F1, Hockenheim chiama a raccolta i tifosi

F1, Hockenheim chiama a raccolta i tifosi
Il Gran Premio di Germania tornerà in calendario, ma l’organizzatore spera di riempire le tribune

16.07.2015 ( Aggiornata il 16.07.2015 17:14 )

Un gran premio in sei settimane. E’ lo strano caso del mondiale di Formula 1 2015, frutto del mancato accordo per l’organizzazione del Gran Premio di Germania, originariamente programmato tra Gran Bretagna e Ungheria. Il calendario 2016 andrà in tutt’altra direzione, riducendo al minimo le pause tra un appuntamento e l’altro. Numerosi back-to-back e 21 eventi in programma. Ci sarà anche Hockenheim (31 luglio 2016), accorsa nel ruolo di cavaliere bianco quando sono emerse le difficoltà del Nurburgring quest’anno. «Abbiamo un contratto per il 2016 e 2018, se ne era discusso precedentemente e adesso ha ricevuto la ratifica del Consiglio mondiale della Fia. Noi rispettiamo sempre i contratti», ha commentato Georg Seiler, direttore del circuito di Hockenheim. La certezze degli organizzatori non erano mai diminuite, anche quando Ecclestone giocava a mettere in dubbio il ritorno in calendario della Germania il prossimo anno. Però, adesso, si apre la partita per riempire le tribune e garantire un evento dalla partecipazione superiore al 2014. «Il prossimo anno avremo bisogno di tribune piene, in modo che la Formula 1 abbia un futuro. Ai tifosi dico: “Tornate il prossimo anno per la gara e assicurate il futuro della F1 all’Hockenheimring”». Seiler gioca sui personaggi, ma probabilmente andrà seguito l’esempio di Silverstone, quest’anno con una partecipazione di pubblico record, grazie anche a campagne promozionali sul fronte del costo dei biglietti: «Speriamo Nico Rosberg diventi campione quest’anno, così ne avremo due, uno contro l’altro, con Vettel sulla Ferrari. Non si può chiedere di meglio», ha dichiarato all’agenzia DPA. Una frecciata la riserva anche alle autorità federali e regionali, che Seiler vorrebbe più presenti sul versante finanziario: «E’ molto triste, perché la Formula 1 veicola l’immagine in tutto il mondo. In altre nazioni fa parte delle campagne di promozione turistica, i soldi arrivano da altri ambienti e possono ospitare le gare senza problemi». Fabiano Polimeni

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