Dal nostro inviato ad Austin (Usa): Cesare Maria Mannucci
Parte della F.1 si piange addosso,
economicamente parlando, per
l'assenza ad Austin e Interlagos di Catheram e Marussia, facendo rinascere strampalate teorie di comunismo finanziario che vorrebbero che
Ecclestone e la Fom attribuissero a tutti i team la stessa quantità di denaro. Come se nel calcio il Real Madrid percepisse gli stessi diritti televisivi della Fiorentina. Meno male che c'è l'innato ottimismo americano a presentare il prossimo
GP USA in una prospettiva molto diversa. La camera di commercio del Texas, infatti ha calcolato in
507 milioni di dollari l'impatto economico che la F.1 porta allo stato del Texas e alla contea di Austin. In realtà la somma totale sarebbe di 897 milioni, perchè nel computo andrebbero considerati anche 166 milioni legati all'economia del circuito Cota, 161 milioni come conseguenza dei concomitanti XGames, e 49 milioni come risultato del Festival Musicale che si tiene ad Austin nello stesso periodo.
Numeri enormi, che però rendono bene l'idea della portata che questo evento, ancora giovane, considerando che
ad Austin si corre per la terza volta, ha già conquistato negli Stati Uniti. Per il giorno della gara, si attendono quest'anno
oltre 120.000 spettatori. Molti di più di quanto riescono a raccogliere oggi i tanto evocati, in termini di tradizione motoristica, circuiti europei.
Il tema per promuovere la gara logicamente il
duello Rosberg-Hamilton, su molti poster promozionali ritratti come pistoleri usciti da un film di Sergio Leone.
Ma l'America sente questa F.1 finalmente più vicina, grazie anche al
futuro ingresso di Gene Hass, che recentemente ha mostrato le prime immagini del nuovo reparto corse per la F.1 a Kannapolis, in North Carolina ed ora inizia a comunicare i nomi delle persone nei ruoli chiave.
Non certo tranquillo
Felipe Massa, che prima dell'ultimo risultato elettorale in Brasile, si era espresso a favore del candidato Aecio Neves, poi sconfitto, che nel suo programma elettorale aveva detto che il
Banco do Brasil doveva ridimensionarsi e che la
Petrobras era diventata un centro di corruzione. Già, Banco do Brasil e Petrobras, proprio gli sponsor che pagano
Massa e gli permettono di correre con la
Williams.
Per il resto una vigilia relativamente tranquilla. Prima di arrivare ad Austin,
Alonso si è recato a New York dove
Santander gli ha fatto la sorpresa di un flash mob appositamente dedicato. Dopo il Gp degli Stati Uniti, Alonso volerà a Città del Messico dove martedi presenterà il modificato circuito Fratelli Rodriguez, in compagnia di Carlos Slim.
La notizia dello
spin-off in borsa della Ferrari per il momento è stata accolta con indifferenza dagli altri team, che forse sottovalutano la portata dell'operazione, oppure ancora non l'hanno capita del tutto. Perchè il valore che il mercato finanziario assegnerà al
10% della Ferrari posto in vendita dagli Agnelli, sarà poi preso come parametro di riferimento per valutare altre realtà legate alla F.1.
Di sicuro una operazione che
Mansour Ojjeh tiene d'occhio, impegnato nel suo braccio di forza per
estromettere Ron Dennis dalla McLaren. Il proprietario della
Tag, non perdona infatti a Ron Dennis il fatto di avere cercato di estrometterlo dalla proprietà, cercando finanziatori disposti a comperare la sua parte, quando lui lottava tra la vita e la morte. Ora, miracolosamente ripresosi,
Mansour intende fargliela pagare. Nel senso esatto del termine.
Una nuova
tempesta economica-societaria, di cui
Fernando Alonso avrebbe fatto volentieri a meno.