Analisi GP Usa: un sorpasso da mondiale

Analisi GP Usa: un sorpasso da mondiale
Quello di Lewis a Nico, e non solo per il risultato di gara. Che consacra anche Ricciardo ed evidenzia diverse manchevolezze degli avversari

03.11.2014 ( Aggiornata il 03.11.2014 00:17 )

È un sorpasso mondiale. Ci sono ancora 75 punti da assegnare nelle prossime due prove di Interlagos e Yas Marina, e la matematica dice con un distacco di 24 lunghezze è più che recuperabile. Ma il colpo inflitto da Lewis Hamilton a Nico Rosberg nel sorpasso inflittogli al ventiquattresimo giro dalla gara di Austin sa tanto di kappaò. La matematica dice anche che, dopo la vittoria negli Stati Uniti, Hamilton potrebbe anche fare a meno di vincere, decidendo (ma non è da lui) di impostare in difesa i weekend in Brasile ed Abu Dhabi accontentandosi di seguire la monoposto di Rosberg. Con due piazze d’onore sarebbe comunque campione del mondo 2014. Rosberg ha dovuto sfoderare tutto il suo autocontrollo per accettare la sconfitta con un sorriso di circostanza, ma la seconda piazza di Austin è di quelle che fa male, non sono alla classifica, ma anche al morale. Soprattutto dopo la pole position di sabato, che sembrava essere una solida base per una vittoria che però non è arrivata. Ora la speranza è che, come ad Austin, non siano episodi estranei al rendimento in pista a decidere un mondiale che, vada come vada, verrà assegnato sotto le luci artificiali di Abu Dhabi. In ogni caso, col risultato odierno è diventato matematicamente impossibile che a vincere il mondiale sia un pilota "non Mercedes". Il sorpasso di Hamilton su Rosberg, che rischia di essere quello dell’anno, ha fatto passare in secondo piano una gara che ha detto molto su tanti fronti, in Usa. Iniziano da Daniel Ricciardo, all’ottavo podio di una stagione per lui trionfale. Doveva essere la vittima sacrificale del quadricampione Sebastian Vettel (autore di una gara a corrente alternata), ed invece ancora una volta l’australiano ha portato la Red Bull in cima alla classifica degli “altri”, con una gara nella quale ha messo in campo una grinta cristallina, passando da campione Alonso, e gestendo al meglio le fasi finali per contenere le due Williams di Bottas e Massa precedentemente passate ai box. Ricciardo è ormai saldamente terzo nella classifica finale del mondiale, ed in questo caso i numeri rispecchiano in pieno la realtà vista in pista. La Williams è stata ancora autrice di una gara a due facce. Il quarto e quinto posto finale sono un passo avanti importante verso la conquista della terza posizione nel mondiale costruttori (ora il margine sulla Ferrari è di 42 punti) ma resta sempre l’amaro in bocca per il podio sfuggito a causa di problemi legati a strategie di gara (tallone d’Achille del team inglese) e pit-stop, in particolare con Massa. Il brasiliano ha capitalizzato al meglio una partenza migliore del compagno, ma il team gli ha tolto un podio possibile con un pit-stop più lento di 2 secondi rispetto a Ricciardo. E la Ferrari? Porta a casa un sesto posto con un Fernando Alonso. Lo spagnolo nell’ultimo stint di gara ha dato spettacolo con un set fresco di gomme soft. Un lampo, in una gara che alla fine si è conclusa con mezzo secondo di vantaggio su Vettel (che aveva preso il via dalla pit-lane). I due si dividono la quinta posizione nella classifica generale, che non è motivo di applausi, ma il bilancio di una stagione (per entrambi) da dimenticare. Kimi Raikkonen non pervenuto, a causa anche di una botta che gli ha rifilato Perez nel corso del primo giro di gara. Roberto Chinchero

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