Hanno iniziato l’avventura in
Formula 1 andando oltre ogni aspettativa, in
Haas. Zona punti non solo agguantata all’esordio, ma anche in posizione avanzata. Va detto che tutta una serie di situazioni hanno giocato a favore del
sesto posto di Grosjean a Melbourne, senza per questo voler sminuire un risultato importante.
Gene Haas e
Gunther Steiner hanno tributato i giusti meriti alla
Ferrari, partner fondamentale perché si potesse arrivare su buoni livelli di competitività da subito. Secondo
Grosjean, la
VF16 vale la Force India in termini velocistici, perlomeno in Australia. Dovranno arrivare adesso le conferme.
Eppure, lo spirito che ha animato l’avventura in Formula 1 del team statunitense raccoglie qualche critica. Ricorrere per quanto fosse possibile a sinergie con
Ferrari, utilizzare tutte quelle componenti che il regolamento sportivo consentiva, un modus operandi che
«erode progressivamente lo status di costruttore. E alcuni vorrebbero venisse del tutto eroso. Quel che ha fatto Haas è positivo per lui, ma non so se è la strada che dovrebbe seguire la Formula 1», ha dichiarato
Pat Symonds, dt della
Williams.
Da un lato va sottolineato come ne benefici la competitività generale del parco partenti, se si pensa che a Melbourne anche la
Manor dopotutto ha mostrato sprazzi di competitività accettabili. Dall’altro, si può eccepire che un team diventa così il semplice gestore di un progetto assemblato ricorrendo a soluzioni proprietà di altri.
Haas ha impostato il progetto Formula 1 sfruttando quel che il regolamento permetteva di fare, garantendosi una solida base tecnica dalla quale partire, evitando la ripetizione di esperienze fallimentari di scuderie che hanno provato a fare in casa e diventate meteore senza lasciar traccia.
«Quanto introducemmo l’elenco originario di parti elencate, consentiva di vendere pochi componenti importanti come la trasmissione, dall’elevato valore e dal basso impatto sulle prestazioni. Ma è stato costantemente ridotto e alcuni vorrebbero andare ancora oltre. Vorrei che la Formula 1 ponesse maggior attenzione sui costruttori», ha approfondito
Symonds.
L’appendice 6 del regolamento sportivo fa rientrare tra le parti che devono essere progettate in prima persona da un costruttore: la cellula di sopravvivenza, le strutture d’impatto frontali, la carrozzeria (escluso airbox e scarichi), il telaio monoscocca, le ali, il fondo, il diffusore.