Formula 1 Brasile, analisi: Kimi e Romain grandi interpreti delle qualifiche

I due piloti di Ferrari e Haas si dimostrano bravi a capire una pista difficile, ma sempre alle spalle di Mercedes, in previsione di una gara non scontata

Maurizio Voltini

12.11.2016 19:55

Qualifiche piuttosto difficili, quelle per il GP del Brasile a Interlagos, ma non per la Mercedes e in particolare per Lewis Hamilton, che si aggiudica la 60esima pole position della carriera davanti per 1 decimo a Nico Rosberg. Il modo migliore per cercare di tener aperta la lotta per il campionato, visto che se Rosberg vincesse il titolo sarebbe matematicamente suo (gli basta fare 6 punti in più, in questa gara). Naturalmente resta da vedere come si svilupperà la partenza del GP, ma su questo tracciato non c'è un grande allungo al via prima della esse Senna, e dopotutto da quando hanno effettuato gli ultimi interventi sulla frizione, Lewis non ha più sbagliato partenze. Aggiungiamo al tutto le varie prove di start effettuate anche sul bagnato, nelle prove, per allontanare certe evenienze negative per l'inglese.

Dietro alle imprendibili Frecce d'Argento va invece riconosciuto un ottimo risultato da parte di Kimi Raikkonen, 3°. Certo il suo gap non è piccolo (0"668), ma a parte il "bottone magico" che fa guadagnare quei 3 decimi circa alle Mercedes in qualifica, va considerato che gli altri hanno appunto distacchi superiori. Un indice di come la pista non fosse sempre facile da interpretare in questa occasione (anche per via delle condizioni climatiche e della pioggia del mattino) e quindi di come il finlandese sia stato quello che l'ha fatto meglio, fra gli inseguitori, a testimoniare che quando la macchina lo asseconda anche lui può esprimere al meglio le sue qualità. Mentre Sebastian Vettel non è riuscito a concretizzare al meglio le sue possibilità, non avendo migliorato nel giro finale: ma è comunque 5°. 

In seconda fila si è infatti portato Max Verstappen avendo fatto meglio di 1 solo centesimo rispetto al tedesco della Ferrari e 55 millesimi rispetto al compagno Daniel Ricciardo, che completa la terza fila. Dunque margini ridotti fra le Ferrari e le Red Bull, con queste ultime che potrebbero trarre un gran vantaggio dalla loro elevata deportanza in caso di gara sotto la pioggia (possibilità tutt'altro che esclusa) ma anche in caso di pista asciutta. Non dimentichiamo che a Interlagos i tempi sul giro "vengono fuori" dalla parte mista (secondo settore); inoltre la maggior percorrenza in curve come la esse Senna (n.1 e 2) o la 4 permette di ritardare parecchio la staccata che le precede e quindi aiuta il sorpasso specie con il DRS aperto. Piuttosto viene da chiedersi se la possibilità di "entrare da lontano" in staccata che Verstappen aveva per esempio mostrato l'anno scorso con un esemplare sorpasso su Perez, non possa portarlo a fare qualcosa di eccessivo su Hamilton e Rosberg che sono in lotta per il Mondiale… E poi qualcuno si stupisce come mai Toto Wolff abbia invitato alla calma Max in una telefonata a papà Jos…

Al di là di quello che hanno combinato i soliti tre team di vertice, alle loro spalle troviamo una piacevole sorpresa: dopo qualche lamentela sul comportamento della macchina in prova, Romain Grosjean conquista un notevolissimo 7° tempo. Un risultato che va a pieno merito sia del francese che del team, visto che dopotutto Esteban Gutierrez non è chissà dove, 12°. Ma oltre al distacco di 1"201 dalla pole, va rilevato come Grosjean abbia portato la Haas a mezzo secondo (0"533 per la precisione) dalla prima delle Ferrari. Considerando che il motore è "quasi" lo stesso ma non certo identico, si tratta di un risultato per nulla da poco.

Nella lotta tra Williams e Force India, il team di Mallya piazza un colpo considerevole dopo che nel resto delle prove era quasi sempre stato alle spalle (eccetto FP1) con Nico Hulkenberg e Sergio Perez rispettivamente 8° e 9°, quando Valtteri Bottas e Felipe Massa non sono riusciti ad accedere in Q3 piazzandosi 11° e 13°. Ciò a confermare certe difficoltà di pista, con il brasiliano che è andato più piano in Q2 che in Q1 nonostante ci tenesse a ben figurare. È vero che queste posizioni permetteranno di scegliere con quali gomme partire in gara, per la Williams, ma è anche vero che finora quando hanno cercato strategie alternative non ne hanno sempre ricavato un vantaggio particolare.

Tuttavia in questo GP un appropriato impiego delle mescole più dure potrebbe fare una differenza significativa: l'anno scorso con le soft e le medium furono vincenti tattiche a tre soste, ma stavolta l'arrivo delle hard potrebbe far puntare addirittura a una sola sosta, e comunque le soft hanno dimostrato in prova un degrado terrificante col passare dei giri. E non va dimenticato che Raikkonen quando aveva messo le Pirelli arancioni non era andato piano, in prova.

Tornando alle possibilità in gara dei vari team, per la McLaren da un lato Fernando Alonso conferma che la squadra può davvero puntare sempre alla top ten, ma dall'altro lato i problemi di Jenson Button solo 17° e fuori già in Q1 dimostrano che permane una certa vulnerabilità agli inconvenienti. Per quanto riguarda la Renault vedremo se riuscirà di nuovo a mostrare gli sprazzi delle prove, mentre la Toro Rosso è più costante e può aspirare concretamente a recuperare quelle 4 posizioni che la separano dalla zona punti. Sempre cronicamente indietro invece, seppur non lontanissime, le Manor e le Sauber: va bene sperare sempre in qualche miracolo da parte dei propri piloti, ma c'è un limite anche a questo.

Ricordiamo che la gara partirà alle 17 di domenica (ora italiana) e che trovate qui lo schieramento di partenza.


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