L'editoriale del direttore: Il menu di Vasseur

L'editoriale del direttore: Il menu di Vasseur

Il motorsport va in vacanza, ma non Autosprit. Ecco tutto quello che troverete sul numero in edicola

Andrea Cordovani

07.08.2023 14:58

Nel bel mezzo di una torrida estate, metti un giorno a pranzo a Maranello. Incontro per nulla casuale. Autosprint a tavola con Fred Vasseur. Ristorante Montana, luogo di culto dell’arte culinaria con la signora Rossella che arpeggia divinamente ai fornelli. Carpaccio di zucchine e tagliatelle al ragù per gradire e godere.

È il menù preferito del Nostro. Acqua frizzante come se piovesse ma sul tavolo soprattutto i suoi primi mesi da team principal della Ferrari F.1 È un periodo nel quale i media nazionali hanno avuto modo di conoscere più da vicino l’ingegnere transalpino che a 55 anni vive la sfida sportiva più grande e affascinante della sua vita.

La stampa scopre lui, e lui scopre la stampa. «Ho un’ora di tempo, poi c’è un meeting. Anche oggi giornata piena di appuntamenti», dice mentre sbuffa come solo i francesi sanno fare, un’espressione del volto che vale più di mille parole, le guance che si ingrossano diventano la didascalia di chi è sempre in lotta contro il tempo. Non si rilassa un attimo. E gli vi ne da soffiare... La vita alla Ferrari è un vortice, quando ci entri dentro inizi a girare forte. L’interruttore sempre acceso. Da gennaio fino alla pausa estiva la salita è stata ripida, un saliscendi a volte inspiegabile.

Quando all’inizio dell’anno Fred è arrivato a Maranello la terra stava ancora tremando per il terremoto che accompagnava l’uscita di scena di Mattia Binotto. Giorni agitati. Animi in subbuglio. Uomini in fuga. Impossibile cominciare a rifare le fondamenta mentre ci sono quotidiane scosse telluriche di assestamento.

Gente in uscita, qualche veleno sparso, moltissimi cantieri aperti per i livori in corso. Fred s’è trovato in sella a un Cavallino spesso imbizzarrito in quei giorni di grandi rivoluzioni mentre ci si stava preparando alla rivincita contro quella Red Bull fuggita via nella seconda metà del 2022 con la Ferrari che a un certo punto aveva fermato gli sviluppi per concentrarsi solo ed esclusivamente sulla SF-23.

Come gli allenatori ingaggiati a squadra già abbondantemente fatta, poco prima del fischio d’inizio, Vasseur s’è messo alla guida del Reparto Corse e ha subito iniziato a capire l’effetto che fa essere al timone della Nazionale Rossa.

Si diciamolo. Quello di team principal della Ferrari è uno dei ruoli più prestigiosi del pianeta, ma è anche uno dei più scomodi, il confine tra la gloria e l’impopolarità può essere varcato più volte nel giro di pochi GP. È qualcosa che, in un modo o nell’altro, ti cambia la vita. L’unica cosa certa è che ci vorrà del tempo prima di iniziare a tracciare i primi bilanci.

Non è ancora arrivata quell’epoca in cui si tirano le somme. Anche se oggi, via social, si è piuttosto inclini al dileggio e alla giustizia sommaria, la storia è solo all’inizio.

Ci sono ancora tante pagine bianche che aspettano di essere scritte, nella piena consapevolezza dei reali valori delle forze in campo con una Red Bull e un Max Verstappen inavvicinabili, direttamente su un altro pianeta. Per ora, non solo per la Ferrari, si deve combattere solo per le briciole.

Poi in futuro si vedrà. Il 2024 è ancora un traguardo lontano. Ma intanto Maranello vuole giocarsela. Servono le buone prestazioni. Solo quel- le cementano il gruppo e lo preparano alle sfide del futuro. La Ferrari di Vasseur sta nascendo giorno dopo giorno. Dopo il terremoto invernale, c’è stata la difficile fase di assestamento. La prima parte di stagione ha visto la Scuderia in precario equilibrio sull’altalena delle prestazioni, mai particolarmente pungente, a volte in palese difficoltà.

Il paragone con il 2022, le 4 vittorie e le 12 pole delle Rosse, è riferimento scomodo, ma inevitabile. Man- ca, però, ancora l’ultima fetta della stagione. È vero che ogni volta alla festa la torta se la divora tutta Verstappen, ma prima o poi, così facendo, rischia anche l’indigestione.

Red Bull a parte la Ferrari è pronta alla sfida con le altre rivali. Nell’ultima domenica di agosto quando si torna in pista in Olanda, per il Cavallino scatta la fase due. Quella che dovrà portare al secondo posto nel Mondiale Costruttori, l’obiettivo minimo stagionale che è ancora lì, non troppo distante.

