Resta, Ferrari SF16-H tutta nuova in 5 mosse

Resta, Ferrari SF16-H tutta nuova in 5 mosse
Il capo progetto dettaglia le aree nelle quali si è intervenuti, con un obiettivo: ottimizzare le masse e flusso aerodinamico

19.02.2016 ( Aggiornata il 19.02.2016 16:30 )

Una visione del tutto nuova su concetti fondamentali. La Ferrari SF16-H propone un approccio che più diverso non si potrebbe rispetto alla SF15-T. Tutto nasce dall’anteriore, dalle scelte operate per gestire i flussi aerodinamici e guidarli poi intorno alla vettura e verso il fondo. Il capo progetto Simone Resta ha individuato cinque aree cruciali, per raccontare la profonda rivisitazione subita dalla monoposto 2016. «Il progetto è iniziato un anno fa e la direzione era molto ambiziosa, così come i nostri obiettivi. Abbiamo provato a rivedere ogni parte. Quali sono le aree che abbiamo cambiato: il muso anzitutto, poi la sospensione anteriore, le pance, la power unit e anche il posteriore», analizza. Dal musetto lungo si passa alla soluzione corta, inseguita da tanti team lo scorso anno e con implicazioni importanti sia sul fronte della resistenza ai crash test che nell’afflusso d’aria verso il fondo: «Adesso è diverso, cambia il flusso d’aria, con una soluzione che avrà un impatto molto positivo sull’aerodinamica».

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Della sospensione anteriore, dell’abbandono del pull-rod, se n’è parlato a lungo nei mesi scorsi, a tal proposito Resta commenta: «Cambiamo dopo 4 anni di pull-rod, ora c’è una sospensione push-rod: è un passo avanti per quel che riguarda il peso, oltre ad avere una cinematica differente». Scelte filosoficamente diverse, come l’approccio nel disegno delle pance, radicalmente modificate e scavate come mai si era visto nelle ultime stagioni. Occorreva rivedere gli accessori del propulsore, riposizionarli e Resta spiega: «I radiatori sono diversi così come la carrozzeria. Abbiamo provato a trarre il massimo dal sistema di raffreddamento. Abbiamo svolto un gran lavoro insieme a tutti gli uomini che hanno lavorato alla power unit. Al posteriore c’è una linea modificata rispetto allo scorso anno. Abbiamo provato a ottimizzare le masse e il flusso aerodinamico: sono stati questi gli obiettivi». Un lavoro di squadra nel senso più ampio, con una stretta cooperazione tra reparti per arrivare a centrare gli obiettivi desiderati sul fronte aerodinamico. Di minore rilevanza è l’adozione di un supporto per l’ala posteriore dalle forme differenti, sopra il terminale di scarico principale, affiancato da un secondo condotto collegato alla valvola wastegate, prevedibilmente replicato sull’altro lato della monoposto.

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