Enzo Ferrari: “Non ascolto Berlusconi”

Enzo Ferrari: “Non ascolto Berlusconi”

Nel 1986, il Cavaliere invitò il Drake a farsi da parte e la reazione del Presidente del Cavallino non si fece attendere

12.06.2023 12:16

Silvio Berlusconi è morto, all’età di 86 anni. Il Cavaliere se n’è andato all’ospedale San Raffaele di Milano, a causa di un male che lo affliggeva da tempo, la leucemia mielomonocitica cronica. Finiscono così almeno 40 anni di una figura estremamente accentratrice della Storia italiana, che anche prima della scalata alla politica, ha usato i suoi media e lo sport come trampolino di lancio per far parlare di sé e affermare la sua presenza nel panorama culturale italiano.

La critica a Enzo Ferrari

Uno schema al quale non fuggì nemmeno la Ferrari. Era l’1986, il Cavallino era in crisi e Berlusconi prese la palla al balzo, invitando l’allora 88enne Drake a farsi da parte. E la risposta non si fece attendere, come abbiamo raccontato sull’Autosprint Platinum Faccia a faccia con il Drake, pubblicato nel 2019. Ecco un estratto di quella storia, pubblicata sul numero 40 di Autosprint, del 30 settembre 1986 a firma di Daniele Buzzonetti

La storia raccontata su Autosprint

Una stagione poco esaltante per la Ferrari, comporta inevitabilmente una serie di domande e interrogativi; una sorta di ricerca della verità intorno a una Casa per la quale i giudizi e i commenti si sprecano giornalmente. Ma tra piloti e tecnici di nuova nomina e altri contattati e mai arrivati, oppure licenziati, la Ferrari si trova particolarmente nell’occhio del ciclone da mesi. Alle 11 di mercoledì 24 settembre l’intera stampa nazionale e gran parte di quella straniera era assiepata nella saletta-riunioni del Reparto corse, accanto all’ufficio dello stesso ingegnere Ferrari. Quest’ultimo ha tenuto testa alla raffica delle domande con la verve e l’acutezza dei suoi momenti migliori, a tratti polemico e a tratti ironico, comunque sempre incisivo nelle risposte. «Sono qui, in attesa della prima domanda», ha attaccato Ferrari che, subito dopo ha bonariamente punzecchiato qualche collega che si era incautamente esposto. Ma non è stato necessario attendere molto per la prima domanda vera: quali novità comprenderà la Ferrari 1987? «La prima novità - ha risposto Ferrari - è questa: ho ricevuto a Maranello il 12 settembre l’ingegnere John Barnard che dal primo novembre assumerà le funzioni di direttore tecnico della gestione sportiva della Ferrari». Altra ovvia curiosità quella riguardante i piloti: «Abbiamo avuto una prima intesa con Berger il 4 agosto; oggi possiamo dare conferma anche perché il suo impegno con la Bmw ha trovato una felice conclusione». Non è mancata la domanda incauta, quella legata all’incarico di Barnard e alla funzione di direttore tecnico. Prontissima la risposta: «Significa solo che non è un amministrativo!». Ma a quel punto premeva la domanda pesante, quella su Mansell e il suo strano rapporto con Maranello. «Noi non abbiamo mai cercato Mansell; per due volte siamo stati da lui sollecitati. Ho incontrato Mansell a Maranello il 9 luglio ed egli ha sottoscritto un regolare contratto che è qui e che precisa tutto, perfino il numero dei “pass” da lui richiesti per ogni Gp (erano 4, ndr). Il suo comportamento successivo ci ha stupito e il nostro legale darà il seguito appropriato alla vicenda. Questo non muta la nostra grande considerazione per il pilota ma ci dimostra il tipo di persona con la quale avremmo avuto a che fare. Abbiamo trattato con lui perché ci aveva confermato che non avevà impegni per il futuro con l’amico Williams, al quale rinnoviamo i nostri auguri». Poi si è tornati però su Barnard e sul grado di indipendenza che governerà il suo lavoro: «Barnard alternerà la sua presenza dove la riterrà più utile».

Dalla Fiat all’imprenditore delle tv Berlusconi che in occasione della recente crisi in F.1 I’ha invitato a mettersi da parte che cosa risponde?
«lo non mi interesso di cinema né di televisione. Non mi interesso di nessun canale. Quando nel 1919 ho iniziato questa attività, quando nel 1929 ho costituito la Scuderia Ferrari, non l’ho chiesto al signor Berlusconi. Non vedo perché dovrei ascoltarlo oggi, né mi permetto di chiedergli come va il Milan. Se Berlusconi vuole prendere il posto del Padreterno, stia tranquillo io ho molta stima di lui e di quello che fa e dovrei concludere, se ha detto così di me, senza co- noscermi, che lui non ne sa niente di quello che faccio io. E una questione di intendersi. Qui ci sono due persone: Piero Lardi Ferrari, che è mio figlio, e il signor Piccinini. Il signor Piero è destinato a prendere il mio posto il giorno che me ne andrò; il signor Piccinini, se dipenderà da me anche in quel momento non lascerà la Ferrari, perché so io quel che ha fatto e quel che sta facendo. Che poi sia il direttore sportivo, che sia amministratore - come lo è, essendo nel consiglio di amministrazione della Ferrari -, che lui sia un uomo di totale mia fiducia, questa è una cosa vecchia, quindi mi dispiace se qualcuno non lo digerisce per il suo perfezionismo, a me va bene così. Per voi non è bravo, perché non fa quello che gli chiedete».


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