Alex Zanardi torna in pista. E lo fa su uno dei circuiti pi&ugrave; impegnativi in una delle corse pi&ugrave; suggestive: la 24 Ore di Spa per le GT.  Il campione bolognese correr&agrave; con la Bmw Z4 Gt3 della Roal Motorsport e per lui &ndash; pilota abituato a gare sprint &ndash; sar&agrave; la sua prima 24 ore in assoluto. Per la prima volta da quando &egrave; tornato alle corse dopo l&rsquo;incidente del Lausitzring nel 2001, si ritrover&agrave; in Belgio a dividere l&rsquo;abitacolo con due piloti normodotati. Che sono i due piloti ufficiali BMW del DTM, l&rsquo;ex F.1 Timo Glock ed il canadese Bruno Spengler, che nel 2012 aveva consegnato alla Casa bavarese il titolo del DTM.  L&rsquo;inedito equipaggio correr&agrave; con una BMW Z4 semi-ufficiale contraddistinta da una grafica &ldquo;speciale&rdquo;. Sulla macchina bianca, c'&egrave; una livrea disegnata stile Michel Vaillant, con una grande scritta &ldquo;Vrooaaw&rdquo; sulle fiancate, nei classici colori rosso-blu della Bmw Motorsport e le sagome-cartoon dei tre piloti sul cofano.  Il terzetto Zanardi-Glock-Spengler ha gi&agrave; svolto una gara &ldquo;di assaggio&rdquo; in Endurance al Paul Ricard, nella Blancpain Endurance Series qualche settimana fa, proprio nell&rsquo;ottica di preparare la partecipazione alla 24 Ore di Spa (condizionata da un problema ad un ammortizzatore e poi da una perdita di fluido da cui &egrave; scaturito un prematuro ritiro), e punter&agrave; alle posizioni di testa lottando per la classifica Pro Cup.  Per consentire a Zanardi di guidare con le protesi la stessa auto degli altri due piloti, la Z4 &egrave; stata pesantemente modificata ed i tecnici della Bmw hanno appositamente sviluppato un nuovo sistema di comandi. C'&egrave; una &ldquo;doppia&rdquo; pedaliera: a sinistra quella con il freno e l&rsquo;acceleratore tradizionali che verranno impiegati da Glock e Spengler; a destra lo speciale pedale del freno a forma di lungo perno sul quale &egrave; stata fissata la base della protesi di Zanardi. Alex poi disporr&agrave; di un volante con una corona esterna che funge da acceleratore mentre i suoi compagni di squadra ne utilizzeranno uno standard e il volante perci&ograve; verr&agrave; sostituito ad ogni cambio pilota. Una sfida tecnica, pertanto, ma anche umana. Di cui abbiamo parlato proprio con Zanardi in questa intervista esclusiva.  - C&rsquo;&egrave; sempre una prima volta, anche a 48 anni. Cosa significa per te disputare la tua prima 24 Ore?  &laquo;&Egrave; l&rsquo;inizio di una nuova avventura, da scoprire un poco per volta. La curiosit&agrave; di fare un qualcosa di nuovo mi ha spinto a desiderare di realizzare anche questa esperienza, che spero di potermi godere come mi &egrave; capitato tante altre volte nel passato, in differenti situazioni; l&rsquo;ennesima prima volta di una vita, in cui di prime volte ne ho avute tante. Alla mia et&agrave;, aggiungerne un&rsquo;altra ancora, in ambito automobilistico, non &egrave; poco. Per tale motivo sono molto felice, gasato e allo stesso tempo grato alla Bmw per avermi dato questa opportunit&agrave;&raquo;.  - Come ha preso forma l&rsquo;idea di partecipare a questa ulteriore sfida?  &laquo;&Egrave; nato tutto in occasione della festa di Natale dello scorso anno, parlando con i capi della gestione tecnica e del marketing e comunicazione di BMW. Con loro si discuteva di pregi e limiti della Z4 ed eravamo tutti concordi sul fatto che &egrave; una vettura le cui qualit&agrave; si esaltano di pi&ugrave; nella distanza. Quando mi &egrave; stato detto che sarebbe stato bello vedermi a Spa, mi &egrave; venuto spontaneo rispondere: &ldquo;perch&eacute; non me lo avete mai chiesto?&rdquo;. Da l&igrave; si &egrave; concretizzato un incontro con gli ingegneri e abbiamo cominciato ad affrontare l&rsquo;argomento relativo alle problematiche legate in pista al cambio pilota che &egrave; stato l'aspetto pi&ugrave; importante da risolvere&raquo;.  - Come ti sei preparato fisicamente per affrontare questo impegno?  &laquo;A livello fisico forse oggi sono pi&ugrave; preparato di quando correvo a fine Anni &rsquo;90 in America e vincevo delle gare di grande prestigio. Per me guidare una macchina da corsa, frenare con un pezzo di gamba lungo 30 cm, soffrendo terribilmente il caldo quando sono intrappolato dentro l&rsquo;abitacolo, la tuta, il sottocasco, i guanti, &egrave; un&rsquo;impresa durissima. Certo, di notte a Spa far&agrave; pi&ugrave; fresco e ci&ograve; contribuir&agrave; a mediare lo sforzo. Se ho affrontato un&rsquo;ora di gara a Portim&atilde;o lo scorso anno, con temperature altissime, posso fare anche questo. Il mio fisico &egrave; allenato e mi consente di recuperare velocemente. Il solo punto interrogativo &egrave; relativo al doppio stint di guida che, con un equipaggio di tre piloti, si rende praticamente necessario specialmente nel corso della notte. Cercher&ograve; di disputare la gara, alla pari dei miei compagni di squadra&raquo;... (continua).  L'intervista completa su Autosprint n.29 in edicola da martedi 21 luglio

Intervista esclusiva da Autosprint in edicola ad Alex che correr&agrave; la sua prima gara Endurance con una BMW Z4 e colori &ldquo;speciali&rdquo;

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Zanardi racconta: così preparo la 24 Ore di Spa