di Cesare Maria Mannucci  Il prossimo anno la futura Red Bull Rb12 sar&agrave; motorizzata Tag-Heuer. Ossia il propulsore Renault ribattezzato con il prestigioso nome della Casa di orologi, di propriet&agrave; del gruppo LVMH. Helmut Marko, il &ldquo;Dottore&rdquo;, uomo che comanda la presenza Red Bull in F.1, link diretto con Dietrich Mateschitz, si augura che le cose possano migliorare rispetto alla stagione appena conclusasi, la pi&ugrave; disastrosa nella recente storia ricca di successi della Red Bull in F.1. Nella sua analisi sul campionato appena concluso, Helmut Marko analizza tutto.  Dai problemi con la Renault, al &ldquo;Cartello&rdquo; - lo chiama proprio cos&igrave; - fatto dagli altri Costruttori contro la Red Bull. Da una certa ingenuit&agrave; della Red Bull nel pianificare il proprio futuro senza valutare a fondo le impilicazioni delle proprie vittorie passate, agli occhi degli altri Costruttori automobilsitici coinvolti in F.1. Il primo anno senza Vettel, quanto valgono Kyvat e Ricciardo, le nuove star che si prospettano all&rsquo;orizzonte come Verstappen e Sainz.  La fine dell&rsquo;idea di realizzare un motore Red Bull, la crisi in numeri della F.1 rispetto ad altre categorie del motorsport.  Le vere ragioni per i no ricevuti da Mercedes, Ferrari e Honda, i rapporti con la Renault e le aspettative della Red Bull per il 2016. Tutto raccontato con la solita lucidit&agrave; analitica che contraddistingue da sempre il Marko pensiero.  - Per la Red Bull la stagione pi&ugrave; dura, la prima senza vittorie da 7 anni. Cosa hai imparato da questo campionato? &laquo;Che non bisogna mai arrendersi, anche quando la situazione sembra disperata. Perch&eacute; all&rsquo;inizio non solo c&rsquo;erano i problemi con la power-unit, ma anche il telaio e l&rsquo;aerodinamica non erano al massimo, c&rsquo;erano parecchie cose da sistemare. Visto che il motore non era performante, abbiamo dovuto lavorare in maniera pi&ugrave; intensa e ossessiva per cercare di recuperare parte delle performance con la vettura. Ecco direi che abbiamo imparato a massimalizzare quel poco o tanto che avevamo&raquo;.  - Al di l&agrave; dei problemi con la power-unit, non &egrave; stato un errore da parte di Red Bull sostituire un pilota 4 volte campione del mondo come Vettel con Kvyat, che non era mai salito su un podio e aveva una esperienza molto limitata? &laquo;Dopo le tre vittorie ottenute nel 2014, credo che si possa considerare Ricciardo un pilota esperto, gi&agrave; formato. Cos&igrave; gli abbiamo messo vicino un giovane pilota, che poi alla fine dell&rsquo;anno ha fatto pure pi&ugrave; punti. I piloti in questa stagione non sono mai stati un problema. All&rsquo;inizio di campionato, Kvyat &egrave; stato tormentato da problemi tecnici, che molti hanno equivocato per suoi problemi. Cos&igrave; sembrava che fosse in difficolt&agrave; a correre per una grande squadra come la Red Bull, ma non era cos&igrave;. Ora &egrave; molto competitivo. Ovviamente, quando puoi disporre di Sebastian Vettel, sei perfettamente consapevole della sua qualit&agrave; e del suo rendimento, sempre altissimo e costante.   Kvyat quest&rsquo;anno &egrave; forse il pilota che ha mostrato pi&ugrave; progressi, in Ungheria con il secondo posto ha fatto una corsa perfetta. Sapevamo che quest&rsquo;anno Renault non sarebbe stata in grado di realizzare una power unit competitiva e inizialmente affidabile. Cos&igrave; era meglio avere un pilota giovane, comunque motivato, che non si arrendesse davanti alle difficolt&agrave; tecniche, che nelle prime gare sono state davvero enormi. Diciamo che se avessimo preso un pilota come... Fernando Alonso, probabilmente si sarebbe lamentato tutto il tempo. Kvyat &egrave; un pilota giovane, molto motivato, che ha imparato tanto nel corso della stagione. Magari in alcune occasioni sar&agrave; sembrato perso, ma l&rsquo;unica volta ch&egrave; &egrave; stato in reale difficolt&agrave; &egrave; stato durante il Gp di Montecarlo. Dopo quella corsa, direi che si &egrave; messo a posto&raquo;.  - Avete bussato alla porta di Ferrari, Mercedes e Honda, ma nessuno alla fine vi ha dato la power unit per il 2016. Ritieni che i grandi Costruttori abbiano fatto &ldquo;Cartello&rdquo; contro di voi? &laquo;Esatto, &ldquo;Cartello&rdquo; &egrave; la parola corretta. Purtroppo ci siamo accorti di questa situazione solo alla fine, quando ormai era troppo tardi. Da un certo punto di vista siamo persino orgogliosi che team come Mercedes, Ferrari e McLaren abbiano paura di noi, tanto da non darci il motore. Noi che siano solo una squadra indipendente. In realt&agrave; si &egrave; trattato di un vero e proprio &ldquo;Cartello&rdquo; contro di noi, contro la Red Bull&raquo;.  (Continua)  L&rsquo;intervista completa su Autosprint n.49 in edicola

