodi interessanti per la nostra analisi, e di vario genere. Per ripercorrere ogni singolo fatto abbiamo gi&agrave; la nostra cronaca "live", anche se su alcuni non si pu&ograve; certo svicolare: per esempio la stupenda partenza di Vettel, che se anche pu&ograve; essere stata favorita dalla frizione affaticata di Hamilton per il doppio start, ha offerto l'immagine memorabile del tedesco che sgomita verso destra un pilota "poco accomodante" come l'inglese. Cos&igrave; da poter affrontare al meglio la prima curva e guadagnare una prima posizione che terr&agrave; quasi costantemente (la cede a Raikkonen giusto al primo pit-stop) fino alla fine.  Perch&eacute; anche la supremazia in gara della Ferrari &egrave; stata reale, sebbene non eclatante. Certo, Hamilton ha fatto seguire altri errori a quello in partenza, perdendo il senso della misura finch&eacute; &egrave; stato penalizzato per l'urto con Ricciardo. Rosberg da parte sua aveva la macchina ancora poco bilanciata come in prova. Ma resta il fatto che se Raikkonen (pure lui ottimo al via) fosse rimasto secondo non avrebbe rubato nulla: invece ha pagato anche stavolta mancanze non sue, nello specifico il cedimento del sistema MGU-K. Magari non si dovr&agrave; rinunciare agli spaghetti (cit. Lauda) o a disquisire sui piloti del 2016, ma se ci si concentrasse di pi&ugrave; sulle monoposto non sarebbe male. In ogni caso la Ferrari &egrave; riuscita a contenere la Red Bull qui molto forte. Vero che Ricciardo si &egrave; tolto dai giochi (togliendovi anche Rosberg) sul finale, ma se in quel momento lottavano alle spalle di Vettel non era per meriti loro o demeriti di Seb, ma solo per l'azzeramento dei distacchi causato dalla safety car, entrata in seguito all'incidente di Hulkenberg.  Questo fatto ci permette di avanzare una preoccupazione: Hulkenberg &egrave; volato dritto contro le barriere perch&eacute; ha ceduto di schianto l'ala anteriore in rettilineo. Come sappiamo, lo stesso &egrave; successo a Raikkonen venerd&igrave;. Ora: non sar&agrave; che i recenti regolamenti che limitano la flessibilit&agrave;, abbiano per&ograve; reso pi&ugrave; fragili queste componenti? Sarebbe il caso di analizzare la questione, anche da parte dell'autorit&agrave; sportiva, magari verificandone la resistenza in qualche modo. Questo prima che succeda un incidente davvero grave: dopotutto &egrave; stato per un soffio che Hulkenberg non ha letteralmente"falciato" la Williams di Bottas che lo precedeva, prima di schiantarsi.  In ogni caso, tornando alla gara, questa "assenza" o comunque mancanza della solita supremazia Mercedes, ha permesso di valutare pi&ugrave; direttamente certe lotte che in altre occasioni avvengono nelle retrovie ma non sempre proposte dalle telecamere. Poi indubbiamente gli episodi ci sono stati. E di conseguenza parecchie sanzioni da parte del collegio dei commissari (di cui ha fatto parte Emanuele Pirro) e questo ci porta ad un'altra preoccupazione: che si sia tornati con la mano pesante per ogni singola "imperfezione" in gara. Intendiamoci: i drive-through (pi&ugrave; 2 punti-licenza) di Maldonado e di Hamilton per aver "malmenato" Perez e Ricciardo rispettivamente, ci stanno tutti. Ma non ci si &egrave; fermati qui. Maldonado fa caso a s&eacute;: dopo il DT per la ruotata a Perez, ne guadagna un altro per aver ecceduto in velocit&agrave; proprio in quel passaggio in pitlane, e infine 10 secondi per aver superato Stevens prima della linea di fine safety car, al restart. Che, nonostante tutto questo, il venezuelano sia riuscito a concludere non doppiato (14&deg;) &egrave; notevole&hellip;  Si &egrave; iniziato con la partenza rinviata giusto perch&eacute; Massa si era fermato un po' prima della sua postazione. Non &egrave; che il brasiliano si fosse fermato chiss&agrave; dove o al posto di qualcun altro, n&eacute; che fosse posizionato in modo da avvantaggiarsi: non vediamo dunque gravit&agrave; o pericolosit&agrave; tali da giustificare il rinvio dello start e la sanzione di 5 secondi. Poi Grosjean si &egrave; beccato 5 secondi e 2 punti per essere stato rilasciato dai box a fianco di Massa: anche qui, non c'era stata nessuna reale situazione di pericolo visibile. 10 secondi e 2 punti anche a Kvyat per essersi avvantaggiato superando Hamilton uscendo dal tracciato: peccato che alla curva 4 fossero finiti fuori pista entrambi&hellip; Infine, Verstappen (ottimo quarto) si &egrave; visto affibbiare 3 punti-licenza per aver sbagliato tempistiche sotto safety car. Insomma, davvero tante sanzioni e non tutte pienamente giustificate, pare. Oltretutto, per inciso, anche Raikkonen avrebbe dovuto scontare 5 secondi se non si fosse ritirato (velocit&agrave; in pitlane).  Peccato, perch&eacute; anche oggi &egrave; stato dimostrato che sono proprio le lotte dirette e anche un po' rudi (come le gomme di Massa e Hamilton che si sfregavano in uscita di curva 1) a dare spettacolo sportivo (quello non "artificiale" cio&egrave;) e che i piloti le offrono se messi nelle condizioni di farlo. Come certe staccatone di Ricciardo, specie quando ha rivisto la stessa situazione finale di gara che l'anno scorso gli prepar&ograve; la vittoria. Questo a prescindere dai motivi che causano queste possibilit&agrave;: problemi tecnici di chi solitamente domina, da un lato, ma anche gomme Pirelli un po' pi&ugrave; da gestire pur senza arrivare a "stracciarsi" per un nonnulla. Lo spettacolo - ripetiamo, quello "sportivo" - passa dalla competizione, e non da strani artifizi regolamentari.  Maurizio Voltini

