Formula 1 Messico, Vettel matador nella corrida contro le Red Bull

Formula 1 Messico, Vettel matador nella corrida contro le Red Bull

Il duello del ferrarista furioso, contro Verstappen prima e Ricciardo poi. L'olandese: "Ha urlato come un idiota"

Alberto Sabbatini

30.10.2016 23:17

Stavolta il freddo e controllato Verstappen ha perso la testa. E la posizione in gara a vantaggio della Ferrari di Vettel che ha ottenuto a fine gara, grazie ai 5” di penalizzazione a Max, quel podio che ha inseguito caparbiamente per tutto il week end. Si poteva dormire anche per tutto il Gran Premio, ma gli ultimi due giri del GP Messico resteranno per sempre nella storia della F1 recente. Qui raccontiamo i fatti, così come si sono svolti. Le opinioni ve le scriviamo a parte. 

Vettel, che era partito indietro restando bloccato in settima posizione, ha usato molto più a lungo degli altri le gomme soft: per 32 giri. Le ha cambiate con le medie a metà gara e in trenta giri ha recuperato tutto lo svantaggio che aveva da Verstappen che correva con gomme vecchie e doveva gestire il degrado avendole sostituite solo al 13° giro. Vettel però guardava anche dietro, non solo avanti. Perché doveva anche difendersi da Ricciardo, più veloce di lui in rimonta che gli era arrivato alle spalle. 

Ma quando Vettel a tre giri dalla fine è piombato su Verstappen alla prima curva, l’olandese ha compiuto stavolta una manovra sbagliatissima e irregolare. Ha frenato a fondo troppo in extremis, ha bloccato le gomme ed è andato dritto nell’erba tagliando la prima curva rispuntando dalla chicane davanti alla Ferrari. Avrebbe dovuto restituire la posizione. Il team glielo ha anche detto via radio, pur se blandamente. Ma lui non l’ha fatto e ha continuato impunemente fino al traguardo.

Verstappen ha scoperto a fine gara, nella stanza del podio che non doveva andare più sul podio perché i commissari gli hanno affibbiato a corsa finita 5” di penalità che lo hanno retrocesso dal 3° al 5° posto, visto che Vettel e Ricciardo gli erano in scia sul traguardo. Ma lui si giustifica dicendo che non è convinto di avere commesso una irregolarità. “Non ho ridato la posizione perché non ero sicuro che fosse da fare. Non è stato confermato in corsa dalla direzione gara. E in ogni caso, se guardiamo le immagini, vediamo che la stessa cosa è successa al primo giro (lì è andato dritto Hamilton avvantaggiandosi, ndr)  e non è stato fatto niente in quel caso. Qui è successa esattamente la stessa cosa”.

Vettel invece, subito dopo quella manovra aveva gridato e inveito via radio contro Verstappen, mandando anche a fare in culo il direttore di gara (Whiting) che non aveva a suo parere preso subito provvedimenti. Messaggio radio prontamente coperto dalla regia Tv di Ecclestone con i soliti bip, ma sentitosi per metà distintamente.  “È chiaro quel che è successo - ha detto a fine gara Vettel - Io ero più veloce di lui, stavo chiudendo il margine e l’avevo raggiunto. Ho messo Max sotto pressione e lui ha commesso un errore. Chiaro no? Max avrebbe dovuto spostarsi e ridarmi la posizione e non l’ha fatto. E quella battaglia ha permesso a Ricciardo di avvicinarsi e me e per di più aveva  una mescola di gomme più favorevole (soft contro media, ndr). È chiaro che Max doveva ridarmi la posizione, da quel che so, gli era stato detto per radio di farlo e lui l’ha ignorato. Ero davvero arrabbiato e Arrivabene mi ha dovuto tranquillizzare via radio per finire la corsa”.

Verstappen però replica a Vettel proprio sulla sua esuberanza via radio. “Invece di criticare il mio comportamento, sarebbe giusto criticare quello di Vettel: oggi ha urlato come un idiota! E poi di quello che ha fatto a Ricciardo ne vogliamo parlare? In frenata continuava a curvare mentre la macchina di Daniel era già di fianco. Io questo con lui non l’ho fatto”.

Verstappen si riferisce a quel che è successo un giro dopo, quando Vettel, rallentato da Verstappen, ha subìto l’attacco di Ricciardo in frenata. I due si sono toccati lievemente, in ingresso di curva - ruota Red Bull contro pancia Ferrari - ma senza danneggiare le monoposto e senza girarsi. E Vettel è riuscito a restare davanti e terminare quarto (poi diventato terzo per la penalità di Verstappen). Sembrava un duello di alta scuola, rude ma rispettoso perché entrambi hanno proseguito senza danni. 

Invece Ricciardo se ne è lamentato ampiamente a fine corsa accusando Vettel. “Abbiamo sempre criticato le manovre rudi di Verstappen e oggi Vettel ha fatto uguale con me”

GP del Messico, la classifica


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