Montoya, Trulli, Barrichello: la vecchia F1 si ritrova in kart a Lonato

Tanti campioni del passato a sorpresa in Italia per seguire i figli-piloti alle finali ROK sul Garda. E con loro i mitici Fittipaldi e Mick Doohan 

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Alberto Sabbatini

22.10.2016 16:52

Mentre la F1 moderna scendeva in pista in Texas, a Lonato, pista di kart vicino al lago di Garda, si  entrava in un'atmosfera d'altri tempi. C'erano le finali internazionali ROK, una categoria monomarca molto affollata. Centinania di piloti da 8 anni in su. E nel paddock c'erano più piloti F1 famosi lì che a momenti in griglia ad Austin. Montoya, Barrichello, Trulli, Emerson Fittipaldi, Mick Doohan, Giorgio Pantano... 

Tutti lì a seguire i figli di 7-8-9 anni già artisti di buone speranze. Tutti che si sporcavano volentieri le mani, con umiltà, per lavorare sui kart dei figli. Con la massima semplicità. Incredibile vedere il mitico Emerson Fittipaldi, campione del mondo 1972 e '74 - 70enne a dicembre - dare consigli al figlio di 8 anni che si chiama Emmo (come il soprannome che aveva Emerson quando correva in Usa). Come ti trovavi con l'assetto? - gli diceva. Il kart scivolava? E il bambino gli rispondeva preciso e attento. Faceva impressione vedere un bimbo comportarsi da pilota adulto, fiero della sua tutina bianca e di quel casco con i fregi rossi uguale a quello del grande Emerson.

E poi Jarno Trulli - 16 anni di F1 alle spalle - che in kart è stato anche campione del mondo, armeggiare sotto una semplice tenda smontando e pulendo personalmente il kart del figlio sostituendosi al meccanico, poi spingerlo fino alla griglia. Mentre il padre Enzo - che di Jarno è stato meccanico in kart - preparava da mangiare con il fornello a gas per lo sparuto team di amici. Sembrava di essere tornati agli anni '80…

In un angolo, seduto su una sedia di plastica vicino a un kart griffato Red Bull, c'era il grande Mick Doohan: uno che in moto ha vinto 5 titoli mondiali consecutivi. E lo vedei in tutta semplicità prima armeggiare con un cacciavite per aggiustare lo snodo della visiera del casco del figlio Jack (13 anni, secondo nella manche della gara Junior). Poi piegare amorevolmente e ordinatamente pantaloni e t-shirt del figlio che si era cambiato e che aveva lasciato la roba in giro.

Il tendone della Birel-Art invece sembrava quello di un vero team F1. Ma perché dentro c'erano tanti campioni. Attento e preciso, Juan Pablo Montoya, con moglie Connie al seguito, seguiva ed assisteva il figlio Sebastian (che corre nella categoria Mini). Il campione della IndyCar è venuto da Miami per far disputare ai figlio di 8 anni le finali internazionali della ROK. E Sebastian Montoya era l'unico tra i piloti che sfoggiava con orgoglio un vero casco del papà, con tanto di bottoni Hans sulla calotta che nel kart non è impiegato.

E poi c'erano non uno, ma ben tre Barrichello sotto la tenda: Rubens e i due figli di 8 e 14 anni. Tre kart per loro: perché oltre ai due figli che gareggiavano nella classe Mini e nella Junior, pure l'ex ferrarista era in gara! A 44 anni suonati si è rimesso in gioco contro ragazzini di 14 anni che pesano venti chili meno di lui. Anche se gli anni sono ormai tanti, il fisico di Barrichello è ancora intatto: magro, asciutto, solo un po' di barbetta bianca che compare sul viso tradisce l'età. Rubens sembra molto più in forma di Montoya che sebbene esca da una stagione piena nell'IndyCar, è molto più appesantito di lui. È la dieta di patatine fritte e hamburger a Miami...

Come mai ti sei rimesso a correre Rubens? "Cosa vuoi - dice - faccio correre i miei figli, ma siccome la tensione è tanta, ho pensato: meglio se corro anch'io, almeno mi scarico e non passo il tempo a mordermi le mani guardando le loro gare e basta. Il mestiere del papà, quando segue il figlio, è snervante!". E guida ancora con grinta Rubens. È partito in seconda fila nella gara con i Rok shifter (quelli col cambio), ha bruciato in partenza i due davanti a lui, è salito secondo,sembrava riuscire ad attaccare il primo poi ha cominciato a perdere terreno ed è stato superato finendo quarto. Calato il fisico contro i 14enni, Rubens? "Macché era il cambio che sputava fuori le marce. Andrà meglio domani". 


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