Anche stavolta l'Hungaroring offre una gara eccitante, "complici" Hamilton e le Mercedes, ma anche la competitivit&agrave; di Ferrari e Red Bull

Analisi F1 Ungheria: problemi, sanzioni e spettacolo

Anche ad Austin gli ufficiali di gara si sono dati da fare, sia prima che dopo il Gran Premio F1 (e pure durante) tanto che pensiamo sia il caso di ricordare tutte le varie penalit&agrave; e sanzioni comminate per l&rsquo;occasione, a chi avesse un po&rsquo; perso il filo in merito.  Gi&agrave; prima dell&rsquo;inizio delle prove era noto che Sebastian Vettel sarebbe stato condannato a partire dalla pit-lane, per via della completa sostituzione della power unit Renault. Poi nel corso delle prove stesse si sono accumulate le sanzioni a Jenson Button e a Daniil Kvyat: l&rsquo;inglese per la sostituzione del cambio alla sua McLaren &egrave; stato retrocesso di 5 posizioni in griglia, da 7&deg; a 12&deg;; invece il russo di posti ne avrebbe persi 10 per l&rsquo;utilizzo del sesto motore (la sola unit&agrave; termica &ldquo;ICE&rdquo;) ma essendosi qualificato 14&deg; non &egrave; stato retrocesso pi&ugrave; che 17&deg;, vista la presenza di sole 18 vetture e lo start di Vettel dai box.  Poi in gara sono fioccati gli stop&amp;go di 5 secondi per piloti risultati troppo veloci al momento dell&rsquo;ingresso in pista della safety car, conseguenza dell&rsquo;incidente che ha visto fermarsi Perez e Sutil. Sotto inchiesta ma non sanzionato per questo Button, mentre non &egrave; andata altrettanto bene a Maldonado, Gutierrez e Vergne. Invece un altro episodio indagato, un cosiddetto &ldquo;unsafe release&rdquo; che ha visto coinvolti ai box Magnussen e Gutierrez in occasione del primo pit-stop, non ha avuto conseguenze punitive. In seguito Maldonado &egrave; incappato in un altro stop&amp;go di 5 secondi, per eccesso di velocit&agrave; in pit-lane in occasione dell&rsquo;ultimo cambio gomme. Di conseguenza l&rsquo;ha scontato non durante un pit-stop, bens&igrave; come aggiunta al tempo gara finale: sanzione che l&rsquo;ha momentaneamente fatto retrocedere dal 9&deg; posto sul traguardo al 10&deg; nella prima classifica di fine corsa.  Sanzionati dopo il termine della gara anche Sergio Perez e Jean-Eric Vergne. Il messicano &egrave; stato ritenuto colpevole di &ldquo;reckless collision&rdquo; con Adrian Sutil e per questo condannato a perdere 7 posizioni in griglia al prossimo GP (quello del Brasile) oltre a 2 punti di penalit&agrave; sulla licenza. Lascia un po&rsquo; perplessi che nel dispositivo della sanzione non sia citato Kimi Raikkonen: infatti Perez aveva superato in modo abbastanza pulito Sutil, alla curva 16, arrivando per&ograve; &ldquo;lungo&rdquo; sul finlandese che era appena davanti, tamponandolo. Solo successivamente, con musetto e ala disfatti (e forse la sospensione gi&agrave; danneggiata) ha perso il controllo della sua Force India coinvolgendo senza volerlo e senza pi&ugrave; poter far nulla la Sauber. Ma tant&rsquo;&egrave;, il risultato finale non cambia.  Nel caso di JEV si parla invece di uno degli episodi pi&ugrave; interessanti e controversi della gara statunitense, vale a dire la staccatona alla prima curva che al 51&deg; giro ha sorpreso Romain Grosjean in quel momento all&rsquo;attacco di Button. L&rsquo;attacco &egrave; stato cos&igrave; rapido che il pilota Lotus se n&rsquo;&egrave; accorto quando ormai stava chiudendo la curva, e cos&igrave; il contatto &egrave; stato inevitabile, pur se abbastanza lieve da permettere ad entrambi di proseguire (con qualche danno alla monoposto di Grosjean, che ha perso diverse posizioni). Dall&rsquo;altro lato va riportato che Vergne al momento del contatto non era solo pari, ma un po&rsquo; pi&ugrave; avanti, e aveva tenuto la corda senza allargare n&eacute; bloccare, anche se un poco in scivolata. In ogni caso i commissari hanno deciso, a gara conclusa, che la responsabilit&agrave; del contatto messo sotto inchiesta fosse sua, comminandogli 5 secondi di penalit&agrave; e 1 punto sulla licenza. In questo modo si sono nuovamente invertite le posizioni ufficiali di classifica fra Vergne e Maldonado, tornati 10&deg; e 9&deg; come al traguardo, dopo il sorpasso del venezuelano all&rsquo;ultimo giro.  Maurizio Voltini

