Mattiacci: Prenderemo dei rischi

Mattiacci: Prenderemo dei rischi
"Basta con la cultura del compromesso e col farsi tutto in casa". Non vengono smentite le voci su Marmorini

04.07.2014 ( Aggiornata il 04.07.2014 19:47 )

Marco Mattiacci si è lanciato. Dopo circa 60 giorni a capo della scuderia Ferrari, “giorni fantastici, per uno come me che viene dalla periferia romana”, ha rotto il silenzio diplomatico. Forse anche per le tante voci su Ross Brawn, Marmorini, i cambiamenti. Sull’abbandono dell’attuale capo dei Motori nessuna vera smentita: “Ma non voglio fare nomi. Io credo nella discontinuità, in tutte le aree”. E discontinuità significa cambiare. “Cambiare anche mentalità, prendere più rischi, andare oltre la cultura del compromesso, evitare quella dei “silos”, dei compartimenti stagni”. La nuova struttura ruota intorno a James Allison. È il direttore tecnico, l’uomo di sintesi, che ha l’ultima parola sullo sviluppo. "È lui il mio braccio destro. Si sono fatti tanti nomi illustri, ma ci sono anche persone nuove, una nuova generazione”. Secondo il manager romano “l’attuale situazione della Ferrari è frutto di scelte strategiche fatte negli anni passati”. Scelte che includono non avere valutato abbastanza la simulazione al computer, la galleria del vento (a proposito: nel 2015 bisognerà usarne una sola “e sarà certamente quella di Fiorano”). Ma quella di oggi è soprattutto una formula motore: “E con power unit così complesse, bisogna adeguare l’organizzazione alla nuova sfida. Bisogna ridisegnare la struttura”. Più chiaro di così... “Se ho capito qual è il punto più debole del nostro motore? Certo che sì, se no che ci stavo a fare?”. Ma qui non specifica. Dice però: “Se la Williams oggi è così forte, è predominante il fattore della motorizzazione. E non credo proprio che la Red Bull sia in crisi...”. Il nuovo modello di Mattiacci è una Ferrari tutta nuova. “Perché, oggi, farsi tutto in casa? In questo mondo di multinazionali e comunicazione rapida, bisogna usare il potere dei cervelli nelle varie ditte. Il modello di prima era efficace? Direi di no...”. E quindi si apre a una maggiore responsabilità dei fornitori esterni. Ma quando funzionerà questo modello: “Datemi tempo per lavorare. Non voglio dare scadenze. Dobbiamo guardare a quello che ha fatto la Mercedes rispetto all’anno scorso, a due anni fa. Loro hanno gestito bene risorse e tempistiche, avevano una garnde cultura del motore ibrido. Ma noi partiamo da una base più forte degli altri. Certo, dobbiamo irrobustire la struttura”. Arriverà gente nuova, resterà Raikkonen con Alonso. “I piloti sono centrali per il modello. Kimi è un grande campione, non ha senso parlare di un problema del singolo, è un problema di amalgama, di tutta la squadra. Tornerà a essere un grande”. Alberto Antonini

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