Nel 2016 Red Bull avr&agrave; ancora il motore Renault ma ribattezzato Tag-Heuer. Un estratto dell&rsquo;intervista pubblicata su Autosprint in edicola

F1, Helmut Marko e il suo j'accuse

Sar&agrave; ribattezzato Tag-Heuer il motore Renault che il prossimo anno utilizzer&agrave; la Red Bull in F1. L'accordo viene ufficializzato appena una settimana dopo l'annuncio del divorzio tra la stessa Tag-Heuer e la Mclaren.  Con il motore ribattezzato Tag-Heuer, la Red Bull trova il compromesso commerciale ideale per salvare la faccia al Presidente della Renault, Carlos Gohns, che in precedenza aveva detto che il motore Renault si sarebbe visto solo sulla propria vettura.  La Red Bull anche nel 2016 continuer&agrave; ad utilizzare la power-unit Renault, aggiornata come quella del team ufficiale, ma in virt&ugrave; dell 'accordo di markeeting con Tag-Heuer, si prende una piccola rivincita con Ron Dennis e la McLaren, che avevano posto il veto ad una possibile forntitura del motore Honda al team quattro volte campione del mondo dal 2010 al 2013.

Dopo il rinnovo dell'accordo con Renault il team ha deciso per&ograve; di cambiare nome al propulsore V6 ibrido

Red Bull marchia Tag-Heuer il motore

E&rsquo; il 1985 quando Mansour Ojjeh rileva la Heuer, maison orologiaia svizzera e crea quella che diventer&agrave; TAG-Heuer, nome storico nella sponsorizzazione dell&rsquo;automobilismo sportivo, quasi automaticamente abbinato a McLaren (in realt&agrave; sponsorizz&ograve; anche la Williams). Il sodalizio non &egrave; stato confermato per il 2016 e dopo 30 anni si separano le due strade, con il marchio franco-svizzero - parte della holding del lusso Louis Vuitton Moet Hennessy - che finir&agrave; sulla carrozzeria della Red Bull e al polso di Horner e compagni.  &laquo;Abbiamo siglato un accordo con la Red Bull Racing per il prossimo anno. E&rsquo; una squadra giovane, dinamica e determinata, che si abbina alla perfezione con la strategia di TAG-Heuer&raquo;, ha confermato l&rsquo;amministratore delegato Biver agli svizzeri di L&rsquo;Hebdo nel corso di una lunga intervista.  Dal versante McLaren poche righe per ringraziare della collaborazione lunga 3 decadi. Non sar&agrave; certo l&rsquo;addio della TAG Heuer a mettere in crisi le finanze McLaren, resta per&ograve; la necessit&agrave; evidente di trovare sponsor importanti, a cominciare da un title sponsor che manca ormai da molto tempo, sin dall&rsquo;addio di Vodafone. E i risultati in pista certo non incoraggiano certo i potenziali investitori.  Fabiano Polimeni

Lo storico sponsor orologiaio lascia il team di Woking per legarsi al mondo Red Bull

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