Analisi venerdì: pericolo blistering

da Nuova Delhi: Alberto Antonini Era previsto, dicono alla Pirelli. Con temperature dell’asfalto intorno ai 40 gradi la mescola più morbida poteva accusare fenomeni di ‘blistering’. E così è stato. Ma il blistering, a differenza del graining, distrugge la gomma ed è irreversibile. Da tempo non si vedevano le grosse bolle sul battistrada, indice di temperature troppo elevate all’interno della copertura. È successo al Buddh Circuit e anche se la pista migliorerà sicuramente, il rischio rimane per la gara. È l’unica variabile che potrebbe portare un po’ di pepe in un week end già prenotato dalle Red Bull. Sebastian Vettel domina in lungo e in largo, sia al mattino che al pomeriggio, sia con pneumatici soft (miglior tempo nella P2 1’25”772) che con un’incredibile simulazione di gara con le più dure “medium”. Ma proprio la mescola morbida, sulla RB9, dura meno che su Ferrari e soprattutto Lotus. Alonso ha tenuto le sue “gialle” per 17 giri, Seb ha dovuto cambiarle dopo undici. La Red Bull può rifilare almeno 30” a tutti in gara, ma dovrà probabilmente cambiare le sue gomme prima degli altri, dopo averle usate in qualifica. E questo apre la strada a diversi scenari, perché le RB9 sono tornate a essere lente in rettilineo (311 km/h contro i 320 dei più rapidi, vedi il solito Gutierrez). Quindi, in caso di pit-stop anticipato, soffriranno un po’ per recuperare. Poi, con due soste previste e inevitabili, la situazione si ristabilità. Ma intanto si può accendere la lotta per il terzo gradino del podio. Dove però, nel complesso, la Lotus di Grosjean (Raikkonen: non pervenuto, e anche un testacoda) è molto più aggressiva di Mercedes e Ferrari. Alonso ha perso la mattina per un guasto a una molla del cambio, poi sostituita. Ma la F138 non ha il passo della E21, mentre Rosberg e soprattutto Hamilton lamentano molta incostanza sulla durata.

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