L'editoriale del direttore; Rossa imperfetta Mercedes saetta

L'editoriale del direttore; Rossa imperfetta Mercedes saetta

Una Ferrari non perfetta regala una doppietta inaspettata alla Mercedes. A Maranello, però, si consolano con la crescita dei giovani talenti della FDA

Andrea Cordovani

01.10.2019 11:00

Guai a invitare a nozze la Mercedes perché il più delle volte sono loro a trascorrere la prima notte di matrimonio con la sposa. Guai a non essere perfetti e impeccabili, davanti alla torta piena di panna, come ha fatto la Ferrari a Sochi perché il quarto appuntamento di fila con la vittoria va in frantumi poco dopo l’antipasto, quando dalla cucina iniziavano a arrivare profumi corroboranti di un menù per palati fini.

Spietate, ciniche, fameliche le Frecce d’Argento si sono avventate sul GP di Russia colpendo tra le pieghe delle difficoltà improvvise delle Rosse. Non ci sono dubbi. Ha ragione Mattia Binotto quando sostiene che per vincere bisogna essere perfetti. Non è il caso del GP di Russia che, nonostante abbia vacillato, continua a rimanere un feudo della Mercedes.

La doppietta Hamilton-Bottas è un graffio al cuore degli appassionati ferraristi, traditi sul più bello, mentre già iniziavano a fare pensieri stupendi. «Abbiamo detto prima della gara che per vincere bisogna essere perfetti e non lo siamo stati, su più di un fronte. Oggi l’abbiamo lasciata lì, quindi amarezza è tanta e c’è dispiacere. Dobbiamo però essere incoraggiati da questo weekend per prestazione vettura. Bisogna guardare avanti e ci saranno altre gare in cui rifarsi. Per vincere bisogna essere affidabili, è il punto di partenza. Non lo siamo stati quest’anno e nemmeno oggi. Oggi Vettel ha avuto un problema alla power unit, parte ibrida. Abbiamo chiesto al pilota di fermarsi il prima possibile per questione di sicurezza. Per pensare alla sicurezza bisogna fermarla lì. Poi chiaro eravamo a 100 metri da pit lane, sono tutte considerazioni che uno può fare ma la sicurezza viene sempre per prima».

Ed è in quel momento che il GP ha preso una direzione opposta, l’esatto contrario di quanto aveva detto fino a quell’istante un weekend stellare ma solo per la Ferrari. Ferma nel posto e al momento sbagliato, la SF90 di Vettel, ecco che la storia della gara prende un altro filone narrativo e si ingrossa la casella della voce rimpianti. Una vera manna per uno come Lewis Hamilton pronto a infilare la nona vittoria stagione e soprattutto ad allungare ancora di più le mani sul sesto titolo iridato della carriera.

A proposito di carriera. Se ne sta costruendo una bella solida il baby della FDA Robert Shwartzman che da vero cavallino di razza ha conquistato il titolo in Formula 3. È la più bella notizia che per la Ferrari arriva da Sochi. Ma è di quelle che fanno parlare, anche perché ormai è evidente che l’Academy di Maranello rappresenta il top per futuri campioni.


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