Questa utile tabella realizzata dalla
Pirelli, tramite una chiara rappresentazione grafica, permette di capire
quali gomme e quando sono state utilizzate dai vari piloti in gara
domenica a Sakhir. Fra l’altro, non viene mostrato solo il
tipo di mescola adottato ad ogni pit-stop, ma si capisce anche (dalla linea continua o tratteggiata) se si tratta di un set di pneumatici
nuovo oppure già usato.
Per cui
già al primo colpo d’occhio non si può fare a meno di rilevare come
Ricciardo abbia corso solo con gomme usate, fra l’altro effettuando più giri con quelle teoricamente meno durevoli. Al contrario,
Hulkenberg e Vettel sono riusciti ad avere a disposizione
solo pneumatici nuovi per la gara, avendoli risparmiati nelle qualifiche per aver “mancato” la Q3. Il tedesco della Red Bull è stato anche l’unico oltre a Sutil a partire con le
medie. Non dobbiamo dimenticare che se le
Pirelli soft - la mescola più morbida disponibile - erano più veloci, presentavano però anche un degrado maggiore rispetto alle
medium.
C’è però un altro aspetto importante da sottolineare, per questa gara: quello delle
temperature ambientali. Essendo più basse, hanno infatti fatto
ridurre drasticamente la differenza di prestazioni fra le due mescole. Se in prova si era arrivati a
più di 2 secondi al giro, in gara il gap è stato invece
inferiore a 1 sec/giro. Inoltre le temperature più basse hanno permesso a molti team di
cambiare la strategia sulle gomme, passando
da tre a due pit-stop in gara. È il caso di
Perez, che adottando una tattica piuttosto lineare in tema di gomme (due volte soft usate più medie nuove) ma
mettendoci anche del suo quando sul finire di ogni stint si trovava con la macchina che andava da tutte le parti, ha guadagnato il terzo posto finale.
Fra quanti hanno mantenuto la
strategia su 3 soste, quelli arrivati più avanti sono
Williams e Ferrari. Forse
Raikkonen avrebbe potuto
arrivare fino alla fine con il set di medium nuove montato al 33° giro, ma con l’ingresso della safety-car al 41° giro ha preferito montare un altro set di medie, usate (segnando fra l'altro il pit-stop più veloce, in 2"4). Lo stesso ha fatto
Alonso, che però aveva effettuato ben prima la seconda sosta (28° giro) e aveva a disposizione un set di medie nuove. Insomma, sul finire le
Williams e le
Ferrari si sono ritrovate a lottare ad armi pari, almeno per quanto concerne le gomme, ma con
Massa e Bottas che non erano riusciti ad
approfittare della safety-car perché avevano effettuato il cambio gomme appena prima.
Anche le
Mercedes sono riuscite a sfruttare al meglio la neutralizzazione per l’incidente a Gutierrez: nemmeno questo imprevisto li ha rallentati, insomma. Però la safety-car ha favorito
Rosberg, annullando il gap di poco meno di 10 secondi che in quel momento (pur segnando gli stessi tempi del compagno di team) aveva da
Hamilton. Peraltro Lewis aveva sfruttato al meglio la possibilità di
effettuare per primo il pit-stop iniziale: nei due giri che ha effettuato con le soft nuove fra il 19° e il 21°, infatti, ha portato il vantaggio su Nico da mezzo secondo (che in realtà significa gli fosse semplicemente in coda) a 6 secondi. Anche per questo motivo il tedesco ha allora giocato la carta di una
strategia diversificata, montando le medie: una scelta che già in tempo reale i
tecnici Pirelli avevano giudicato positivamente, in quanto offriva una
maggior flessibilità permettendo di affrontare meglio qualsiasi situazione e la parte finale di gara, come in effetti si è verificato.
Poi negli
ultimi 10 giri tutto è passato nelle mani (e nei piedi...) dei due piloti, con
Hamilton che nonostante i pneumatici meno favorevoli (
costretto a montare le medie per regolamento) si è difeso in modo superlativo e con quel pizzico di spregiudicatezza in più che ha fatto la differenza. Ma questo
è un altro discorso, che con le strategie di gomme c’entra poco...
Maurizio Voltini