Monza F1: ali piatte, ma non troppo

Monza F1: ali piatte, ma non troppo
Qualche compromesso aerodinamico a Monza non ha permesso di superare i 360 km/h come si prometteva
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06.09.2014 ( Aggiornata il 06.09.2014 19:18 )

Monza è sempre il tempio della velocità, ma certi record che ci potevamo aspettare come punta massima, alla fine non sono arrivati. Certamente i 370 orari auspicati erano troppi, ma il fatto è che nella realtà della pista non sono stati superati nemmeno i 360. Così allo "speed trap" il più veloce è risultato Rosberg con 353,9 km/h, anche grazie al fatto che in qualifica si è spremuto tutto il possibile dal motore Mercedes. Segue di poco Bottas, con 353,0 orari, a testimonianza della buona aerodinamica della Williams. Stesso discorso per la Force India, ma con le dovute proporzioni visto che Perez segna la terza punta velocistica con 351,1 km/h. Vediamo a seguire i migliori risultati velocistici di ognuno dei migliori (con Ericsson fanalino di coda "grazie" ai suoi demotivanti 334,7 km/h) ma appunto non sono esagerati. Eppure le macchine erano state preparate con ali molto "sottili" fin dall'inizio, anche facendo seguito alle prestazioni Red Bull in Belgio, dove aveva vinto con ali ridottissime. Ma presto i tecnici si sono accorti che non era proprio il caso di esagerare, e sono tornati a configurazioni più caricate aerodinamicamente.

Tra penetrazione e instabilità

Come mai? Questo perché alla fine i vantaggi in termini di velocità non arrivavano a compensare gli svantaggi. Perché per cominciare i piloti si trovavano con macchine davvero instabili in frenata, e su "staccatone" come quelle della prima variante o della Roggia non è certo il massimo. Anche perché un simile comportamento non invita a ritardare la frenata e porta a sbagliare troppo facilmente, e non per un semplice problema psicologico di chi guida. Ma soprattutto si sommano due altri fattori. Per cominciare, se è vero che in punti come le prime varianti si va talmente piano che il carico aerodinamico non aiuta quasi per nulla, è anche vero che la variante Ascari o la Parabolica si percorrono a velocità non certo limitate. E condizionano non solo quella di percorrenza (che su questi tratti è parecchio lunga, fra l'altro) ma anche quella nei rettilinei importanti che seguono (almeno per la prima parte).

Contano anche le gomme

Inoltre si è aggiunto il parametro gomme: la Pirelli ha portato le mescole più dure, e così anche quando la pista ha iniziato a gommarsi, il grip meccanico non è risultato sufficiente. In più ci sono stati problemi a portarle in temperatura, quando non venivano "caricate" abbastanza. Logico a questo punto provare a dare più deportanza, anche se ciò significava rallentare un po' in fondo ai rettilinei. E quando si è visto che le cose miglioravano, si è ovviamente proseguito in questo senso. Da rilevare che con le Pirelli bianche, quelle più morbide, si è registrato un calo della velocità di punta, in quanto la mescola più adesiva causava una minor scorrevolezza sull'asfalto, favorendo in questo aspetto le hard più dure. A conclusione, segnaliamo anche la differenza in questo dato fra Rosberg e Hamilton: 3,1 km/h a favore del tedesco. Ciò conferma la nostra ipotesi dopo le qualifiche, che il tedesco abbia un assetto aerodinamico più scarico. Tale scelta manda le gomme in temperatura più tardi, ma favorisce la prestazione alla distanza e i sorpassi. Insomma, anche stavolta la gara non parte in modo scontato (dominio Mercedes a parte…). La top ten nelle velocità massime:
Rosberg      353,9 km/h
Bottas       353,0 km/h
Perez        351,1 km/h
Hamilton     350,8 km/h
Massa        350,6 km/h
Alonso       350,1 km/h
Raikkonen    348,2 km/h
Vergne       347,7 km/h
Hulkenberg   347,3 km/h
Kvyat        347,2 km/h
Maurizio Voltini

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