L'editoriale del Direttore: Lo straordinario valore e l'unicità di un premio

L'editoriale del Direttore: Lo straordinario valore e l'unicità di un premio

Tutte le emozioni della serara dei Caschi d'Oro sul nuovo Autosprint in edicola

Andrea Cordovani

27.12.2022 09:40

Una notte di passione. Emozioni forti a Bologna, per l’edizione 2022 dei Caschi d’Oro e Volanti ACI. Passato, presente e futuro si fondono nel Gran Galà organizzato dal nostro giornale e dell’Automobile Club Italia. Ricordi, racconti e speranze. Una serata unica. Si aggiunge un nuovo capitolo a una meravigliosa storia che si ripete dentro a un record di longevità che nessun altro premio del motorsport può vantare. I Caschi d’Oro sono sempre stati lo specchio fedele dell’automobilismo da corsa tricolore. Uno specchio che continua a riflettere eccellenza. E grandi risultati. La stretta collaborazione tra le nostra testata e l’ACI che dal 2018 supporta con ogni mezzo la manifestazione ha dato nuovi slanci e rappresenta un connubio perfetto. "Noi e Autosprint siamo una coppia di fatto", ha detto il presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani, il più appassionato tra gli appassionati, uno che difende a mani nude il motorsport italiano, mettendoci sempre la faccia. Quella andata in scena mercoledì 21 dicembre è stata la 57esima edizione dei Caschi.

Nacquero dall’idea straordinaria di Marcello Sabbatini, il direttore che ha fatto grande il settimanale da corsa. All’epoca non c’erano i social, non esistevano i telefoni cellulari, nelle redazioni dei giornali si batteva sui taschi delle mitiche Lettera 22 Olivetti. Un altro mondo tra il giornalismo di allora e quello di oggi su iPhone. Impossibile fare paragoni mentre l’informazione naviga su rotte diverse nel mare magnum di internet. La ricchezza degli stipendi, la possibilità di viaggiare, l’assenza delle immagini tv, e dunque il monopolio della visione, hanno aiutato tanto quella leva giornalistica. Oggi nelle redazioni non si entra più. Oltre l’inciso e comunque si veda, anche mettendo a confronto epoche clamorosamente diverse, la sostanza delle cose non cambia.

I nostri Oscar nel mondo del Motorsport continuano a mantenere un fascino straordinario. Un premio che mischia il valore della memoria a un senso di appartenza che risale alle origini quando Autosprint era ribattezzato la Bibbia del Motorsport. Dentro a questopremio c’è il senso di appartenenza a un giornale che ci ha accompagnato e appassionato in primis da lettori. Racconta l’ex direttore Carlo Cavicchi: "La prima volta il campione del mondo della Formula 1, Jack Brabham, venne tutto solo a ritirare il suo Casco d’Oro scendendo dal treno alla stazione di Bologna, un anonimo passeggero confuso nel suo cappotto grigio spinato in mezzo a mille cappotti tutti molto simili. Difficile immaginarsi oggi una scena così, ma questo ci dice quanti anni siano passati, come tutto si sia evoluto, con una sola costante: la voglia di portarsi a casa una statuetta brutta quasi quanto quella degli Oscar cinematografici, ma non meno preziosa. Oggi i premi in giro per il pianeta si sprecano, ma l’unicità dei caschi, come ormai si usa dire senza dover aggiungere altro, sono una sintesi che illumina ancora una carriera da corsa. Dio renda gloria a chi li ha inventati e sia misericordioso verso quelli che portano avanti questa irrinunciabile tradizione".

Autosprint rappresenta un pezzo di vita per tutti noi appassionati. Bologna è tornata al centro del mondo del motorsport. Prima il Galà della Fia e qualche giorno dopo la festa che riporta Autosprint nel suo ventre materno. Il cuore della Motor Valley pulsa fortissimo. Già, com’è dolce Bologna solo qualche anno dopo. I Caschi sono tornati a casa loro, lì dove tutto è nato. La festa sotto le Due Torri è anche una storia di quelle che non ce ne sono più. Una storia di passione. Come quella di Luca, un nostro lettore, che è rimasto fuori davanti alle porte chiuse dell’entrata e si è seguito tutta la manifestazione con l’iPad. Al freddo. Solo per stare vicino, rivivendo un sogno d’infanzia. "Mio padre mi portava sempre ai Caschi d’Oro", ha spiegato una volta che, accortisi della sua presenza, alla reception l’hanno fatto entrare. Era emozionantissimo. E noi con lui. Gli abbiamo consegnato una targa ricordo perché personaggi così sono razza in via d’estinzione. Viva i Caschi d’Oro. Viva la nostra lunga tradizione.


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