Analisi qualifiche: per solo 0"5

Analisi qualifiche: per solo 0"5
La pista "guidata" esalta la Red Bull ma non le monoposto del 2014, molto più lente per via del limiti aerodinamici

26.07.2014 ( Aggiornata il 26.07.2014 19:01 )

dal nostro inviato a Budapest: Alberto Antonini Se c’era una pista che poteva scalzare la Mercedes dalla pole (finora quest’anno è successo solo in Austria con Massa) questa è proprio l’Hungaroring. Se c’erano condizioni favorevoli erano quelle avute oggi nelle qualifiche, misto pioggia/asciutto. E se c’era una squadra in grado di dare l’assalto alla regina, qui, stavolta era la Red Bull. Ma alla fine viene fuori, fra la pole di Rosberg e il secondo posto di Vettel, un distacco di 0”486. Circa un decimo al chilometro. Quella ungherese non è pista “di motore” e non c’è neppure una differenza così netta fra i vari settori. Comunque, con Rosberg davanti in ogni segmento, il suo giro-capolavoro Vettel lo costruisce nel T2, la parte più lunga, che conta ben otto delle 14 curve totali e comprende la chicane. Prevedibilmente, queste monoposto edizione 2014 “accusano” la pista. Si va veramente piano, pioggia a parte: rispetto all’1’19”388 della pole di Hamilton siamo a 3”327 di distacco in qualifica. A riprova del fatto che non è il motore il punto debole, ma i tagli all’aerodinamica. Jules Bianchi, prima di passare la tagliola della Q1, ha fatto notare che nella prima sessione del venerdì le Marussia andavano più piano delle Gp2... Se la Red Bull conferma le aspettative - grazie anche a un accurato lavoro sugli assetti fra venerdì e sabato - chi sorprende davvero è la Williams. Loro stessi pensavano che questa non fosse la pista adatta alla Fw36. Che sul breve rettilineo box fa segnare una velocità di tutto rispetto: 315,8 km/h con Massa e 314,8 km/h con Bottas. Rosberg segue con 311,6, mentre Vettel è molto più indietro, 304,6 orari, appena meno di Alonso. Si va forte sul dritto perché manca carico sull’ala dietro, ma chi ha il motore Mercedes lo sfrutta anche in questa fase per fare la differenza. La Mercedes, confermano gli ingegneri avversari, non mette neppure l’ottava marcia!

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