Anche oggi all'inizio sembrava di stare per rivedere "il solito film" con
Kimi Raikkonen vittima di problemi (cablaggi) e per di più con la "beffa" di aver portato in pista il
sistema Halo di protezione della testa che sembra non sia piaciuto (esteticamente) a nessuno. Ma quando ha potuto girare liberamente e senza intoppi, nella
settima giornata di test F1 a Barcellona ha spazzato via tutto, anche i dubbi su di lui (o almeno sulla sua buona sorte). E, si badi bene, non parliamo (non solo, almeno) di quello che tutti possono facilmente vedere nella lista finale dei giri veloci, quel 1'22"765 che certamente
lo pone al vertice ma non dice tutto.
Il
vero giro "di riferimento" di Raikkonen, infatti, è stato quello ottenuto al secondo tentativo con le gomme soft - si sa che il finlandese non è uno che fa centro al primo colpo - vale a dire 1'23"009. Cioè solo 25 centesimi più lento di quello realizzato con le ultrasoft, ma soprattutto
direttamente confrontabile (ancorché leggermente migliore) con il 1'23"022 che aveva fatto segnare
Nico Rosberg martedì a parità di mescola. Con tutti i limiti del paragonare tempi ottenuti in giornate diverse, ma entrambi comunque in
simulazioni di qualifica e quindi a parità di altre condizioni. Insomma, senza voler trattare il tutto come se fossimo già in qualifica - e non lo siamo - se non altro significa che
sia il finlandese che la SF16-H "ci sono".
Questo lo si è visto anche al pomeriggio nella
simulazione di gara. Anche questa direttamente raffrontabile con quelle condotte dalla rivale Mercedes. Partito con gomme soft per poi passare alle medie,
Raikkonen è sempre stato su tempi simili a quelli di
Hamilton martedì, se non qualcosa meglio, evidenziando inoltre una buona
resa alla distanza con le Pirelli medie poco degradate. Se le soft sono state cambiate dopo 7 giri, al terzo stint le medie sono state tenute per 25. Non è stato possibile effettuare tutta la simulazione con due soli pit-stop, ma il degrado è stato contenuto. Poi quando mancavano 15-16 giri alla fine della simulazione, è stato deciso di montare (più che altro come esperimento)
le gomme hard. Ma quel che c'era da vedere lo si è visto:
una Ferrari davvero efficace sul passo gara.
Non hanno demeritato nemmeno la
Williams e
Felipe Massa, oggi: con le gomme soft il brasiliano è andato forte, ottenendo alla fine un tempo di soli 2 decimi più alto di quello di Raikkonen a pari composto. Non è invece riuscito a sfruttare allo stesso modo le mescole più morbide, risultando anzi addirittura
più lento anche con le ultrasoft messe in ultimo. Non è stato il solo ad avere questo genere di difficoltà: i divari teorici sarebbero sull'ordine di 1 secondo al giro fra una mescola e quella contigua nella scala, ma la pista di Montmelò e la situazione climatica non sono ideali per esprimere al meglio le mescole super/ultrasoffici, che mostrano spesso
problemi di graining e possono essere sfruttate per un giro solo.
E la Mercedes?
Nico Rosberg al mattino si è focalizzato sempre sulle Pirelli medium, svettando inizialmente (quando però Raikkonen era fermo ai box) mentre al pomeriggio
Lewis Hamilton si è dedicato a numerosi long run senza però "confezionare" una vera e propria simulazione di gara, forse già un po' minato nel fisico dai tanti giri. Va detto che quando hai i parametri necessari (quelli già ottenuti nei giorni scorsi) non è strettamente necessario effettuare le prove di gara in modo continuo: si possono anche "separare" i vari stint, purché con carichi di carburante congruenti.
Del resto la
Toro Rosso anche stavolta ha accumulato con
Max Verstappen un numero di giri superiore, ben 159, quando i due piloti Mercedes ne assommano 144. Insomma, di GP ce ne stanno quasi tre… Anche
Renault e McLaren, oltre a
Sauber, si sono messi su simulazioni di gara, ma con tempi ben più alti e in modo più discontinuo e incompleto, talvolta fermandosi anche ai box per vere e proprie modifiche di set-up. Inoltre
Jolyon Palmer non ha mai mostrato tempi particolarmente significativi.
Nonostante assenze prolungate, la
Red Bull è riuscita comunque a percorrere 121 giri con
Daniil Kvyat, poco più di quelli di
Fernando Alonso (118). Hanno avuto ben più problemi i team
Manor e Haas. Da un lato
Pascal Wehrlein ci mette del suo per installarsi appena dietro Alonso già con le gomme supersoft (e poi più vicino con le ultrasoft) ma non sta in pista per più di 48 giri. Mentre la
Haas VF-16 dà qualche grattacapo con i freni a
Romain Grosjean, facendolo uscire di pista due volte e causando tutte e tre le interruzioni della giornata. Tuttavia riesce ad inanellare 78 giri che saranno certo preziosi nello sviluppo, in questa categoria che si sta confermando più complessa del previsto per la squadra americana.
Maurizio Voltini