Formula 1 Monza, le speranze Ferrari durate 500 metri

L'analisi della gara di Vettel e Raikkonen al GP d'Italia: Ferrari ha tentato l'unica strategia possibile, giocare il tutto per tutto sullo scatto. Ma non è andata

Alberto Sabbatini

04.09.2016 17:04

Monza. La Ferrari ci ha provato a battere le Mercedes a Monza con una strategia diversa ma non ci è riuscita. La corsa praticamente si è decisa in partenza. Sia per il Cavallino che per Hamilton. E  dopo 500 metri sapevamo già come sarebbe andata a finire

Si sapeva fin dalle prove che la Mercedes aveva almeno una mescola di vantaggio, nel senso che i tedeschi con gomme di una gradazione più dura della Ferrari, andavano uguali o addirittura un pizzico più forte delle Rosse. Siccome tra una mescola e l'altra ci sono dai 6 agli 8 decimi, tanto era il vantaggio sul giro delle Mercedes. In gara è successo proprio questo. In ogni momento della corsa le due Mercedes hanno viaggiato con una mescola diversa dalle Ferrari e in ogni momento con gomme più dure si sono dimostrate più veloci

Bene ha fatto il Cavallino a rischiare una strategia diversa. Non aveva altre chance perché a pari strategia avrebbe perso di sicuro. Una strategia rischiosa quella di fare due terzi di gara con le super soft, ma l'unica possibile. La Ferrari, anche per necessità (sennò al sabato non avrebbe passato il Q2) aveva scelto di partire con le mescole più soffici, le super soft. Mentre la Mercedes aveva optato per le soft, quelle con cui si trova meglio. 

Era scontato che anche con le gomme gialle la Mercedes sarebbe stata più rapida delle SF16-H, si era visto sabato nelle qualifiche Q2 quando era successo lo stesso. Ma la Ferrari poteva giocarsi il tutto per tutto sullo scatto. Perché la gomma rossa più soffice garantisce un miglior grip nello scatto da fermo, specie a gomma fredda dopo il giro di ricognizione. Se Vettel o Raikkonen o meglio ancora entrambi fossero riusciti s mettere le ruote davanti alle Mercedes entrando per primi alla prima curva, la gara avrebbe potuto cambiare fisionomia. Perché la Ferrari avrebbe potuto dettare le regole e la strategia, magari facendo un "tappo" intelligente sulle Mercedes e metterne dietro almeno una al traguardo. Difficile perché la velocità delle frecce d'argento era notevole, ma ci si poteva provare.

E Vettel al via ci ha provato disperatamente. E ci era quasi riuscito. Le macchine in griglia sono distanti otto metri fra loro; quindi Vettel nella terza casella di partenza si trovava a 8 metri dalla Mercedes di Rosberg e a 16 da Hamilton. Vettel, con uno scatto perfetto  (migliore di quello di Raikkonen) ha scavalcato subito Hamilton che si era impappinato al via facendo pattinare troppo le gomme. Poi grazie alla miglior trazione garantita dalle gomme super soft, ha "mangiato" metro su metro a Rosberg nel lungo rettifilo che portava alla prima chicane. Lo racconta anche Rosberg. "Quando ho guardato gli specchietti - ha spiegato Nico - ho visto solo rosso e mi sono detto: devo farcela, devo riuscire a stargli davanti. Se ci fossi riuscito, sapevo che la gara sarebbe stata mia perché poi sul passo gara ero più veloce delle Ferrari".

Dal canto suo Vettel si rammarica un poco: "Sono partito benissimo: un grande scatto". Vettel era riuscito a mangiare tutti gli 8 metri di svantaggio che aveva dalla Mercedes n.6 ma non uno di più. L'ha solo affiancata, non è riuscito a superarla. Poi spiega anche: "Forse ho sbagliato nel portarmi troppo a sinistra, magari potevo andare dall'altra parte. Ho affiancato Rosberg all'esterno, ho cercato di frenare più tardi possibile per indurlo a staccare presto, ma lui è riuscito a stare davanti alla prima curva. Poi ci ho riprovato anche alla quarta curva del primo giro, ma anche lì mi ha resistito". A quel punto le gomme meno soffici di Rosberg si sono scaldate a dovere, la Mercedes ha preso il suo ritmo imbattibile e la gara è finita lì. Anche perché la Ferrari scattando con le rosse col pieno carico di benzina, e dovendole sostituire per usura dopo pochi giri, era più o meno obbligata a compiere due soste. Che ha fatto attorno al 13esimo e 32esimo giro dei 53 di gara.

Rosberg invece poteva - come ha poi fatto - guidare "pulito" per non affaticare le gomme soft con il pieno di benzina e resistere 24/25 giri con le gomme gialle per poi montare le più dure bianche e finire la gara con una sosta sola. Come ha poi fatto. Mai anche se per sicurezza Rosberg avesse fatto due soste, perdendo altri 23/24 secondi nel cambio gomme, avrebbe vinto lo stesso perché il passo delle frecce d'argento era imbattibile.

La superiorità delle Mercedes si vede anche dai giri di ripartenza a gomma fredda dopo il pit stop: Vettel dopo la sosta al giro 34, quando he messo le gialle ha chiuso il giro di uscita dai box in 1.46.974, un poco meglio di Raikkonen che ha fatto 1.47.363. Il tempo di Rosberg non è indicativo perché è stato oltre un secondo e mezzo di troppo fermo ai box per un piccolo intoppo dei meccanici, ma quello di Hamilton è fortemente indicativo: 1.46.279, con addirittura più chili di benzina a bordo (perché Lewis si era fermato dieci giri prima) e con le gomme bianche, le più dure. Quindi la Mercedes con una gomma o l'altra, e in qualunque modo, sia sul giro secco che sul passo gara, era comunque imprendibile. Poco da fare. Come ha detto un po' amaramente Vettel a fine gara: "Abbiamo una buona macchina, ma non ancora la migliore. Loro sono su un altro pianeta".

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