Da oggi, Mark Webber non &egrave; pi&ugrave; un pilota di Formula Uno. Quello che &egrave; stato il suo ambiente dal 2002 a oggi, attraverso quattro squadre, ora non gli appartiene pi&ugrave;. E non sembra rimpiangerlo tanto. A 37 anni, &laquo;n&eacute; vecchio n&eacute; giovane&raquo; come dice lui, &egrave; pronto all&rsquo;impegno con la Porsche a Le Mans.  &laquo;Da un certo punto di vista, &egrave; un sollievo. La F.1 &egrave; stato il mio ambiente per tanto tempo, ma &egrave; arrivata l&rsquo;ora di una nuova sfida. Non penso che torner&ograve; tanto presto su un paddock da Gran Premio, magari due o tre volte all&rsquo;anno lo far&ograve;, ma di certo con uno spirito molto pi&ugrave; rilassato&raquo;.  Mark viene dal New South Wales, ma da sempre &egrave; legato ai paesaggi e all&rsquo;atmosfera della Tasmania, la stupenda isola a sud dell&rsquo;Australia continentale. Dove vive il &ldquo;Tasmanian Devil&rdquo;, il ferocissimo carnivoro marsupiale reso famoso - e simpatico - dai cartoni animati. E oggi minacciato di estinzione.  Webber &egrave; appassionato di sport e grazie a cinque edizioni del &ldquo;Tasmanian Challenge&rdquo;, sfida di resistenza fisica con trekking, bici e nuoto (che gli cost&ograve; anche una frattura alla tibia per un incidente in allenamento) ha raccolto fondi per difendere il &ldquo;Diavolo&rdquo;. &laquo;Fino ad ora ho raccolto un milione e mezzo di dollari australiani, per il salvataggio del Devil e per il programma Whitelion di assistenza all&rsquo;infanzia&raquo;. Fatti, non parole.  Ma per qualche giorno almeno, Mark si rilasser&agrave; nella sua villa non lontano da Silverstone, con Ann e i suoi cani. &laquo;Non mi dispiace staccare la spina per un po&rsquo;, accendere il camino e godermi un bicchiere di vino&raquo;.

&laquo;Non torner&ograve; presto in un paddock&raquo;. E aiuta il diavolo di Tasmania

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Webber: la mia vita dopo la F.1