Pirelli F1 a Monaco: strategie obbligate

Pirelli F1 a Monaco: strategie obbligate
La possibilità di un solo pit-stop e la safety car hanno uniformato le tattiche quasi a tutti, a Montecarlo

27.05.2014 ( Aggiornata il 27.05.2014 15:50 )

Anche per il GP di Monaco siamo a commentare l’utilizzo dei pneumatici Pirelli nel corso della gara e le “varie” strategie adottate da team e piloti. In realtà stavolta di vario c’è ben poco (ecco perché le virgolette, prima): infatti, sebbene la Pirelli avesse optato per le mescole più morbide in gamma (soft “gialla” e supersoft “rossa”) queste si sono rivelate ugualmente più dure del previsto per questo tracciato cittadino. Va infatti ricordato che le soft e supersoft di quest’anno sono state rese più dure rispetto alle gomme di “pari gradazione” usate nel 2013 sempre a Montecarlo. Così già prima della partenza era previsto che praticamente tutti avrebbero effettuato un solo pit-stop. L’unica variabile era rappresentata dal possibile (e statisticamente attendibile) ingresso della safety car, che infatti non è mancata neppure in questa occasione, già subito dopo il via e poi al 25° giro. Di conseguenza tutti o quasi si sono fiondati ai box in quella occasione, con la differenza che essendo stata annunciata la neutralizzazione quando le Mercedes erano già al Portier, ad entrare subito sono stati i piloti da metà classifica in poi, come Button, Gutierrez e così via; Rosberg & C. l’hanno fatto solo al completamento del 26° giro, e questo spiega lo “sfalsamento” nell’infografica. Tale strategia obbligata ha di fatto reso sostanzialmente inutile aver “salvato” set di gomme in qualifica, visto che i top ten avrebbero avuto in ogni caso un set di gialle nuove con cui sostituire le rosse usate della partenza. A questa regola sono sfuggiti Hulkenberg e Button giusto perché partiti con gomme nuove (il tedesco con quelle più dure, oltretutto), e soprattutto Massa: anche per cercare di recuperare la sfortuna delle qualifiche, il brasiliano ha preferito evitare il cambio gomme in occasione della safety car (unico ad adottare questa scelta) sfruttando le gomme supersoft nuove al massimo e arrivando a sostituirle solo al 45° giro. Una tattica che ha permesso a Massa di tornare nelle posizioni alte di classifica in gara, finendo poi 7° quando era partito 16°, dimostrando altresì che le supersoft erano appunto abbastanza dure da poter resistere a questi strapazzi. Ma ancor di più hanno fatto il già citato Hulkenberg e soprattutto Bianchi, arrivati a percorrere rispettivamente 52 e 53 giri con le supersoft nuove (e, va doverosamente aggiunto, con la pista più gommata e le vetture più scariche di carburante). In ogni caso un altro risultato degno di nota per il francese della Marussia, in questa gara dove ha portato i primi punti mondiali alla squadra. Per quanto riguarda le Pirelli soft “gialle”, invece, il pit-stop “forzato” dalla safety car ha portato tutti i primi a percorrere anche loro 53 giri con il set nuovo a disposizione. Dunque sono tutti a pari, in questo dato: Rosberg, Hamilton, Ricciardo, Alonso e pure Button, perché se aveva guadagnato un giro nel pit-stop anticipato lo ha poi perso essendo stato doppiato. Discorso a sé per Raikkonen, unico oltre a Chilton ad aver effettuato tre pit-stop, ovviamente per problemi vari e non per scelta strategica: subito dopo aver montato le sue soft nuove al momento della neutralizzazione, infatti, il finlandese è dovuto ritornare quasi subito ai box per la foratura causata proprio da Chilton, venendo così costretto a montare delle soft usate. Poi l’incidente con Magnussen l’ha di nuovo costretto a una sosta per la sostituzione del musetto al 73° giro, e contemporaneo cambio gomme con supersoft anche queste usate. Così di fatto il finlandese è stato l’unico ad aver corso con pneumatici usati, visto che nei pochi km con le Pirelli nuove si era sotto safety car. Maurizio Voltini

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