Il riferimento è la Mercedes, poi la McLaren un altro cliente scomodo, in parabola ascendente che può togliere punti preziosi. Di scontato, la seconda parte del Mondiale 2023 ha solo il nome del vincitore. Per il re- sto è ancora tutta da giocare. Azienda, albergo, trasferte. I primi mesi alla Ferrari Vasseur, li ha vissuti leggendo questo spartito alla scoperta del Cavallino.

Tra poco si trasferirà con tutta la famiglia sui colli bolognesi. In una modulazione di frequenza totalmente emiliana. Casa e l voro. Ma almeno vicino ai suoi cari. Fred sta sempre più modellando il Cavallino a sua immagine e somiglianza.

Finalmente può mettere in pratica la sua visione e soprattutto costruire la sua squadra. Ci vorrà tempo. Sarà tutt’altro che facile ma lui è sicuro di farcela. Non mostra grandi titubanze, adora far vedere che non sente la pressione ma sa benissimo che la sfida è dura. Il suo sguardo si illumina spesso di sorrisi, ma quando qualcosa non gli torna sa regalare pure occhiatacce luciferine.

Rimanda al mittente le provocazioni. In quel caso le risposte sono secche pronunciate con un tono di voce che cambia frequenza nell’intonazione. Da sempre è abituato a pesare gli uomini, a carpirne gli umori. Determinato, diretto, schietto. Questo dicono di lui quelli che lo conoscono bene. Doti apprezzate anche a Maranello. Con lui capisci subito l’aria che tira. E questo un po’ stride con certe sue dichiarazioni trionfalistiche della vigilia che avevano alimentato come panna montana le speranze. Perché allora si è esposto a cer- te estraniazioni che sono un boomerang? Vasseur non è certo quello che ha fatto la monoposto: le sue impressioni erano basate su quello che gli era stato riferito.

Certe lacune incolmabili che il progetto 675 si portava in dote, con molta probabilità non gli erano state evidenziate, almeno non in modo dettagliato. Tornasse indietro Vasseur sarebbe molto più cauto.

La grande priorità adesso è costruire solide fondamenta per affrontare le sfide del futturo. Serve la giusta tranquillità dopo mesi sussultorei. Fred e un uomo con una visione a 360 gradi del motorsport ma ancora alla ricerca del primo successo in F.1.

Un tassello prezioso che manca nel puzzle di una carriera forgiata nelle categorie minori e anche in team di seconda fascia del Circus, quelli che lottano nel ventre molle delle classifiche. Dove vincere è missione impossibile. La Ferrari per Vasseur è l’occasione della vita.

Vincere col Cavallino diventerà la sua ossessione. Il suo traguardo. Ma senza darlo a vedere perché se occupi certe posizioni devi saper governare prima di tutto la pressione, destreggiarti abilmente sull’onda dell’ansia montante.

Fare meglio ogni giorno e imparare bene a non ripetere gli stessi errori è il suo mantra quotidiano. L’organizzazione il suo chiodo fisso. Ora c’è la pausa davanti per ricaricare le batterie e ripartire con un nuovo slancio.

Punto di partenza è il terzo posto di Char- les Leclerc a Spa, l’obiettivo finale la seconda piazza nel Mondiale Costruttori. Il piano di sviluppo della SF-23 proseguirà fino al Gp di Austin. Gli aggiornamenti sono il frutto del lavoro in galleria del vento che è durato fino ad agosto quando ritualmente termina per tutti sulla F.1 in corso e vi si lavora ormai soltanto per la monoposto dell’anno venturo. Insomma, Maranello non vuole lasciare nulla d’intentato per la stagione in corso. A Zandvoort, quando il Circus tornerà a riaccendere le sue insegne, una serie di piccole modifiche accompagneranno la Rossa che doveva essere e non è stata nel ritorno in pista. Un pacchetto di aggiornamento più consistente debutterà a Monza per andare a caccia di una maggiore efficienza aerodinamica davanti al proprio pubblico, in quel tempio della velocità do- ve la passione per il Cavallino diventa un valore aggiunto.

Ovvio che serva un rendimento più costan- te nella seconda parte del Mondiale rispetto all’altalena della prima parte. Verstappen e la Red Bull restano sulla luna per tutti gli altri, ma la seconda piazza non è poi così lontana per questa Ferrari che prova a non mollare la presa fino in fondo, che ha voglia di far riaccendere la passione a un popolo rosso deluso e abbacchiato, ancora a caccia di un’emozione forte, di una gioia. A tutto questo sta pensando anche Fred


  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi