Renault e la F1: ne vale la pena?

Renault e la F1: ne vale la pena?
Ghosn si interroga sul futuro e non scarta nessuna ipotesi: da un team da gestire direttamente, fino all’addio

29.06.2015 ( Aggiornata il 29.06.2015 12:39 )

Certamente più Formula E, da definire l’impegno in Formula 1. E’, in sintesi, l’analisi di Carlos Ghosn, gran capo di Renault, nella domenica che ha incoronato Piquet Jr. primo campione della formula elettrica, quella che tanto piace al manager brasiliano. «Siamo presenti e siamo molto contenti di poter dare il nostro contributo, continueremo a esserci anche in futuro. Ci piace quel che la Formula E rappresenta, è basata interamente sulla competizione, emissioni zero e guarda ai giovani. Sono colpito di quanto pubblico giovane ci sia», ha commentato. E la Formula 1? Quali sono i piani per il motorista che ormai da mesi viene bersagliato quasi quotidianamente (e in maniera profondamente ingenerosa) da un partner che, se potesse, si libererebbe domani del legame con Renault? Questione di alternative concretamente percorribili, nient’altro probabilmente. Ghosn prova a ricordare un po’ di storia, per mettere i puntini sulle “i”, quasi a voler rinfrescare la memoria a qualcuno a Milton Keynes: «Quando sviluppi e fornisci motori, hai il privilegio di essere dimenticato quando si vince ed essere sotto i riflettori nelle sconfitte. Non escludiamo nulla, possiamo chiamarci fuori, possiamo – con minori probabilità – continuare unicamente in veste di motorista, o possiamo farci un team. Tutte le opzioni sono aperte, le stiamo analizzando», spiega. Con praticamente ogni alternativa a disposizione, dovrà pur esserci un elemento che faccia pendere l’ago della bilancia verso una soluzione. E Ghosn guarda alla governance della Formula 1, alle regole che vorrà darsi, a quale strada si deciderà di imboccare sul versante commerciale: «Stiamo prendendo del tempo perché dobbiamo capire in quale direzione andrà il governo della Formula 1, prima di decidere quale strada intraprendere. La governance è estremamente importante. Non si tratta di chi fa cosa, non è un problema, il problema è di sapere esattamente quanto spendiamo e investiamo». Si parla di quote dei diritti televisivi, ripartizione tra i team, nulla che non sia già balzato agli onori delle cronache. «Sappiamo quanto possiamo finanziarci attraverso il marketing, ma c’è una fetta di diritti televisivi che deve in qualche modo seguire un sentiero più logico, dove gente che investe e realizza lo spettacolo può ottenere un giusto ritorno sugli investimenti. La domanda è: “Ne vale la pena?”. Ingaggiamo centinaia di ingegneri, mettiamo milioni di euro e spostiamo molte risorse tecniche: serve un riscontro», chiarisce prima di fissare un termine ultimo, entro fine anno, per una decisione definitiva sul da farsi da parte di Renault. «Abbiamo una lunga tradizione nel motorsport, la Formula 1 è una componente. Se potremo restare a condizioni migliori, sarebbe l’opzione migliore, ma ancora non sono garantite», aggiunge a Motorsport.com Fabiano Polimeni

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