Molte le sanzioni in questa gara, tanto che Maldonado e Vergne si sono visti invertire due volte di posizione

Pioggia di penalit&agrave; ad Austin

Dopo la riunione e la decisa &ldquo;tirata d&rsquo;orecchie&rdquo; di venerdi 29, Rosberg ha pubblicato questa dichiarazione sulla sua pagina Facebook.  &ldquo;Nei giorni dal Gran Premio del Belgio a Spa, ho speso un sacco di tempo a pensare a quello che &egrave; successo durante la gara e discuterne con il team. Ho gi&agrave; espresso il mio rammarico per l'incidente, ma, dopo l'incontro con Toto, Paddy e Lewis oggi, desidero fare un passo ulteriore e descrivere come un errore di giudizio da parte mia&rdquo;.  &ldquo;La regola numero uno per noi come compagni di squadra &egrave; che non dobbiamo entrare in collisione, ma questo &egrave; esattamente quello che &egrave; successo. Per questo errore di giudizio, mi scuso con Lewis e il team. Voglio anche chiedere scusa ai tifosi che sono stati privati della nostra battaglia per la vittoria in Belgio&rdquo;.  &ldquo;A Lewis e me sono state date chiare istruzioni su come correre uno contro l'altro d'ora in poi. Come piloti, abbiamo una chiara responsabilit&agrave; per la squadra, i tifosi di questo sport, i nostri partner e Mercedes-Benz per offrire corse regolari. Noi prendiamo molto sul serio questa responsabilit&agrave;&rdquo;.  &ldquo;Guardo al finale di campionato con una concorrenza leale dentro e fuori dalle piste fino all'ultimo giro della stagione ad Abu Dhabi&rdquo;.  Dal comunicato si capiscono tre cose: il pilota tedesco &egrave; stato messo con le spalle al muro e ha dovuto prendersi la colpa dell'accaduto; in futuro non saranno pi&ugrave; tollerati contatti in pista tra i due piloti Mercedes; al meeting non era presente Niki Lauda (non citato da Rosberg) ma Paddy Lowe assieme a Wolff e ovviamente Hamilton.  Rosberg non parla per&ograve; della punizione che gli &egrave; stata comminata dalla squadra, probabilmente una sanzione pecuniaria, che emerge da altre fonti.

