GP USA, Pirelli e la versatilità di morbide e medie

GP USA, Pirelli e la versatilità di morbide e medie
La scelta ricalca quella fatta nel 2014, quando la strategia vincente fu di due soste ai box

19.10.2015 ( Aggiornata il 19.10.2015 14:46 )

“Esse” e curvoni in appoggio scaricano energia sulle gomme, tre rettilinei fanno abbassare le temperature d’esercizio e rendono le staccate ancor più delicate da interpretare, poi, escursioni termiche radicali, come già in passato, modificano il modo di interfacciarsi delle coperture con l’asfalto. Sono le sfide di Austin, che Pirelli affronterà confermando l’abbinata tra morbide e medie protagonista 12 mesi fa, quando vinse Hamilton, fermandosi due volte e privilegiando l’impiego del compound prime, le Pirelli bianche, rispetto alle option. Il week end del Gran Premio degli Stati Uniti quest’anno si annuncia nel segno della variabilità meteo, con le primissime previsioni a dare pioggia durante i tre giorni: percentuali elevate al venerdì, incertezza per qualifiche e gara. E’ circuito che obbliga i team a girare con un carico aerodinamico medio, perché serve deportanza nei veloci cambi di direzione nella prima parte del circuito, ma non va penalizzata la punta velocistica massima in fondo al dritto. Pirelli sottolinea anche l’importanza del grip meccanico, specialmente all’avantreno, con un assetto che privilegi la prontezza di inserimento in curva. Oltre al T1, anche nel tratto finale, quello della lunga curva a destra che gira intorno alla torre caratteristica di Austin, le gomme subiscono elevati carichi trasversali, tali da posizionare il circuito nella zona alta della scala Pirelli. Lo stress e l’abrasione dell’asfalto sono, invece, nella media, risultando invece bassa l’aderenza. «Negli Stati Uniti riceviamo sempre un benvenuto caloroso e, trattandosi di un mercato fondamentale per noi, è importante avere un gran premio qui. Il circuito rappresenta una sfida per gli pneumatici, per questo abbiamo deciso di portare gomme medium e soft: una combinazione abbastanza versatile in grado di far fronte alle diverse richieste del tracciato e alle condizioni meteo variabili», spiega Paul Hembery. La differenza di prestazione sul giro tra le due mescole è attesa intorno agli 8 decimi, e immaginando lo sviluppo strategico della gara, Hembery aggiunge: «La configurazione della pista e la scelta delle gomme offrono numerose opportunità di sorpasso e di strategia; inoltre, anche il tempo impiegato in pit lane è ragionevolmente breve; ci aspettiamo quindi una gara piuttosto imprevedibile, che è quello che la gente vuole vedere». Fabiano Polimeni

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