McLaren, evoluzione continua per la MP4-30

McLaren, evoluzione continua per la MP4-30
Stabilità regolamentare e un progetto ricco di potenzialità: il 2015 vedrà uno sviluppo costante. Parola di Prodromou, Boullier e Morris

29.04.2015 ( Aggiornata il 29.04.2015 18:21 )

C’è almeno un aspetto positivo, legato al progetto “size-zero” di McLaren-Honda: la MP4-30 è base da poter sviluppare fino ad Abu Dhabi, in una metamorfosi continua che porterà alla MP4-31 da impiegare nel mondiale 2016. Scelte tecniche in controtendenza con i metodi di lavoro tradizionali hanno contraddistinto l’aerodinamica della macchina disegnata da Prodromou, che è forse azzardato definire un capolavoro – termine affibbiato da Ron Dennis nonostante le difficoltà evidenziate – ma va alla ricerca dell’estremizzazione in alcune aree, la stessa vista in Red Bull nelle stagioni passate, proprio quando la McLaren «aveva perso leggermente la strada sul fronte aerodinamico. E’ stato chiaro che se avessimo proseguito con i concetti precedenti, ci sarebbe stato solo un tanto che avremmo potuto ottenere. Quindi, abbiamo iniziato a creare un nuovo concetto aerodinamico e anche una diversa modalità di lavoro», svela il progettista greco. Grazie alla stabilità regolamentare, il 2016 non vedrà stravolgimenti nel disegno della macchina, potendo sfruttare in tal senso una lunghissima e continua sessione di test: le ultime gare del campionato, nelle quali iniziare ad avvantaggiarsi portando in pista idee e soluzioni per il mondiale a venire. Dettaglio non da poco, se letto insieme alle sessioni di test limitate che si avranno a febbraio e marzo prossimi. A patto di aver risolto gran parte, se non tutti, i problemi legati alla power unit. «Dovremo continuare a svilupparla fino all’ultima gara», conferma Prodromou, mentre per Matt Morris – direttore dell’ingegneria - «non dovremo attraversare la fase dell’introduzione di un nuovo motore, come negli ultimi due anni: prima con il turbo ibrido Mercedes poi con Honda, per cui proseguiremo lo sviluppo. Molto di quello che impareremo in pista nel 2015 vedrà l’evoluzione naturale nella macchina del prossimo anno». Nonostante le difficoltà, il clima in fabbrica è diverso, merito della ristrutturazione operata a Woking. «Le persone si sentono più coinvolte nel progetto che in passato, quando alcuni facevano il loro lavoro perché gli veniva detto, anziché sentirsi parte del processo; ora un pezzo della macchina è il loro e si sentono orgogliosi», dice sempre Morris rispondendo ai tifosi sul sito del team. Boullier sottolinea il concetto: «Siamo d’accordo sulla direzione che vogliamo seguire e portiamo le persone con noi, il comportamento è cambiato: dal “dire” alle persone al “chiedere”». Maggior democrazia? Sicuramente un miglior ambiente nel quale esprimersi. Conta qualcosa? Evidentemente sì, perché – riprendendo sempre le parole di Boullier – gli aggiornamenti portati in pista nel 2014 al 50% non davano i risultati sperati, mentre le novità introdotte finora sono andate nella giusta direzione, riducendo a un “fisiologico” 5-10% la percentuale di componenti senza riscontri tra tavolo da disegno e cordoli. A sentire la fiducia che hanno in McLaren, i risultati dovrebbero essere solo una questione di tempo. Interessante anche il passaggio in cui si parla di un’incrementata capacità produttiva: «Abbiamo investito in nuovi macchinari e aggiornato quelli vecchi, così facendo siamo stati in grado di aumentare la quantità di componenti creati in-house del 30%, il che rende il ciclo di sviluppo più rapido, flessibile e snello». Ora manca solo la messa in pratica del know-how e una power unit affidabile, i piloti attendono. Fabiano Polimeni

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