Alonso spiega il “suo” Montecarlo

18.05.2010 ( Aggiornata il 18.05.2010 19:33 )

Adesso che la Mercedes ha rinunciato a ricorrere in appello contro la penalizzazione che ha retrocesso Michael Schumacher dal sesto al dodicesimo posto, Fernando Alonso ha la certezza che gli 8 punti conquistati a Montecarlo non glieli porta via nessuno. È terzo nel mondiale dietro la coppia Red Bull Webber-Vettel: e terzo rimane.
“Quello di Monaco – afferma lo spagnolo nel blog che tiene dopo ogni gran premio – è stato un gran premio amaro e dolce. Amaro il sabato. Dolce la domenica. In termini di punti campionato, il bilancio che faccio è comunque negativo. Avevamo tutte le carte in regola per lottare per la vittoria. Venivamo dal fine settimana di Barcellona, dove non avevamo il passo per vincere. A Montecarlo, invece, dove l’aerodinamica è meno importante, eravamo più competitivi. Quando si ha una monoposto facile da guidare, come la F10, si acquista velocemente fiducia, e ciò è fondamentale su un tracciato come quello del Principato. Nelle prove libere di sabato mattina, è successo quello che è successo. Per questo il sesto posto in gara ha un sapore molto diverso. È un risultato che deve rendere orgogliosa la squadra per tutto ciò che ha fatto in circostanze così difficili. Non mi era mai successo di saltare le prove di qualificazione. Un conto è uscire nelle prime fasi, a causa di errore o di un problema tecnico. Un altro è sapere di essere condannato a osservare i monitor sin dall’inizio. È stato davvero crudele ma credo che questo episodio ci abbia reso ancora più forti come gruppo. È in momenti come questi che si vedono i grandi uomini e tutto il team è stata straordinario.
La gara di Montecarlo mi ha dato comunque una grande soddisfazione. Eravamo consapevoli che, se volevamo arrivare in zona punti, tutto doveva essere perfetto, la monoposto, le scelte strategiche, i sorpassi, le gomme. Così in  effetti è stato. I primi giri sono stati molto intensi, con sei sorpassi e poi dovevo cercare di sfruttare la strategia, aspettando quindi i pit-stop degli altri. Dal 28esimo mi sono ritrovato in sesta posizione e, da lì in avanti, ho pensato soprattutto a gestire la monoposto e i pneumatici. I meccanici avevano completato l’assemblaggio della F10 soltanto poche ore prima e riuscire finire una corsa così dura senza il minimo problema fa capire quanto siano stati bravi. Alla fine c’è stato l’episodio con Schumacher. Dal muretto mi avevano informato che, con la gara neutralizzata nell’ultimo giro, non si potevano effettuare sorpassi, quindi ero tranquillo, tanto è vero che poi i commissari sportivi hanno rimesso le cose a posto”.


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