Il pilota tedesco dopo la riunione in cui &egrave; stato stabilito il suo errore, si &egrave; scusato su facebook con Hamilton e coi tifosi

Ecco le scuse di Rosberg

La Red Bull &egrave; convinta di vincere l'appello contro l'esclusione di Daniel Ricciardo dal secondo posto del Gp Australia. &Egrave; quanto sostiene il team principale della squadra, Christian Horner che ne ha parlato con il giornalista inglese Adam Acoro per che ha riportato la notizia sul proprio blog.  Ricciardo e il team, come sapete, sono stati accusati di aver ecceduto il limite di consumo dei 100 kg/h di benzina in modo "costante" per tutta la gara, come scritto dai commissari Fia. Ma Horner sostiene invece di essere nel giusto. Il retroscena, che abbiamo gi&agrave; spiegato ieri in questo articolo, &egrave; dovuto al fatto che fin dal venerd&igrave; il flussometro della FIA non funzionava sulla macchina di Ricciardo e il team si era rifiutato di far applicare al calcolo del flussometro un fattore di correzione suggerito dai commissari perch&eacute; a loro parere avrebbe comunque sballato i calcoli di consumo. E quindi ha usato i propri strumenti di rilevamento consumo - nella telemetria Renault e Red Bull - per calcolare i 100 kg/ora. Il problema &egrave; che in caso di discordanza la Fia prende per buoni solo i calcoli del flussometro Fia e non quelli personali del team. Ma Horner vuole dimostrare che la strumentazione Red Bull e Renault &egrave; precisa mentre quella della Federazione no, quindi la squalifica non ha motivo di essere. Ecco perch&eacute; ha fatto appello contro la squalifica.  Ed ecco quel che dice Horner, che anticipa la sua linea di difesa: "Spero che il processo dimostri chiaramente che la nostra macchina funzionava in modo conforme alle regole. Fin dai primi test i flussometri della Fia hanno creato problemi e i loro dati erano discrepanti con i nostri rilevamenti. Per noi il sensore della Fia era in errore: e lo diciamo sulla base della quantit&agrave; di carburante che il sistema di iniezione manda al motore, che &egrave; un componente altamente calibrato e che non ha mai dato segno di errore per tutto il week end".  "Non avremmo ricorso in appello e non fossimo stati convinti delle nostre misurazioni. E comunque non credo sia colpa del pilota n&egrave; del team, noi abbiamo rispettato il limite del quantitativo di benzina imposto dalle regole e i documenti che sottoporremo al processo d'appello lo dimostreranno".  Horner continua spiegando perch&eacute; era difettoso il flussometro Fia. "Ha smesso di rilevare bene il passaggio di benzina gi&agrave; al venerd&igrave;; l'abbiamo rimpiazzato con uno nuovo al sabato che ha smesso di funzionare durante le qualifiche. Allora ci &egrave; stato chiesto di rimettere quello del venerd&igrave; e di applicare un fattore di correzione al calcolo rilevato. Per noi quel fattore di correzione suggerito dalla Fia non era corretto e in gara ci siamo a corti che c'era una fonte discrepanza tra il flusso di carburante che leggeva il sensore Fia e la reale portata del carburante che passava nel sistema di iniezione del nostro motore, rilevato dalla nostra telemetria. Abbiamo scelto di fidarci dei nostri dati".  Poi Horner accusa: "Quella della Fia &egrave; una tecnologia immatura, non ci si pu&ograve; fidare di quei flussometri che si sono dimostrati problematici in tutte le sessioni in cui li abbiamo usati".  Horner per&ograve; ammette di essere stato avvisato dai tecnici Fia durante la gara del consumo eccessivo rilevato dal flussometro Fia e di avere ignorato l'avvertimento. "Ci fidavamo di pi&ugrave; dei nostri dati che dei loro. Perch&eacute; dovevamo togliere potenza al motore per consumare meno quando la nostra telemetria ci diceva che eravamo entro i limiti regolari?".  Per Horner le corse rischiano di essere falsate in partenza. "Alla fine con quei sensori il risultato finale puo essere deciso da una taratura pi&ugrave; o meno precisa dello strumento".  Vedremo se il tribunale d'appello dar&agrave; ragione alla tesi Red Bull e se restituir&agrave; i punti a Ricciardo o no. Ma intanto prima della prossima gara, i flussometri dovranno essere di certo tarati con maggior precisione.

Horner vuol dimostrare che il flussometro Fis &egrave; difettoso e la loro telemetria no

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