Rosberg e le staccate troppo lunghe

Rosberg e le staccate troppo lunghe
Considerazioni e parole dei protagonisti sugli errori alla prima variante che han fatto perdere il GP al tedesco

07.09.2014 ( Aggiornata il 07.09.2014 17:24 )

Umiliato, bastonato e pure fischiato nella pista dove il pubblico parla la sua stessa lingua. Una batosta incredibile per Nico Rosberg, che arrivava a Monza con 29 punti di vantaggio e mezzo titolo in tasca, e ne riparte sì con 22 ancora di margine, ma con il morale sotto i tacchi. Rosberg poteva giocarsi alla pari la vittoria perché partiva comunque in prima fila di fianco a Hamilton; sembrava l’avesse in mano dopo lo start perché Lewis si è mosso male, sembra, più per un difetto del software che gestisce le partenze, che per colpa sua. Ed è scivolato in quarta posizione. Per tutti (forse anche per il box di Rosberg) la gara era praticamente vinta, anche se erano passati solo pochi secondi di corsa, perché a Monza chi entra in testa alla prima curva ha la vittoria in tasca. Con le strategie minimizzate da una sola sosta ai box, sulla pista monzese c’è poco da inventarsi a parità di macchina, motore e velocità. Invece Rosberg, vittima del nervosismo, è riuscito a regalare a Hamilton una vittoria già scontata. E dire che era andato in fuga bene: approfittando del fatto che Hamilton era scivolato dietro Magnussen e Massa che gli facevano un po’ da “tappo”, Rosberg si era preso oltre 3” di margine nei primi giri. Ma Nico era sotto pressione e s’è visto: il processo mediatico cui l’ha sottoposto una parte della stampa (quella pro-Hamilton) e soprattutto la Mercedes che l’ha colpevolizzato apertamente per la collisione di Spa che era stato in fondo solo un incidente di gara, lo ha evidentemente innervosito molto più di quel che sembrava dall’esterno. Nel paddock di Monza per tutto il weekend Rosberg sorrideva, ma era una maschera: dentro di lui covava il nervosismo perché sentiva che Hamilton su questa pista gli era superiore. L’aveva visto già dal venerdì, quando dopo aver saltato un’ora di prove per un guasto ed essere entrato in pista a pochi minuti dalla fine, Hamilton era arrivato in una manciata di giri a soli 60 millesimi dal tempo che Rosberg aveva impiegato una sessione intera per fare. Segno di una classe superiore di Lewis nel guidare su questa pista superveloce. Ritrovatosi in testa con un buon margine su Hamilton, Rosberg ha... perso la testa. E ha sprecato la chance per ipotecare il mondiale. Compiendo una lunga serie di errori. Prima al nono giro arrivato “lungo” alla staccata della prima variante, girando fuori pista e perdendo circa 1"8 ma soprattutto la concentrazione cosa molto più grave per lui. Poi Rosberg ha avuto il vantaggio di cambiare le gomme per primo rispetto a Hamilton: i cambi gomme dei due sono stati velocissimi, (2”8 Rosberg e 2”7 Hamilton), ma Nico da quel momento ha cominciato a perdere su Lewis. Già nel giro di rientro ai box ha regalo 4 decimi ad Hamilton; poi nel giro di ripartenza a gomme fredde altri 2 decimi: 1’49”114 Nico e 1’48”958 Hamilton. In tutto 6 decimi di vantaggio svaniti. Infine, appena le gomme si sono scaldate, Lewis si è messo a macinare un passo impossibile per Rosberg: al primo giro lanciato, a gomma calda, Hamilton ha fatto 1’28”330, rifilando 6 decimi a Nico, Poi è sceso a 1’28”053 mentre Nico era plafonato a 1’28”76 perdendo altri 7 decimi. A quel punto Hamilton aveva annullato quasi tutto il distacco e gli era arrivato a meno di un secondo. Ma la gara era ancora aperta. Finché Rosberg non ha commesso un nuovo, grave errore: è arrivato ancora lungo alla prima variante, ha girato attorno alle barriere di polistirolo perdendo quasi 3 secondi, e così Hamilton lo ha superato. Era passata di poco metà gara e la corsa fra i due è finita lì. Molti hanno avuto il dubbio che Nico avesse tirato dritto apposta per restituire a Hamilton quel che gli aveva tolto con l’incidente di Spa, ma non è così. Lo smentisce lui, lo smentisce la squadra, lo smentisce la logica. “L’errore non era certo premeditato - ha detto Toto Wolff - per il mondiale Piloti non si fanno errori così per lasciare strada all’altro. È semplicemente il frutto di un duello intenso che ha portato Nico a sbagliare”. Secondo l’ingegner Aldo Costa, Rosberg aveva un problema di bilanciamento freni in staccata: “I freni in curva 1 sono freddi e il ripartitore di frenata non ha lavorato in modo ottimale”. Nico lo racconta così: “I dritti li ho fatti per salvaguardare le gomme. Anche bloccando i freni la curva potevo farla, ma sarei uscito dalla curva con la gomma spiattellata e squadrata. Mi era successo in prova e ho dovuto fermarmi a cambiare gli pneumatici perché era impossibile guidare la macchina con le gomme spiattellate. Purtroppo in quelle frenate è facile bloccare l’anteriore destra, e quando è successo ho preferito tirare lungo nella via di fuga e non insistere nella frenata perché avevo capito che era meno svantaggioso: non sarei stato costretto a fare un pit stop supplementare per cambiare gomme”. Un doppio errore per Rosberg che alla fine, dopo il podio, ha detto così relativamente ad alcune contestazioni del pubblico: “Da quel che ho visto chi fischiava non era tutto il pubblico, ma solo i tifosi di Hamilton: li capisco per colpa del mio sbaglio a Spa. Ma mi sono già scusato: che posso fare di più? Spero che chi mi critica, col tempo mi perdoni”. Alberto Sabbatini

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