Il Kers penalizza le gomme

30.03.2011 ( Aggiornata il 30.03.2011 12:56 )

Le tante illazioni della vigilia del GP di Australia si sono risolte in nulla: il sistema per il recupero dell’energia cinetica, Kers, funziona; rispetto al 2009 è stato alleggerito e perfezionato, ma la monoposto che ha vinto non l’aveva. Proprio come due anni fa. Sebastian Vettel ha provato il Kers sulla Red Bull nelle prove del venerdì, mentre Mark Webber non ce l’aveva. Sabato era già stato deciso di non usarlo.

Strategie sottili? Macché: sulla Red Bull-Rtnault Rb7 il sistema per il recupero dell’energia cinetica scalda troppo. E contando su un carico aerodinamico mostruoso, la squadra anglo-austriaca ha deciso di farne a meno. Un Kers può valere, a Melbourne, quattro decimi di secondo al giro. Domenica non bastavano a fare la differenza.
 
Tutto quello che si può dire del sistema della Red Bull -sviluppato su tecnologia Renault-Marelli - è che non è, effettivamente, uguale agli altri. Ma solo perché le batterie -prodotte dalla francese Saft - sono piazzate davanti e non nel serbatoio o sotto il sedile. Però, ripetiamo, questo rischia di restare un esercizio accademico. Finché non ne avranno assoluto bisogno, Sebastian Vettel e Mark Webber non lo useranno. Neanche per le partenze: e del resto non sembrava, da come è scattato, domenica il tedesco campione del mondo, che ce ne fosse un gran bisogno.

Lewis Hamilton è però convinto che la Red Bull non potrà permettersi di continuare a lungo senza il Kers.


Il Kers si può attivare sopra 100 km/h, cioè dopo circa due secondi e mezzo. Ma oltre ai problemi di temperatura, pare che in alcune fasi trasmetta una coppia eccessiva che mette in crisi le gomme posteriori. Non usarlo del tutto permette anche di non avere noie con la ripartizione di frenata, visto che un Kers attivo assorbe energia in ricarica e in sostanza fa da freno supplementare sulle ruote posteriori. Ma è una sconfitta per la politica della F.1 “verde” del presidente della Federazione Internazionale Jean Todt. E probabilmente sarà così finché qualcuno non si deciderà, cambiando i regolamenti, a raddoppiarne la capacità e quindi la durata sul giro: 6”6 non fanno la differenza, non quanto un’ala mobile o un grande carico aerodinamico.

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