Analisi qualifiche F1: scommesse e variabili

da Austin (Usa): Alberto Antonini È l’ennesima prova di forza della Mercedes Gp, e la conferma che Nico Rosberg, sul giro veloce, sa essere anche meglio di Lewis Hamilton. Il conto delle pole sale per il tedesco a 9 contro le 7 del compagno (l’unica non-Mercedes è quella di Massa in Austria). Ed è un risultato importante perché dà diritto alla parte gommata della pista, sul lato destro, e in passato si è visto quale fosse la differenza di grip al via fra le due parti. A proposito di differenza, come si spiegano i 376 millesimi di distacco rimediati da Hamilton? È chiaro che in condizioni di temperatura relativamente bassa, con asfalto poco sopra i 30 gradi, la Mercedes diventa incostante. Sempre velocissima, ma a volte difficile da controllare. I freni Carbon Industrie usati da Hamilton gli hanno dato problemi di bloccaggio, ma questi problemi possono risalire anche alla temperatura delle gomme, che non hanno sufficiente grip. “Il disco sinistro era almeno 100 gradi più freddo del destro, e continuava a bloccare”. Rosberg, invece, ha saputo uscire al meglio dalla crisi del mattino, quando non era riuscito a trovare un assetto decente. Una scommessa “al buio”, visto che entrando in qualifica scatta il parco chiuso. Dietro, le Williams si confermano sfidanti annunciate. Attenzione, perché sul ritmo di gara erano state anche più efficaci delle Mercedes, sebbene poi Massa fosse andato presto in crisi di pneumatici. Red Bull e Ferrari continuano la sfida di Sochi. Ma mentre Ricciardo batte Alonso di tre decimi e mezzo (e Fernando è anche contento della sessione...), Vettel lavora nell’ombra, sempre e solo in configurazione gara, risultando velocissimo. Il suo tentativo in Q1 è stato fatto solo per rientrare con certezza nel 107 per cento, ma con un assetto molto più scarico di Ricciardo può dare vita a una gran rimonta.

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