Quando la
Ferrari svettava cronometricamente nei primi test e la
Mercedes accumulava chilometraggi autostradali, molti ci chiedevano perché quelli di Maranello non andassero a caccia anche loro del numero di giri percorsi, sinonimo per i più di affidabilità. Oggi che
la situazione si è invertita, non crediamo proprio sia nel modo che i tifosi ferraristi avrebbero auspicato:
la Ferrari SF15-T e Sebastian Vettel hanno infatti percorso più giri di tutti, cioè 143 contro i 106 totalizzati
da Nico Rosberg e dalla Mercedes W06, ma quando hanno finalmente utilizzato per la prima volta nei test le
Pirelli a mescola soft come praticamente tutti gli altri oggi, hanno staccato un tempo che ha messo tutti a tacere, distanziando la pur performante
Williams di Valtteri Bottas di oltre 1 secondo. Aggiungiamo per sovrappiù che Rosberg ha pure accennato a un comportamento anomalo della sua macchina, ma in senso opposto pure il fatto che ieri
Felipe Massa ha fatto mezzo secondo meglio di Bottas oggi.
In ogni caso, la
Mercedes ha fatto vedere direttamente sul campo che quando vuole esprimerla, la sua forza non è calata significativamente nel corso dell'inverno. Ma allora gli altri? Diciamo che il divario c'è sempre ed è consistente, ma è ancora un po' presto per fare harakiri. Dopotutto nessuno è sceso in pista
in quello stesso momento - quando anche le condizioni atmosferiche erano favorevoli e la pista gommata in modo decente - e assettato in modo da avere un vero riscontro diretto. In più, mentre Rosberg ha compiuto una
simulazione di qualifica o poco meno (la macchina era quasi sicuramente scarica di carburante), gli altri erano tutti concentrati su
prove alla distanza. Sia la Toro Rosso che la Sauber (che sta continuando a portare avanti egregiamente la bandiera Ferrari, motoristicamente parlando) hanno effettuato vere
simulazioni di gara continue, e pure la
Ferrari ha condotto long run che assommati possono portare effettivamente a ricostruire un GP, anzi due.
Insomma, la
Mercedes ha confermato - e pure pesantemente - che ha ancora un
vantaggio cospicuo. Ma allo stesso tempo la sensazione è che tale vantaggio si sia comunque
dimezzato rispetto al 2014. Non è sufficiente per poter puntare alla vittoria a Melbourne, se le cose restassero come oggi (abbiamo però ancora due giorni di sviluppo), ma non deve scoraggiare.
Come non si è scoraggiata la
McLaren-Honda, che insistendo con
Jenson Button ha superato per la prima volta il centinaio di giri percorsi. Certamente la power unit è stata depotenziata sul versante ibrido, in modo da evitare problemi e poter condurre i test in modo completo (non solo sulla parte propulsiva) e così si è rimasti a 2 secondi mediamente dagli altri per gran parte della giornata. Ma poi sul finire si è probabilmente voluto rischiare un po' di più e così
Button ha ottenuto il 5° tempo a 2 decimi e mezzo da Vettel, sempre con gomme soft. Poi la macchina ha ceduto al 101° giro, ma sicuramente queste prove sono state preziose da tutti i punti di vista per il team.
Bene infine anche la
Force India, che dopo essere riuscita ad anticipare al tardo mattino
il debutto in pista della VJM08 (e anche quello stagionale di
Nico Hulkenberg) ha poi proseguito senza apparenti problemi fino a totalizzare 77 giri (i crono non sono indicativi ma nemmeno devastanti, trattandosi del debutto appunto). Parte del merito va senz'altro anche alla motorizzazione Mercedes, quando i team col
Renault hanno invece avuto qualche problema di troppo e sono rimasti spesso ai box. Anche questo sarà un aspetto da tener d'occhio nei prossimi due giorni.
Maurizio Voltini