Hembery e una nuova F1: format diverso per qualifiche e gara

Hembery e una nuova F1: format diverso per qualifiche e gara
Le proposte del boss Pirelli per guadagnare interesse e coinvolgere il pubblico, con un occhio alla Nascar
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07.04.2015 ( Aggiornata il 07.04.2015 17:47 )

Il cambiamento? Necessario. Per una Formula 1 da “salvare” ci sono molteplici ricette, a mancare è l’accordo insieme a una visione comune, che semmai arriverà non sarà prima del 2017. Se sarà una nuova alba con ancora le gomme Pirelli montate è questione legata a rinnovi contrattuali, con il marchio italiano – recentemente passato di mano e sotto la proprietà cinese di ChemChina – che in passato si è sempre detto pronto a fornire un prodotto che regalasse maggior spettacolo e appeal, fossero state gomme più larghe o ruote da 18 pollici. Rivoluzioni tecniche, in entrambi i casi. Paul Hembery va anche oltre, raccontando la Formula 1 che vorrebbe, al The Guardian. «Abbiamo uno sport dominato dalla tecnologia, ma vorrei vedere i piloti come se fossero dei re, le star seguite dai tifosi e alle quali guardare. Mi piacerebbe veder diventare i piloti degli eroi: i tifosi vogliono un eroe, una persona iconica da seguire, e vogliono sapere che quando un pilota “X” vince, sta facendo realmente la differenza», commenta. Di cavalieri del rischio, proprio per l’essenza stessa della Formula 1 moderna, non ne vedremo più. E’ bene farsene una ragione. Al posto di eroi ci sono interpreti, perfezionisti dei particolari, perché è sui dettagli che si determina il successo o un buon risultato. Un processo irreversibile? Se si immagina a una Formula 1 come espressione tecnologica al vertice del motorsport, probabilmente sì. «Quando la gente sta al bar e guarda Hamilton vincere pensano sia un grande, ma anche che altri cinque piloti su quella Mercedes potrebbero fare lo stesso, e questo è un peccato», sottolinea Hembery. La soluzione? La Nascar. Un mondo che più distante non si potrebbe dal concetto di Formula 1 odierno: «Nella Nascar il pilota è il re. Anche il ragazzo in fondo allo schieramento è una superstar dal contratto multimilionario. Vorrei vedere i nostri piloti tenuti in quella considerazione, in F1 deve diventare una superstar internazionale, come Beckham, ma abbiamo piloti che non capiscono che è una stupidaggine cambiare casco a ogni gara e lamentarsi». Al di là del profilo più strettamente spettacolare e di promozione dell’immagine, Hembery avrebbe in mente anche un’idea di week end diversa dall’attuale. Maggior azione in pista, di quella che conta e interessa al pubblico. «Pensavo che le qualifiche al venerdì sera fossero una buona idea, così puoi vincere qualcosa e i promotori ritrovarsi con un di più da vendere», azzarda sulle qualifiche e il premio per il poleman. Ma c’è di più, ad esempio, «una gara sprint al sabato, un prodotto extra e per il pubblico ci sarebbero un risultato e un podio in più». L’ultima battuta la riserva all’impegno Pirelli per il futuro, invocando una maggiore rapidità decisionale e una Formula 1 con una struttura manageriale diversa: «Non sta a noi dire come dovrebbero cambiare le cose e come, ma è necessario un cambiamento. Siamo ansiosi di capire cosa accadrà nel 2017, quando guarderemo a un nuovo contratto: vorremmo vedere qual è il piano. Siamo nel settore dell’intrattenimento, ad alcuni dà fastidio quest’idea, ma se non intratteniamo le persone non ci guarderanno e allora gli sponsor non arriveranno e il ciclo continuerà. Il modello di business attuale non funziona, il meccanismo decisionale è molto lento e ingombrante: troppe persone con diversi interessi. Non possiamo passare un altro anno girando in tondo alla ricerca del grande compromesso, qualcuno deve mettere un punto». Fabiano Polimeni  

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