Mateschitz dice no a ordini di team!

09.11.2010 ( Aggiornata il 09.11.2010 11:11 )

Con le sue bevande Red Bull l’imprenditore e uomo d’affari austriaco Dietrich Mateschitz ha creato un impero industriale. E una squadra di Formula 1 che, quest’anno, ha dominato la scena, ha già conquistato il campionato Costruttori e ha due piloti, Mark Webber e Sebastian Vettel, in corsa per il titolo. La logica richiederebbe che nella finalissima di Abu Dhabi contro Fernando Alonso, che non è un tipo qualsiasi e alle spalle ha tutta la potenza della Ferrari, alla Red Bull attuassero il gioco di squadra per avvantaggiare uno dei due piloti.

Ma Dietrich Mateschitz martedi mattina, quindi a 48 ore di distanza dal termine della gara brasiliana, ha apertamente detto no a questa possibilità: non vuole che il suo team impartisca ordini, che falsifichi il risultato con manovre che lui considera anti sportive. “Piuttosto che agire in quella maniera – ha dichiarato Mateschitz. 65 anni, una laurea all'Università di Vienna in economia e marketing – preferisco finire al secondo posto in campionato. Non voglio interferire con i piloti. Tutti hanno criticato e condannato la Ferrari per quello che ha fatto al Gran Premio di Germania. La Red Bull ha sempre agito ritenendo che fino a quando Webber e Vettel sono in corsa per il campionato debbono avere gara libera, pari chances. E sempre stato così. Lo è stato anche in Brasile. E sarà così anche nella sfida finale. Non è sicuro che Fernando Alonso sarà sempre fortunato. Ad Abu Dhabi sarà veramente eccitante”.

Riesce però difficile pensare che per una mera questione di principio la Red Bull getti al vento l'occasione di vincere l'unico titolo mondiale veramente ambito in F.1: quello Piloti. Specie dopo che Horner e Marko, a caldo nel dopocorsa avevano già cominciato a mettere le mani avanti "aprendo" all'eventualità di un gioco di squadra con dichiarazioni del tipo: Abbiamo già fatto troppi regali ad Alonso".

Probabilmente la Red Bull all'apparenza dirà di non voler fare giochi di squadra e lascerà la patata bollente della decisione se dare via libera a Webber oppure no direttamente al suo pilota: e cioè Vettel. In modo da raggiungere l'obiettivo del titolo comunque senaa "sporcarsi le mani" apparentemente con un ordine di squadra.


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