Analisi GP: Hamilton diventa re dei pit-stop

Analisi GP: Hamilton diventa re dei pit-stop
In entrambe le soste per il cambio gomme, l'inglese costruisce le condizioni per il successo finale, ottenuto più di strategia che di "piede"

05.07.2015 ( Aggiornata il 05.07.2015 22:25 )

In questa giornata tanti stanno cercando di far passare - un po' antistoricamente - il concetto che Lewis Hamilton sia un mago delle strategie, quando invece potrebbe sembrare un po' diminutivo e ingeneroso nei suoi confronti di pilota "piedone" affermare che il GP di Gran Bretagna sia stato vinto da lui grazie ai pit-stop. Sottolineando "ai" e non "al": cioè entrambi e non solo l'ultimo. Eppure… In una gara che non è iniziata nel migliore dei modi per le Mercedes, entrambe scavalcate al via da tutte e due le Williams, dove non sono riuscite le pure prestazioni sul giro o la grinta dei piloti hanno avuto successo - o no… - le scelte strategiche. Infatti Bottas si è dimostrato un osso duro sotto certi attacchi iniziali di Hamilton, Massa lo stesso nel difendersi ai restart, e in generale le Williams si sono rivelate anche stavolta difficili da superare con o senza DRS: non sono una spina nel fianco solo per la Ferrari, da questo punto di vista. Così è stato eccellente il "piano B" della Mercedes: giocando di undercut, Hamilton ha anticipato il primo cambio gomme a fine 19° giro (aprendo l'eventualità tattica di un secondo pit-stop) e poi ci ha messo due volte "del suo". Prima attaccando a ruote fumanti Hulkenberg alla prima staccata dopo il rientro in pista, passandolo; in questo modo si è garantito pista libera per girare in 1'37"2 e poi meglio ancora, costruendosi quel margine che gli darà il comando quando anche gli altri effettueranno la loro sosta subito dopo. CJKKaj-W8AA3UeJ.jpg-largeInfatti Nico Rosberg ha "pittato" il giro successivo, ritrovandosi a duellare con Felipe Massa in pitlane: i meccanici gli hanno fatto guadagnare tempo, ma poi un "pit limiter" regolato leggermente più veloce per il brasiliano gli permette di rientrare davanti in pista. Come se non bastasse, il giro dopo sosta anche Valtteri Bottas e rientra proprio in mezzo ai due… Così Rosberg si ritrova 4° quando il diretto rivale di campionato, ancorché compagno di squadra, è invece solitario al comando. In questa fase Rosberg ha un po' patito inizialmente la stessa frustrazione precedente di Hamilton, ma poi è stato bravo ad approfittare delle prime gocce di pioggia per passare le Williams anche con una certa cattiveria e poi raggiungere Hamilton. A questo punto Hamilton ha avuto la nuova scintilla decisiva. Sarà stato un azzardo fortuito, una mossa "da panico" con il fiato di Rosberg sul collo, oppure l'esperienza su questa pista dal clima bizzoso (sulla quale dopotutto è cresciuto agonisticamente), fatto sta che effettua il cambio gomme con le intermedie pochi secondi prima che il clima si adatti del tutto a questa scelta. Per come si è evoluta la situazione meteo, a quel punto Rosberg non ha più avuto chance: troppi i secondi persi in quel "quasi 1 giro" con le slick sull'acquazzone. Insomma, una gara vinta in modo un po' inusuale rispetto a quanto ci ha abituato il campione inglese, ma che resta pur sempre una gara vinta con merito e con tutti i suoi 25 punti per il campionato. Del resto anche Sebastian Vettel ha costruito la sua terza posizione sul podio con la puntualità del momento scelto per l'ultimo cambio gomme, che è più un merito suo che non un demerito di Raikkonen che invece ha anticipato troppo la manovra. D'altra parte, si può tranquillamente affermare che solo Hamilton e Vettel sono stati abbastanza "bravi + fortunati" (vedete voi quanta percentuale dare ai due aspetti) da azzeccare il momento giusto per passare alle gomme intermedie. Ma tutti gli altri hanno sbagliato, e non crediamo si possa dire siano tutti incapaci. Tuttavia l'errore ha pesato parecchio soprattutto sulle Williams, che mai come stavolta hanno mostrato in pista la possibilità di ottenere un risultato eccezionale che entrambi i piloti avrebbero meritato (probabilmente Massa un po' più di Bottas, almeno stavolta). Invece alla fine non portano a casa nemmeno una posizione sul podio, e una certa colpa bisogna darla proprio alla strategia del team, se non altro per non aver nemmeno diversificato una virgola fra i due. Maurizio Voltini

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