Ci hanno pensato le
pressioni delle gomme Pirelli rilevate sulle due Mercedes prima del via a riportare sotto i riflettori le coperture, perché sul fronte strategico il
Gran Premio d’Italia a Monza si è sviluppato su un binario pressoché a senso unico, quello del
singolo pit-stop scelto dalla stragrande maggioranza dei piloti. Teoricamente la
tattica a due soste era più lenta di appena 1”6 ed è stata adottata solo dai due
Toro Rosso e da
Alonso.
Partire per un solo cambio gomme voleva dire fermarsi al 21mo giro nelle simulazioni
Pirelli, tuttavia, esclusi
Hulkenberg,
Rosberg e
Massa la scelta è stata di andare più lunghi, arrivando al 25mo giro di
Vettel, il 26mo di
Hamilton e addirittura il 28mo di
Raikkonen. I due ferraristi però hanno dovuto soffrire nel finale dello stint e
via radio Vettel non ha fatto mistero di sentire il posteriore della Ferrari andar via. I tempi di
Raikkonen prima del pit-stop, invece, erano decaduti fortemente, tanto da essere ripassato in da
Ericsson in occasione della fermata. Lo svedese aveva cambiato le gomme al 20mo passaggio, 8 giri prima.
La scelta comune tra i piloti è stata quella di
partire con gomme morbide e chiudere con le medie, tranne Sainz, Kvyat e Ricciardo. I
Red Bull in particolare hanno spinto in là il momento ipotizzato dalla
Pirelli per la fermata (24mo giro) arrivando con il pilota australiano fino al 30mo. Non è lo stint più lungo sulle medie, perché quello lo fanno registrare
Hulkenberg e
Massa, protagonisti di 34 passaggi con lo stesso set di gomme. Sulle morbide, invece, è
Raikkonen con i suoi 28 giri a svettare.
Osservando per un attimo la gara di chi ha corso su due pit (le
Toro Rosso), si nota come
Sainz parta sulle medie e Verstappen sulle morbide, ma anche la diversa interpretazione tattica rispetto alle attese della
Pirelli, che immaginava uno scenario con fermata al 19mo giro, stint centrale ancora sulle morbide e passaggio alle medie al 36mo. Sainz gioca una partita al contrario, partendo con le medie e usandole per appena 10 giri,
Verstappen le impiega nello stint centrale e comunque per soli 14 giri.
Analizzando, infine, i tempi sul giro più rapidi per ciascuna mescola, va detto come nel primo stint, quando
Hamilton era inarrivabile per chiunque altro, Vettel riusciva spesso a girare a 5 decimi, secondo più veloce in pista e con margine su Massa. Nel finale, con gomme medie, Lewis marca 1’26”672 al 48mo giro, nella serie di passaggi successivi all’indicazione dal box di spingere a tutta alla ricerca del maggior gap sul secondo, con il
timore di una possibile penalizzazione cronometrica conseguente all’analisi da parte dei commissari della nota del delegato tecnico Jo Bauer sulla pressione delle gomme.
Rosberg, impegnato nello stesso frangente a rimontare su
Vettel, ottiene 1’27”067 al 43mo giro, mentre il ferrarista non scende oltre l’1’27”376 al penultimo giro del gran premio, tornata della rottura del motore sulla
Mercedes numero 6.
Con
gomme morbide, a essere avvantaggiati sono ovviamente
Sainz e
Verstappen, che le sfruttano nel finale di gara a monoposto scariche: 1’27”390 il riferimento migliore in assoluto con questo compound, firmato Verstappen, Sainz ottiene 1’27”510 e Hamilton 1’27”780, ma a differenza dei due rookie, l’iridato stampa il tempo già al settimo giro di gara.
Fabiano Polimeni